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Pubblicato il 05 Novembre 2023
Il Teatro Carlo Felice per la stagione sinfonica va avanti con 'Mozart l'italiano'
Bella Betulia Liberata
servizio di Simone Tomei
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GENOVA - Un nuovo appassionante concerto per la stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova - all’interno del ciclo “Mozart l’italiano” - ha visto l’esecuzione dell’oratorio sacro in due parti La Betulia liberata K.118 di Wolfgang Amadeus Mozart. La commissione di questo lavoro avvenne a Padova dove Mozart fece sosta dopo il successo di Mitridate Re di Ponto riscosso a Milano ed uno spensierato carnevale veneziano. Arrivato a Salisburgo, nel marzo-aprile 1771, iniziò subito il lavoro sul testo di Pietro Metastasio del 1734 che fu, a quel tempo, riformatore dell'oratorio come genere letterario. Rifiutando gli argomenti sensazionali che nel tempo avevano imbastardito i contenuti degli oratori, Metastasio tendeva a riportare l'antica “azione sacra” alla rigorosa purezza dei testi dell'Antico Testamento, “l'opera più alta” dalla quale attingere spunti morali e religiosi. Si tratta dell'impresa eroica di Giuditta, un simbolo per mostrare la potenza e la forza di Dio. Nella sua struttura formale, l’Oratorio - che si riallaccia alla salda tradizione dell'oratorio napoletano di L. Leo e ancor più ai modelli del maestro J. A. Hasse - è una composizione teatrale in due atti (e non tre come l'Opera), con sei o sette arie, recitativi secchi e accompagnati e inserti corali di notevole dimensione e spessore creativo. Sotto il profilo musicale la scrittura di Mozart mantiene sempre vivo il dialogo tra solisti e orchestra, con una solenne tensione che viene introdotta sin dall’ouverture in tre tempi (Allegro - Andante - Presto) in Re minore. Le arie sono ricche di intensa invenzione drammatica, e la centralità dell’espressione degli affetti è uno dei maggiori punti di contatto con gli autori della scuola napoletana. È ancora un Mozart giovanile, ma Hermann Albert, nella sua monumentale biografia e critica musicale sull’autore ci fornisce un quadro sintetico molto interessante: «... Mozart in questi lavori giovanili fonde in maniera del tutto nuova l'oggettività ecclesiastica con l'espressione soggettiva dei sentimenti. Sono le prime tracce di quello spirito che dominerà poi nel Requiem K.626 e che tanto si differenzia dal carattere operistico negli oratori del tempo. (...) il quadro che ci offrono questi tentativi drammatici di Mozart è quanto mai vario e contrastante. Ci danno un'ulteriore, splendida testimonianza dell'eccezionale capacità del ragazzo di adattarsi a qualsiasi nuovo stile.»
   

Sadie: «... La musica ha un tono in qualche modo formale e astratto (...). L'ouverture in Re minore (...) è cupa e possente, con collegamenti tematici tra i movimenti estremi e forse con una sfumatura gluckiana. (...) La "Betulia" non è comunque un'Opera che aderisca alla riforma anzi si colloca stabilmente nella tradizione metastasiana con le sue ampie arie che spesso richiedono una scrittura virtuosistica (…)". Inoltre su singoli episodi “Significativa è l'atmosfera fatalistica, quasi desolata (dell'Ouverture). (...) Le Arie formalmente sono più accurate di quelle delle Opere, soprattutto più ricche e autonome nella veste strumentale. (...) non appena scompare il tono moraleggiante, anche la forza creativa di Mozart si innalza a notevoli altezze. Mozart non solo ha raggiunto i modelli italiani ma li ha superati di un bel tratto. (...) va ricordata l'Aria di Amital per il tema di adagio e per l'espressività dolente. (...) Anche i tre cori hanno un carattere d'eccezione». Einstein: «Per il racconto dell'assassinio di Giuditta, Mozart scrive uno dei suoi recitativi più lunghi e non per questo meno efficaci (…).» L’esecuzione genovese si è concretizzata in una selezione dell’oratorio senza la presenza del coro, ove talune parti di assieme sono state eseguite dalle quattro voci soliste. Anche i recitativi hanno avuto una sostanziale sforbiciata riducendoli alle poche righe che precedono l’aria. Nonostante ciò la resa musicale è stata di grande pregio grazie ai complessi orchestrali del Carlo Felice ed alla mano esperta del M° Diego Fasolis che, nonostante qualche momento piuttosto roboante, ha saputo regalare agogiche interpretative molto suggestive, con un suono nitido e cristallino ed una cura dei particolari quasi certosina; le note risultano ben levigate, mai rarefatte e si intrecciano perfettamente a momenti di pulsante drammaticità evidenziando appieno i contrasti dinamici. Angelica Disanto nel doppio ruolo di Cabri - nella versione integrale affidato ai soprani del coro - e Amitral è la migliore in assoluto; il suo canto sa attraversare tutta l’estensione con sicurezza e piena intelligibilità della parola; sicura nelle agilità e suadente nei momenti più cantabili. Alla Giuditta di Antonia Fino non manca il timbro per una carnalissima scrittura contraltile, ma difetta nella restituzione del suono che risulta sempre piuttosto impastato, tendenzialmente poco raffinato e povero del carattere grintoso e altero del personaggio. Luigi Morassi (Ozia) mette in mostra uno strumento di tutto rispetto con una zona centrale scura e quasi baritenorile ed acuti piuttosto sicuri; mi è sembrato che l’uso del fiato ancora debba trovare una più chiara definizione e questo è emerso sin dall’impervia aria di sortita "D’ogni colpa la colpa maggiore" in cui è emerso un particolare affanno. Al netto di ciò, la prestazione complessiva è stata positiva. Voce nitida e raccolta quella di Omar Cepparolli nel ruolo del nobile Anchior; musicalmente preciso, dizione perfetta e sicura presenza scenica, conferiscono al personaggio sensuale ieraticità e autorevole peso specifico.

L’esecuzione, malgrado i tagli, è risultata fluida e scorrevole conferendo il giusto senso di unione di intenti tra voci e orchestra. Nonostante la serata infame da un punto di vista metereologico, in molti non hanno voluto perdere questa perla musicale del giovane Mozart. (La recensione si riferisce al concerto del 4 novembre 2023)
Crediti fotografici: Ufficio stampa del Teatro Carlo Felice di Genova Nella miniatura in alto: il direttore Diego Fasolis Al centro in sequenza: Angelica Disanto (Cabri e Amitral); Antonia Fino (Giuditta); Luigi Morassi (Ozia); Omar Cepparolli (Anchior) Sotto: i ringraziamenti finali di cast, direttore e orchestra
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Pubblicato il 07 Ottobre 2023
La terza opera di Giuseppe Verdi affascina anche come concerto se il cast č eccellente
Commovente Nabucco a Fidenza
servizio di Simone Tomei
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FIDENZA (Pr) - Anche quest’anno il Festival Verdi esce dalle mura storiche del Teatro Regio di Parma e sposta alcune delle produzioni nei Comuni limitrofi della città nell’intento di coinvolgere altre realtà monumentali come il Teatro Magnani di Fidenza, un piccolo gioiello incastonato nella cittadina parmense che, nonostante l’esigua capienza, vanta un’acustica eccezionale e una bellezza mozzafiato con un palcoscenico adornato di suggestivi dipinti. Era la prima volta che entravo in questo scrigno e ne sono rimasto letteralmente rapito. Si è tenuta qui la rappresentazione in forma di concerto del Nabucco di Giuseppe Verdi che ha potuto beneficiare di un cast di altissimo livello e una direzione musicale altrettanto eccelsa. Il M° Giampaolo Bisanti ha infatti imperlato le note del Cigno di Busseto con una maestria davvero mirabile. Gli spazi ridotti della buca hanno costretto una riduzione dell’organico e lo spostamento di alcuni strumenti nei palchetti prospicenti il palcoscenico, ma nulla è mancato della pienezza e della complessità della partitura. Il Maestro ha dovuto riscrivere un’intera pagina dell’opera - La preghiera di Zaccaria - che in origine prevedeva sei violoncelli, ma l’organico ne aveva solo due. Il risultato è stato quello di sostituire gli strumenti mancanti con tre viole, ma il frutto finale si è rivelato eccezionale. La direzione ha seguito un’agogica sempre appropriata con gesto morbido e a servizio degli interpreti; le sonorità degli strumenti si sono ottimamente amalgamate al suono orchestrale in un equilibrio perfetto e quindi le intenzioni musicali dell’ottimo musicista sono state raccolte con attenzione e rispetto dall’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini che ha assecondato la lettura proposta restituendo un’esecuzione ai limiti della perfezione.
  
  
Non è difficile lavorare e ottenere risultati quando sul palcoscenico ci sono artisti di questo rango. Vladimir Stoyanov, nel ruolo eponimo, è una lezione di interpretazione in ogni nota che emette; il suo è un canto morbido, misurato, elegiaco ed in ogni suono sa restituire i molteplici stati d’animo del personaggio: baldanza, dolenza, pietà, riscatto trovano nella sua esecuzione terreno fertile per emergere ed il risultato non può che essere semplicemente sublime. La pagina principe del condottiero assiro Dio di Giuda e il recitativo che lo precede si sono ammantate di una partecipata dolenza tali da scatenare nel pubblico un boato di approvazione che ha commosso il baritono bulgaro. Marta Torbidoni (Abigaille) mette in luce un mezzo vocale interessante sia per timbrica che per omogeneità. I centri sono ben a fuoco e gli acuti ben proiettati e sicuri. Il fraseggio è nobile e curato nonostante la giovane età in un ruolo di “maturità”. Se oggi possiamo godere di una siffatta interpretazione non riesco a immaginare come sarà nel futuro dopo che l’esperienza e la crescita professionale avranno dato i loro frutti. Il personaggio di Zaccaria trova vita grazie all’interpretazione di Marco Mimica. Il timbro di sicura bellezza manifesta qualche limite nella zona più grave del rigo musicale dove la discesa trova spesso un arrivo poco centrato. Ottima e ben a fuoco la zona centrale e acuta che restituisce tutta la bellezza del suono della sua voce.
  
Marco Ciaponi, ci dona un Ismaele denso di sfumature con elegante fraseggio ed emissione uniforme ben cesellata in tutti i suoi interventi. Eccellente anche la Fenena di Caterina Piva, perfettamente a fuoco nel ruolo; dotata di una vocalità di velluto, imperla ogni intervento con eleganza e stile encomiabili e commuove il pubblico nell’interpretazione dell’aria a lei destinata Oh! Dischiuso è il firmamento. Un lusso l’Abdallo di Marco Miglietta che interpreta un personaggio di fianco con nitore, squillo e dizione preziose.

A completamento del cast due giovani, ma promettenti interpreti: Lorenzo Mazzucchelli quale Gran sacerdote di Belo e Lei Wu come Anna. Maiuscola la prova del Coro del Teatro Regio di Parma preparato e diretto dal M° Martino Faggiani che, nonostante l’organico ridotto, non ha fatto mancare nulla delle dolenze del popolo ebreo e dell’irruenza di quello assiro. Ha dato senza dubbio il meglio di sé nel grande concertato Immenso Yheova dove ha letteralmente messo in luce colori di rara bellezza. Il pubblico entusiasta ha decretato il pieno successo della serata con ovazioni molto sentite e piuttosto prolungate. (La recensione si riferisce alla recita del 6 ottobre 2023)
Crediti fotografici: Roberto Ricci per il Festival Verdi - Teatro Regio di Parma Nella miniatura in alto: il direttore Giampaolo Bisanti Al centro, in sequenza: tutti i protagonosti del Nabucco in forma di concerto Sotto: saluti finale di cast
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Pubblicato il 20 Settembre 2023
A Los Angeles debutto californiano con ovazioni del pubblico per il soprano norvegese
Ottimo recital di Lise Davidsen
servizio di Ramón Jacques
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SANTA MONICA, California 17 settembre 2023 - Il giovane soprano norvegese Lise Davidsen ha debuttato a Los Angeles sul palco del Teatro Broadstage, situato nel sobborgo di Santa Monica, il cui ciclo intitolato 'Celebrity Opera Recital Series' si è consolidato negli anni come tappa imprescindibile, quasi obbligata, per la presentazione, o il debutto locale come in questo, e in altri casi, dei cantanti e dei nomi più riconosciuti dell'opera, nella cornice di una metropoli importante. In questa stagione il ciclo prevede, oltre alla già citata presentazione, un altro debutto locale del tenore Joseph Calleja con accompagnamento al pianoforte e un concerto con orchestra del mezzosoprano Elīna Garancha sotto la direzione di Karel Mark Chichon. Le presenze americane di Lise Davidsen sono state fino ad ora molto limitate, concentrandosi principalmente a New York, e anche se nel novembre di quest'anno debutterà nel ruolo principale dell'opera Jenufa di Janácek alla Lyric Opera di Chicago, almeno a breve termine non è prevista nessuna data programmata in qualche grande teatro della costa occidentale. Per questo motivo, l'annuncio della sua presenza locale ha suscitato molta attesa e interesse da parte del pubblico operistico di questa regione, sin dal suo annuncio. Un recital con pianoforte non è forse ciò che ci si aspettava da un'artista del calibro di Lise Davidsen, che però ha espresso il piacere di proporlo in una città e in una regione che dice di non aver neanche mai visitato come turista. D'altronde un recital può regalare anche grandi soddisfazioni perché si possono apprezzare angolazioni, sfumature, emozioni e impressioni che l'artista riesce a trasmettere essendo completamente sé stessa, senza farsi coprire da costumi e scenografie. Va notato che per la presenza e l'eleganza che irradiava questa cantante, così come per l'inesauribile sfoggio di risorse vocali che possiede e che ha dimostrato fin dalla prima nota che ha cantato, il pubblico ha capito di essere in presenza di una artista completa, vocalmente eccezionale, speciale e preziosa: un gioiello che non appare tutti i giorni. Con grande semplicità e grazia la Davidsen si è rivolta al pubblico in un paio di occasioni per spiegare di aver assemblato, con l'aiuto del suo insegnante e pianista James Baillieu, un programma appositamente per l'occasione, in cui avrebbe coperto i più svariati stili e compositori per lasciare una piacevole impressione al pubblico. Personalmente sottolineerei la scelta dei brani molto attenta e ben eseguita, che non comprendeva brani popolari che molti cantanti oggi sono soliti inserire, soprattutto nella seconda parte dei loro programmi, e che per esperienze personali passate a cui ho assistito, banalizzano e svalutano le loro performance per ottenere facili applausi o creare situazioni comiche inutili, cosa che non si verifica negli spettacoli d'opera o nei concerti sinfonici vocali. La Davidsen ha preso l'impegno con serietà, da grande artista quale è; e con il solo canto è riuscita a far entusiasmare, generare acclamanti ovazioni e, soprattutto, commuovere ed emozionare il pubblico.

Immagino che nessuno dei presenti al Broadstage quella sera sia rimasto impassibile o indifferente a questa recita che il soprano ha cominciato cantando nella propria lingua, interpretando i Cinque Poemi op.69 del compositore norvegese Edvard Grieg (1843-1907). Non c'è dubbio che la voce della Davidsen sia voluminosa, corposa, e lei lo sa, ma questa artista ha anche il pregio di maneggiarla magistralmente in tutti i registri, raggiungendo anche pianissimi delicati e quasi impercettibili come in Til min Dreng (Al mio bambino) ciclo di Lieder incluso nella registrazione del 2022 per l'etichetta Decca con opere di Grieg accompagnata dal pianista Leif Ove Andsnes. Nella sua interpretazione del ciclo dei Cinque Lieder op.37 e Svarta rosor (Black Roses) op.36 di Jean Sibelius (1865-1957) la sua voce ha acquisito un tono più scuro e drammatico, appropriato per questa musica intensa e dolorosa. Notevole anche la chiarezza con cui pronuncia e fraseggia ogni parola cantata, l'emissione e il modo di sostenere gli acuti, indipendentemente dalla lingua in cui canta. In quelli che considera i suoi primi passi nel repertorio italiano, di cui ha commentato di aver recentemente interpretato il Requiem di Giuseppe Verdi e Giorgetta ne Il tabarro di Giacomo Puccini, ha cantato versioni appassionate di 'Sola perduta abbandonata' da Manon Lescaut proprio di Giacomo (1858-1924), così come "Morro, ma prima in grazia" dal terzo atto di Un ballo in maschera di Verdi (1813-1883) e una straordinaria interpretazione piena di sentimento e luminosità della delicatissima "Ave Maria" di Desdemona dall' Otello dello stesso Verdi. Dal suo repertorio più affine, quello tedesco, ha offerto un'interpretazione eccezionale con la sua voce voluminosa e profonda, alla quale sa dare significato senza ricorrere solo al brio, di “Dich teure halle” dal Tannhäuser di Richard Wagner (1813-1883 ) aria che, tra l'altro, ha cantato nella finale del Concorso Internazionale di Musica Queen Sonja nel 2015, uno dei momenti che le sono serviti par catapultarla in carriera; così come l'aria "Abscheulicher! Wo eilst du hin?" dal Fidelio op.72 di Ludwig van Beethoven (1770-1827) inclusa in altre sue registrazioni per la Decca con la London Philharmonic diretta da Sir Mark Elder. La sua raffinata e deliziosa scelta di brani di Franz Schubert (1797-1828) ha lasciato una piacevole impressione, tra cui: "An die Musik", "Gretchen am spinnrade", op.2, D.118, Erlkönig e Litanei auf das Fest Allerseelen. Lise Davidsen è un'attrice che non sta ferma in scena, e i suoi movimenti e i suoi gesti dimostrano quanto sia coinvolta nel testo riuscendo a trasmettere emozioni al pubblico. Per concludere, ha cantato con buon gusto e senza inutili esagerazioni “Heia, Heia, in den Bergen” dall'operetta Die Csardasfürstin del compositore ungherese Emmerich Kalman (1882-1953) e come omaggio al pubblico di Los Angeles “I Could have danced all night” dal musical My Fair Lady del compositore Frederick Loewe (1901-1988).

Il debordante entusiasmo del pubblico e la generosità del soprano le hanno fatto cantare tre brani fuori programma tra cui la vibrante interpretazione di "Vissi d'arte" dalla Tosca di Puccini, opera che sembra adattarsi bene al suo temperamento e alla qualità della sua voce e che sicuramente canterà sul palco in seguito; e poi due Lieder, "Cäcilie" e "Morgen", di Richard Strauss (1864-1949) il cui repertorio è un'altra delle sue specialità. All'inizio del recital ha ringraziato il pianista James Baillieau, che ha definito come maestro, e che l'ha incoraggiata a includere e sperimentare alcuni brani e repertori, facendo notare la complicità e l'intesa tra loro. Baillieu conosce la voce della Davidsen e ha saputo seguirla, accompagnarla e formare una struttura musicale eccezionale e dinamica per metterla in risalto. Insomma, si è trattato di un evento memorabile, che si prevede abbia avuto un certo impatto in questa parte del paese, speriamo anche negli uffici artistici della San Francisco Opera e della Los Angeles Opera .
Crediti fotografici: Ben Gibbs per Ufficio stampa del Teatro Broadstage
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Abbiamo la Turandot dei prossimi 20 anni
intervento di Athos Tromboni FREE
SPOLETO – Il Teatro Lirico Sperimentale “A.Belli” ha messo in scena la Turandot di Giacomo Puccini come ultima opera della sua stagione lirica. Due le note salienti da mettere in rilievo: la prima, che l’allestimento ha scelto il finale di Luciano Berio rispetto a quello tradizionale di Franco Alfano; e la seconda, che nel ruolo della Principessa di Ghiaccio - la sera del 15 settembre al Teatro Nuovo - ha cantato la giovane Suada Gjergji e con essa il mondo del melodramma ha trovato la Turandot dei prossimi 15 – 20 anni, poi diremo perché. Ma partiamo dalla prima nota saliente: il finale di Berio. È talmente bello musicalmente che meriterebbe di essere “espunto” dall’opera per costituire un brano a sé, di Puccini-Berio se proprio lo si dovesse cointestare. Fior di musicologi hanno spiegato e scritto perché Berio abbia rispettato più di Alfano gli appunti lasciati da Puccini morto prima di concludere l’opera.
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Opera dal Centro-Nord
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La Turandot viene dall'oriente
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La nuova Stagione d’Opera e Balletto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" si è inaugurata con la messa in scena della Turandot di Giacomo Puccini, coproduzione tra la coreana Daegu Opera House e la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. Tutto esaurito, sia per la "prima" che nella replica della domenica
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Opera dall Estero
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La donna senz'ombra
servizio di Ramón Jacques FREE
LYON (Francia) - 25 ottobre 2023 Opera de Lyon. Nel 1911, otto anni prima della première dell’opera, Hugo von Hofmannsthal mostrò a Richard Strauss i primi schizzi di quello che sarebbe stato il libretto della sua nuova opera. Il lavoro creativo svolto tra il librettista e il compositore, iniziato alla fine del 1913 e conclusosi nell'agosto del 1916
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Opera dal Nord-Est
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Des Grieux non dā l'acqua a Manon
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Verdi. La Manon Lescaut di Giacomo Puccini, in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste, avrebbe potuto essere rappresentata come concerto sinfonico, togliendo cantanti, coro, comparse e tenendo solo la musica. A ragione si afferma da parte degli autorevoli critici musicali che questa è un’opera “sinfonica”
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Vocale
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Bella Betulia Liberata
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - Un nuovo appassionante concerto per la stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova - all’interno del ciclo “Mozart l’italiano” - ha visto l’esecuzione dell’oratorio sacro in due parti La Betulia liberata K.118 di Wolfgang Amadeus Mozart. La commissione di questo lavoro avvenne a Padova dove Mozart fece sosta dopo il successo di Mitridate
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Opera dal Centro-Nord
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Ottimo Don Carlo
servizio di Nicola Barsanti FREE
MODENA - Reduce dal grande successo riscontrato nell’esecuzione in forma di concerto (avvenuta in epoca pandemica), torna vincente sul palcoscenico del Teatro Comunale di Modena l’opera monumentale di Giuseppe Verdi: Don Carlo. Eseguita nella versione di Milano (che esclude il primo atto nella foresta di Fontainebleau), l’opera mantiene
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Personaggi
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Celebrando Corelli si lanciano i giovani
di Simone Tomei FREE
FORTE DEI MARMI (LU) – Premetto che questo scritto non è una recensione bensì il semplice resoconto di un pomeriggio musicale che si è tenuto a Forte dei Marmi nella splendida cornice del Giardino d’inverno di Villa Bertelli. L’Associazione Kreion Versilia di cui sono vice presidente ha organizzato domenica 29 ottobre 2023 - all’interno della sua
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Opera dal Centro-Nord
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Una Bohčme minimalista
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - La Bohème di Giacomo Puccini, comunque la si voglia interpretare, è una storia di morte già dal primo atto. La spensieratezza dei quattro spiantati giovani parigini ha il sapore amaro della povertà, delle ristrettezze e di una vita vissuta tra donnine allegre e un po’ d’amor in cui l’instabilità delle relazioni e degli affetti diventa un elemento
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Opera dal Nord-Ovest
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Meraviglioso Sogno di una notte
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - Il Teatro Carlo Felice ha inaugurato la stagione lirica 2023-2024 con il capolavoro di Benjamin Britten scritto nel 1960 con la collaborazione del librettista e suo compagno di vita Peter Pears tratto dall’omonima commedia shakesperiana: A Midsummer Night’s Dream. Non è sicuramente il primo compositore a tradurre in musica quel
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Opera dal Centro-Nord
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I Lombardi alla prima crociata
servizio di Angela Bosetto e Nicola Barsanti FREE
PARMA - Nell’ottica di uno spettatore contemporaneo, I Lombardi alla prima crociata è (insieme alla sua versione francese, Jérusalem) il titolo verdiano forse più problematico da mettere in scena, dal momento che è impossibile ignorare due dati chiave: la nostra concezione delle Crociate è radicalmente cambiata (per quanto il libretto di Temistocle
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Classica
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La Creazione dello stupore
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - La creazione del mondo attraverso la musica: ecco l’idea di Franz Joseph Haydn di mettere nero su bianco sullo spartito musicale il monumentale capolavoro Die Schöpfung (La Creazione). È così che ha preso il via la stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova con un concerto inaugurale dal quale sono uscito mentalmente e
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Opera dal Centro-Nord
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Una Fedora di gran lusso
servizio di Simone Tomei FREE
PIACENZA - Umberto Giordano rimase folgorato sia da Victorien Sardou - drammaturgo francese - sia da Sarah Bernhardt quando nel 1889 ebbe modo di assistere al Teatro Bellini di Napoli alla rappresentazione di "Fedora". Alla richiesta di Giordano al commediografo francese di poter musicare il suo capolavoro, la risposta sembra sia stata «Si
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Echi dal Territorio
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Archos Quartet suona D'Ambrosio
nota di Gianluca La Villa FREE
TORINO - Infine giunse a Torino, nella bella sala ricca di spettatori di Palazzo Barolo, domenica 8 ottobre 2023 alle 17, il debutto torinese sia del Quartetto Archos sia della bella pagina di Alfredo D'Ambrosio per il suo Quartetto in Do minore op.42: un debutto in Italia, può dirsi, per questo Quartetto op.42 dato che la sua ultima esecuzione
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Opera dal Centro-Nord
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Lombardi coinvolgenti con bella regia
servizio di Simone Tomei FREE
PARMA - Bianco e nero sono due facce della stessa medaglia e ne assumono significati antitetici: bene e male, buoni e cattivi, vincitori e vinti e così via... È in questo modo che il regista Pier Luigi Pizzi - curatore di regia, scene, costumi e video - ha inteso mettere in scena al Festival Verdi di Parma I Lombardi alla prima crociata, opera giovanile
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Vocale
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Commovente Nabucco a Fidenza
servizio di Simone Tomei FREE
FIDENZA (Pr) - Anche quest’anno il Festival Verdi esce dalle mura storiche del Teatro Regio di Parma e sposta alcune delle produzioni nei Comuni limitrofi della città nell’intento di coinvolgere altre realtà monumentali come il Teatro Magnani di Fidenza, un piccolo gioiello incastonato nella cittadina parmense che, nonostante l’esigua capienza, vanta
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Opera dal Centro-Nord
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Trovatore non al top
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - L’ennesima distorsione di uno dei massimi capolavori del Cigno di Busseto che in quest’occasione vede la prima rappresentazione di Il Trovatore nell’ambito del XXIII Festival Verdi di Parma potrebbe essere riassunta con due sentimenti: amarezza e delusione. Se l’amarezza è dovuta ad una rappresentazione
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Eventi
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Il Torrione del jazz riparte
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La 25.ma edizione della stagione del Jazz Club Ferrara si aprirà nel Torrione San Giovanni di Corso Porta Mare 112 venerdì 6 ottobre 2023 e si protrarrà fino al 30 aprile 2024. Oggi è stato reso noto dal presidente Federico D’Anneo e dal direttore artistico Francesco Bettini alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli
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Classica
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Ottime voci per il Verdi sacro
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - Terrore e dubbio: i caratteri salienti della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. La direzione di questo capolavoro sinfonico-corale è affidata al direttore ucraino Oksana Lyniv che nella prima parte, fino al terzetto Quid sum miser trasmette ad hoc l’intensità drammatica della partitura, mentre assume un carattere meno intenso e quasi
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Jazz Pop Rock Etno
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Ares Tavolazzi riceve il premio Tutte le Direzioni
redatto da Athos Tromboni FREE
VIGARANO MAINARDA (FE) - «Seduto in quel caffè io non pensavo a te e tutta la città…» è una parafrasi in questo caso; ma qui, questa, che è una delle più belle canzoni di Lucio Battisti e Mogol ci può stare, perché proprio il 29 settembre torna al Ristorante Spirito di Vigarano Mainarda la grande musica dal vivo: prende il via infatti la nuova stagione di
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Vocale
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Ottimo recital di Lise Davidsen
servizio di Ramón Jacques FREE
SANTA MONICA, California 17 settembre 2023 - Il giovane soprano norvegese Lise Davidsen ha debuttato a Los Angeles sul palco del Teatro Broadstage, situato nel sobborgo di Santa Monica, il cui ciclo intitolato 'Celebrity Opera Recital Series' si è consolidato negli anni come tappa imprescindibile, quasi obbligata, per la presentazione,
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Pagina Aperta
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La ricca stagione del Bonci
redatto da Edoardo Farina FREE
CESENA - Conferenza stampa del Teatro Comunale “Alessandro Bonci“ in data 7 settembre 2023: è stata definita la programmazione della stagione invernale 2023/2024 caratterizzata da un’ ampia scelta intesa come luogo di confronto, esplorazione e dialogo, ovvero filtro e racconto del nostro vivere, offrendo ancora una volta una visione
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Opera dal Nord-Est
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Tre donne tre stelle: Pirozzi, Grigorian, Stikhina
servizio di Simone Tomei FREE
VERONA - Ho frequentato il Festival "Arena 100" della città scaligera solo verso il concludersi della stagione estiva 2023. Sono arrivato a Verona agli inizi di settembre ed in questo scritto vi do conto delle mie tre serate areniane.
TOSCA – Venerdì 1 settembre 2023 Il consueto allestimento del regista Hugo de Ana
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Eventi
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Interno Verde Danza al via
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Venerdì 8 settembre 2023 è il giorno dell’inaugurazione con la festa delle scuole di danza: per la nuova edizione sono 12 le realtà del territorio che presenteranno le loro coreografie a Teatro. Sabato 9 e domenica 10 settembre si entra nel vivo di Interno Verde Danza, in scena in cinque veri e propri scrigni di bellezza, da Palazzo dei
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Opera dall Estero
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Svadba a Cittā del Messico
servizio di Ramón Jacques FREE
CITTÀ DEL MESSICO, 26 agosto 2023. Teatro de las Artes del Centro Nacional de Las Artes - Il palcoscenico del Teatro de las Artes ideale per mettere in scena opere contemporanee, da camera e musica antica, dove appena due mesi fa ha avuto luogo la prima locale della cantata drammatica Aci, Galatea e Polifemo di Händel (1685-1759),
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Opera dall Estero
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Summerfest 2023 ottimo cartellone
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN DIEGO, California (USA) - Dal 1986 si tiene ogni anno nella città di San Diego un importante festival estivo di musica da camera, prestigioso per la quantità e la qualità dei musicisti che vi si sono esibiti nel corso degli anni. Il cosiddetto "Summerfest", nella sua edizione 2023, della durata di un mese, ha offerto un'ampia e interessante
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