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Interessante e coinvolgente performance del pianista-compositore e collaboratori al Festival |
Arevalos e le sue Metamorphosis |
servizio di Attilia Tartagni |
Pubblicato il 09 Luglio 2017 |
RAVENNA - Matteo Ramon Arevalos, pianista-compositore ravennate, è stato acclamato protagonista della performance sonora-visiva Metamorphosis il 3 luglio 2017 al Ridotto del Teatro Alighieri per il Ravenna Festival 2017, mix di varie arti, con un tale afflusso di persone da risultare quasi inadeguato. Arevalos, compositore avventuroso e pianista che ama l’improvvisazione, ha riunito artisti che praticano video art, scenografia, mosaico, pittura, miscelando gli elementi in una forma che non si può definire nuova ma foriera di sorprese, anche grazie alle nuove tecnologie impiegate. Il “pianoforte preparato” infatti ha il precedente illustre in John Cage e richiama le esperienze plurilinguistiche del "Gruppo dei Sei" nella Parigi degli 1920, quando si volevano creare ponti fra le arti. La ricerca di nuove forme espressive sconfinando in altre arti è uno slancio costante del Novecento. L’idea è quella di proiettare su uno schermo gli oggetti o le opere d’arte posizionati tra le corde del pianoforte e vederle agitare e trasformarsi proprio sullo schermo, resi visibili dalle telecamere puntate nel ventre del pianoforte, mentre i suoni dei tasti si trasformano a loro volta. Questo “pianoforte video-preparato” di cui si è fatto pioniere Arevalos, con la collaborazione del pittore ravennate Roberto Pagnani e dello scenografo, diplomato all’Accademia di Brera, Vanni Cuoghi, protagonista di svariate mostre e attività artistiche, ha sorpreso e talvolta incantato, ma ciò che ha entusiasmato particolarmente sono le creazioni musive di Marco Bravura, artista che diffonde nel mondo il mosaico contemporaneo, genius loci ravennate, rielaborato nell’ultra tecnologico video di Giacomo Giannella, fondatore della Videoart Streamcolors intrecciandosi con “Rituel”, tre movimenti scritti secondo il Raga Yaman Kalyan per pianoforte e tanpura elettronica, un tributo alla musica indiana che è stata fra i temi principali del Festival ravennate. Nel video le tessere hanno cessato di essere materia per diventare esclusivamente colore e dare luogo a un mondo alternativo, spaziale, continuamente mutante grazie agli effetti specchio moltiplicanti e rotanti, con profondità di campo che avventurano verso spazi inesplorati dominati dai timbri cromatici. Gli eventi sono stati ripresi in diretta da Dandy Ruff, al secolo Gerardo Lamattina.
 Per Arevalos non è una novità esibirsi nell’ambito del Ravenna Festival con brani propri o con composizioni di Giacinto Scelsi. Come pianista è attratto tanto dalla ricerca sperimentale, spesso legata al teatro e al cinema, quanto dalla improvvisazione per cui le sue pagine, come spiega lo stesso Arevalos, «... non approdano all’astratto tecnicismo dell’accademia, ma si muovono su nuove forme senza rinunciare all’eloquenza di un tema o di una melodia ...». In questo spettacolo c’è una fusione fra arte visiva e suono perché, è ancora Arevalos a parlare, «... gli oggetti che sono posizionati sulle corde dello strumento in alcuni casi dagli stessi artisti che li hanno creati, sono mossi e modificati dall’esecuzione e il pubblico può seguirli attraverso il posizionamento di due videocamere che riprendono e proiettano ciò che accade nel “cuore” del pianoforte. Così la composizione e la dinamica musicale sono pensate per generare determinati movimenti, e il divenire sonoro corrisponde a quello visivo.» Arevalos ha eseguito pagine composte tra il 2012 e oggi, da Loutra Photos, opera dedicata alle sorgenti di luce, sulle corde elementi polimaterici posti da Roberto Pagnani a La Folia, allestita con le Dame e i Demoni dello scenografo Vanni Cuoghi in una sorta di battaglia “il bene e il male” e infine c’è stata l’illuminazione sonora e visiva di Via Lactea. Un programma musicale come questo raramente funziona al primo ascolto e invece, forse proprio perché accompagnato dalle immagini, ha suscitato la risposta entusiastica del pubblico che ha poi fatto la fila per complimentarsi con il pianista e i suoi collaboratori. Arevalos è un musicista d’esperienza che vanta diverse incisioni dei suoi brani, collaborazioni illustri e che dal 2014 svolge un’intensa attività concertistica negli Stati Uniti, Argentina, Russia, Francia. Recentemente ha collaborato con la compagnia Masque Teatro, con Drammatico Vegetale, con la regista Elisabetta Sgarbi per le colonne sonore di due suoi film e con il regista Hanspeter Ammann per la colonna sonora del film Late Penang Afternoon che uscirà a fine 2017. Con altrettanta considerazione e affetto è stato accolto Marco Bravura, cultore di un linguaggio musivo spesso associato alla scultura e a fontane fra cui la più famosa è Ardea Purpurea di Beirut e la sua copia ravennate. Il mosaico contemporaneo trae linfa vitale dalla tradizione musiva di Ravenna in cui operarono i maggiori mosaicisti bizantini e nel Novecento ha originato forme espressive autonome.

Per concludere, una informazione che è in tema: dal 7 ottobre al 26 novembre 2017 a Ravenna si svolgerà RavennaMosaico, rassegna biennale del mosaico contemporaneo con due appuntamenti di grandissimo richiamo: la mostra “Montezuma, Fontana, Mirko. La scultura in mosaico dalle origini ad oggi” al Museo d’Arte della città di Ravenna, con 140 opere in esposizione e una mostra che celebrerà i trent’anni di attività della SICIS, un’eccellenza del design internazionale, a Palazzo Rasponi delle Teste, entrambe aperte fino al 7 gennaio 2018. Ecco perché questo evento musicale con trasfigurazioni video dei mosaici di Marco Bravura assume in questa città anche un preciso valore simbolico e culturale.
Crediti fotografici: Victor Polyakov e Angelo Palmieri per Ravenna Festival
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