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L'opera buffa di Gaetano Donizetti ha anticipato in anteprima l'avvio della stagione lirica |
Elisir di lunga vita di sė rara qualitā |
servizio di Athos Tromboni |
Pubblicato il 14 Settembre 2020 |
FERRARA - Una bella edizione di L'elisir d'amore ha aperto ufficialmente la stagione lirica del Teatro Comunale 'Claudio Abbado'. Due date, 11 e 12 settembre 2020, hanno segnato una sostanziale anticipazione del cartellone prossimo venturo (di cui non si sanno ancora i titoli), cartellone che negli ultimi anni si apriva con una anteprima a dicembre (di solito un'opera contemporanea) e con lo svolgimento della stagione lirica tradizionale nei mesi che vanno da gennaio a maggio. Quest'anno è toccato alla più celebre opera buffa di Gaetano Donizetti, L'elisir appunto, prodotta dal Teatro Abbado, che ha mandato in scena nel ruolo di Adina la vincitrice del Concorso Lirico Internazionale "Città di Ferrara", Yulia Merkudinova, e due finalisti dello stesso concorso, Vittoria Brugnolo (Giannina) e Gianluca Tumino (Belcore). Completavano il cast il tenore Dave Monaco e il basso cantante Alberto Bianchi Lanzoni. Una bella edizione, si diceva, che ha addirittura entusiasmato i 350 spettatori presenti (la capienza del Teatro Abbado in tempo di pandemia è stata ridotta appunto da 850 a 350 posti) perché la regista Maria Cristina Osti ha disegnato una messinscena molto ligia al libretto di Felice Romani, traendone uno spettacolo coloratissimo, vivace e brioso. Ha fatto recitare tutti i protagonisti in maniera adeguata al testo e alla musica, anche se in scena appare una Vespa Piaggio gialla sulla quale arriva Dulcamara, ma ciò (e qualche altra gag per "attualizzare") non ha scomposto il significato della drammaturgia, come invece capita di vedere spesso quando ci siano inserimenti extratestuali graditi alle cosiddette regie e scenografie "moderne". La Osti ha usato abbondantemente i mimi in scena, fin dalla sinfonia iniziale, come fossero la catena di trasmissione dei quadri che via via si succedevano; ma la presenza dei mimi è stata coadiutrice degli eventi scenici e non invasiva a stravolgimento del testo. Oltre i mimi, bravi attori muti tutti; e la regista ha fatto recitare anche il coro, meno di una ventina di voci complessivamente, divise a metà fra maschili e femminili. Ha ambientato il primo atto con una semplice scenografia fatta da balle di paglia, mentre nel secondo atto alle balle di paglia si è aggiunto semplicemente un lungo tavolo imbandito e delle sedie.
Nel merito del cast, la lieta sorpresa è venuta dal tenore Dave Monaco che ha interpretato un Nemorino autentico, artefice e di una gestualità dapprima opportunamente timida, poi (dopo l'assunzione dell'elisir datogli da Dulcamara, che non era il filtro miracoloso della regina Isotta, ma vino Bordeaux) baldanzosa; e infine romantica, quando capisce che l'amata Adina «anche lei è innamorata» (come aveva previsto e predetto lo stesso Dulcamara); per quanto riguarda il canto, la vocalità di questo tenore è lirica, timbro chiaro, salita all'acuto sicura e intonata, mentre il gesto scenico è convincente e la mimica tutt'altro che amorfa. Per la Merkudinova non ci possono essere che elogi da come ha interpretato Adina: brava attrice e ottima cantante; non è ancora trentenne e mostra di possedere già la tecnica necessaria per bypassare le difficoltà che potrebbero imbarazzarla, ad esempio nelle agilità. Sapevamo che è allieva del maestro Leone Magiera e si può dire che non esiste attualmente miglior guida per farla arrivare al top delle possibilità. Possiamo considerare Alberto Bianchi Lanzoni un veterano? Forse sì se analizziamo il suo percorso di carriera (che comunque prevediamo ancora lungo nel futuro, viste le qualità specifiche di questo basso cantante); sicuramente sì se lo riferiamo al cast di giovani e giovanissimi con cui si è trovato a lavorare per questo Elisir donizettiano. Bianchi Lanzoni non delude mai, che faccia Scarpia, Don Magnifico o Dulcamara, è sempre "in tono" perché il suo trasformismo è proverbiale: un trasformismo che lo pone dentro il personaggio da interpretare, non solo per ciò che traspare nei libretti d'opera per la caratterizzazione del personaggio stesso, ma anche per quello che il regista, o la regista, gli chiede di fare in scena. Al Teatro Abbado è stato un Dulcamara esuberante, comico, cialtrone, ma anche cordiale compassionevole e amorevole. E il suo canto ha espresso in termini di qualità ciò che in termini di quantità ha restituito la recitazione: ottimo. Buona la prova di Gianluca Tumino nella parte di Belcore e anche quella di Vittoria Brugnolo in Giannetta: entrambi li attendiamo a prossimi impegni lirici, augurandoci che il Teatro Abbado, nelle proprie future produzioni, tenga conto di queste due belle voci. Eccellente la preparazione del Coro "Giuseppe Verdi" di Ferrara, diretto da un bravo maestro quale Mirko Banzato e potremmo dire perfetta la sua prestazione se non fosse per una piccola imprecisione manifestatasi all'avvio del secondo atto, prontamente recuperata al tempo giusto. Buona la prova dell'Orchestra Città di Ferrara sotto l'attenta guida di Lorenzo Bizzarri, una bacchetta che ben conosce le potenzialità della compagine estense e sa trarre sempre il massimo dai musicisti che la compongono. Veramente ottima la sua concertazione, esaltatasi soprattutto nei duetti e terzetti dell'opera quando canto dei singoli e suono dell'orchestra sui sono fusi fra loro senza prevaricazioni dell'uno sull'altro, ma con bell'equilibrio e giuste dinamiche.
Citiamo infine, perché lo meritano, anche i mimi preparati dalla Casa della Musica e delle Arti Vigarano Pieve: Daniela Piru Patroncini, Khety Bracchi, Matteo Canella, Michele Capozza, Alessandro De Luigi, Gino Dondi e Mauro Gallini. Si può proprio dire che la nuova stagione lirica del Teatro Abbado è partita col piede giusto. (La recensione si riferisce allo spettacolo di venerdì 11 settembre 2020)
Crediti fotografici: Elisa Catozzi per il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara Nella miniatura in alto: il tenore Dave Monaco Al centro in sequenza: Yulia Merkudinova, Vittoria Brugnolo Sotto in sequenza: Alberto Bianchi Lanzoni e ancora Dave Monaco; e i saluti finali di Maria Cristina Osti al centro del cast
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redatto da Athos Tromboni FREE
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Opera dal Nord-Est
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servizio di Simone Tomei FREE
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