Pubblicato il 21 Agosto 2022
Diamo conto delle produzioni operistiche del Rossini Opera Festival di quest'anno
Comico e tragico al ROF 2022 servizio di Valentina Anzani

20220821_Ps_00_LeComteOry_JuanDiegoFlorezPESARO, 9-11 agosto 2022  - Conquista il nuovo allestimento di "Otello", meno convincente è stato "Le Comte Ory", mentre "La Gazzetta" fa da grazioso intermezzo. Ecco come sono andate le tre reciite cui abbiamo assistito.

Le Comte Ory ovvero una follia disorganizzata
Le opere in scena al Rossini Opera Festival, tradizionalmente tre, sono state per l’edizione 2022 Le Comte Ory, La Gazzetta, e Otello, tutte e tre con cast e maestranze dai nomi di pregio, che hanno sortito però esiti di vari livelli con un bilancio nettamente spostato sul terzo titolo.
A inaugurare Festival è stato Le Comte Ory, con Juan Diego Flórez (nel ruolo del titolo) e Julie Fuchs (La Comtesse) quali punte di diamante di un cast di altissimo livello che annoverava Monica Bacelli (Ragonde), Maria Kataeva (Isolier), Andrzej Filonczyk (Raimbaud) e Nahuel di Pierro (Le Gouverneur) tra i comprimari.
Con un gruppo di lavoro di tal calibro, per la nuova produzione firmata da Hugo De Ana e diretta da Diego Matheuz in testa all’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, le premesse apparivano ottime, tuttavia lo spettacolo non è riuscito come sperato.

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Da uno stimato regista come De Ana, che ha creato per decenni mirabili regie per teatri tra i più importanti al mondo, ci si sarebbe aspettati una lettura che perlomeno mettesse in luce gli aspetti preziosi e i sottotesti metaforici di un’opera complessa come questa; la sua decisione di puntare invece esclusivamente su quelli comici è risultata purtroppo in una drammaturgia tanto complessa da risultare a tratti incomprensibile.
La sua è una regia estetica, che crea un certo contesto per i personaggi, ma non una vera narrazione.
Personaggi e comparse ricalcano i figurini che brulicano nei mondi sognati da Hieronymous Bosch, trasformati da De Ana in macchiette che si producono in piccoli momenti comici, che strappano scoppi di facile ilarità generale, ma piccoli e difficili da intelleggere oltre la terza fila di platea.
Gioca certo sul parallelismo da un lato della follia (dis)organizzata della cifra pittorica di Bosch e dall’altro della trama del tessuto musicale della partitura rossinana, che è sì un turbinare di agnizioni, travestimenti, scambi di sesso, continui nascondini, ma che viene ridotto dall’allestimento ad un nonsense condito da un’ironia circense, da avanspettacolo: proprio come nei dipinti di Bosch, la regia è una parata carnevalesca, in cui però a differenza di questi, manca coerenza.
Sul palcoscenico si susseguono dunque un gran numero di masse, cori e comparse variamente vestiti e variamente gestiti, che si producono in numeri che rasentano il varietà televisivo. Vero è anche però che certe trovate (come il travestimento da Mosé di Flórez, che espone le tavole della legge che si accendono a intermittenza) scatenano risate di gusto nel pubblico, che in generale appare molto divertito dallo spettacolo, così come ha apprezzato il versante musicale.
Piace il Raimbaud di Andrzej Filonczyk, e la sua aria nel second’atto è acclamata a furor di popolo.
Flórez non ha perso il suo smalto e si conferma un interprete fine e dai grandi meriti vocali e attoriali.
Julie Fuchs è generosa di potenza di voce così come di agilità.  Inoltre i due, insieme a Maria Kateva nei panni del paggio Isolier, ben convincono durante il famigerato terzetto finale, così come la Ragonde di Monica Bacelli, caratterizzata con efficacia sul palcoscenico come una signora agé.
Termina in grandi applausi quest’opera di cui ricorderemo le belle voci e un confuso turbinare colorato delle masse.

 

20220821_Ps_05_LaGazzetta_AndreaNinoLa Gazzetta dei toni pastello
È caratterizzata da toni pastello e ambientazione diafana la seconda opera in programma, ovvero La Gazzetta. La regia di Marco Carniti con scene di Manuela Gasperoni e costumi di Maria Filippi è una ripresa del 2015, ma ben resiste al passare del tempo e fa da degna cornice alle peripezie a finale lieto delle due coppie di innamorati Lisetta/Filippo e Doralice/Anselmo, condite dalla comicità pervasiva di Carlo Lepore nei panni di Don Pomponio.
Giorgio Caoduro affronta con la giusta leggerezza il ruolo di Filippo, mentre il tenore Alejandro Baliñas (Anselmo) affronta la sua aria – quasi di tempesta, trapiantata dall’opera seria – con agilità nel porgere e sicurezza espressiva.
Maria Grazia Schiavo ha un timbro un po’ meno ricco di come lo ricordavamo, ma ben interpreta la bizzosa Lisetta.

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Precisa è stata poi la Doralice di Martiniana Antoine, e ha conquistato la locandiera Madama La Rose di Andrea Niño per qualità dell’emissione tonda, tornita e ricca di armonici, così come per le ben sgranate agilità usate con disciplina e gusto.
Bene anche Pietro Adaini (Alberto) e Pablo Gálvez (Monsù Traversen).
Mercuriale è Ernesto Lama quale Tommasino, personaggio muto e comico, che fa apparire sul palcoscenico anche la tradizionale pesarese pizza “Rossini” (con uovo e maionese).

 

20220821_Ps_07_Otello_EneaScalaOtello, dramma universale
Vince su tutti la bellissima nuova produzione di Otello diretta da Yves Abel.
A Rosetta Cucchi è affidata la regia di uno spettacolo riuscito splendidamente: una drammaturgia preziosa, che si dipana sia nelle macrostrutture delle scene e dei movimenti delle masse, sia nei minimi gesti interlocutori tra i personaggi (come l’esitare all’avvicinarsi dei due sposi segreti Otello e Desdemona durate la festa del primo atto).
Rosetta Cucchi ben racconta come alla violenza domestica, al femminicidio, si arrivi in modo graduale, come la vittima venga avvolta nelle spire degli atti violenti che, di piccola violenza in piccola violenza, le si stringono addosso come una morsa sempre più pericolosa e sempre più disumanizzante, e mette in evidenza anche l’importanza imprescindibile di una rete di supporto per la vittima, che in questo caso la famiglia d’origine nega a Desdemona, rendendole impossibile allontanarsi dal suo amato e carnefice Otello.
L’allestimento a tratti passa dall’iperrealismo al metafisico e la vicenda di Desdemona diventa metafora di quella vissuta da ogni vittima.
Ben emerge anche la sua solitudine di donna inerme in mezzo a uomini abusivi, e ammette che “confusa, oppressa, in me non so più ritrovar me stessa”:  proprio come le vittime di violenza domestica a poco a poco perdono parte della propria identità.

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Molto efficace anche il doppio ambiente (con le scene di Tiziano Santi) in cui avviene l’azione, quello pubblico, della sala da feste, in cui tutto è apparenza sociale e abiti scintillanti (nei costumi di Ursula Patzak), e quello privato, nelle stanze di servizio della casa, dove si rivelano le vere nature dei personaggi.
Qui si dipana una drammaturgia veloce, che nulla ha da invidiare alla suspence narrativa degli sceneggiati Netflix (pieno di tensione è il duello a colpi di roulette russa tra Otello e Rodrigo), con evocazioni hopperiane d’impatto, certe controscene ricche e tanto potenti da distrarre dall’azione principale (come nel caso dello schiaffo del padre Elmiro a Desdemona, vero centro dell’azione, ma disturbato dalla baruffa di Otello con Rodrigo).
Diversi sono stati i momenti musicali d’effetto: meraviglioso il concertato di fine primo atto, così come l’aria a inizio secondo atto di Rodrigo (un bravissimo Dmitry Korchak, a cui viene richiesto un bis), e la Canzone del salice, momento liricissimo (e forse il più noto brano dell’opera).

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Piacciono molto i cantanti: la Desdemona di Eleonora Buratto è incredibile nel porgere, nell’ornare; l’Otello di Enea Scala è elegante nel gesto e nell’emissione; appropriato e intenso è l’Elmiro di Evgeny Stavinsky, così come lo Iago di Antonino Siragusa, di cui colpisce la cura fin nei minimi particolari dei recitativi. Bene anche Adriana di Paola (Emilia).
Il risultato è uno spettacolo articolato, complesso, profondo, con tanto di finale alternativo.
Rosetta Cucchi chiude infatti l’opera con una doppia scena: Otello e Desdemona tragicamente accasciati in primo piano, e gli stessi al contrario felici e attorniati dalla famiglia in secondo piano.
Quel finale alternativo positivo mostra come, se in quella famiglia ci fosse stato ascolto e rispetto, se non avessero giudicato e sminuito Otello, se Iago non fosse stato invidioso, se, se, se… tutto sarebbe potuto invece finire bene.
E strazia ancor più di quello tragico reale.

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Crediti fotografici: Amati Bacciardi per il Rossini Opera Festival di Pesaro
Nella prima miniatura in alto: il tenore Juan Diego Flórez protagonista di Le Comte Ory
Sotto in sequenza: Ancora Flórez con le "Tavole della Legge" trovata registica molto applaudita; Nahuel Di Pierro (Le Gouverneur); Flórez con Julie Fuchs (La Comtesse) e Maria Kataeva (Isolier); a seguire, bella panoramica di Amati Bacciardi su
Le Comte Ory
Nella seconda miniatura al centro: la brava Andrea Niño nelle vesti di Madama La Rose nell'opera La Gazzetta
Sotto da sinistra il cast di La Gazzetta: Martiniana Antonie (Doralice); Pietro Adaini (Alberto); Carlo Lepore (Don Pomponio); Giorgio Caoduro (Filippo); Maria Grazia Schiavo (Lisetta)
Nella terza miniatura in fondo: Enea Scala ottimo protagonista di Otello
Sotto in sequenza: Antonino Siragusa (Iago) e Adriana Di Paola (Emilia); la splendida Eleonora Buratto (Desdemona); Evgeny Stavinsky (Elmiro); ancora Enea Scala con Dmitry Korchak (Rodrigo); Dmtry Korchak con Antonino Siragusa; Dmitry Korchak,  Eleonora Buratto, Enea Scala
In fondo, in sequenza: scena d'assieme con Evgeny Stavinsky , Eleonora Buratto, Dmitry Korchak, Enea Scala e il coro
A seguire: altra scena d'assieme con Eleonora Buratto, Dmitry Korchak e Evgeny Stavinsky





Pubblicato il 31 Luglio 2022
Di respiro ambizioso ma dagli esiti altalenanti il 48° Festival della Valle d'Itria primo dell'era Schwarz
Tappe dell'opera: l'Ottocento e il Novecento servizio di Giuliano Danieli

MARTINA FRANCA (TA) - Facciamo seguito alle precedenti recensioni già publicate su questa testata giornalistica on-line (per leggere il servizio premere qui), pubblicando la seconda parte delle nostre cronache musicali dal Festival della Valle d'Itria di Martina Franca.

20220731_ValleDItria_00_MicheleSpotti_phMarcoBorrelliVincenzo Bellini
BEATRICE DI TENDA (recensione della recita del 23 luglio 2022) A rappresentare il belcanto nell’edizione del Festival della Valle d’Itria 2022 è la rara Beatrice di Tenda, penultima opera di Bellini, composta nel 1833 su libretto di Felice Romani. Qui Bellini tenta strade diverse rispetto al passato: si dedica per la prima volta a un dramma storico, in cui la componente politica ricopre un ruolo non inferiore a quella sentimentale, dà spazio a moltissimi pezzi d’assieme, e sviluppa un linguaggio in cui il ritmo acquista un inedito rilievo a fianco alle melodie “lunghe, lunghe, lunghe” tipiche delle sue opere precedenti. Ragioni più che valide per riavvicinarsi a un titolo mai davvero entrato in repertorio, nonostante i tentativi di rilanciarne la fortuna non siano mancati sin dagli anni ’60 del Novecento.
Il Festival della Valle d’Itria 2022 ha invitato ad una riscoperta che si concentrasse eminentemente sul valore musicale, dato che Beatrice di Tenda è stata presentata in forma di concerto. Eppure, grazie all’ottima qualità degli interpreti, non è stato difficile figurarsi con nettezza le situazioni, i profili dei personaggi e le cupe atmosfere evocate dall’opera.

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Il direttore ventinovenne Michele Spotti ha sostituito Fabio Luisi – positivo al covid – a pochi giorni dal debutto dello spettacolo. Nonostante lo scarso preavviso, la sua prova alla guida dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari è di primissimo livello. Spotti imprime al suono una profondità e una varietà di tinte fuori dal comune, e porta orchestra e voci a integrarsi in totale equilibrio – fatto ancor più encomiabile se si considera che l’opera, come da tradizione del Festival, è eseguita nell’Atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca, spazio dall’acustica non semplice, anomala rispetto a quella di un teatro al chiuso.  
In perfetta armonia con la sensibilità del giovane direttore è il soprano Giuliana Gianfaldoni, che ritrae con accenti rarefatti una Beatrice di Tenda emblema di purezza. Sin dal suo ingresso (“Respiro io qui…”), Gianfaldoni regala dei memorabili chiaroscuri: la sua voce pare inizialmente provenire da lontananze siderali, per poi lentamente crescere in volume e calore. L’interpretazione del soprano si mantiene su livelli altissimi tanto nei recitativi quanto nei numeri musicali di più ardito virtuosismo. E non è un caso che il pubblico, al termine dell’esecuzione, regali proprio a Gianfaldoni, e a Spotti, gli applausi più calorosi.
Molto bene anche Biagio Pizzuti come Filippo Maria Visconti, che sfoggia perentoria durezza, ma sa anche occasionalmente ammorbidire il fraseggio, soprattutto nel secondo atto dell’opera.
Theresa Kronthaler è apprezzabile come Agnese del Maino, anche se il personaggio potrebbe essere scolpito con maggiore carisma. Celso Albelo (Orombello) mostra sin dall’iniziale duetto con Agnese un certo affaticamento, con una gestione non ottimale delle dinamiche e diverse incertezze di intonazione.

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Completa il cast Joan Folqué, nel doppio ruolo di Anichino e Rizzardo del Maino.
Canta con sicurezza e sincera partecipazione il coro diretto da Fabrizio Cassi.

 

20220731_ValleDItria_06_JanLathamKoenigSergej Prokof’ev
LE JOUEUR
(recensione della recita del 24 luglio 2022)
Bellini e Prokof’ev sono due universi incomparabili. Se l’Atrio del Palazzo Ducale risulta consono all’esecuzione di un titolo come la Beatrice di Tenda, non altrettanto può dirsi nel caso de Le Joueur: la densità di scrittura, il peso dell’orchestra, la veemenza ritmica di quest’opera vengono penalizzati dall’acustica della principale arena della rassegna martinese. Nonostante Jan Latham-Koenig diriga con massima perizia l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, nello spazio del Ducale il suono è piuttosto sbilanciato: i bassi tendono a soffocare gli altri strumenti, a detrimento di una chiara percezione delle affascinanti stratificazioni della partitura.
Al di là di questo limite, di cui si spera si terrà conto nelle prossime rassegne (il Novecento, che è opportuno continuare a esplorare a Martina Franca, non difetta certamente di opere dall’ordito più leggero e consone agli spazi disponibili), Le Joueur si è comunque rivelato come uno degli esiti più soddisfacenti del Festival.

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Il regista David Pountney ha dato dell’opera una lettura molto dinamica, curando meticolosamente la recitazione di ciascun personaggio e i movimenti delle masse, in senso però non naturalistico, ma grottesco – in sintonia con la materia musicale e la vicenda alienante ispirata al Giocatore di Dostoevskij, ma anche con l’estetica delle avanguardie russe degli anni ’10 del Novecento, entro la quale si colloca quest’opera. Durante la breve introduzione orchestrale i protagonisti girano in tondo come biglie impazzite di una roulette; essi si muovono meccanicamente fra le pareti disegnate da Leila Fteita (anche costumista), che rimandano ad un tavolo da gioco e contribuiscono a trasformare i caratteri de Le Joueur in figure non umane. Lo spettacolo raggiunge il suo culmine nella seconda parte, in particolare nella parossistica scena del gioco dell’atto quarto.
Ad esaltare le idee di Pountney contribuisce il magistrale lavoro di Alessandro Carletti, lighting designer che ci ha abituati anche in altre produzioni ad un uso visionario delle luci, in grado di scandire espressionisticamente gli snodi interiori ed esteriori del dramma.

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Nel nutrito cast vocale spiccano la Pauline di Maritina Tampakopoulos, l’Alexis di Sergej Radchenko e la Grand-Mère di Silvia Beltrami. La sola perplessità che ci permettiamo di avanzare riguarda la dizione francese di gran parte dei cantanti, per nulla soddisfacente.
Poiché il Festival ha insistito sul recupero della versione francese dell’opera, quella della prima assoluta al Théatre Royale de la Monnaie nel 1929, sarebbe stato lecito aspettarsi una più appropriata preparazione sul fronte linguistico da parte dell’intero cast. La scarsa comprensibilità del testo non ha comunque compromesso l’esito positivo della performance, che il pubblico ha giustamente molto applaudito.

Opera e cinema
SILENT CARMEN (recensione dello spettacolo del 21 luglio 2022)
Il Festival ha dedicato due serate all’opera in film (Gianni Schicchi diretto da Damiano Michieletto il 20 luglio; un dittico di film muti ispirati a Carmen il 21), e crediamo che questa sia stata una delle intuizioni più felici della nuova gestione. Si tratta di una scelta tutt’altro che banale: l’opera da sempre intrattiene rapporti strettissimi con la settima arte, che ha enormemente contribuito alla sua diffusione e rimodulazione negli ultimi cento anni.
In una rassegna volta a ripercorrere i 450 anni di storia dell’opera, le trasformazioni mediali di questo genere artistico costituiscono un aspetto che sarebbe stato ingiusto ignorare.
Chi scrive ha assistito alla serata intitolata Silent Carmen, dittico di film muti ispirati alla celebre opera di Bizet. Alla Carmen di Cecil B. De Mille (USA, 1915) è stata affiancata la parodia diretta da Charlie Chaplin (A Burlesque on Carmen – USA, 1915), quest’ultima nell’edizione ottimamente restaurata dalla Cineteca di Bologna. Ad accompagnare le due pellicole è stata l’Orchestra della Magna Grecia, guidata da uno dei massimi esperti di musica per film muti: Timothy Brock. Ne è risultata una serata intellettualmente stimolante e musicalmente piacevolissima. 
Dei due film in programma, colpisce particolarmente quello di Chaplin, che non solo parodizza con intelligente ironia il lavoro di De Mille – e così facendo decostruisce alcuni assunti dell’opera di Bizet –, ma regala anche momenti di commovente dolcezza, come il finale in cui l’ufficiale Darn Hosiery (il Don José interpretato da Chaplin) e Carmen (Theda Bara) svelano sorridenti che l’epilogo tragico del film-opera (l’uccisione della gitana), altro non è stato che un momento di giocosa finzione.
La pellicola è accompagnata da una partitura composta da Brock, che rivisita in chiave swing, e in tono perfettamente coerente con la poetica di Chaplin, le più celebri melodie di Carmen. Il risultato sorprende anche per l’abile sincronizzazione fra i gesti musicali e le immagini: un dialogo fecondo, che permette di ascoltare e vedere l’opera di Bizet sotto nuova luce.

Crediti fotografici: Marco Borrelli (miniatura); Clarissa Lapolla per il Festival della Valle d'Itria di Martina Franca (Ta)
Nella miniatura in alto: il direttore Michele Spotti
Sotto: il cast di Beatrice di Tenda fotografato da Clarissa Lapolla
Al centro in sequenza: Giuliana Gianfaldoni; Theresa Kronthaler; Biagio Pizzuti
Sotto: ancora il direttore Michele Spotti
Nella miniatura al centro: il direttore Jan Latham-Koenig
In fondo: panoramiche su Le Joueur





Pubblicato il 29 Luglio 2022
Di respiro ambizioso ma dagli esiti altalenanti il 48° Festival della Valle d'Itria primo dell'era Schwarz
Tappe dell'opera: il Barocco e il Settecento servizio di Giuliano Danieli

20220729_ValleDItria_00_EkaterinaProtsenko_phClarissaLapollaMARTINA FRANCA (TA), 21-27 luglio 2022 – Per la prima edizione del Festival della Valle d’Itria sotto la sua egida, il direttore artistico Sebastian F. Schwarz ha selezionato cinque titoli rari o inediti in grado di rappresentare alcune delle tappe fondamentali della storia dell’opera, dal Seicento ai giorni nostri. Questa scelta asseconda con giusto rispetto le logiche decennali di una rassegna che da sempre ha posto al proprio centro la riscoperta di capolavori dimenticati del belcanto, del Settecento e del Barocco, senza disdegnare il Novecento e i linguaggi della contemporaneità.
Forse si sarebbe potuto trovare un filo conduttore più originale e arricchire la rassegna con un maggior numero di eventi musicali collaterali (quest’anno inferiori rispetto alle stagioni pre-covid), ma certamente il percorso delineato da Schwarz denota una vorace curiosità e una volontà di rivolgersi a un pubblico dai gusti potenzialmente assai eterogenei.

Francesco Cavalli
IL XERSE
(recensione della recita del 25 luglio 2022)
Cominciamo dunque dal titolo rappresentativo del Barocco: Il Xerse di Francesco Cavalli, composto a metà Seicento su fortunato libretto di Nicolò Minato. Le attese per questa proposta, sulla carta assai promettente, sono state in parte deluse. In primo luogo, per alcune incongruenze che hanno caratterizzato l’intera operazione. Da un lato si è insistito sul rigore filologico alla base della riscoperta de Il Xerse – si è utilizzata una nuova edizione critica a cura di Sara Elisa Stangalino e Hendrik Schulze, e si è proclamata l’importanza di “emanciparsi da interventi abusivi” volti ad addomesticare il linguaggio della musica barocca – dall’altro si sono operate scelte esecutive assai discutibili che, contraddicendo gli assunti di cui sopra, hanno infine compromesso un’appropriata e scorrevole fruizione dello spettacolo.

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Al netto della bellezza e varietà di molti momenti (ad esempio il lamento di Xerse “Lasciatemi morir stelle spietate”), una delle sfide poste dall’opera al pubblico contemporaneo risiede certamente nella sua lunghezza. Di qui l’avvertita necessità di operare numerosi tagli.
Il problema, però, è che essi hanno reso l’opera assai confusa e schizofrenica, anziché snellirla. È necessario del tempo per ambientarsi nell’ingarbugliato universo de Il Xerse, che vede una lunga serie di amori (non) corrisposti, travisamenti, gelosie e travestimenti: le mutilazioni apportate alla partitura non garantiscono un passo adeguato alla comprensione del tutto, né permettono di cogliere appieno i rapporti di causa-effetto che governano gli eventi rappresentati.
A ciò si aggiunga la scelta del direttore Federico Maria Sardelli (alla testa dell’Orchestra Barocca Modo Antiquo) di imprimere a gran parte dell’opera tempi estremamente sostenuti, che non sempre hanno agevolato i cantanti nel compito di valorizzare gli espressivi recitativi di cui Il Xerse si compone.
Ciò nonostante, alcuni membri del cast vocale hanno dato ottima prova di sé. In primis Carlo Vistoli nel ruolo del protagonista: interprete sensibile e pienamente padrone del proprio strumento, che tratteggia sin dall’iniziale “Ombra mai fu” un Xerse delicato, a tratti etereo. Molto bene anche Ekaterina Protsenko (Amastre) e Gaia Petrone (Arsamene): la prima esibisce una voce argentina che però è in grado di trascolorare verso una toccante disperazione in “Morirò: volete più?”; la seconda ha un bel timbro scuro e affronta con risolutezza anche i passaggi più impervi.
Assai meno controllate le voci di Carolina Lippo (Romilda) e Dioklea Hoxha (Adelanta), talvolta difettose sul piano dell’intonazione ed eccessivamente irruente anche nei momenti di maggiore intimità, come il bel lamento di Adelanta “Dammi, Amor, la libertà”.
Fra le parti buffe, spicca Nicolò Donini nelle vesti di Aristone, ruolo non semplice che obbliga a toccare note assai gravi. Bene anche Aco Bišćević come Elviro, mentre Carlo Allemano (Ariodate) appare affaticato, soprattutto nella seconda parte della serata. Il ruolo di Periarco, infine, è affidato al giovane Nicolò Balducci, la cui voce cristallina ed estremamente versatile rimane subito impressa in chi ascolta, nonostante il personaggio appaia poche volte nel corso dell’opera.
Lo spettacolo di Leo Muscato è visivamente appagante, grazie anche ai riusciti costumi di Giovanna Fiorentini e alle scene orientaleggianti di Andrea Belli ben illuminate da Alessandro Carletti. Tuttavia la lettura de Il Xerse offerta da questa regia rende il tutto eccessivamente macchiettistico, fatto aggravato da alcune trovate francamente fastidiose, come il congelamento dell’azione durante tutti gli a parte (davvero numerosissimi nel libretto di Minato) preceduto da fastidiosi battiti di mani.
Nonostante i limiti dello spettacolo, un pubblico abbastanza numeroso pare apprezzare sinceramente questa nuova produzione. Rimaniamo però dell’idea che un revival de Il Xerse più ragionato avrebbe potuto fornire all’opera un miglior viatico per future rappresentazioni.

 

20220729_ValleDItria_05_ScuolaDeGelosi_DanilaGrassi_phClarissaLapollaAntonio Salieri
LA SCUOLA DE’ GELOSI
(recensione della recita del 27 luglio 2022)
Da quando ha portato per la prima volta La scuola de’ gelosi sulle scene del Theater an der Wien, Sebastian Schwarz ha cercato di garantire al dramma giocoso di Salieri un posto più sicuro nel repertorio lirico odierno. Ecco quindi che, dopo una prima ripresa al Teatro Regio di Torino, Schwarz ha scelto di proporre questo titolo anche a Martina Franca, come opera rappresentativa del diciottesimo secolo.
La drammaturgia incalzante e i molti pezzi d’assieme rendono La scuola de’ gelosi un’opera assai godibile.
Certo non si tratta di un titolo semplicissimo sul piano musicale, e forse affidarne l’esecuzione ai giovani allievi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” e all’ensemble strumentale del Conservatorio di Musica “Nino Rota” di Monopoli è una scelta un po’ ardita.
Tuttavia la sfida è accolta dagli interpreti con genuina motivazione, e la lettura che ne risulta è frizzante e piacevole. Dispiace che non si sia optato, per un lavoro dalla carica fortemente teatrale, per uno spettacolo in forma scenica: sarebbe bastato poco per realizzarlo, come dimostra il fatto che i cantanti dell’Accademia sono riusciti a dinamizzare efficacemente la prevista esecuzione concertistica tramite gesti e una manciata di accessori improvvisati.
Gran parte del merito della riuscita esecuzione de La scuola de’ gelosi va attribuito alla direttrice Danila Grassi, che asseconda le doti dei singoli interpreti e li incoraggia a superare al meglio i comprensibili limiti imposti dalla loro ancora giovane età. Grassi dirige con piglio energico, imprimendo all’esecuzione tempi e dinamiche funzionali ad una riuscita più che soddisfacente dello spettacolo.

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Fra i cantanti convincono in particolare Matteo Mancini (Blasio), Carmine Giordano (Lumaca) e la squillante Rocio Faus (Ernestina).
La rappresentazione è coronata da un buon successo in un Teatro Verdi sold out. Si spera che l’esito della serata incoraggi il direttore artistico del Festival a continuare sulla strada compiuta, magari fornendo alle prossime iniziative degli Allievi dell’Accademia “Rodolfo Celletti” i mezzi per una performance in forma scenica.

Crediti fotografici: Clarissa Lapolla per il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca (Ta)
Nella miniatura in alto: l’ottima Ekaterina Protsenko (Amastre) in Il Xerse di Francesco Cavalli
Sotto in sequenza: Carlo Vistoli (Amastre) con Gaia Petrone (Arsamene); ancora Vistoli durante una delle sue arie; Dioklea Hoxha (Adelanta)
Al centro: bella istantanea di Clarissa Lapolla su una scena d’assieme di Il Xerse
Nella minatura al centro: la direttrice Danila Grassi
Sotto: gli allievi del Accademia “Rodolfo Celletti” impegnati in La scuola de’ gelosi di Antonio Salieri






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Il Municipale festeggia i 220 anni
redatto da Athos Tromboni FREE

20230529_PC_00_TeatroMunicipale-Stagione2023-24PIACENZA - È stata presentata il 27 maggio u.s la Stagione 2023/2024 del Teatro Municipale, che il prossimo anno celebrerà i propri 220 anni di attività: inaugurato il 10 settembre 1804 ha accolto e accoglie spettacoli musicali e di danza che lo pongono al vertice dei teatri di tradizione italiani. L' anniversario verrà festeggiato da un cartellone in
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Eventi
Ferrara Musica a Casa Romei
redatto da Athos Tromboni FREE

20230527_FE_00_FerraraMusica-CasaRomei_FrancescoCeraFERRARA - Per il terzo anno consecutivo la rassegna cameristica di Ferrara Musica torna a Casa Romei (nel bellissimo loggiato di via Savonarola, 30) con tre concerti estivi, realizzati in collaborazione con la Direzione Regionale dei Musei dell’Emilia Romagna
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Eventi
La stagione del Belli parte d'estate
redatto da Athos Tromboni FREE

20230517_Spoleto_00_StagioneLirica2023_GiacomoManzoniSPOLETO (PG) – La 77esima Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell’Umbria avrà inizio in agosto con la consueta manifestazione musicale Eine Kleine Musik 2023, in collaborazione con il Comune di Spoleto nell’ambito della manifestazione "Accade  d’estate a Spoleto 2023", al Teatro Caio Melisso (spettacoli: giovedì 24 agosto 2023 ore
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Libri in Redazione
Stupendo libro fotografico di Magri
servizio di Edoardo Farina FREE

20230516_Libri_00_CarloMagriFerraraLInfinitoIstanteCarlo Magri
Ferrara. L'infinito istante. Tempo e memoria nelle immagini
Case editrice La Carmelina
Ferrara, l'infinito istante. Tempo e memoria nelle immagini, scritto da Carlo Magri per i tipi della casa editrice La Carmelina non vuole porsi come un ennesimo libro sulla storia di Ferrara,
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Personaggi
Trabacchin al coro del Regio torinese
redatto da Athos Tromboni FREE

20230513_To_00_NuovoDorettoreCoro_UlisseTrabacchinTORINO - A partire da giugno 2023, il maestro Ulisse Trabacchin sarà il nuovo Direttore del Coro del Teatro Regio di Torino; succede ad Andrea Secchi, appena nominato Maestro del Coro all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, al quale sono state espresse le più sincere congratulazioni da parte della dirigenza e dello staff del Regio.
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Eventi
Callas@100 idea del Mascagni Festival
redatto da Athos Tromboni FREE

20230512_LI_00_FestivalMascagniPresentazioneLIVORNO - L' 11 giugno 2023 debutterà la quarta edizione del Mascagni Festival a Stagira, in Grecia con un'anteprima dello spettacolo Callas@100. L'apertura ufficiale invece sarà il 4 agosto a Livorno, dove in prima assoluta in Italia, l'attrice Giuliana De Sio interpreterà Maria Callas nella coproduzione internazionale Callas@100, dedicata
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Pagina Aperta
Jean-Jacques Kantorow... Exit the King
di Gianluca La Villa FREE

20230512_Fe_00_JeanJacquesKantorowFERRARA - Me l’aveva preannunciato quando un paio di anni fa ci sentimmo a proposito di incisioni di Alfredo d’Ambrosio, il grande compositore napoletano vissuto in Francia tra Ottocento e Novecento (1871-1914): «Sarà la mia ultima performance come violinista.»
E io gli risposi: «... con la musica di D’Ambrosio
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Eventi
Giovani e nuovi linguaggi musicali
FREE

20230502_Pc_00_AllegroConBrio_FestivalMusicMediale_RobertoSolciPIACENZA - Una primavera ricca di musica, dal 21 maggio al 21 giugno 2023, con le due rassegne che rinnovano la collaborazione tra Conservatorio Nicolini e Fondazione Teatri di Piacenza, nel segno dell’attenzione ai giovani e ai nuovi linguaggi musicali. Torna Allegro con brio, che propone anche quest’anno i
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Classica
Mozart l'italiano e... i milanesi
servizio di Simone Tomei FREE

20230430_Ge_00_MozartEIMilanesi_GENOVA - Un 25 aprile in musica al Teatro Carlo Felice di Genova dove ho assistito ad uno degli appuntamenti del ciclo “Mozart l’Italiano” in cui è stato messo in evidenza il rapporto significativo tra la “scuola milanese” ed il genio salisburghese. Un interessantissimo saggio tratto dagli atti del Convegno internazionale «Antonio Brioschi e il nuovo
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Opera dall Estero
La Salome dell'ottima Laura Wilde
servizio di Ramón Jacques FREE

20230430_Houston_00_Salome_LauraWilde_phMichael BishopHOUSTON  (Texas, USA) Wortham Theatre Center - La Salome, opera in un atto di Richard Strauss, con la quale si conclude un'altra stagione della Houston Grand Opera, ha un significato speciale per la compagnia del teatro statunitense, essendo stato il primo titolo messo in scena nella serata inaugurale del 19 gennaio 1956. Anche se
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Vocale
Sacro Vivaldi arte e musica
servizio di Athos Tromboni FREE

20230425_Fe_00_SacroVivaldi-VittorioSgarbiFERRARA - Domenica pomeriggio, 23 aprile, in città si festeggia il patrono, San Giorgio, quello che protegge i poveri e gli indifesi, il cavaliere di Cristo che ammazza il drago e diviene simbolo della lotta del Bene contro il Male. Nell'area verde all'interno delle mura estensi, presso l'omonimo quartiere cittadino dove è situata l'antica basilica del santo,
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Soci Uncalm
Viotti e Brahms per Animando Lucca
FREE

20230425_Lu_00_ConcertoAnimando-Joachim_AlanFreilesMagnattaLUCCA - Un concerto che muovendo da Giovanni Battista Viotti per arrivare a Johannes Brahms farà testa sulla figura del grande violinista Joseph Joachim, nume del violino di fine Ottocento e ispiratore dei grandi concerti di Brahms e Bruch. Brahms adorava il Concerto in La minore op.22 di Viotti, al punto di farne citazione di alcune battute nel
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Opera dal Centro-Nord
Vespri Siciliani dentro ambiente di mafia
servizio di Nicola Barsanti FREE

20230424_Bo_00_VespriSiciliani_OksanaLynivBOLOGNA - Al Comunale Nouveau di Bologna (sede transitoria del Teatro Comunale in attesa della realizzazione del progetto di rinnovamento e valorizzazione che lo vede coinvolto), debutta il nuovo allestimento de I Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi, firmato dalla regista palermitana Emma Dante. Com’è possibile evincere dalle note di regia,
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Ballo and Bello
L'ironia e la satira dei Trocks
servizio di Athos Tromboni FREE

20230422_Fe_00_LesBalletsTrockadero_ToryDobrinFERRARA - Teatro Comunale "Abbado" gremito in ogni ordine di posti. Evidentemente la fama di Les Ballets Trockadero de Monte Carlo diretto da Tory Dobrin ha fatto proseliti anche in Italia, anche a Ferrara, soprattutto fra le giovani generazioni che in platea e nei palchi (e persino nella galleria e in loggione) costituivano un buon cinquanta per
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Opera dalle Isole
Il Messiah trionfa sempre
servizio di Eduardo Andaluz FREE

20230412_Ct_00_Messiah_MarcusBosh_phGiacomoOrlandoCATANIA - La stagione concertistica del Teatro Massimo “V. Bellini” ha offerto, per la Settimana Santa ,un capolavoro assoluto della musica sacra, il Messiah di Georg Friedrich Händel, oratorio in tre parti per Soli, Coro e Orchestra, con i solisti Pietro Adaini tenore, Elisa Verzier soprano, Ilaria Ribezzi mezzosoprano, Cristian Senn baritono; sul podio
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Opera dal Nord-Ovest
Due Foscari a risultati alterni
servizio di Simone Tomei FREE

20230404_Ge_00_IDueFoscari_RenatoPalumboGENOVA – È andata in scena nel Teatro Carlo Felice l'opera I due Foscari di Giuseppe Verdi, terzultimo titolo della stagione 2022-2023. Delicatezza e pathos assurgono a pieno titolo al livello di qualità di rilievo di questo lavoro del Cigno di Busseto. I personaggi sono ben definiti come nel precedente Ernani, talmente diversi però, da invertire la
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Eventi
Cabruja e Viva Verdi!
servizio di Athos Tromboni FREE

20230403_Cento_00_Cabruja-VivaVerdi_SilviaBidoliCENTO (FE) - Aprile ricco e impegnativo per il Teatro Borgatti: oltre la consueta e normale programmazione, in questo mese il Borgatti produce due spettacoli originali: Cabruja dove musica, danza e recitazione si intrecciano; e Viva Verdi! concerto sinfonico-corale dedicato al Cigno di Busseto e realizzato in collaborazione con il Comune di
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Opera dal Nord-Ovest
Powder Her Face scabrosa e amata
servizio di Massimo Viazzo FREE

20230331_To_00_PowerHerFace_RiccardoBisattiTORINO - Dopo l’acclamata première italiana di The Tempest alla Scala, il Teatro Regio di Torino ha proposto in stagione l’altro capolavoro operistico di Thomas Adès, Powder Her Face, mai rappresentato nel capoluogo piemontese: l’opera scandalosa, l’opera scabrosa, l’opera irriverente che ha ormai conquistato il pubblico di
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Vocale
Jeanine de Bique e Concerto Köln ottimi
servizio di Ramón Jacques FREE

20230330_CostaMesa_00_JeanineDeBique_phTimTronckoeCOSTA MESA (California, USA, Renée and Henry Segerstrom Concert Hall) - Nell'ambito della stagione della prestigiosa associazione Philharmonic Society of Orange County di Costa Mesa, città situata a 60 km a sud di Los Angeles, che ha portato nella città californiana le migliori orchestre e solisti internazionali, un interessante e stimolante
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Opera dal Centro-Nord
La Bohčme commuove sempre
servizio di Attilia Tartagni FREE

20230327_Ra_00_LaBoheme_DiLuzioGrigoryan_phZani-CasadioRAVENNA - Una modesta soffitta parigina in locazione accoglie la vita bohèmienne del poeta Rodolfo (Alessandro Scotto di Luzio), del pittore Marcello (Christian Federici), del musicista Schaunard (Clemente Antonio Daliotti) e del filosofo Colline (Vittorio De Campo), giovani e spensierati, in testa grandi sogni probabilmente irrealizzabili, in tasca
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Vocale
Solomon a Los Angeles
servizio di Ramón Jacques FREE

20230329_LosAngeles_00_Solomon_HarryBicket_phRichardHaughtonLOS ANGELES, CA. USA, Dorothy Chandler Pavilion, 10 marzo 2023 - Continua la collaborazione tra la Los Angeles Opera (LA Opera) e l'orchestra inglese The English Concert, che propone annualmente un titolo di (1685-1759) nell'ambito della stagione lirica. La musica antica è una delle assenze  nella storia di questo teatro, e sebbene in passato
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Soci Uncalm
Didone ed Enea verso l'ottimo
servizio di Athos Tromboni FREE

20230325_Fe_00_Dido&Aeneas_MarinaDeLisoFERRARA / PADOVA - Doppia recita: una nel Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara "Claudio Abbado" e una nel salone d'onore del Circolo Unificato dell'Esercito a Padova hanno suggellato il 25 e 26 marzo 2023 il lavoro di affinamento per il repertorio barocco curato nell'Atelier Lirico del mezzosoprano Marina De Liso. Praticamente si è
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Opera dal Nord-Ovest
Tosca del triangolo scaleno
servizio di Simone Tomei FREE

20230327_Ge_00_Tosca_AlessandraPremoliGENOVA - Ancora un successo senza se e senza ma per il Teatro Carlo Felice che ripropone dopo nove anni una fortunata edizione della Tosca di Giacomo Puccini. La regia di Davide Livermore - ripresa da Alessandra Premoli - può essere considerata una delle sue migliori “invenzioni” in quanto ha saputo trarre tutte le sfaccettature e tutte le
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Dischi in Redazione
Manuzzi ovvero le radici del jazz italico
recensione di Athos Tromboni FREE

20230326_Dischi_00_RobertoManuzzi-ArsAntiquaWorldJazzEnsembleRoberto Manuzzi conductor
Ars Antiqua World Jazz Ensemble
L'amore è una fiamma - Overstudio Records 2023
Se la musica afroamericana si è affermata nel mondo
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Soci Uncalm
La 'Cavalleria' del Circolo Verdi
servizio di Attilia Tartagni FREE

200325_Lugo_00_CavalleriaRusticana_LorenzoBizzarriLUGO DI ROMAGNA (RA) - Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, a cui si fa risalire l’esplosione del Verismo musicale, è travolgente  nella configurazione del microcosmo di una comunità siciliana compressa da tradizioni secolari, in cui le passioni collidono dolorosamente esaltate da una partitura in cui recitativi e canto si susseguono a
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Eventi
Quattro concerti a Palazzo dei Diamanti
FREE

20230324_Fe_00_MusicaInPinacoteca_MarcoGulinelliFERRARA MUSICA esce dalle mura della sua sede consueta, quella del Teatro Comunale “Claudio Abbado”, e porta un ciclo di quattro concerti cameristici alla Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti. La rassegna - curata dal violinista e assistente alla direzione artistica Nicola Bruzzo - è organizzata in collaborazione con le Gallerie Estensi
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Opera dal Centro-Nord
Catone in Utica capolavoro riproposto
servizio di Athos Tromboni FREE

20230320_Fe_00_CatoneInUtica_FedericoMariaSardelli_phMarcoCaselliNirmalFERRARA – Il Teatro Comunale “Claudio Abbado” si sta sempre più dimostrando protagonista nella riscoperta del repertorio barocco meno rappresentato, trasmigrando dai celebrati fasti delle opere mozartiane dell’ “epoca Abbado” a quelle non meno suggestive e importanti di autori collocati tra Seicento e Settecento, primo fra tutti il “prete
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Vocale
Tenebrae Choir grande suggestione
servizio di Ramón Jacques FREE

20230316_SanDiego_00_NigelShort_phSimCannetty-ClarkeSAN DIEGO (USA), St. James by the Sea Episcopal Church. Nell'ambito della stagione annuale intitolata "St. James Music Series", che si tiene presso l'omonima chiesa episcopale della città di San Diego, è stato presentato un suggestivo concerto dal Tenebrae Choir, la cui sede è Londra, sotto la direzione del suo direttore e fondatore Nigel Short,
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Ballo and Bello
Serata Stravinskij intrigante
servizio di Attilia Tartagni FREE

20230315_Ra_00_SerataStravinskijRAVENNA - Ogni volta che assisto ai balletti L’uccello di fuoco (1910) e La Sagra della primavera di Igor Stravinskij (1913), penso all’effetto dirompente che devono avere prodotto sugli spettatori del primo novecento, abituati ai leziosi “Balletti Russi” del pure innovatore Djaghilev. Le cronache dell’epoca raccontano, specialmente per 
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Personaggi
Bellussi, Catone e altro...
intervista a cura di Edoardo Farina FREE

20230314_00_Personaggi_MarcoBellussi_IntervistaFERRARA - Il regista Marco Bellussi è una presenza ormai consolidata sul palcoscenicto del Teatro Comunale "Claudio Abbado". Quest'anno è stato incaricato di allestire l'opera Catone in Utica di Antonio Vivaldi, che andrà in scena il 17 marzo 2023 alle ore 20 (replica, domenica 19, ore 16); sul podio sarà il maestro Federico Maria Sardelli.  
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Pagina Aperta
Archos Quartet esegue Sinigaglia
commento di Gianluca La Villa FREE

20230314_Dischi_00_ArchosQuartet_LeoneSinigagliaÈ appena uscito il bel cd NAXOS in cui Archos Quartett, già autore di un primo disco dedicato alle più importanti composizioni quartettistiche del Maestro torinese, ha completato l’opera incidendo una serie di pezzi per lo più inediti di Leone Sinigaglia.
Si tratta di partiture rinvenute nella Biblioteca del
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Echi dal Territorio
Mascagni Festival con Callas@100
redatto da Athos Tromboni FREE

20230313_Li_00_FestivalMascagni2023_LucaSalvetti_sindacoLIVORNO - Notiziona: il Mascagni Festival 2023 presenta in anteprima tre eventi che animeranno la rassegna estiva della città labronica. Due di questi saranno realizzati in collaborazione con Effetto Venezia. Ecco di seguito, a elaborazione del calendario definitivo ancora in corso, alcune anticipazioni "sostanziose"...                    
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Prosa
Brachetti l' 8 marzo rutilante
servizio di Attilia Tartagni FREE

20230310_Ra_00_ArturoBrachetti_Solo_phPaoloRanzaniRAVENNA - Il Teatro Alighieri ha accolto nella sua dorata e storica cornice lo spettacolo "Solo – The Legend of Quick Change", l’ultimo successo di Arturo Brachetti, novanta rutilanti minuti di colpi di scena da fruire tutto d’un fiato, biglietti sold out in pochi giorni.
Classe 1957, fisico asciutto, irriverente e mobile come
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Jazz Pop Rock Etno
Comfort Festival per star bene insieme
servizio di Athos Tromboni FREE

20230308_Fe_00_ComfortFestival2023_ClaudioTrottaFERRARA - Ritorna il Comfort Festival al Parco Bassani di via Riccardo Bacchelli, il 2 luglio 2023, dalle ore 15 alle 24. Nove ore di musica ininterrotta eseguita su due palchi: il “Comfort” e “A.R.M.O.N.I.A.” all’insegna della qualità musicale, della sostenibilità e della multidisciplinarietà, dal rock al country, dal funky alle contaminazioni jazz.      
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Opera dal Centro-Nord
Bel Trovatore infiamma il Municipale
servizio di Simone Tomei FREE

20230306_Pc_00_IlTrovatore_AngeloVillari_phGianniCravediPIACENZA - Andare nella città emiliana è sempre un piacere; buon cibo, belle compagnie, ma questa volta è stato un pomeriggio di grande soddisfazione anche per aver assistito ad una recita entusiasmante di Il Trovatore di Giuseppe Verdi; il Teatro Municipale gremito di pubblico ha accolto festante questa produzione di cui vi sto per
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Pagina Aperta
Sollima e la Cherubini bella prova
commento di Gianluca La Villa FREE

20230306_Fe_00_GiovanniSollima_phZaniCasadioFERRARA - Con grandissimo piacere sono andato in Teatro Abbado, domenica 5 marzo 2023, per riascoltare il violoncellista Giovanni Sollima che udii per la prima volta a Londra sette anni fa al Saint John’s Smith Square in un meraviglioso  concerto cameristico con la pianista eccelsa Kathryn Stott, erede dei Gerald Moore o dei nostri
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Concorsi e Premi
Scelti dal Concorso Comunitā Europea
redatto da Athos Tromboni FREE

20230305_Spoleto_00_MichelangeloZurlettiSPOLETO - Nella tarda serata di ieri, sabato 4 marzo 2023, dopo una lunga e impegnativa finale, la Giuria del Concorso Lirico di Spoleto ha decretato i Vincitori del 77° Concorso Comunità Europea per Giovani Cantanti Lirici del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto. Dei 19 cantanti ammessi alla finale, ben 10 hanno trionfato, a
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Ballo and Bello
Don Chisciotte e l'Ukrainian Ballet
servizio di Athos Tromboni FREE

20230305_Fe_00_DonChisciotte_YuriGrigorievFERRARA – Accoglienza molto calorosa nel Teatro Comunale “Claudio Abbado” dei ferraresi e degli ucraini e ucraine che vivono e lavorano a Ferrara, per il ritono dell’Ukrainian Classic Ballet (corpo di ballo dell’Opera di Dnipro) con un classico del balletto: il Don Chisciotte musicato da Léon Minkus e reso celebre dalle due coreografie
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Echi dal Territorio
Carla Di Francesco neopresidente del 'Frescobaldi'
FREE

20230303_Fe_00_CarlaDiFrancescoPresidente_GirolamoFrescobaldiFERRARA - È Carla Di Francesco la nuova presidente del Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" di Ferrara, nominata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per il prossimo triennio, ricoprendo l’incarico che negli ultimi tre anni era stato ricoperto da Maria Luisa Vaccari. Un ruolo strategico e fondamentale per la  vita
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Jazz Pop Rock Etno
Extralishow per cantare e ballare
servizio di Athos Tromboni FREE

20230302_Fe_00_Extralishox_MircoMarianiFERRARA -  Pop? Rock? Jazz? Folk? Liscio? Un po' l'uno e un po' l'altro a tutta musica: questo lo spettacolo ideato da Elisabetta Sgarbi con il titolo Extralishow andato in scena (prima assoluta) nel Teatro Comunale "Claudio Abbado". Si è trattato - in fondo - di una narrazione punk "ai confini della balera" con gli Extraliscio, band quanto
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Personaggi
Oksana Lyniv premiata agli Oper! Awards
FREE

20230302_Bo_00_OksanaLynivBOLOGNA - La Direttrice musicale del Teatro Comunale di Bologna, Oksana Lyniv, è stata premiata ai tedeschi Oper! Awards 2023 per l’Impegno straordinario ("Herausragendes Engagement") nel sociale e la sua dedizione verso l’Ucraina . La targa le è stata consegnata  lunedì 27 febbraio, durante la cerimonia di premiazione che si è svolta
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Vocale
Concerto a San Diego
servizio di Ramón Jacques FREE

20230302_SanDiego_00_ConcertoGospel_JanaiBrugger_phDarioAcostaSAN DIEGO (USA) - St James by the Sea. Episcopal Church, 12 febbraio 2023. La chiesa episcopale di St. James by the Sea, situata nel sobborgo di La Jolla, a nord della città di San Diego, è da molti anni un importante centro musicale in questa regione della California meridionale. Per la sua buona acustica, qui si sono esibiti i migliori gruppi
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Opera dal Nord-Est
Capuleti e Montecchi tornati a Trieste
servizio di Rossana Poletti FREE

20230227_Ts_00_ICapuletiEIMontecchi_EnricoCalesso_phFabioParenzanTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.  Colpisce vedere il numero di volte in cui I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini sono stati rappresentati nel lirico triestino. Dopo il debutto alla Fenice di Venezia nel 1830, per alcuni anni a seguire l’opera fu allestita a Trieste fino al 1853, poi mai più se si esclude l’unica volta del 1974
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Opera dall Estero
Figaro sotto la bacchetta di Conlon
servizio di Ramón Jacques FREE

20230228_LAOpera_00_LeNozzeDiFigaro_JamesConlonLOS ANGELES (USA) - Dorothy Chandler Pavilion. La divertente commedia per musica in quattro atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, Le Nozze di Figaro, è un titolo che non dovrebbe mancare nella programmazione degli importanti palcoscenici americani, e al Dorothy Chandler Pavilion, teatro sede della Los
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