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In Sala Estense organizzato dal Circolo Culturale Amici della Musica Girolamo Frescobaldi

Bel concerto della Neri con la Trapani

servizio di Edoardo Farina

Pubblicato il 20 Marzo 2019

190320_Fe_00_LauraTrapaniFERRARA - Riprendono le attività dell’Orchestra a plettro “Gino Neri”, dopo il ricchissimo calendario 2018 in occasione delle celebrazioni per il 120° dalla fondazione e il consueto prestigioso Concerto di Capodanno presso il Teatro “Claudio Abbado” di Ferrara, il secondo appuntamento del 2019, organizzato dall’Associazione Amici della Musica “Girolamo Frescobaldi” sotto la direzione artistica di Athos Tromboni e la presidenza di Antonio Proietti ha visto sul palco della Sala Estense in pieno centro storico nel pomeriggio del 17 marzo l’ Ensemble da camera “Gino Neri”.
Formatosi nel 1997 all’interno della medesima Orchestra, a distanza di due anni ha ottenuto il Primo Premio assoluto nella propria categoria al Concorso Internazionale di Ala (Trento) “Giacomo Sartori” e Secondo Premio nel 2015. Attivo in tutta Europa, USA e Giappone, con l’incisione di diversi cd e video, rappresenta l’emanazione della stessa, ma con intenti nelle scelte musicali del tutto diverse da quest’ultima. Se da una parte il complesso maggiore si propone di divulgare il repertorio lirico-sinfonico più tradizionale, dall’altra quello cameristico tende a valorizzare pagine originali per strumenti a plettro con particolare interesse ai compositori del XX° secolo.  Costituito da circa venti strumentisti, divisi nelle sezioni di mandolini, mandole mandoloncelli, chitarre e contrabbasso ad arco, la poliedrica formazione spazia dalla musica antica ai nostri giorni  grazie anche all’abilità di revisione ed edizione critica delle partiture a cura di alcuni componenti del gruppo, non tralasciando autori dell’800 nel suo contesto tradizionale integrando diversi programmi scritti appositamente per i “plettri”, contrariamente a quanto avviene con l’Orchestra sinfonica al completo frutto spesso di trascrizioni, ben prestandosi alla corretta esecuzione di capolavori sia inediti che appartenenti a pagine senza tramonto della storia della musica. 
Diretto dal M° Giorgio Fabbri proveniente tra l’altro da l’Orchestra della Cappella di S. Pietroburgo, l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, l’Orchestra della Magna Grecia e l’Orchestra Nova Amadeus, ha registrato musiche per oboe e orchestra, uno dedicato ai rari  melologhi di Vittore Veneziani con Arnoldo Foà con cui ha eseguito all’organo I Fioretti di S. Francesco; ha prodotto inoltre per Sony-Harmonia Mundi e Brilliant Classics diversi compact disc recanti musiche di Vivaldi, Tartini, Locatelli, con gli ensemble La Magnifica Comunità e La Follia Barocca.
Ad apertura di sipario, un omaggio alla Ferrara del XVI° secolo eseguendone una brillante suite di danze in grado di sottolineare il gusto raffinato e la nobile eleganza del ducato degli Estensi, per merito di Stefano Squarzina (1966-) che nei suoi undici anni di attività in qualità di compositore e direttore del sodalizio, ha lasciato diversi capolavori tra cui Piccolo mondo antico che se nulla ha a che fare con la novella letteraria del Fogazzaro del secolo romantico, intende collocarsi in una sorta di ricostruzione apparentemente filologica attraverso il cosiddetto “falso storico”. Intrada, Corteggio delle Dame, Balletto, Canto dello innamorato - tratto dal Lamento di Didone (Dido and Aeneas) di Henry Purcell e Finale, contenente qualche battuta mozartiana, si prestano fornirci una visione del Rinascimento consentendo di tornare indietro nei secoli ove di antico ne congiungiamo solo un determinato tipo di immaginario temporale utilizzando stilemi che da un’attenzione stilistica risulta essere ben diversa in realtà con la corretta scrittura modale, ma comunque di sorprendente effetto scenografico.
Di altro carattere è stato Palladio brano plettristico originale, nella tonalità di Re minore, scritto dal gallese Karl Jenkins (1944-) semplice, di facile effetto e al tempo stesso assai piacevole, caratterizzato da una forma di accompagnamento soprattutto nel regime dei “bassi” e da un “ostinato” ripetitivo e incalzante sino alla naturale conclusione alla relativa maggiore, senza tante variazioni.
In passato l’Orchestra ha ospitato valenti musicisti “estranei” per così dire ai plettri, quali il pianoforte, l’oboe, il flauto barocco, corali e cantanti solisti, persino le ocarine, riscuotendo favorevoli consensi riuscendo a fondere il gusto estetico dell’inedito con la tradizione centenaria come recentemente avvenuto ingaggiando il giovanissimo violinista Matteo Sartori nello stesso concerto del 1° gennaio presso il locale “Comunale” ferrarese.
Prima esecuzione assoluta, quindi, per la piccola “Gino Neri” del Concerto in Fa Maggiore RV 433 - La tempesta di mare e il Concerto in Re Maggiore RV 428 - Il Gardellino di Antonio Vivaldi (1678-1741) entrambi originali per flauto diritto e archi  nei tempi  Allegro – Largo – Presto scritti seguendo la classica forma tripartita barocca, supportati dalla mirabile presenza della flautista Laura Trapani, oramai non avente bisogno di particolari presentazioni al pubblico cittadino per via delle molteplici iniziative artistico organizzative.  Nata nel 1977 a Corpus Christi (Texas, Usa), si è trasferita in Italia dove attualmente risiede. Allieva di flauto al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, si è dapprima diplomata con Gabriele Gallotta ottenendo il massimo dei voti conseguendo in seguito il titolo accademico di secondo livello a indirizzo interpretativo e compositivo presso l’istituto “Orazio Vecchi” di Modena. Le sono stati dedicati diversi brani da numerosi maestri contemporanei, ha collaborato con orchestre nazionali come solista per quanto concerne tutta la famiglia dei flauti, è ottavinista e inoltre attiva nel “Duo Estense” con la nota pianista Rina Cellini utilizzando un “traverso” Muramatsu d’oro a 14k.

190320_Fe_02_EnsembleGinoNeri_phAndreaPuviani

Ottimo fraseggio, legato e bella tenuta di suono ne hanno caratterizzato l’esposizione soprattutto nei tipici virtuosismi costituiti dalle difficili progressioni modulanti ascendenti e discendenti di cui il “prete rosso” ne faceva ampio uso in tutte le sue stesure, ove le  rappresentazioni onomatopeiche del mare in burrasca prima e gli acuti suoni emessi dal piccolo volatile sia nei tempi veloci e che nella quiete dei “largo”  hanno fornito un aspetto inequivocabile decisamente bene espresso e dai colori dovuti, senza mai manifestare segni di cedimento o cali d’intonazione.
Apertura della seconda parte con un “cavallo di battaglia” dell’Ensemble ancora per mano di Squarzina, C.P.O. Rapsody (etimologia ebraica: “Certa Postojannoj Osedlosti” dal significato “zona di residenza - durante il regno di Alessandro II”), “Brano sentimentale e nostalgico di sapore moderno, ma non troppo, dal carattere ballabile e danzante quanto basta”, nei tempi Preludio metropolitano: Poco allegro, quasi danzante -  Prima Chanson: Poco andante – Interludio: Allegro furioso (con chiari richiami alla musica araba) - Seconda Chanson: Lentamente - Samba di Mezzanotte: Tempo di Samba.  Opera enigmatica scritta nei primi anni 2000, intente racchiudere forme di etnomusicologia di vario genere di cui ne sono state pubblicate almeno quattro versioni differenti tra loro nel corso degli anni, per tempi, andamento e organico. Inizialmente dal tono riflessivo, malinconico e introspettivo, l’autore ne ha aggiunto solo in seguito la pirotecnica samba finale dal ritmo assai divertente, mancando forse solo le maracas, ove in alcuni punti ricorda addirittura la canzoncina della famosa pubblicità televisiva in onda nel Carosello 1963 reclamante la caramella LYS Dufour. 
L’intenso lavoro di qualificazione dell’Ensemble ha portato a ottenere nel 2014 un prestigioso riconoscimento tramite la pubblicazione dell’album Giglio Fiorentino da parte dell’etichetta Tactus, punto di riferimento internazionale per la musica italiana, contenente opere appartenenti ai pionieri e talentuosi mandolinisti gravitanti attorno Firenze tra la seconda metà dell’800 e il primo ‘900, la città che aprì le porte all’epoca d’oro della rinascita del popolare cordofono in Italia e nel mondo, ingiustamente collocato negli anfratti del dilettantismo nonostante tempo prima Mozart lo inserì nel Don Giovanni e Beethoven gli dedicò quattro sonatine. Successivamente a causa dei mutati generi ne è stata perduta la notorietà ma non la rara bellezza assolutamente degna di analisi e revisione. L’Orchestra “Gino Neri”, fondata nel 1898, fu protagonista di quel periodo di splendore ed è ancora oggi una delle più longeve tra le formazioni orchestrali a plettro in grado di conservare e diffondere tale tipologia di repertorio, divenuto oggetto del “Maggio Musicale Fiorentino” ove l’Ensemble ha preso parte alla 79ma edizione 2016 proponendo suggestive pagine tratte dalle recenti riscoperte storiografiche inedite in epoca moderna.

190320_Fe_01_LauraTrapaniEnsembleGinoNeri_facebook

A chiusura di serata, ne è stata scelta come tale la commovente Preghiera op. 251 di Carlo Munier (Gennaro Pasquale, 1859-1911) dedicata ai giovani sposi di allora Alessandro Vizzari e Linda Bianchi e fuori programma di nuovo il primo tempo de Il “Gardellino”, ove complice ancora una volta il giusto “portamento danzante”, grazia ed eleganza della Trapani, ne hanno fatto scaturire calorose e meritate ovazioni…

Crediti fotografici: Andrea Puviani – “Foto Gino”
Nella miniatura in alto: la flautista Laura Trapani






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Ottima messa in scena, oltre che per la comprovata efficacia di Sardelli nell'esecuzione del repertorio barocco, soprattutto per la visionaria regia di Marco Bellussi, coadiuvato da Fabio Massimo Iaquone (ideazione e regia video), Matteo Paoletti Franzato (scene), Elisa Cobello (costumi) e Marco Cazzola (luci).
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