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Le linee-guida di Anna Maria Meo, direttore generale del Teatro Regio di Parma |
Nuova missione del Festival Verdi |
intervista di Athos Tromboni |
Pubblicato il 21 Settembre 2017 |
PARMA - Anna Maria Meo è stata nominata direttore generale del Teatro Regio di Parma nel gennaio 2015. La nomina non fu un atto amministrativo tranquillo per il sindaco Federico Pizzarotti e per l'assessore alla cultura Laura Ferraris, ma al di là della cronaca e delle polemiche politiche locali, il Tetro Regio in questi due anni e mezzo è andato avanti, riconquistando quella credibilità che si era molto offuscata negli anni della sua crisi finanziaria e produttiva. La crescita di considerazione ha investito, come ovvio ma non scontato, anche il Festival Verdi di Parma e Busseto. La Meo è musicologa e organizzatrice teatrale e musicale; nativa di Crotone, è cresciuta professionalmente a Firenze, dove ha compiuto i suoi studi universitari in Storia della Musica con illustri docenti quali Paolo Fabbri e Ludovico Zorzi, laureandosi poi nel 1985 all' Università di Siena, con una tesi sull'organizzazione musicale in Italia, con riferimento alla legge 800 "Nuovo ordinamento degli enti lirici e delle attività musicali", relatore il M° Luciano Alberti. Il suo curriculum professionale dettagliato è rintracciabile in rete, per cui non ci dilunghiamo sulle referenze. Andiamo direttamente alle domande sul Festival Verdi 2017, alla vigilia dell'inaugurazione che è fissata per giovedì 28 settembre al Teatro Regio di Parma con l'opera Jerusalem.
Dottoressa Meo ci racconta questa edizione del Festival Verdi? Premetto una cosa: arriviamo a questa nuova edizione del Festival confortati dai risultati record dell’edizione 2016, che hanno dimostrato una dimensione e attrazione internazionale della manifestazione; questo ci conferma la validità della strategia intrapresa, per cui affrontiamo il Festival Verdi 2017 con un programma di grande impegno, sia dal punto di vista artistico sia produttivo: saranno 4 nuovi allestimenti in tre spazi diversi, due orchestre, due cori, oltre 170 tra artisti, assistenti, attori, mimi, musicisti, ballerini, maestri collaboratori. Abbiamo anche deciso di dedicare l'edizione di quest'anno a una figura imponente nel panorama musicale, Arturo Toscanini, illustre concittadino del quale quest’anno si celebrano i 150 anni dalla nascita e i 60 dalla morte, nato e formatosi a Parma, in gioventù fu violoncellista nel Teatro Regio.
Ha parlato di una "strategia intrapresa". Quale? Abbiamo deciso di dare maggiore spessore scientifico e consapevolezza critica a un lavoro, il nostro, che non può esaurirsi nella presentazione di alcuni titoli, scelti ogni volta con equilibrio fra quelli del grande repertorio e quelli meno rappresentati; e nemmeno nella selezione di cast vocali e direttori di ottimo livello e di allestimenti di grande qualità, con registi e scenografi che offrano letture originali, nel rispetto della tradizione e nella sfida alla modernità. Abbiamo perciò fatto una scelta forte, con la creazione di un Comitato scientifico per il Festival Verdi, insediatosi, sotto la guida del professor Francesco Izzo, ordinario di musicologia presso l’Università di Southampton, dove è attualmente direttore del Dipartimento di Musica nonché responsabile dell’edizione critica verdiana; il Comitato supporta le scelte di programmazione all’interno del vasto repertorio verdiano, con scrupolo filologico, attraverso l’adozione di edizioni critiche, ove già esistenti, e la promozione, d’intesa con Casa Ricordi, di nuove edizioni critiche per i titoli che ad oggi non ne sono dotati.
E nella realtà pratica cosa significa? Il primo evidente segnale di questo nuovo indirizzo è stata l’adozione delle edizioni critiche per tre delle quattro opere in programma quest’anno, di cui una eseguita in prima assoluta. In questa prospettiva si inquadra l’introduzione del Direttore musicale del Festival Verdi, ruolo affidato per un triennio al maestro Roberto Abbado, che garantirà così un coordinamento nelle scelte di carattere musicale. Ulteriore elemento di forza per completare il disegno di potenziamento strutturale dell’impianto del Festival Verdi è l’accordo recentemente siglato dal Teatro Regio di Parma, sotto l’egida della Regione Emilia Romagna, con il Teatro Comunale di Bologna.
Torniamo al Festival: quali titoli quest'anno? L’apertura sarà come sempre al Teatro Regio, con la nuova produzione di Jérusalem, in scena da giovedì 28 settembre con 4 recite fino al 20 ottobre, più un'antegenerale il 20 settembre a prezzi popolarissimi. Le antegenerali a prezzi popolarissimi ci saranno anche per le altre opere del Festival. L'allestimento di Jerusalem è affidato all’esperienza di Hugo de Ana, che firma regia, scene e costumi, e alla bacchetta di Daniele Callegari alla guida della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma. In scena un cast d’eccezione che comprende, tra gli altri, Ramón Vargas, Michele Pertusi, Annick Massis. L’opera sarà eseguita nell’edizione critica curata da Jürgen Selk. Poi, la sera successiva, cioè venerdì 29 settembre, il Festival si trasferirà al Teatro Verdi di Busseto, dove è in programma La traviata. Saranno 10 recite, fino al 16 ottobre, più la ripresa dello stesso allestimento nel cartellone della stagione lirica tradizionale del Regio a Busseto, nella primavera del 2018. Questa di Busseto è un'operazione attraverso cui il Festival punta alla valorizzazione dei giovani talenti dell’interpretazione verdiana.
Saranno infatti i cantanti finalisti del 55° Concorso Internazionale Voci Verdiane “Città di Busseto” ad andare in scena, concorso la cui direzione artistica e organizzativa è da quest’anno sotto l’egida del Teatro Regio, in collaborazione con il Comune di Busseto. La regia di questa Traviata è di Andrea Bernard, direttore il maestro Sebastiano Rolli sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Comunale di Bologna. Successivamente, con Stiffelio, in programma da sabato 30 settembre per 4 recite fino al 21 ottobre, prosegue il progetto "Maestri al Farnese" inaugurato lo scorso anno. Il teatro ligneo secentesco della Pilotta è uno spazio dal fascino unico, ma difficile per i limiti che lo stesso pone in termini di logistica e di rispetto di tutte le norme che devono garantire la sicurezza delle persone e la tutela del bene. Il Teatro Farnese è il luogo della sperimentazione affidata a grandi registi, maestri della scena contemporanea, che hanno forza e spessore per misurarsi con questa sfida. Quest’anno sarà Graham Vick ad affrontare l’impresa. Maestro concertatore e direttore di Stiffelio sarà Guillermo Garcia Calvo alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna e del cast con protagonisti Luciano Ganci, Maria Katzarava, Giovanni Sala, che interpreteranno la partitura nell’edizione critica curata da Kathleen Kuzmick Hansell. La seconda nuova produzione che andrà in scena sul palcoscenico del Teatro Regio è Falstaff, in programma da domenica 1 ottobre, sempre con 4 recite, fino al 22 dello stesso mese. Nel ruolo eponimo ci sarà Roberto de Candia, con il maestro Riccardo Frizza sul podio e la regia di Jacopo Spirei. Infine il capolavoro sacro di Verdi, la Messa di Requiem, sarà eseguita nel Teatro Regio di Parma dalla Filarmonica Arturo Toscanini e dal Coro del Teatro Regio di Parma guidati da Daniele Callegari e con solisti Anna Pirozzi, Veronica Simeoni, Antonio Poli, Riccardo Zanellato: saranno due serate, il 7 e il 19 ottobre. Completano il programma, concerti, recital, incontri, convegni e le quattro commissioni in prima assoluta di "AroundVerdi" e "VerdiYoung". Dopo il successo dell’edizione inaugurale, si rinnova "Verdi Off", la rassegna di appuntamenti collaterali realizzata con il Comune di Parma e con il sostegno di “Parma, io ci sto!”, che porterà l’atmosfera del Festival nelle strade e nelle piazze di Parma e Busseto.
Questo Festival lo firma lei, dottoressa Meo. Ci parla anche dei partner? Il programma di quest’anno è ambizioso in quanto coniuga progettualità artistica e managerialità, sostegno pubblico e risorse private, richiamo internazionale e coinvolgimento popolare, ricerca filologica e marketing territoriale, “pellegrinaggio musicale” e turismo enogastronomico, per la realizzazione di una vera azione culturale che ha potuto crescere grazie all’impegno di tutti: le Istituzioni, in primis il Comune di Parma, con l’Amministrazione che ha creduto fortemente in questo progetto, sostenendolo con forza anche nei momenti difficili; la Regione Emilia-Romagna, che grazie al nostro accordo con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna rinsalda l’intero sistema; lo Stato, attraverso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con la legge approvata quest’anno che finalmente riconosce il Festival Verdi quale manifestazione di interesse nazionale, destinandogli una quota di finanziamento stabile; i privati che contribuiscono generosamente, anche grazie allo strumento dell’Art Bonus, che ha visto il Regio di Parma primo fra i Teatri di tradizione e terzo in assoluto per raccolta di risorse; alle imprese e ai sostenitori italiani, cui si aggiungeranno anche donatori di ogni parte del mondo, grazie all’associazione International Friends of Festival Verdi.
Ci spieghi più nel dettaglio... Voglio dire che il rapporto tra le istituzioni è oggi più completo e organico, in quanto non si limita alla coproduzione di un allestimento come avvenuto sinora a Busseto, ma prevede che Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna prendano parte, già da questa edizione, a due delle quattro produzioni, affiancando la Filarmonica Arturo Toscanini e il Coro del Teatro Regio di Parma guidato dal maestro Martino Faggiani, naturali e solidi partner artistici del Festival. Si concretizza così un progetto di sistema teso a valorizzare al meglio la manifestazione, quale strumento di promozione dell’intero territorio regionale, che riconosce nel progetto di rilancio del Festival Verdi un punto focale di un contesto culturale quanto mai ricco. Parallelamente a tale impegno volto al rafforzamento dei contenuti artistici e al consolidamento delle relazioni territoriali, si sottolineano i primi risultati di un lavoro mirato al recupero di un ruolo di primo piano del Festival Verdi e del Teatro Regio di Parma nel panorama internazionale dei festival e dei teatri d’opera, elemento indispensabile per una visione strategica che miri a un posizionamento nella competizione territoriale, oltre che per l’identità culturale della città.
Un'altra domanda: ma che è questo International Friends of Festival Verdi? È un'associazione di amici del Festival, nata pochi mesi fa, con sede a New York che avrà il compito di fornire sostegno economico alla Fondazione Teatro Regio di Parma per accrescere il prestigio del Festival Verdi nel mondo, stimolare la condivisione di nuove riflessioni sull’opera di Giuseppe Verdi, coltivare lo spirito del Maestro, trasmettendo il fascino e la passione dell’opera verdiana. Sempre in termini di internazionalizzazione, grazie all’ adesione a Opera Europa, la rete che riunisce 170 tra teatri d’opera e festival lirici professionali in 43 Paesi, in due soli anni abbiamo compiuto un cammino importante per la valorizzazione del Festival Verdi: un primo riconoscimento significativo è giunto con l’assegnazione del premio European Opera-directing Prize (promosso da Camerata Nuova), al team creativo che curerà l’allestimento della nuova produzione della Traviata di Busseto. Il nuovo allestimento è realizzato in coproduzione con Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Numerose inoltre le relazioni avviate con teatri europei ed extraeuropei, che si tradurranno in accordi di coproduzione e scambio anche per le successive edizioni del Festival. Tali intese, utili al contenimento dei costi di produzione, oggi indispensabile, sono cruciali per collocare un Teatro dalle grandi tradizioni come il Regio al centro di una rete internazionale di teatri d’opera.
E infine? Infine una riflessione riservata a Parma città e al Teatro Regio: lo stesso spirito che ha accolto con favore il nuovo corso del nostro teatro, ha fatto sì che Opera Europa abbia scelto Parma per ospitare il meeting internazionale che riunisce due volte all’anno i suoi membri. Grazie a tale designazione oltre trecento operatori, direttori artistici di Teatri d’opera europei e sovrintendenti si incontreranno a Parma, in ottobre durante il Festival e dopo aver partecipato alle conferenze e ai seminari in programma, dedicati in questa occasione al tema Opera pilgrimage, assisteranno agli spettacoli del Festival. Può facilmente immaginare che proiezione internazionale significherà per il Festival, per il Teatro e per la città…
Crediti fotografici: Roberto Ricci e Ufficio stampa del Teatro Regio di Parma Nella miniatura in alto: Anna Maria Meo direttore generale del Teatro Regio di Parma Al centro: ancora la Meo fotografata dentro il teatro da Roberto Ricci Sotto in sequenza alcuni protagonisti del Festival Verdi 2017: il direttore Daniele Callegari (sul podio di Jerusalem, opera d'apertura); Hugo de Ana e Annick Massis (regista e soprano di Jerusalem); il direttore Sebastiano Rolli (La traviata a Busseto); il soprano Maria Katzarava (Stiffelio); il baritono Roberto De Candia e il direttore Riccardo Frizza (Falstaff); il soprano Anna Pirozzi e il tenore Antonio Poli (Messa di Requiem)
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