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Appunti di viaggio fra critica e cronaca per le ultime tre recite del Festival lirico 2018

Fine stagione con mezza Aida

servizio di Simone Tomei

Pubblicato il 02 Settembre 2018

180902_Vr_00_BarbiereDiSiviglia_NicolaAlaimo_FotoEnneviVERONA - Come un cerchio che si chiude è giunto al termine anche il 96.mo Festival lirico dell’Arena di Verona con le ultime repliche di alcune opere in cartellone e con nuovi interpreti di cui vi darò conto in questo scritto. Il Festival edizione 2018 ha avuto un più che favorevole andamento stagionale (dal punto di vista atmosferico), salvo l'ultima sera, quella dell'Aida conclusiva. Ma andiamo con ordine...

30 agosto 2018 - Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini
Le rose di Hugo De Ana catturano ancora l’attenzione del pubblico sul palcoscenico areniano assieme alle scene, costumi e luci del regista argentino coadiuvato dalle esilaranti coreografie di Leda Lojodice eseguite dal Corpo di ballo dell’Arena di Verona.
Il cast vocale vede due piacevoli ed interessanti new entry nel ruolo di Rosina e del tutore Don Bartolo. Ruth Iniesta, soprano già ascoltato in vari ruoli in questo Festival 2018, si è imposta nel ruolo della giovane fanciulla in maniera più che egregia esaltando una vocalità schietta e squillante mettendo in luce ottimi acuti e sovracuti ed una spiccata facilità nella gestione delle agilità di cui ha fatto ottimo uso colorando la partitura di numerose variazioni per mettere in luce le sue peculiarità vocali; sprizza di gioia e allegria anche la sua interpretazione scenica che ha sempre seguito di pari passo le esigenze drammaturgiche.
Sopraffina la partecipazione di Nicola Alaimo nei panni del tutore Don Bartolo dove grazie ad una padronanza scenica e vocale di tutto rispetto ha saputo confezionare un personaggio in cui lusso, ilarità e comica ieraticità si sono fuse in un’interpretazione di grandissimo pregio; la vocalità esalta ogni nota ed ogni sillabato e si propaga con facilità verso la platea rendendo un ottimo servizio alla parola scenica; eleganti anche le piccole variazioni sul tema che hanno saputo fornire ancor più sagacemente quell’alea di ironia e comicità che sono insite nel ruolo.
Gli altri interpreti sono stati una piacevole e professionale conferma di quanto già riportato in precedenza, ma vale la pena ricordarli per il bel ricordo che hanno lasciato al loro pubblico.
Un elegante Dmitry Korchak ha replicato la sua prova nei panni di Il conte d’Almaviva ancor più padrone del palcoscenico e delle sonorità areniane dominando la parte con grande sicurezza.
Mario Cassi, baritono toscano, si è rivelato anche questa sera un grande Figaro ed ha conquistato la platea sin dalla sua prima uscita nella cavatina Largo al factotum dimostrando una salda vocalità, grande verve interpretativa ed una sopraffina capacità di interazione con gli altri protagonisti… il resto è già detto e qualcosa di più potrete approfondirlo in una intervista all'artista che potete leggere qui .
Sempre di grande professionalità e precisione l’interpretazione di Romano Dal Zovo nel ruolo di Don Basilio. Spigliata, simpatica e macchiettistica al punto giusto la Berta di Manuela Custer che si impone oltre alla bravura scenica per elegante interpretazione vocale. A completamento del cast un sicuro ed affidabile Fiorello/Ambrogio di Nicolò Ceriani e Gocha Abuladze nei panni di Un Ufficiale.
Preciso e puntuale il Coro impegnato nella sola sezione maschile diretto dal M° Vito Lombardi. Sempre precisa, ma più meditativa la direzione del M° Andrea Battistoni che, nonostante un intercedere più lento, non ha mai fatto mancare l’equilibrio tra buca e palcoscenico, assecondando gli interpreti nel canto con un dosaggio attento delle sonorità orchestrali; gesto cui hanno risposto con precisione i professori del golfo mistico regalando suoni di gran pregio.
Inutile dire che allo scoppio dei fuochi d’artificio il calore già intenso della platea si è trasformato in ovazione per tutti gli artisti e per uno spettacolo che, seppur leggermente variato rispetto all’idea originale, resta uno dei capisaldi del Teatro in Musica.

180902_Vr_01_BarbiereDiSiviglia_Scena_FotoEnnevi

31 Agosto 2018 - Carmen di Georges Bizet
Eccoci anche qui all’ascolto di nuovi interpreti nei ruoli principali.
Elenora Buratto si è cimentata nel ruolo di Micaela dove pur non regalando emozioni interpretative è riuscita comunque a portare a casa un risultato il cui aggettivo più adatto, a mio avviso, può essere la correttezza; le avarizie dei colori hanno penalizzato un po’ la sua esecuzione rendendola anonima e priva di pathos.
Parlando del tenore Amadi Lagha - Don José - verrebbe da dire: “stendiamo un velo pietoso”, ma mi sentirei vigliacco; ecco quindi che esprimo il mio pensiero che, a parte la stizza iniziale che muove da dentro le viscere poi placata dalla ragione, non può essere altro che negativo su ogni fronte; se la natura non ha dotato l’interprete di un timbro accattivante, il modo di cantare e l’atteggiamento sul palcoscenico non sono certo migliori: canto slegato e privo di nouances, un intercedere talvolta quasi parlato, sguaiatezze vocali prive di qualsivoglia significato, pronuncia molto sommaria e talvolta italianizzata e poi… penso possa bastare anche perché il di più diverrebbe pedanteria; una prestazione da dimenticare.
Elegante e signorile l’Escamillo di Alberto Gazale che si bea di una vocalità rotonda e ben proiettata - nonostante qualche suono grave un po’ gonfiato - che ben mette in evidenza le caratteristiche del bizzarro personaggio emergendo egregiamente anche dal punto di vista scenico.
Il quartetto era composto da Barbara Massaro (Frasquita), Clarissa Leonardi (Mercédès), Roberto Covatta (Remendado) e Biagio Pizzuti (Dancairo): ben assortiti sul palco ed eleganti vocalmente si sono cimentati in un quintetto con la protagonista di grande eleganza e precisione vocale.
Nel ruolo eponimo un ritorno per Carmen Topciu di cui riporto il mio pensiero già espresso ai primi di luglio: «… si è egregiamente distinta per nitida emissione e sicumera vocale risultando omogenea in tutta l'estensione con un suono sempre ben proiettato che mai è sceso in gola o in petto; da un punto di vista scenico, poco delineato dall'intenzione registica, non è emerso appieno il carattere ribelle e sfrontato, ma nelle movenze e nella partecipazione danzante ha saputo ben interagire con le coreografie assegnate.»
A completamento del cast un bravo e preciso Luca Dall’Amico nei panni di Zuniga ed il Morales di Gocha Abuladze.
Coro in grande stile questa sera diretto dal M° Vito Lombardi le cui sonorità si sono ben sposate con i solisti e con il golfo mistico dove la bacchetta del M° Francesco Ivan Ciampa ha saputo mettere a frutto tutta l’esperienza della stagione immedesimandosi in una direzione davvero matura ed ancor più convincente; ritmo incessante e caldo, ma non frenetico né soffocante, in cui ampi spazi meditativi si sono alternati alla passionalità della partitura disegnando un quadro variopinto, ma sempre armonico e di grande piacere uditivo. Il tempo inclemente fino alle ore 21,00 ha fatto posticipare l’inizio della recita di oltre mezz’ora concedendo poi una tregua sino alla fine e permettendo il regolare svolgimento della serata cui il pubblico ha risposto con enfasi ed entusiasmo.

180902_Vr_02_Carmen_AlbertoGazale_facebook

1 settembre 2018 - Aida di Giuseppe Verdi
L’opera simbolo dell’anfiteatro scaligero ha chiuso… avrebbe voluto chiudere il Festival 2018; ci ha provato ma il tempo inclemente non è stato dalla sua parte: una pioggia incessante ha colpito la città di Verona per buona parte del pomeriggio e nonostante un magnifico arcobaleno intorno alle ore 19, le condizioni meteo sono notevolmente peggiorate dalle 20 in poi.
Come da regolamento lo spettacolo può iniziare sino a 180 minuti dopo l’orario ufficiale ed è stato cosi; alle 23 le prime note del preludio hanno risuonato nell’emiciclo veronese permettendo di ascoltare l’opera sino alla fine del secondo atto quando sulle ultime battute la pioggia ha iniziato di nuovo a scendere incessantemente non concedendo più tregua e portando la direzione dell’Arena ad annunciare la definitiva sospensione della recita.
Per questo motivo non scriverò niente di questa serata non potendo fare un resoconto critico completo; ricordo solo per dovere di informazione la composizione del cast: Il Re Romano Dal Zovo, Amneris Anita Rachvelishvili, Aida Hui He, Radamès Walter Fraccaro, Ramfis Gianluca Breda, Amonasro Gocha Abuladze, Un messaggero Carlo Bosi, Sacerdotessa Arina Alexeeva, Primi ballerini Beatrice Carbone, Eleana Andreoudi, Davit Galstyan; direttore Andrea Battistoni.

Un’altra stagione si è conclusa e a sipario calato ho piacere di esprimere il mio ringraziamento - unito a quello del direttore della Testata - a tutto il management della Fondazione Arena di Verona e in particolare all’Ufficio stampa della Fondazione che anche quest’anno si è dimostrato un puntuale amico ed alleato per il buon esito del nostro lavoro; collaborazione, gentilezza e soprattutto professionalità hanno caratterizzato questo connubio lavorativo, permettendo a tutti I nostri lettori di vedere commentati buona parte degli eventi del Festival lirico veronese; non cito nessuno per citare tutti. Arrivederci al prossimo anno.

Crediti fotografici: Foto Ennevi per la Fondazione Arena di Verona
Nella miniatura in alto: il bassbaritono Nicola Alaimo una stupende voce per l’Arena
Al centro: ilare siparietto del Barbiere di Siviglia disegnato dal regista Hugo de Ana
Sotto: un altra grande voce per l’Arena, quella del baritono Alberto Gazale (qui in Escamillo nella “Carmen” di Bizet)






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Ottima messa in scena, oltre che per la comprovata efficacia di Sardelli nell'esecuzione del repertorio barocco, soprattutto per la visionaria regia di Marco Bellussi, coadiuvato da Fabio Massimo Iaquone (ideazione e regia video), Matteo Paoletti Franzato (scene), Elisa Cobello (costumi) e Marco Cazzola (luci).
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Jazz Pop Rock Etno
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20240124_Fe_00_JazzClub_GennaioMaggio2024FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
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Opera dal Nord-Ovest
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Opera dal Centro-Nord
Un Barbiere un po' cosė...
servizio di Simone Tomei FREE

20240113_Lu_00_IlBarbiereDiSiviglia_GurgenBaveyan_PhotoKiwiLUCCA - Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini si veste di attualità, attraverso una lettura piuttosto singolare, ma non del tutto dissonante dalle intenzioni musicali e librettistiche, nell’allestimento andato in scena al Teatro del Giglio di Lucca con la firma registica di Luigi De Angelis che ha curato anche scene e luci. In un condominio stile Le Courboisier
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Opera dal Nord-Est
La Bohčme dei ponteggi
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