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La produzione AsLiCo del capolavoro di Gaetano Donizetti non fa né centro né punto |
Povera Lucia! |
servizio di Roberta Pedrotti |
Pubblicato il 29 Ottobre 2012 |
BRESCIA - Si può dire che per natura la provincia sia il luogo d'elezione per i debutti e le gavette dei giovani artisti. Il che non è solo un gran bene per le loro carriere, che hanno l'occasione di formarsi su basi solide d'esperienza, ma non va nemmeno a detrimento del prestigio dei teatri, che spesso possono vantarsi d'aver ospitato delle stelle al loro primo apparire. Anche oggi, quando la provincia cambia fisionomia, cerca e spesso trova una nuova identità artistica e culturale (come nel caso del Teatro Grande di Brescia, fondazione che eredita la vitalità di quella che qualche anno fa si stava affermando come polo turistico e città d'arte, e speriamo possa pienamente tornar tale dopo gli scandali legati alla nuova gestione delle mostre cittadine) il lavoro con artisti giovani ed emergenti resta e deve restare un fondamentale punto fermo di cui andare orgogliosi. Tanto più che negli anni i motivi di soddisfazione non sono mancati. Tuttavia esperienze negative come quelle della Lucia di Lammermoor appena allestita nel Circuito Lirico Lombardo impongono una riflessione, perché soprattutto nei momenti di crisi come quelli attuali le attività devono sì essere commisurate nello sforzo produttivo alle minori risorse economiche, ma mantenendo sempre inalterati i principi di qualità artistica. Sembra incredibile che un concorso prestigioso e glorioso come l'AsLiCo non riesca a radunare una compagnia non necessariamente eccellente, ma almeno mediamente all'altezza dell'opera in programma. E a poco vale, perfino, la presenza di una bacchetta che conosciamo pregevole, ben preparata e versata al melodramma come quella di Matteo Beltrami, che infatti s'impegna moltissimo, è evidente, per dare forma all'esecuzione e sostenere al massimo i suoi interpreti, anche con tagli strategici, come quello delle frasi di Alisa in pertichino delle ultime battute della cavatina di Lucia, improponibili quando la confidente di turno (Cinzia Chiarini) ha voce troppo ampia e potente rispetto a quella della protagonista, cui si cerca di risparmiare una figura ancor più magra.
Quello che abbiamo ascoltato da Romina Casucci, infatti, non solo non è stato minimamente all'altezza del ruolo, ma imporrebbe in generale una seria revisione tecnica e musicale. La trentenne napoletana, infatti, denuncia spesso una fastidiosa presenza d'aria nella voce, una gestione del fiato deficitaria che causa affanno, sostegno insufficiente, legato precario, oltre a una proiezione troppo limitata. La posizione della voce sembra sempre fuori fuoco, non sufficientemente alta e avanti, e se l'acuto inevitabilmente acquista un po' più di volume, questo rasenta spesso l'urlo e i tentativi di picchiettato nella cadenza della pazzia sono faticosi e sporchi. In generale il coté virtuosistico è assai carente, come dimostrano le fiacche esecuzioni di “Quando rapito in estasi” e “Spargi d'amaro pianto”, sovente inficiato da debiti d'intonazione e acuti avventurosi; d'altro canto, quando a Lucia si chiede maggior intensità d'accento – penso per esempio al duetto “Il pallor funesto orrendo” - la Casucci scompare, sia per la mancanza di penetrazione del suo strumento vocale, sia per il fraseggio che le carenze tecniche privano di troppe possibilità di accentazione, dinamica e colore. Meriterebbe una considerazione in più la nuova cadenza della pazzia accompagnata dall'arpa e leggermente diversa rispetto al solito, con maggiori rimandi alla prima parte dell'opera: oramai pare ci si sia scordati che la versione abitualmente eseguita è apocrifa e che ci sarebbe spazio per infinite varianti, molte delle quali storicamente testimoniate. Ci si limita per lo più a ripristinare la glassharmonica in luogo del flauto, ma una scelta originale come quella di una nuova cadenza con l'arpa si sarebbe fatta certo apprezzare, se l'esecuzione fosse stata accettabile. Se Lucia mancava, gli altri ruoli non sono parsi meglio serviti, a partire da Edgardo. Il trentaduenne spagnolo Francisco Corujo avrebbe una voce dolce e leggera perfetta per Paolino nel Matrimonio segreto, per il Mozart italiano, anche per Ernesto nel Don Pasquale. E, per un tenore di grazia che sappia cantare e interpretare, anche Egdardo storicamente non è stato mai precluso. Ma, appunto, sono necessari quegli stessi requisiti tecnici che ci fanno presumere delle difficoltà anche in quelli che dovrebbero essere i ruoli d'elezione di Corujo. Per un difetto d'impostazione e d'appoggio, l'emissione sembra vagare incerta e spingere spesso in zona adenoidea, senza mantenere il debito controllo dell'intonazione e della dinamica e senza trovare, peraltro, né accento né proiezione perentorî quali si richiederebbero all'ultimo dei Ravenswood, tenore romanticissimo sia per i furori maledetti sia per le passioni e i trasporti amorosi. Mancano sicurezza e costanza di emissione e da questo discende una diminutio del personaggio anche per quanto riguarda lo slancio furente e disperato della scena del matrimonio e del duetto della torre, sia per la malinconica poesia del quadro finale, davvero troppo faticoso e stentato, troppo cedevole nel legato. Anche Seban Vasile non è evidentemente maturo per un ruolo d'antagonista come quello di Enrico Ashton, cui non riesce a conferire né l'allure del vilain romantico né tantomeno un più complesso ritratto psicologico, costretto anche lui a spingere spesso e volentieri con inflessioni nasali senza trovare reale espansione di canto e d'accento: la voce sarebbe anche bella, ma usata altrimenti e in altri ruoli. Perplessità anche per l'Arturo di Alessandro Scotto di Luzio, che pare stringere e spingere la voce per procedere sul filo sottile d'un appoggio esilissimo. Citato il Normanno, pure non memorabile, di Alessandro Mundula, resterebbe il Raimondo di Giovanni Battista Parodi, ovvero l'unico veterano della compagnia, l'unico in carriera da anni anche ad alti livelli. E pure lui si è prodotto in una prestazione largamente insufficiente, spingendo suoni duri e grevi al limite dell'urlo, senza mai trovare quel nobile legato che pure dovrebbe definire l'ambiguità del ruolo: nella sua brutta esecuzione l'aria “Cedi, cedi, o più sciagure” suona più come una rozza minaccia che non come la melliflua persuasione di un confessore e sia Parodi sia la Casucci sembrano volerci persuadere a tutti i costi della bontà dell'antica tradizione di tagliare l'intera scena, tanto che un Buuuh! ben sonoro piove inesorabile dall'alto del loggione. Il coro stesso piace di più nelle due scene di festa che non nel finale, dove appare decisamente meno efficace, ma, certo, il numero abbastanza ristretto non ha aiutato. A peggiorare le cose viene la ripresa dello storico spettacolo maceratese firmato dalla coppia Brokhaus/Svoboda. Indubbiamente l'impianto scenico ribadisce le virtù del maestro ceco, che nel '90 sperimentava effetti di proiezione su un telo stropicciato ad arte a simulare rocce e fondali fantastici o realistici, ora opprimenti, ora onirici.
L'effetto, nato per uno spazio all'aperto, non è egualmente fruibile da tutta la sala, e talvolta si potrebbe discutere sulla scelta d'immergere il dialogo di Lucia e Raimondo in una composizione di margherite o di far cantare a lei il drammatico recitativo di sortita dietro il velo, ma l'esperimento scenografico ha comunque un valore che non riscontriamo nella regia di Henning Brockhaus. In un'ambientazione genericamente anni '30 (costumi di Patricia Toffolutti), vediamo Lucia e le amiche giocare allegramente a volano ai bordi della fontana della sirena, poi scopriamo due delle fanciulle essere tiranniche maîtresse, volgarissime amanti di Enrico, offerte pure ad Arturo, che non fanno altro che disturbare le già delicate cerimonie nuziali con il loro meccanico e continuo esibire inguini e reggicalze, distraendo con la loro presenza inutile e ingombrante un'azione condotta senza guizzi e approfondimenti di recitazione, tanto che non riusciamo a riconoscere una chiave di lettura, un perché alle scelte sceniche e costumistiche, una linea nella costruzione dei personaggi. Peccato, un'occasione perduta. Nel corso dello spettacolo sparse contestazioni, soprattutto all'indirizzo di Romina Casucci, alla fine applausi fiacchi e annoiati quasi ad attendere che la compagnia si ritirasse dal proscenio. Conclusione assai triste per uno dei più grandi capolavori della storia del melodramma che, sei anni fa, era apparso a Brescia per l'ultima volta in un'edizione non perfetta, ma che vantava il debutto nel ruolo di una giovanissima Jessica Pratt e il bel Raimondo di Mirco Palazzi. Sembra, oggi, di essere in un'altra dimensione.
Crediti fotografici: Ufficio stampa Teatro Grande di Brescia Nella miniatura in alto: il soprano Romina Casucci Al centro e in basso: scene da Lucia di Lammermoor con regia di Henning Brockhaus e costumi di Josef Svoboda
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Orlando nelle trame di Alcina
intervento di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ottima messa in scena nel Teatro "Claudio Abbado" dell' Orlando Furioso di Antonio Vivaldi nella edizione critica curata da Federico Maria Sardelli e Alessandro Borin. Il maestro Sardelli era anche sul podio della brava Orchestra Barocca Accademia dello Spirito Santo di Ferrara. Quindi tre atti, così come Vivaldi ideò per la premiere al Teatro Sant'Angelo di Venezia nell'autunno del 1727. Ottima messa in scena, oltre che per la comprovata efficacia di Sardelli nell'esecuzione del repertorio barocco, soprattutto per la visionaria regia di Marco Bellussi, coadiuvato da Fabio Massimo Iaquone (ideazione e regia video), Matteo Paoletti Franzato (scene), Elisa Cobello (costumi) e Marco Cazzola (luci). La visionaria regia ci trasporta nel poema ariostesco (o quantomeno in ciò che del poema dell'Ariosto utilizzò a suo tempo il librettista Grazio Braccioli) dove tutto è fantascientifico
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Echi dal Territorio
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Xtra per tre
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Si chiama "Xtra" - un nome avveniristico - ma sarà fatta di musica da grande repertorio cameristico. È la nuova rassegna di Ferrara Musica, ideata per dare una ribalta a formazioni e musicisti solisti di grande talento. Ad illustrare il programma sono intervenuti l'assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, il curatore
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Opera dal Centro-Nord
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Quel Don Pasquale sempre fresco
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - Quello che è stato ritorna dicevano sempre i nostri vecchi. Ed è proprio così: in un momento non facile per il Teatro del Maggio, l’idea di rispolverare una vecchia produzione di Don Pasquale di Gaetano Donizetti si è rivelata una scelta molto azzeccata che ha riportato indietro nel tempo i più veterani melomani. La riproposizione dello spettacolo
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Opera dal Nord-Ovest
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Beatrice di Tenda da visibilio
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Procede con scelte azzeccate e particolarmente ricercate la stagione operistica del Teatro Carlo Felice di Genova con un altro capolavoro belliniano, Beatrice di Tenda. Sono già due stagioni che le opere del catanese compaiono nel cartellone del teatro genovese: nel 2021 Bianca e Fernando – secondo l’edizione riservata proprio al teatro ligure
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Opera dal Nord-Est
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Nabucco fra Oren e Del Monaco
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’avventura del Nabucco in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste comincia con una conferenza stampa, nella quale Daniel Oren, maestro concertatore e direttore, ha espresso che questo terzo titolo di Giuseppe Verdi, suo primo grande successo, è molto importante per il popolo ebraico, «... per
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Opera dal Nord-Est
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Nel Campielo xe bel quel che piase
servizio di Athos Tromboni FREE
VERONA - Fu così che per la prima volta in assoluto Il Campiello di Ermanno Wolf-Ferrari andò in scena nel Teatro Filarmonico di Verona. E fu così che alla "prima" venne accolto da un pubblico numeroso con molti minuti di applausi a fine recita e con vere ovazioni per alcuni protagonisti di quella commedia musicale. Chissà se le cronache del futuro, parlando del
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Opera dal Centro-Nord
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Un Trovatore quasi disastro
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA – Il trovatore di Giuseppe Verdi chiude la stagione lirica 2023/2024 del Teatro del Giglio di Lucca. Si tratta di una coproduzione che vede come attori - oltre l’Istituzione lucchese - la Fondazione Teatri di Piacenza, la Fondazione Teatro Comunale di Modena, la Fondazione Teatro Goldoni di Livorno il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.
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Eventi
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Vi presentiamo La Bohème
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA – Dopo tredici anni di assenza è ufficialmente partito il conto alla rovescia: la prossima estate La Bohème di Giacomo Puccini tornerà in Arena durante il 101° Festival lirico; il capolavoro di Puccini verrà rappresentato il 19 e il 27 luglio 2024 con la direzione di Daniel Oren. Trattandosi di una nuova produzione di Fondazione Arena
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Opera dal Nord-Ovest
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Idomeneo da manuale
servizio di Simone Tomei FREE
Genova – L’ Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart è un capolavoro che incanta con la sua profonda drammaticità e la sua sublime bellezza musicale. La trama, ambientata nell'antica Grecia, ruota attorno al re Idomeneo, il quale, dopo essere stato salvato da un naufragio grazie all’aiuto divino, si trova costretto a sacrificare suo figlio
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Eventi
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Il 35° nel segno della solidarietà
servizio di Athos Tromboni FREE
RAVENNA - il Teatro Alighieri era gremito di pubblico, giornalisti, operatori video e radio per la presentazione della 35.ma edizione di Ravenna Festival 2024, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio e farà registrare oltre 100 alzate di sipario; gli artisti coinvolti sono più di mille, dai grandi nomi della musica classica e del canto lirico, fino ad alcuni "menestrelli"
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Opera dall Estero
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Grande Das Rheingold in piccolo spazio
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (USA) - La sala concerti Walt Disney Hall, sede dell’orchestra Los Angeles Philharmonic, è situata nel cuore della città e ha festeggiato nel 2023 i suoi vent'anni (è stata inaugurata il 23 ottobre 2003). E’ stata progettata e realizzata con la supervisione dal famoso architetto e designer canadese-americano Frank Gehry (1929)
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Opera dal Centro-Nord
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Ecco la Butterfly del fiasco
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA – Al Teatro del Giglio approda con grande apprezzamento del pubblico la versione bresciana di Madama Butterfly di Giacomo Puccini (datata 28 maggio 1904) dopo che il clamoroso fiasco del Teatro alla Scala di qualche mese prima, indusse il compositore a rimettere le mani sulla partitura. La scelta dell’adattamento bresciano per il Teatro del
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Opera dal Nord-Est
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Arianna tra il buffo e il commovente
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Ci è voluto Richard Strauss e la sua Arianna a Nasso per far comprendere quanto poco interessasse a certi ricchi la realizzazione di uno spettacolo, quanto poco comprendessero le dinamiche che stanno attorno e dentro la preparazione di un lavoro teatrale. «Pago e voglio quello che
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Personaggi
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Incontro con Lorenzo Cutùli
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Il 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini rappresenta un’occasione per commemorare e ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più grandi musicisti italiani. Le sue Opere, ancora oggi, continuano a essere rappresentate sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, celebrando lo straordinario valore artistico delle composizioni
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Opera dal Nord-Est
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Il Barbiere eccellente
servizio di Nicola Barsanti FREE
VENEZIA - Se pensiamo al fascino di un teatro risorto per più di una volta dalle proprie ceneri, e vi aggiungiamo la suggestione di esservi dentro nel vivo del carnevale della “Serenissima” non può venire in mente un gioiello della produzione rossiniana: Il barbiere di Siviglia. Ed è proprio a quest’opera che abbiamo assistito, la seconda in cartellone
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Opera dal Centro-Nord
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Manon Lescaut e il gesto della Lyniv
servizio di Nicola Barsanti FREE
BOLOGNA - Il Teatro Comunale Nouveau inaugura la propria stagione operistica 2024 con il primo vero e proprio gioiello della produzione pucciniana: Manon Lescaut. Ottima scelta per onorare il centenario della morte del compositore lucchese, avvenuta il 29 novembre del 1924 a Bruxelles. La Manon Lescaut rappresenta per la carriera
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Echi dal Territorio
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Bologna Festival numero 43
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - La 43.esima edizione di Bologna Festival 2024, da marzo a novembre, presenta alcuni dei più interessanti direttori dell’odierna scena musicale quali Teodor Currentzis, per la prima volta a Bologna con la sua orchestra musicAeterna, Vladimir Jurowski con la Bayerisches Staatsorchester e Paavo Järvi con la Die Deutsche
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
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Opera dal Centro-Nord
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La bohème visual della Muti
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
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Opera dal Nord-Ovest
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Don Pasquale allestimento storico
servizio di Nicola Barsanti FREE
TORINO - Il titolo designato per l’inaugurazione del cartellone d’opera 2024 del Teatro Regio di Torino è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Qui riproposto nel fortunato allestimento della fine degli anni '90 del Novecento, firmato da uno dei maestri della drammaturgia musicale italiana: il regista, scrittore e giornalista Ugo Gregoretti, la cui regia
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
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Opera dal Nord-Est
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Bolena e Seymur destino congiunto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE – Teatro Verdi. Nell’ Anna Bolena di Gaetano Donizetti, in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, primeggia la qualità del cast. Un gruppo di cantanti straordinari, che contribuiscono in modo determinante al buon esito della rappresentazione. Se si eccettua qualche piccola quasi impercettibile incertezza nel primo atto la prova
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Opera dal Nord-Ovest
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Haroutounian una Butterfly di riferimento
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Prosegue con successo la stagione del Teatro Carlo Felice grazie ad una bellissima produzione dell’opera “nipponica” di Giacomo Pucccini, Madama Butterfly. Il contesto scenico-registico firmato da Alvis Hermanis si sviluppa in uno spettacolo sostanzialmente classico e iconografico dove l’immagine stereotipata del Giappone
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Opera dal Centro-Nord
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Un Trovatore così così
servizio di Nicola Barsanti FREE
LIVORNO - Torna a distanza di 50 anni di assenza al Teatro Goldoni e 27 anni dopo la sua ultima apparizione nella città di Livorno (ma fu al Teatro La Gran Guardia) Il trovatore, uno dei titoli più amati di Giuseppe Verdi. Un ritorno tanto atteso che non convince, pertanto inferiore alle aspettative. Gli anelli deboli di questa produzione riguardano
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Opera dal Centro-Nord
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Barbiere di Siviglia stratosferico
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - Il Teatro Regio di Parma inaugura il cartellone d’opera del 2024 con il fiore all’occhiello di Gioacchino Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Com’è noto ai più, nel 1782 Giovanni Paisiello scrisse un’opera dallo stesso titolo e con lo stesso soggetto, da qui la decisione del maestro di Pesaro di intitolare la sua nuova composizione (almeno in un primo
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Opera dal Centro-Nord
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Un Barbiere un po' così...
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini si veste di attualità, attraverso una lettura piuttosto singolare, ma non del tutto dissonante dalle intenzioni musicali e librettistiche, nell’allestimento andato in scena al Teatro del Giglio di Lucca con la firma registica di Luigi De Angelis che ha curato anche scene e luci. In un condominio stile Le Courboisier
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La Bohème dei ponteggi
servizio di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - Una Bohème senza lode e senza infamia. Così potrebbe definirsi l'allestimento dell'opera di Giacomo Puccini andata in scena al Teatro Sociale. Si tratta di una coproduzione del teatro di Rovigo con il Comune di Padova e il teatro "Mario Del Monaco" di Treviso. Una produzione tutta veneta, considerando la bacchetta affidata a Francesco Rosa
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