|
Archivio giornale www.gliamicidellamusica.net
|
|
Nel Teatro Bonci di Cesena è andata in scena un'applaudita esecuzione del capolavoro di Verdi |
Villari la Battistini e un bel Trovatore |
servizio di Edoardo Farina |
Pubblicato il 30 Dicembre 2015 |
CESENA - Al di fuori della programmazione concertistica invernale, era in cartellone a Cesena una delle pagine più note ed elaborate della lirica italiana, Il Trovatore di Giuseppe Verdi (1813 – 1901) brillantemente portato a termine il 6 dicembre 2015 nella pomposa sede del teatro “Alessandro Bonci”. Ambizioso progetto operistico firmato dal locale “Coro Lirico Maria Callas”, patrocinato tra gli altri dalla locale Fondazione Cassa di Risparmio in collaborazione con il Comune ed Emilia Romagna Teatri, realizzato in occasione del “Memorial Pavarotti” con incasso devoluto in beneficienza a favore della Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Bufalini sempre di Cesena, a ricordo del grande tenore nell’ottavo anniversario della scomparsa. Tutto esaurito per assistere ai celebri quattro atti e otto quadri della diciottesima opera del Cigno di Busseto, rappresentata in prima assoluta il 19 gennaio 1853 al Teatro Apollo di Roma. La trama, fu tratta dal dramma “El Trovador” di Antonio García Gutiérrez, commissionando a Salvatore Cammarano la riduzione librettistica. Il poeta napoletano morì improvvisamente nel 1852, appena terminata la stesura e Verdi, che desiderava alcune aggiunte e piccole modifiche, si trovò costretto a chiedere l'intervento di un collaboratore del compianto librettista. Questi, che lavorò su precise direttive dell'operista, mutò il metro della canzone di Azucena (da settenari a doppi quinari) e aggiunse il cantabile del Conte di Luna (Il balen del suo sorriso) e quello di Leonora (D'amor sull'ali rosee). Quindi, Verdi intervenne personalmente sui versi finali, abbreviandoli, portando la prima rappresentazione ad un grande successo, come scrisse il noto critico e musicologo inglese Julian Budden (1924 – 2007) «Con nessun'altra delle sue opere, neppure con il Nabucco, Verdi toccò così rapidamente il cuore del suo pubblico». Genesi dell’opera: La vicenda si svolge in Spagna, all'inizio del XV° secolo, sullo sfondo della rivolta contro il Re d'Aragona da parte del Conte Urgel di Biscaglia. Comandante delle forze regie a Saragozza, è il Conte di Luna. Anni addietro, quando questi era ancora un ragazzo, fu trovata una zingara vicino alla culla del fratello Garzia.
Cacciata dai servi e accusata di stregoneria secondo la credenza popolare, per aver maledetto l’infante in seguito preso da febbre violenta, quindi catturata e arsa viva. Per vendicarsi, la figlia della zingara rapì il bambino con l’intento di gettarlo nelle fiamme della madre, ma nella frenesia gettò invece il proprio figlio… e Garzia allevato come fosse il suo. Nella brace ancora ardente del rogo vennero trovate le ossa di un neonato. Non si ebbe più notizia della zingara, mentre il fantasma della madre giustiziata è stato visto aggirarsi di notte sotto diverse sembianze, secondo l’ aria Sull’orlo dei tetti. Molti autorevoli musicologi considerano Il Trovatore l'opera più cupa e pessimistica di Verdi. Si apre nell'atmosfera minacciosa del palazzo d'Aliaferia con Ferrando, il capitano delle guardie, che racconta una storia di tenebre e d'orrore, che non solo ci dà il retroscena per la vicenda che si sta per svolgere, ma funge anche da una specie di introduzione emotiva: sarà una tragedia di zingari, di vendetta e di morte. Quasi tutte le scene che seguono hanno luogo di notte o all'interno o entrambi e perfino l'apertura della seconda parte - l'accampamento affaccendato di zingari, con canti e danze - avviene all'alba, quando le prime fievoli luci del giorno si fondono con quelle ancora vivide dei fuochi del bivacco, importanti nella sua oscurità intimistica. La pira due volte preparata per l'esecuzione di Azucena, è cruciale ai fini della storia e ancor più lo è l'altro rogo dove morì sua madre e - come narra in Condotta ell'era in ceppi - suo figlio. L'iconografia del libretto di Cammarano, inoltre, è insolitamente ricca di riferimenti a fiamme e ardore, sia reali che metaforici donando inoltre un senso di urgenza. "Corri!", Manrico ordina a Ruiz; e Manrico stesso sembra sempre entrare e uscire precipitosamente, continuamente proteso all'azione. La scena si sposta rapidamente da una parte all'altra della Spagna, perché, come dice Azucena al Conte, "D'una zingara è costume mover senza disegno il passo vagabondo, ed è suo tetto il ciel; sua patria il mondo". Tuttavia, in contrasto con questo movimento rapido e di ampio respiro, esiste una staticità al cuore de “Il Trovatore”, che è un'opera "narrata" per antonomasia. Manrico, in ultima analisi, altro non è che un trovatore, un cantante popolare che effettivamente si introduce a noi con una ballata autobiografica. Ma nelle scena antecedente il suo arrivo, abbiamo già sentito altre storie, più o meno simili; quella di Ferrando è già stata accennata, seguita dell'aria ricca di reminiscenze di Leonora "Tacea la notte", dove il passato è magicamente presagio degli eventi che stanno per avvenire.
Più tardi, vi sono le narrazioni di Azucena e, ancora una volta, di Manrico che racconta, nel "Mal reggendo" del suo duello con il Conte, facendoci rivivere la fine della parte prima e anticipando lo scontro che presto seguirà. Solo il Conte vive saldamente nel presente; l'aria "Il balen del suo sorriso" parla dei suoi sentimenti immediati. Per gli altri, il passato incombe di continuo e il tempo ricorre sporadicamente, in genere in senso patetico, come nella breve scena del matrimonio di Leonora e Manrico: il destino prefigurato è tutt'altro che gioioso, così come nel duetto - ballata dell'ultima parte, "Ai nostri monti", il futuro è effettivamente idillico, ma purtroppo impossibile. Manrico e il Conte di Luna, innamorati della stessa donna, si fronteggiano fino alla morte come nemici, senza sapere che sono fratelli. Appartenenti a due diverse classi sociali, essi condividono solo l'amore di Leonora; su tutti Azucena, la zingara, pervasa da un amore materno ai limiti dell’irrazionalità e da un tragico destino di vendetta, due fratelli uniti dal sangue e dall'amore divisi; una figlia e poi madre, zingara o strega, che ama e che odia; duelli, battaglie e ancora il fuoco in cui leggere e confondere passato e futuro in un destino, per tutti implacabile, avverso. Il dramma in alcune parti potrebbe cadere nell'incredibile, ma la musica di Verdi e la poesia del libretto riscattano l'opera trasformandola nel miglior melodramma del musicista. Scrivendo di un'altra sua opera tenebrosa, “I due Foscari”, Verdi ammise che era troppo deprimente, monocromatica, "troppo uniforme dal principio alla fine". Il pubblico contemporaneo tende a dissentire col compositore e, sebbene uniforme, questa è sempre più spesso presente nel repertorio, insieme a altre opere verdiane meno famigliari.“ Il Trovatore” fu composto solo in pochi anni. Nell'opera Verdi voleva ovviamente servare da un lato il quadro cromatico ristretto e apparentemente restrittivo, cioè la qualità notturna già accennata; e dall'altro, nell'ambito di tali limiti, creare la massima varietà. E vi riuscì. Perciò gli zingari si alternano con gli armigeri; un coro festivo e risonante precede una scena a due di profonda intensità drammatica, quando Azucena e il suo nemico mortale, il Conte sono faccia a faccia, dopo anni di vicendevole odio e rancore. Il contrasto esiste anche tra lo scenario e l'azione ivi svolta, come quando la serenità del convento è sconvolta dal fragore delle armi e dell'esplosione di emozioni; o come nel finale, nell'orrore del carcere germogliano le espressioni più tenere di amore filiale, e lo spirito più indomabile di eroismo e sacrificio. Nel repertorio verdiano, “Il Trovatore” fa parte della cosiddetta trilogia popolare e occupa una posizione particolare, seguendo immediatamente il “Rigoletto” e precedendo ”La Traviata”, due opere estremamente anticonvenzionali all'epoca, l'una con protagonista un gobbo brutale e deforme, l'altra raffigurante la cortigiana - eroina in termini compassionevoli. A prima vista può apparire, e molti l'hanno considerata una regressione almeno sotto il profilo drammaturgico, un ritorno al conformismo tradizionale, perché Leonora è effettivamente l'eroina tradizionale dell'opera, la dama di alto linguaggio che ama al di fuori del suo mondo e paga questo amore con la morte; analogamente, Manrico, l'eroe fuorilegge, ricorda da vicino l'altro nobile bandito verdiano, “Ernani”. Ma innanzitutto, Verdi riesce a conferire all'eroe e all'eroina alcune caratteristiche individualizzanti: Leonora sfida le consuetudini fino in fondo, con un coraggio che manca ad Elvira di “Ernani”. E la violenza di Manrico, insieme al suo liricismo da trovatore, gli dà un'altra dimensione, da Ivanoe. Inoltre, per Verdi, protagonista non è né l'amante fuorilegge né l'amata aristocratica, bensì la zingara, Azucena, che dà al dramma spagnolo originario su cui si basa il libretto quella bizzarria che per Verdi è l'attrazione principale della storia.In una lettera a Salvatore Cammarano, Verdi scrisse che il carattere di Azucena era "strano e nuovo", parlando del potere delle due passioni dominanti della donna: l'amore filiale e l'amore materno. Queste non sono le passioni tradizionali dell'opera; chiaramente, come per il “Rigoletto”, Verdi era convinto che si stava avventurando in un territorio drammatico nuovo. Nella prima bozza del libretto, il librettista intendeva che nell'ultima scena Azucena perdesse il lume della ragione.Verdi subito obbiettò che Azucena non doveva essere insana: "...... Non fare Azucena demente. Abbattuta dalla fatica, dal dolore, dal terrore, dalla veglia, non può fare un discorso seguito. I suoi sensi sono oppressi, ma non pazza......".Un compositore convenzionale avrebbe invece benvisto, a questo punto, un dramma di follia. Ma Verdi non era mai ricorso ad artifici del genere: solo nel “Nabucco” c'è una scena di follia, importante e commovente. La figura di Azucena doveva essere molto più grande, ma sempre saldamente e profondamente umana. Secondo parecchi biografi di Verdi, Il Trovatore fu composto nell'arco di un mese; nel novembre del 1852, ma ovviamente ancor prima di mettersi al lavoro il compositore aveva già pensato da tempo al suo lavoro e certamente alla musica. Già dalla primavera precedente era in contatto con il vecchio amico librettista e dopo la sua morte nel luglio di quell'anno, in collaborazione del giovane Leone Emmanuele Bardare che completò la stesura ma, con tatto, senza aggiungere il suo nome a quello di Cammarano, lo spartito fu pronto il 14 dicembre 1852 e l'opera fu rappresentata al Teatro Apollo di Roma il 19 gennaio 1853. Il Teatro Apollo non esiste più, al suo posto, sul Lungotevere del Tor di Nona, c'è una stele di marmo. Fu demolito verso la fine dell’800 quando vennero edificati lungo il Tevere gli sbarramenti per proteggere Roma dagli straripamenti del fiume che avvennero proprio quella notte di gennaio, ma il pubblico sfidò le acque per assistere alla prima. L'impresario approfittò della popolarità del compositore per alzare i prezzi, ciononostante tutti i biglietti furono esauriti, l’opera ebbe un'accoglienza trionfale e la stampa riflesse in modo unanime l’entusiasmo del pubblico. All’epoca, quindi, Il Trovatore era altrettanto rivoluzionario quanto il melodramma precedente, ed è significativo che un recensore del 1853 sottolineasse una qualità "castigliana". La Spagna, diversamente dagli altri paesi stranieri, affascinava Verdi e fu l'unico che visitò da semplice turista (in Inghilterra, Russia e Francia fu, almeno in parte, per ragioni di lavoro). E dalla letteratura, spagnola, o da racconti di altre letterature, ma ambientate nella Penisola Iberica, trasse ispirazione per tutta una schiera di opere, da “Ernani” a “La forza del destino” e al “Don Carlos”, essendo per lui terra di passioni profonde e travagliate, così come di azioni veementi. Una scena de Il Trovatore colpì particolarmente il pubblico del 1853: l'apertura dell'ultimo atto, quando Leonora è sola in scena, e si levano invisibili la voce di Manrico e il coro dei monaci. È così famigliare per noi oggi che dimentichiamo la forza della sua costruzione; dovendo sforzarci di ricordare il dramma sonoro: Leonora può udire Manrico, ma egli non può udirla. Quello che possiamo solo definire un effetto "stereo" ha conservato il potere suggestivo, nonostante il fatto che la diafonia usata ne XX° secolo possa produrre effetti meccanici che Verdi non avrebbe mai potuto immaginare. E per tutta la durata, i personaggi sono uditi prima di essere visti e i cori aprono e chiudono "in dissolvenza". Esaminando un racconto che lo interessasse, non solo sentiva nella sua mente le note, ma vedeva anche immediatamente le posizioni, le situazioni drammatiche, i conflitti. Scritto in fretta e furia, tende ancora oggi a travolgere chi l'ascolta, l'esperienza di questa musica potente è così immediata, così avvincente che non abbiamo il tempo di preoccuparci per la presenza o assenza di sfumature o sottigliezze... che però ci sono. Le sentiamo, anche se inconsciamente, parte calcolata dell'esperienza dell'opera. Proporre Il Trovatore è un impegno notevole dal coinvolgimento emotivo enorme - chiedo al M° direttore Massimo Scapin - trattandosi di pagine note al panorama internazionale, in qualche modo mai scontate e soggette sempre a critiche e lusinghe … “Sì, la soddisfazione maggiore di quest’opera è giungere alla fine sperando di avere appagato la platea in modo convincente, trattandosi infatti di un lavoro lungo e molto faticoso, soprattutto se pensiamo alla prova generale terminata, qui a Cesena, solo mezzora prima dell’inizio della rappresentazione, un po‘ come avere fatto due spettacoli consecutivamente!” Insomma, una grande scommessa, un po’ una lotta contro il tempo… e lei l’ha vinta! "E’ stato un successo trionfale e come tale ci riteniamo molto soddisfatti, anche se da parte del pubblico ci si aspettava qualche ovazione in più; invece l’inesperienza nei confronti della lirica costituisce una situazione spesso assai comune, dove solo la minor parte degli spettatori di solito è realmente a conoscenza riguardo cosa andrà ad assistere. Determinante, comunque, è stata la coesione dell’intero teatro, l’entusiasmo collettivo dei protagonisti, la bravura dei cantanti, e del coro diretto da Marialuce Monari, dalla grande capacità organizzativa e didattica, quindi l’impegno appassionato delle maestranze." Persino la regia, di solito punto debole di ogni melodramma, non ha destato perplessità grazie a Alberto Umbrella, non nuovo nella realizzazione di opere teatrali di un certo spessore... “Sicuramente solo da un lavoro d’insieme nasce il risultato di questa sera considerando anche che la regia spesso consiste in un problema cruciale della lirica, oggi. E’ complicato infatti fare coincidere le intenzioni del direttore con quelle di chi cura la messa in scena..." L’Orchestra “Città di Ferrara”, sotto la bacchetta di Scapin, ha saputo sostenere egregiamente tutti i principali protagonisti e attori: Angelo Villari (tenore) è riuscito a esprimere un Manrico in modo assai efficace, così come Tiziana Carraro (mezzosoprano) in Azucena, Stefano Meo baritono nelle vesti del Conte di Luna, Francesco Ellero D’Artegna (basso) in Ferrando, senza tralasciare il perfetto sincronismo del balletto de “La zingarella” curato dal “Centro studi Danza di Gambettola” e i ragazzi delle scuole secondarie di Cesena, nel ruolo delle comparse. Poi la primadonna, ancora una volta Raffaella Battistini, (soprano) qui in Leonora, anch’essa cesenate, dal curriculum senza bisogno di particolari presentazioni dovendo tra l’altro la formazione artistica allo stesso Luciano Pavarotti. La Battistini, benché raffreddata, si è fatta apprezzare coraggiosamente in una versione interamente ripensata e senza tagli, che ha richiesto grande impegno vocale, soprattutto nell’esecuzione delle arie del primo e del terzo atto, quindi nell’esposizione degli ultimi, dimostrandosi una vera artista. “Si tratta di un ruolo che ho interpretato diverse volte e mi piace molto; - ha detto - nell'aria del 1° atto è presente un bellissimo tema, poi la Cabaletta dove il soprano deve fare notare la sua agilità; la seconda aria, forse la più complessa, è nel 3° atto, D'amor sull'ali rosee, in quanto cantabile e virtuosismo sono nella stessa stesura... ricordo che Pavarotti mi diceva affettuosamente: Ciccia ! se fai bene questa romanza puoi cantare tutto!”
Alberto Umbrella, raffigura un “Trovatore” a tinte fosche, cupe, con colori forti che rendono perfettamente la tragicità e l’ineluttabilità della vicenda, infondendo nello spettatore un senso di irrequietudine e di ansia fin dalla prima scena. Il regista di ampia esperienza di direzione nei maggiori teatri e profondo conoscitore del melodramma, sa entrare nella psicologia dei diversi personaggi, tutti scenicamente molto abili, facendo scorrere la storia con un ritmo incalzante e sempre molto vivo. Giuseppe Verdi, considerato il musicista "rivoluzionario” per eccellenza, dispone di rigore autentico dalle pagini forti e ribelli, spesso connesse con la situazione politica dell’Italia del tempo. Nelle sue opere si rivelano verità profondamente sofferte, sentimenti umani universali, qui bene espressi e musicalmente valorizzati, per merito anche delle scene, dei grandiosi costumi a cura di Maria Teresa Nanni, gli allestimenti e luci di Giorgio Lorenzetto e Antonio Lenzi ottenuti con pochissimi mezzi (solo proiezioni verso uno schermo gigante in modo da fornire le paesaggistiche coreografiche, registrando però dei tempi di attesa un po’ elevati tra i vari cambi), quindi l’uso strutturale ed intensivo delle tecnologie multimediali però con continui rimandi alla tradizione, hanno consentito allo spettatore di immergersi nell’opera assaporando i caratteri dei personaggi e coinvolgendolo nel dramma verdiano. Ottimo coordinamento tra il “Coro Maria Callas”, per la prima volta ingaggiato in sinergia con la Corale Lirica “San Rocco” di Bologna in un progetto molto impegnativo per un’opera di questo spessore; e non c'era dubbio che sarebbe andata bene, dopo le belle esecuzioni, nelle stagioni precedenti, dei tre melodrammi di Giacomo Puccini: Tosca, Madama Butterfly e La Bohème, perfettamente riusciti.
Crediti fotografici: Luca Bogo fotografo in Cesena Nella miniatura in alto: il tenore Angelo Villari che ha vestito i panni di Manrico Sotto: Ancora Villari con Raffaella Battistini (Leonora) Nella sequenza al centro: Tiziana Carraro (Azucena), Stefano Meo (Conte di Luna), Francesco Ellero D'Artegna (Ferrando) Sotto: terzetto Conte di Luna, Manrico, Leonora (Meo, Villari, Battistini); Azucena (Tiziana Carraro) In basso: un assieme con Raffaella Battistini al centro della scena
|
< Torna indietro
Parliamone
|
Il Turco conquista Rovigo
intervento di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - Una sorta di "esegesi" aveva preceduto l'andata in scena di Il turco in Italia, libretto di Felice Romani musica di Gioachino Rossini; e l'interprete critico della verità rivelata era stato il regista Roberto Catalano che aveva comunicato in una nota di regia che «... la necessità è stata quella di intercettare nel ruolo di Fiorilla il tratto universale di un'umanità vittima di stimoli costanti, per cercare di dare al suo personaggio non l'eccezione dell'essere umano "guasto" che va aggiustato, ma quella di una vittima perfetta sulla cui fragilità è possibile lucrare. Ecco perché in questa drammaturgia il personaggio del Poeta (Prosdocimo, ndr) a caccia della sua storia "sfruttando" le vite degli altri, vestirà i panni di un creativo senza scrupoli ...» Ci sarà riuscito il regista, nel Teatro Sociale di Rovigo, a dimostrare questa sua "esegesi"? O tutto è rimasto sulla carta, come sua e personale testimonianza d'intenti e basta? Oggi, nelle regie cosiddette moderne, il capovolgimento del paradigma è ormai una costante
...prosegui la lettura
|
|
|
Opera dal Nord-Est
|
Nabucco fra Oren e Del Monaco
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’avventura del Nabucco in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste comincia con una conferenza stampa, nella quale Daniel Oren, maestro concertatore e direttore, ha espresso che questo terzo titolo di Giuseppe Verdi, suo primo grande successo, è molto importante per il popolo ebraico, «... per
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Nord-Est
|
Nel Campielo xe bel quel che piase
servizio di Athos Tromboni FREE
VERONA - Fu così che per la prima volta in assoluto Il Campiello di Ermanno Wolf-Ferrari andò in scena nel Teatro Filarmonico di Verona. E fu così che alla "prima" venne accolto da un pubblico numeroso con molti minuti di applausi a fine recita e con vere ovazioni per alcuni protagonisti di quella commedia musicale. Chissà se le cronache del futuro, parlando del
...prosegui la lettura
|
|
Eventi
|
Vi presentiamo La Bohème
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA – Dopo tredici anni di assenza è ufficialmente partito il conto alla rovescia: la prossima estate La Bohème di Giacomo Puccini tornerà in Arena durante il 101° Festival lirico; il capolavoro di Puccini verrà rappresentato il 19 e il 27 luglio 2024 con la direzione di Daniel Oren. Trattandosi di una nuova produzione di Fondazione Arena
...prosegui la lettura
|
|
Eventi
|
Il 35° nel segno della solidarietà
servizio di Athos Tromboni FREE
RAVENNA - il Teatro Alighieri era gremito di pubblico, giornalisti, operatori video e radio per la presentazione della 35.ma edizione di Ravenna Festival 2024, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio e farà registrare oltre 100 alzate di sipario; gli artisti coinvolti sono più di mille, dai grandi nomi della musica classica e del canto lirico, fino ad alcuni "menestrelli"
...prosegui la lettura
|
|
Opera dall Estero
|
Grande Das Rheingold in piccolo spazio
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (USA) - La sala concerti Walt Disney Hall, sede dell’orchestra Los Angeles Philharmonic, è situata nel cuore della città e ha festeggiato nel 2023 i suoi vent'anni (è stata inaugurata il 23 ottobre 2003). E’ stata progettata e realizzata con la supervisione dal famoso architetto e designer canadese-americano Frank Gehry (1929)
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Centro-Nord
|
Ecco la Butterfly del fiasco
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA – Al Teatro del Giglio approda con grande apprezzamento del pubblico la versione bresciana di Madama Butterfly di Giacomo Puccini (datata 28 maggio 1904) dopo che il clamoroso fiasco del Teatro alla Scala di qualche mese prima, indusse il compositore a rimettere le mani sulla partitura. La scelta dell’adattamento bresciano per il Teatro del
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Nord-Est
|
Arianna tra il buffo e il commovente
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Ci è voluto Richard Strauss e la sua Arianna a Nasso per far comprendere quanto poco interessasse a certi ricchi la realizzazione di uno spettacolo, quanto poco comprendessero le dinamiche che stanno attorno e dentro la preparazione di un lavoro teatrale. «Pago e voglio quello che
...prosegui la lettura
|
|
Personaggi
|
Incontro con Lorenzo Cutùli
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Il 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini rappresenta un’occasione per commemorare e ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più grandi musicisti italiani. Le sue Opere, ancora oggi, continuano a essere rappresentate sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, celebrando lo straordinario valore artistico delle composizioni
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Nord-Est
|
Il Barbiere eccellente
servizio di Nicola Barsanti FREE
VENEZIA - Se pensiamo al fascino di un teatro risorto per più di una volta dalle proprie ceneri, e vi aggiungiamo la suggestione di esservi dentro nel vivo del carnevale della “Serenissima” non può venire in mente un gioiello della produzione rossiniana: Il barbiere di Siviglia. Ed è proprio a quest’opera che abbiamo assistito, la seconda in cartellone
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Centro-Nord
|
Manon Lescaut e il gesto della Lyniv
servizio di Nicola Barsanti FREE
BOLOGNA - Il Teatro Comunale Nouveau inaugura la propria stagione operistica 2024 con il primo vero e proprio gioiello della produzione pucciniana: Manon Lescaut. Ottima scelta per onorare il centenario della morte del compositore lucchese, avvenuta il 29 novembre del 1924 a Bruxelles. La Manon Lescaut rappresenta per la carriera
...prosegui la lettura
|
|
Echi dal Territorio
|
Bologna Festival numero 43
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - La 43.esima edizione di Bologna Festival 2024, da marzo a novembre, presenta alcuni dei più interessanti direttori dell’odierna scena musicale quali Teodor Currentzis, per la prima volta a Bologna con la sua orchestra musicAeterna, Vladimir Jurowski con la Bayerisches Staatsorchester e Paavo Järvi con la Die Deutsche
...prosegui la lettura
|
|
Jazz Pop Rock Etno
|
Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Centro-Nord
|
La bohème visual della Muti
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Nord-Ovest
|
Don Pasquale allestimento storico
servizio di Nicola Barsanti FREE
TORINO - Il titolo designato per l’inaugurazione del cartellone d’opera 2024 del Teatro Regio di Torino è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Qui riproposto nel fortunato allestimento della fine degli anni '90 del Novecento, firmato da uno dei maestri della drammaturgia musicale italiana: il regista, scrittore e giornalista Ugo Gregoretti, la cui regia
...prosegui la lettura
|
|
Jazz Pop Rock Etno
|
Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Nord-Est
|
Bolena e Seymur destino congiunto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE – Teatro Verdi. Nell’ Anna Bolena di Gaetano Donizetti, in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, primeggia la qualità del cast. Un gruppo di cantanti straordinari, che contribuiscono in modo determinante al buon esito della rappresentazione. Se si eccettua qualche piccola quasi impercettibile incertezza nel primo atto la prova
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Nord-Ovest
|
Haroutounian una Butterfly di riferimento
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Prosegue con successo la stagione del Teatro Carlo Felice grazie ad una bellissima produzione dell’opera “nipponica” di Giacomo Pucccini, Madama Butterfly. Il contesto scenico-registico firmato da Alvis Hermanis si sviluppa in uno spettacolo sostanzialmente classico e iconografico dove l’immagine stereotipata del Giappone
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Centro-Nord
|
Un Trovatore così così
servizio di Nicola Barsanti FREE
LIVORNO - Torna a distanza di 50 anni di assenza al Teatro Goldoni e 27 anni dopo la sua ultima apparizione nella città di Livorno (ma fu al Teatro La Gran Guardia) Il trovatore, uno dei titoli più amati di Giuseppe Verdi. Un ritorno tanto atteso che non convince, pertanto inferiore alle aspettative. Gli anelli deboli di questa produzione riguardano
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Centro-Nord
|
Barbiere di Siviglia stratosferico
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - Il Teatro Regio di Parma inaugura il cartellone d’opera del 2024 con il fiore all’occhiello di Gioacchino Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Com’è noto ai più, nel 1782 Giovanni Paisiello scrisse un’opera dallo stesso titolo e con lo stesso soggetto, da qui la decisione del maestro di Pesaro di intitolare la sua nuova composizione (almeno in un primo
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Centro-Nord
|
Un Barbiere un po' così...
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini si veste di attualità, attraverso una lettura piuttosto singolare, ma non del tutto dissonante dalle intenzioni musicali e librettistiche, nell’allestimento andato in scena al Teatro del Giglio di Lucca con la firma registica di Luigi De Angelis che ha curato anche scene e luci. In un condominio stile Le Courboisier
...prosegui la lettura
|
|
Opera dal Nord-Est
|
La Bohème dei ponteggi
servizio di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - Una Bohème senza lode e senza infamia. Così potrebbe definirsi l'allestimento dell'opera di Giacomo Puccini andata in scena al Teatro Sociale. Si tratta di una coproduzione del teatro di Rovigo con il Comune di Padova e il teatro "Mario Del Monaco" di Treviso. Una produzione tutta veneta, considerando la bacchetta affidata a Francesco Rosa
...prosegui la lettura
|
|
Eventi
|
Ecco la stagione 2024 del Filarmonico
redatto da Athos Tromboni FREE
VERONA - Teatro Filarmonico: dal 21 gennaio al 31 dicembre 2024, sono in programma 5 opere e 10 concerti sinfonici, con grandi interpreti internazionali. Attesissimo il ritorno del balletto, in scena anche nella sera di San Silvestro. Sarà - inoltre - l’anno delle prime assolute e dei grandi omaggi: il 2024 porterà sul palcoscenico del Filarmonico
...prosegui la lettura
|
|
|
|
Questo sito supporta PayPal per le transazioni con carte di credito.
Gli Amici della Musica giornale on-line dell'Uncalm
Via San Giacomo 15 - 44122 Ferrara (Italy)
direttore Athos Tromboni - webmaster byST
contatti: redazione@gliamicidellamusica.it - cell. +39 347 4456462
Il giornale è iscritto al ROC (Legge 249/1997) al numero 2310
|
|