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Grande concerto a Musica a Marfisa d'Este 2021 con l'Orchestra Antiqua Estensis |
Trapani Fabbriciani Cellini Canelles poker di stelle |
servizio di Edoardo Farina |
Pubblicato il 27 Agosto 2021 |
FERRARA - “Musica a Marfisa d’Este” nello splendido loggiato rinascimentale, residenza signorile ferrarese del XVI° secolo e delizia ducale sita in Corso Giovecca 170 a Ferrara, organizzata dal Circolo Amici della Musica “Girolamo Frescobaldi” in collaborazione con Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Città Teatro e altre associazioni cittadine, il cui incasso dovuto all’ingresso a offerta libera viene interamente devoluto a vari sodalizi umanitari, l’ultimo appuntamento del 25 luglio 2021 ha avuto come protagonista sul palco la prestigiosa Orchestra “Antiqua Estensis”. Realtà ferrarese d’eccezione nata nel 2009 nell’ambito dei corsi di Musica d’Insieme Barocca del locale Conservatorio di Musica “G.Frescobaldi”, sotto la guida di Enrico Casazza, successivamente si è sviluppata autonomamente svolgendo attività concertistica prediligendo repertori che vanno dal Seicento al Romanticismo. Formata principalmente da giovani musicisti e alcuni componenti della consociata Orchestra a plettro “Gino Neri”, molti di loro si sono già distinti a livello nazionale collaborando con importanti ensembles perfezionandosi presso accademie musicali europee, supportati da altri strumentisti in possesso di maggiore esperienza affiancandoli e contribuendo alla preparazione e organizzazione degli eventi. Diretta per l’occasione dal M° Matteo Fanni Canelles, pianista e compositore triestino, apertura di programma con il Concerto per archi e basso continuo in Sol minore RV 156 di Antonio Vivaldi (1678 – 1741), facente parte di un cospicuo gruppo costituito da una sessantina di concerti e sinfonie a suo tempo mai dati alle stampe, caratterizzato da evidenti ritmi sincopati e stilemi impetuosi. Convenzionale forma tripartita nei movimenti Allegro in cui il concertato è affidato solo alle due parti dei violini mentre le viole si limitano a sostenere le armonie, segue un Adagio in stile quasi “corelliano” armonizzato con qualche ritardo e dissonanza mentre il basso, mosso per crome, giunge al nuovo Allegro conclusivo in 3/8 la cui concertazione, in stile concitato, è stato eseguito con il giusto estro e creatività presente in tutte le sue opere. Ancora del Prete Rosso sono seguiti due concerti solistici supportati al cembalo di Renzo Rossi, il Concerto per flauto, archi e basso continuo in Sol maggiore op. 10 n. 6 RV 437 avente nel primo di questi come ospite d’eccezione e per la prima volta a Ferrara il flautista aretino Roberto Fabbriciani, internazionalmente riconosciuto tra i migliori versatili interpreti, artefice in grado di moltiplicare con la ricerca personale le possibilità sonore del suo strumento per merito anche della tipologia iperbasso da lui inventato, prototipo e unico esemplare costruito dall’artigiano toscano Francesco Romei. Iniziati gli studi musicali nel 1957 sotto la guida del maestro Mario Gordigiani, grande erede e innovatore della tradizione flautistica, è divenuto nel 1964 allievo di Severino Gazzelloni pioniere della riscoperta moderna del flauto in Italia, quindi solista nell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Al suo tempo, il termine “flauto” si riferiva alla catalogazione “dolce”, mentre il flauto “traverso” che nel giro di pochi anni avrebbe spodestato quello a “becco” per la sonorità più penetrante e per le maggiori possibilità tecniche e dinamiche, era comunemente chiamato “traversiere”. Vivaldi scrisse per entrambi, rimanendoci infatti tredici concerti per “traverso” dei quali tre incompleti e due per quello “dritto”. A questi vanno aggiunti i tre concerti per “flautino”, un concerto per due flauti traversi e una decina di “concerti da camera” nei quali tutte le classificazioni vengono impiegate in diverse combinazioni orchestrali. Esatta lettura filologica, dinamismo, eccellente tenuta di suono e intonazione da parte di Fabbriciani, già confermatesi dopo avere eseguito un brano scritto dallo stesso Canelles, Pater et filli per flauti soli dal tono meditativo e introspettivo, ha proseguito con il secondo, Concerto per due flauti traversieri, archi e basso continuo in Do maggiore op. 47 n. 2 RV 533 in duo con una delle suoe migliori collaboratrici concertistici, Laura Trapani, non avente bisogno di particolari presentazioni al pubblico ferrarese data l’enorme attività didattica e capacità organizzativa nell’ambito di diverse opportunità musicali italiane, tra cui i medesimi concerti alla Marfisa. Ottima intesa, dialogo e portamento sono state le caratteristiche peculiari nell’esecuzione riuscendo a regalarci in maniera concertante un perfetto interscambio di emozioni senza soluzione di continuità, dettate dal fraseggio posto sulla medesima lunghezza d’onda privo di alcuno dislivello percepibile dando le giuste sonorità nella identica dimensione temporale, come se ne tracciassero entrambi gli esecutori simultaneamente passi di danza in perfetto sincronismo. Conclusione di programma con il Concerto per pianoforte e orchestra in Re maggiore Hob: XVIII n. 11 di Franz Joseph Haydn (1732 – 1809), solista Rina Cellini, artista assai amata e nota nella nostra città, nata a Venezia dove si è formata sia dal punto di vista culturale che da quello professionale studiando al Conservatorio “Benedetto Marcello” con Sergio Lorenzi e Gino Gorini diplomandosi a pieni voti. Nel corso della carriera ha tenuto concerti in Italia e all’estero come solista, in duo pianistico in varie formazioni sia orchestrali sinfoniche che con clavicembalo, spaziando il repertorio dalla musica rinascimentale alla classica e contemporanea. Nella dozzina di opere per strumento a tastiera composte dal più importante esponente del Classicismo austriaco, il concerto qui eseguito scritto presumibilmente alla fine del Settecento e certamente tra i più conosciuti (e a suo tempo tra i preferiti dal celebre pianista Arturo Benedetti Michelangeli) godendo di una meritata popolarità dovendo la sua fortuna a una particolare freschezza melodica, a una chiara architettura, alla raffinatezza delle armonie. Dal momento in cui il manoscritto non è giunto sino noi e l’autore non lo ha annotato nel catalogo delle sue composizioni, il musicologo Piero Rattalino considerandone i tratti stilistici, ne ha proposto di retrodatarne la scrittura di un paio d’anni al 1782, facendolo quindi precedere all’esplosione degli almeno sette Concerti di Mozart composti ed eseguiti in pubblico sulla scena viennese tra lo stesso anno e il luglio del 1784. Ma non sono solo queste le attrattive dell’opera: Haydn sembra qui sentire l’influenza delle stesure mozartiane nel sottile trattamento dell’orchestra e nel gioco che il solista intrattiene con gli archi e i fiati, perfettamente esemplificato dall’elegante cesello del movimento centrale in tempo lento (Un poco adagio) dopo l’Allegro iniziale assai vivace e la chiusura affidata al Rondò all’ungherese dal ritmo frizzante e pirotecnico, commisto a qualche elemento della forma sonata. Il riferimento allo stile magiaro non è casuale volendo egli seguire una moda fortunata di quell’epoca quando la musica dei gitani d’Ungheria e dei paesi balcanici destava l’interesse generale venendo imitata anche riguardo il repertorio colto.
L’esecuzione straordinaria da parte della Cellini, sempre dotata di grande capacità interpretativa e velocità idonea alla perfetta espressione musicalmente richiesta, supportata dal gesto plastico e preciso di Canelles in grado di rapportare l’orchestra alla giusta coordinazione, hanno felicemente concluso questa seguitissima edizione estiva 2021 portando tutte le serate regolarmente al sold out, confermandosi ancora una volta come una delle stagioni regionali più riuscite in assoluto. «Vorrei ringraziare in modo particolare gli insegnanti messisi a disposizione, gli sponsor e i musicisti – afferma la Trapani – E’ stato un impegno davvero considerevole avendo avuto ospiti artisti importanti ove tra l’altro ho avuto l’opportunità di rivedere e suonare con il caro amico Roberto Fabbriciani, maestro che ammiro stimo e amo, Matteo Fanni Canelles fondatore dell’Accademia Ars Nova di Trieste, i cori dell’Alto Adige, il tutto per merito di Assicoop Modena & Ferrara, AMA, Legacoop, il Condominio Giardino, Arci, Mibact, Comune, Musei Civici e il Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini. Arrivederci alla prossima estate ove in occasione del 50esimo anniversario della fondazione del Circolo Frescobaldi, festeggeremo attraverso un calendario costituito da numerosi concerti, cercando di ingaggiare i più importanti nomi appartenenti a tutti i generi musicali sia italiani che internazionali.»
Crediti fotografici: Franco Sartori e Archivio Circolo Frescobaldi Nella miniatura in alto: il maestro Matteo Fanni Canelles Sotto: il maestro Canelles sul podio dell’Orchestra Antiqua Estensis per Musica a Marfisa d’Este Al centro in sequenza: Laura Trapani con Roberto Fabbriciani e Matteo Fanni Canelles con Rina Cellini In fondo: le ovazioni del pubblico per la pianista Rina Cellini e il direttore Canelles
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