Pubblicato il 27 Luglio 2023
Colonna sonora dal vivo per la proiezione di un film già leggendario di Charlie Chaplin
Brock suona il Grande Dittatore servizio di Attiglia Tartagni

20230727_Lugo(Ra)_00_IlGrandeDittatore_CharlieChapliniLUGO (RA) - Il Pavaglione di Lugo di Romagna si è confermato anche quest?anno la cornice ideale per i film di Charlie Chaplin accompagnati dalla musica dal vivo: una pratica che ci riporta agli esordi del cinema ispirando nuove emozionanti letture della pellicola. Il grande dittatore, pellicola-capolavoro del 1940, parodia del Nazismo e del suo Führer, primo film di Chaplin con dialoghi parlati, è attuale ora come allora. Sarà che le guerre continuano a scoppiare in ogni parte del mondo, distruggendo la vita delle comunità e le loro economie, sarà che Chaplin ebbe il coraggio di sbeffeggiare non i grandi del passato, ma quelli del presente: Hitler, Mussolini, gli apparati militari, il passo dell?oca, tutto ciò che a quei tempi era osannato ma che presto avrebbe rivelato tutta la sua carica distruttiva; e lo fece con l?occhio lungimirante dell?artista in grado di prevedere ciò che ancora deve accadere.
La sequenza in cui il dittatore si trastulla con il mappamondo-pallone sulle note del Lohengrin di Richard Wagner finché non gli esplode fra le mani, per poi osservare il mondo distrutto con l?espressione delusa del bambino che ha rotto il giocattolo prediletto, è una sferzante e insuperata satira del potere assoluto e dei danni che può compiere.
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Nel discorso finale del film, pronunciato dal barbiere ebreo che per un equivoco ha preso il posto di Hitler, c?è il buon senso popolare dell?uomo della strada che aborre la guerra e auspica la pace, sollecitando il mondo alla solidarietà, alla  comprensione, alla libertà e al progresso: un discorso sempre di stringente attualità perché i mali che attanagliano l?umanità non sono cambiati, anzi a volte sembrano ancora più incombenti e spaventosi, e certi valori vanno ribaditi in continuazione e mai dimenticati.
La pellicola è stata proiettata nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna nel 2016, con la colonna sonora ricostruita dal maestro Timothy Brock che l?ha diretta con rigore sul podio della Filarmonica Toscanini.
Chaplin, artista a 360° gradi, ideò in collaborazione con Meredith Wilson la colonna sonora contenente brani di Brahms e Wagner, come sottolinea Timothy Brock: «Chaplin è sempre stato un ardente ammiratore e profondo conoscitore della musica sinfonica classica e ne Il grande dittatore ci ha regalato due sequenze divenute paradigmatiche per entrambi i personaggi che interpreta nella pellicola, nel vero linguaggio del cinema muto: la Danza ungherese n. 5 di Brahms accompagna la vivace rasatura del barbiere, mentre il Preludio del terzo atto del Lohengrin di Wagner cattura, in modo poetico, la fragilità del mondo sull?orlo della guerra ... Hope Springs Eternal è un brano lento e struggente che l'autore utilizza nei momenti più bui del film, come a fornire un barlume di speranza quando tutto sembra perduto.»
Charlie Chaplin affronta forse qui il suo primo vero film politico, suscitando ilarità sul personaggio del dittatore che gestisce il potere con arroganza, senza umanità né responsabilità,  ed empatia per quello del barbiere ebreo, che rappresenta l?uomo comune vittima inerme del potere medesimo.
Il film ha strappato tante risate, anche se la proiezione era in lingua originale e le didascalie si leggevano con difficoltà a causa della sistemazione sul palco dell?orchestra. Ma la recitazione di Chaplin era talmente fisica, espressiva e magnetica che anche lo spettatore più sprovveduto nella pratica della lingua inglese ha seguito tutto il film con appassionante partecipazione, grazie anche a quel grande filtro emotivo che è la colonna sonora di cui Chaplin, fin dagli albori del cinema, aveva compreso tutta l?importanza.
(la recensione si riferisce allo spettacolo di venerdì 21 luglio 2023)

 

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Crediti fotografici: Luca Concas per il Ravenna Festival
Nella miniatura in alto: Charlie Chaplin in una scena del film
Al centro: il direttore Timothy Brock
Sotto: panoramica di Luca Concas sullo spettacolo al Pavaglione di Lugo di Romagna





Pubblicato il 25 Giugno 2023
Presentato con un concerto dal vivo il compact-disc della pianista ospite a Palazzo Spinola
Ravel secondo Bartoli

20230625_Ge_00_CinziaBartoliSuonaRavel~GENOVA - Organizzata dagli Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio N.Paganini si è tenuta a Palazzo Spinola il 23 giugno 2023 la presentazione del compact-disc di Cinzia Bartoli con l’incisione integrale delle musiche pianistiche di Maurice Ravel. La prestigiosa sala nobile del museo ha accolto non molti spettatori (il pomeriggio torrido e afoso ha presumibilmente scoraggiato la partecipazione dei cultori della musica da camera), comunque tutti molto coinvolti dalle esecuzioni che la Bartoli ha offerto: si è trattato di una sorta di pot-pourri estratto dal disco ma eseguito dal vivo sul pianoforte di Palazzo Spinola.
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Le esecuzioni, dopo il saluto del presidente del sodalizio, Giuseppe “Nino” Isoleri, erano presentate di volta in volta dal critico musicale e giornalista Athos Tromboni.
L’opera pianistica di Ravel, gli aspetti biografici del compositore, le sue amicizie nell’ambiente culturale parigino del proprio tempo, spiegano come sia banale e sostanzialmente non vero il luogo comune di un “Ravel che fa riferimento a Claude Debussy”; e proprio i lavori pianistici dei due musicisti stanno a dimostrare che – casomai – Ravel ha preceduto esteticamente e stilisticamente, Debussy.
In questa cornice critica Cinzia Bartoli ha fatto un vero e proprio concerto di impatto, passando con bravura e sensibilità interpretativa dalla leggerezza sericea di alcuni brani, al vigore esclamatorio di altri. È proprio il caso di dire che la pianista ha esposto in maniera percettiva un concetto che la musicologia ha affermato negli anni che vanno dal dopoguerra ai giorni nostri, concetto riassumibile nel pensiero di un grande studioso come Massimo Mila (ma anche altri assieme e lui e dopo di lui) secondo cui «… il concetto di Arte come espressione lirica dei sentimenti non può oggi prescindere dalla nozione di espressione involontaria. L’Arte è certamente e sempre espressione della personalità dell’artista, espressione molto spesso involontaria e inconsapevole. La presenza di una volontà espressiva non elimina il carattere fondamentalmente inconsapevole dell’espressione artistica: Ravel, Hindemit, Stravinskij, Casella, Malipiero, Roussel, escludono apertamente e polemicamente ogni intento espressivo, enunciando la purezza dell’Arte. E proprio in questo ideale di purezza formale, di esclusione di ogni sentimento o indugio sentimentale, l’Arte può rivelarsi  con la stessa forza contenuta in un melodramma ottocentesco tutto bruciante e fremente nel suo slancio lirico-sentimentale.»
Il concerto di Cinzia Bartoli è partito dai lavori pianistici più brevi di Ravel (il Preludio del 1913, il Minuetto sul nome di Haydn del 1909 e il pezzo Alla maniera di Borodin sempre del 1913) dove è dimostrato che il valore dell’Arte va ben oltre lo stretto condensato della durata (meno di 2 minuti ogni brano) e dimostra anche quanto Ravel (in quegli anni era già padrone della sua personalissima tecnica e stile) non a torto venisse citato come uno dei più grandi compositori francesi contemporanei, e alla morte di Claude Debussy - avvenuta nel 1918 - venisse poi considerato, in Francia, il più grande di tutti, vivente.

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L’esecuzione è stata una conferma per Ravel e nel contempo una dimostrazione della perfetta “metabolizzazione” di quella musica che la sua interprete in quel momento e in quel di Genova stava manifestando.
Le altre conferme, casomai ce ne fosse stato bisogno, sono venute dai lavori pianistici di Ravel più lunghi e impegnativi proposti in Palazzo Spinola: ottima l’esecuzione del brano di  stupefacente freschezza Jeaux d’eau dove il compositore francese gareggia col vecchio Liszt andando oltre l’ornamentazione de I giochi d’acqua alla Villa d’Este e introducendo ruscellamenti e zampilli nel corpo della melodia e nel timbro. Riflessiva e coinvolgente (qui sì, sentimentalmente… ma il pezzo lo pretende) l’esecuzione della Pavane pour une infant défunte.  Ed infine magica l’esecuzione  di quel capolavoro assoluto che è Gaspard de la nuit.
Alla presentazione del compact-disc (che è andato letteralmente a ruba al termine del concerto) era presente anche Giorgio Neri, ingegnere del suono dell’etichetta Centaur che ha inciso e sta distribuendo il disco. Molto soddisfatto il pubblico che poi si è intrattenuto a capannello con Cinzia Bartoli, assoluta protagonista del pomeriggio musicale. (a.t.)

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Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm
Nella miniatura in alto e sotto, in sequenza: Cinzia Bartoli durante il concerto a Palazzo Spinola
Al centro: la copertina del compact-disc





Pubblicato il 22 Maggio 2023
Il Teatro Comunale Claudio Abbado e il Conservatorio Frescobaldi insieme per Gaetano Donizetti
Il Campanello suona di notte servizio di Edoardo Farina

20230522_Fe_00_IlCampanello_MarcoTitotto_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - Prosegue la ricca programmazione del Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara nell’ambito della Stagione Opera/Balletto 2022 -23 con Il Campanello del compositore bergamasco Gaetano Donizetti (1797-1848) ove mercoledì 17 maggio 2023, Marcello Corvino, direttore Artistico della Fondazione ne ha presentato l’introduzione all’evento con “Prima della Prima”, consueto appuntamento presso la sala Stemma del Ridotto. Alla presenza del M° Marco Titotto, direttore de l’Orchestra del Conservatorio “Girolamo Frescobaldi”, della Prof.ssa Annamaria Maggese, direttrice del medesimo istituto e il Prof. Paolo Bucchi, docente di Storia della Musica, esponendone le origini, vicissitudini e aneddoti della messa in scena di allora, hanno voluto sottolineare e sugellare la riuscita collaborazione odierna tra le due più importanti istituzioni musicali cittadine.
Una produzione composta dai migliori cantanti e musicisti provenienti dal nostro territorio e non solo, attraverso la regia di Giovanni Dispenza che ha visto impegnati i solisti, il coro del “Frescobaldi” in collaborazione con il “Coro Santo Spirito” preparato e diretto da Manolo Da Rold.                                          
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«… Nota anche con il titolo Il campanello di notte e Il campanello dello speziale è un’opera buffa in un atto; la critica di allora ne diede esito molto favorevole per come fu concepito l’allestimento originariamente ben diverso dalle condizioni in cui oggi lo potremmo vedere e sentire, bensì nella forma di farsa napoletana in cui i dialoghi non sono recitati nella formula dei “recitativi”, più in uso nella musica barocca, ma nel modo personale in cui Donizetti amava scrivere la retorica del “buffo” a differenza di altri autori che la abbandonarono non appena compiuta una carriera importante - sostiene Paolo Bucchi in modo chiaro ed esaustivo -.  Egli torna a Napoli da Venezia nel mese di marzo del 1836 ove aveva debuttato alla “Fenice” con il Belisario. Anno di gravi difficoltà a causa del periodo di profonda crisi che aveva afflitto i luoghi dati agli spettacoli per via anche del colera in atto che ne costringe la chiusura per timore dell’epidemia e, non per ultimi, i mancati rinnovi degli appalti degli stessi teatri reali quali il “San Carlo” e il “Teatro del Fondo”, oggi “Mercadante”. Rappresentata per la prima volta nel mese di giugno al “Teatro Nuovo”, destinato solitamente all’intrattenimento con inserti musicali, nel tentativo di riaprire ne occorreva una commedia inedita. Non sussistendo i mezzi per procurarsela, Donizetti autore sia del libretto che della musica composti integralmente nell’arco del periodo brevissimo di otto giorni testimoniandone la leggendaria rapidità per come la scrisse, offre gratuitamente Il Campanello alla compagnia venendo incontro alle richieste dell’impresario Filippo Pellegrino, gesto molto apprezzato tant’è che la stampa coeva non mancò di lodare la sua singolare generosità.
Il successo ne risollevò le difficoltà economiche della struttura e dopo il primo allestimento che conteneva nella versione iniziale secondo le consuetudini della farsa tradizionale i testi e la parte del farmacista Don Annibale Pistacchio in dialetto napoletano, Donizetti con l’aiuto di Salvatore Cammarano ne rimaneggiò l’inserimento in italiano quindi operò la sostituzione di alcuni numeri con l’aggiunta di un nuovo duetto. La vicenda tratta da una comédie-vaudeville francese di Léon Lévy Brunswick, Mathieu-Barthélemy Troin e Victor Lhérie  La sonnette de la nuit andata in scena a Parigi solo pochi mesi prima non è dal contenuto del tutto nuovo; i dialoghi sono molto lunghi e forse noiosi, si punta sull’attore locale figlio d’arte Raffaele Casaccia poi assai criticato per avere caricato con una mimica eccessiva il personaggio di Don Annibale, metafora che anticiperà in seguito il Don Pasquale del 1843, attribuendolo in maniera fin troppo grottesca…»

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«… Donizetti aveva imparato lo stile di Rossini - interviene brevemente Marco Titotto in pausa dalla prova d’orchestra - abbiamo molti duetti da lui stesso perfezionati nella forma che in seguito passerà a Verdi, tramite un’esposizione, quindi un momento centrale dal conflitto per amalgamarsi in un movimento veloce e divertente nell’interpretazione vista nei personaggi di Enrico e Serafino poi Enrico e Pistacchio attraverso stilemi riconoscibili dal pubblico di sicuro impatto e dal successo assicurato già all’epoca. A Ferrara tutto ciò rappresenta una grande sfida per via soprattutto dell’impiego di cantanti asiatici ingaggiati a interpretare parti dalla dizione difficilissima…» 
«... Mi riallaccio alle parole del maestro Titotto, avendo parlato proprio di un obbiettivo in grado di essere felicemente intrapreso e raggiunto dal nostro Conservatorio Frescobaldi, nonostante abbia all’attivo solo due classi di canto lirico e una di canto rinascimentale-barocco. Come tale l’allestimento di una performance annuale da programmarsi sempre in funzione delle presenze in base alle varie attività didattiche e sfruttando tempi spesso molto ristretti per selezionare le voci idonee è possibile tenendo comunque conto che a volte le disponibilità del “Frescobaldi” sono un po’ esili. Ad ogni modo il lavoro preposto costituisce comunque un momento di riflessione per come i nostri ragazzi vengano a studiare un repertorio spesso impensabile e sconosciuto…» conclude Annamaria Maggese.
A seguito di un periodo di grande successo nell’Ottocento, l’opera è tornata quindi in repertorio nei teatri d’Italia a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso. La fortunata collaborazione tra il Teatro Comunale Abbado e il Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, dopo gli allestimenti delle Nozze di Figaro nel 2021 e La Cecchina l’anno successivo, continua in piena sinergia avendo offerto la magnifica opportunità di presentare sul palco del Teatro Abbado un cast vocale e un’orchestra formati come visto, quasi interamente da studenti locali  ove i ruoli sono stati affidati a Kim Minji e Elena Maria Giovanna Pinna (Serafina), Zhou Qihang e Carlo Torriani (Don Annibale Pistacchio, speziale), Shao Longxing e Zheng Chujing (Enrico, innamorato di Serafina), Greta Cognolato e Zeng Lanya (Madama Rosa madre di Serafina), Chen Zhipeng e Liu Xiangyu (Spiridione, garzone) e gli allievi delle classi di Canto considerati davvero strepitosi soprattutto per la indiscussa e sorprendente voce e la capacità di imparare alla perfezione i dialoghi in italiano e non solo.

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Il regista Giovanni Dispenza ha ambientato la rappresentazione in una Napoli accogliente e multiculturale, in cui Don Annibale in una controversa trama si presenta come esperto di medicina cinese e la novella sposa Serafina è una bella orientale.
In breve, Don Annibale Pistacchio, speziale, è un avaro farmacista in procinto di prendere moglie; la sua giovane sposa e un suo brillante corteggiatore che non si rassegna all’addio al nubilato della sua vecchia fiamma, ne sono i protagonisti ove con un esilarante gioco di fantasiosi travestimenti l’amante deluso cercherà di impedire in ogni modo che si concluda felicemente per il rivale. Serafina viene a lui promessa con gran dispetto dell'innamorato ricambiato, il giovane Enrico. La data viene fissata per il giorno precedente la partenza di Don Annibale per Roma, dovendo assolutamente recarsi per presenziare all'apertura del testamento di una sua zia defunta fermandosi per più di un mese. Appreso il fatto, Enrico con la complicità di Serafina, cercherà in tutti i modi di ostacolare il matrimonio ma soprattutto che questo venga consumato, così da guadagnare tempo per un successivo sforzo di farlo annullare.
Don Annibale è obbligato in forza di legge a fornire i suoi prodotti medicinali a chi ne faccia richiesta anche nelle ore notturne, quindi suonando il campanello esterno alla bottega sotto l'abitazione lo "speziale" sarà obbligato a presentarsi: sarà lo stratagemma di Enrico per disturbare l’imminente prima notte di nozze di Don Annibale. Presentandosi via via sotto spoglie diverse (un francese ammalato, un cantante rauco e un vecchietto ironico che canterà la famosa aria Mio signore venerato) Enrico continuerà a farsi ricevere da Don Annibale con i pretesti più strampalati finché, tra babà e agopuntura, il tempo scandirà inesorabile l’avvicinarsi dell’alba al ritmo spietato del povero speziale che dovrà comunque partire in diligenza per Roma lasciando Serafina illibata a casa.
Pagina considerata relativamente “minore” non essendo paragonabile alla migliore creatività di Donizetti come può essere L’elisir d’amore del 1832, non certo per importanza o per la durata di soli 50 minuti, Il Campanello cadde nell’oblio dopo solo tredici repliche del tempo, irrisorie per quanto riguardava la frequenza delle riproduzioni teatrali italiane, ma più probabilmente le cause furono dovute all’abbandono dalla compagnia da parte dell’allora venticinquenne Giorgio Ronconi (nella figura di Enrico) che divenendo da lì a poco uno dei più grandi baritoni dell’Ottocento (primo Nabucco verdiano), aspirava indubbiamente a ben altri ruoli di fama e notorietà. Da non sottovalutarsi, inoltre, la fine di un genere superato quale la farsa, ormai in declino per essere sostituito dal melodramma e il conseguente avvio verso la determinata sensibilità emergente dell’opera romantica.
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La versione allestita al Teatro Abbado di Ferrara, è apparsa molto convincente e bene esposta, attraverso un cast giovanissimo che pur provenendo ancora dagli studi accademici, ha dimostrato una grande professionalità e bravura ineccepibile. I costumi orientali disegnati da Monica Mulazzani, le scene di Francesca Lelli supportate dal direttore delle stesse Susanna Guerrini e le luci di Marco Cazzola, anche se piuttosto minimaliste senza considerevoli cambi di scenografia su uno sfondo azzurro e il disegno di un grande campanello bianco preceduto da un dipinto raffigurante ritratti dall’allegoria settecentesca a sipario chiuso, si sono rivelate sufficienti a creare il giocoso clima partenopeo dove la scritta “Essere Napoletano è Meraviglioso” posta stabilmente a mo’ di striscione in testa alle scene, ha scaturito un senso di allegria e vivacità sin da subito.
Riscontro favorevole da parte dei presenti in sala, accorsi numerosi, composti da ragazzi delle scuole nella “prima” andata in scena il 19 maggio 2023 mattina costituendo un’ottima iniziativa riguardo la possibilità di avvicinarsi all’educazione dell’ascolto utilizzando una scelta artistica di norma considerata ostica e poco comprensibile rispetto ad esempio Vivaldi o un solare quartetto di Mozart, per confermarsi il sold out nella serata successiva.
Le musiche gioiose, divertenti, quasi sempre in tonalità maggiore, complice un buon ritmo e tenuta di sceneggiatura senza mai praticamente annoiare, hanno sicuramente contribuito a destare un piacevole interesse anche nei confronti di una platea inesperta, contribuendo a determinare nel palco ferrarese la versatilità verso un tipo di lavoro di ricerca che da alcuni anni viene svolto nel tentativo ben riuscito di riportare alla luce opere spesso dimenticate, senza riempire ma neppure togliere i “soliti” titoli da cartellone appartenenti ai giganti della lirica ormai proposti centinaia di volte in tutta Italia.
Il Teatro Comunale Abbado è oggi ai primissimi posti nazionali per qualità e scelte della produzione, merito di un eccellente staff organizzativo, direi decisamente senza precedenti.
(la recensione si riferisce alla recita di venerdì 19 maggio 2023)

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Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per Teatro Comunale Claudio Abbado e Conservatorio Frescobaldi
Nella miniatura in alto: il direttore Marco Titotto
Sotto a destra: il regista Giovanni Dispenza
Al centro: un campo lungo di Caselli Nirmal su teatro e allestimento
Sotto, in sequenza: alcuni momenti della recita






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recensione di Ramón Jacques FREE

20230710_Dischi_00_LesFablesDeLaFontaine-LaChappelleHarmoniqueLes Fables de la Fontaine – La Chapelle Harmonique
Opere di Louis-Nicolas Clérambault, François Couperin, Etienne Moulinié, Louis de Caix d'Hervelois, Gabriel Bataille, Michel Lambert, Jean-Baptiste Lully (1632-1687), Antoine Boësset. Solisti: Marie-Claude Chappuis, mezzosoprano; Thierry Peteau, attore;
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Opera dall Estero
Aci Galatea e Polifemo
servizio di Ramón Jacques FREE

20230712_00_CittaDelMessico_AciGalateaPolifemo_HandelCITTÀ DEL MESSICO - Teatro delle Arti del Centro Nazionale delle Arti, Città del Messico. Georg Friedrich Händel ha visto eseguire per la prima volta in Mexico la sua cantata drammatica, Acis, Galatea e Polifemo HWV 272 o serenata a tre, su libretto di Niccola Giuvo; la cantata fu eseguita in prima assoluta il 19 luglio 1708 a Napoli, nell'ambito dei
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Personaggi
Di Matteo principe della lirica
intervista a cura di Simone Tomei FREE

20230707_00_Personaggi_AntonioDiMatteo.jpegTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Ho incontrato il basso Antonio Di Matteo - artista di grande talento e in piena carriera - una delle voci fra le più interessanti nel panorama lirico attuale. Di lui si è letto che è dotato di voce “di rara bellezza” e che incarna la figura di un artista completo. Definito il Principe della lirica, ha lavorato e lavora a fianco di
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Eventi
Manon Lescaut apre la lirica 2024
redatto da Athos Tromboni FREE

20230707_Bo_00_StagioneOpera_FulvioMacciardiBOLOGNA - È costruita su misura della “casa temporanea” del Teatro Comunale, il Comunale Nouveau di Piazza della Costituzione a Bologna, la Stagione d’Opera 2024. Molti degli allestimenti proposti sono infatti totalmente inediti e pensati tenendo conto delle caratteristiche del palcoscenico della nuova sede, già ampiamente
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Vocale
Quei Quattro fanno per otto
servizio di Svevo Antonutti FREE

20230703_00_Stoccarda_Quartetto_FriederikeKienle_phChristofHornSTOCCARDA (Germania) - Un richiamo storico assai esplicito e riconoscibile, così come un’invenzione brillante figlia della fantasia di chi da anni ormai anima l’affiatatissimo gruppo di lavoro attivo presso la Berger Kirche di Stoccarda, sono le felici impressioni che si è portato a casa chi era presente domenica 25 giugno 2023 a Quartetto, opera in
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Opera dall Estero
Adriana Mater e l'amore materno
servizio di Ramón Jacques FREE

20230702_00_SanFranciscoSymphony_AdrianaMater_PeterSellarsSAN FRANCISCO (USA) - Davies Symphony Hall, 10 giugno 2023. Adriana Mater, opera in due atti e sette scene su libretto in francese, è la seconda opera lirica della compositrice finlandese Kaija Saariaho, il cui libretto è stato scritto dal suo collaboratore, lo scrittore e giornalista franco-libanese Amin Maalouf . L'opera, che fu rappresentata
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Opera dal Nord-Est
Orfeo all'inferno nel night club
servizio di Rossana Poletti FREE

20230701_Ts_00_OrfeoAllInferno_DanielaMazzucatoTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’operetta nacque in Francia con il compositore Jacques Offenbach. Alcuni sostengono che già Mozart con il singspiel potesse essere considerato l’iniziatore del genere, ma sarà bene seguire l’idea diffusa che affida ad Offenbach tale onore. Siamo a metà dell’Ottocento e Parigi vive il Secondo Impero di
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Eventi
Al via Emilia Romagna Festival 2023
redatto da Athos Tromboni FREE

20230629_Imola_00_XXIIIERFestival_MassimoMercelli_phGBernabiniIMOLA - Emilia Romagna Festival 2023, dopo le due anteprime (21 giugno nel Giardino storico del Palazzo Vescovile di Imola, con il duo padre e figlio Fulvio e Gabriele Fiorio, il cui ricavato è andato a favore del Museo Carlo Zauli di Faenza gravemente danneggiato dall’alluvione del 17 maggio; e 26 giugno al Chiostro di Francesco di Cesena
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Opera dall Estero
L'ultimo sogno di Frida e Diego
servizio di Ramón Jacques FREE

20230629_00_SanFrancisco_FridaEDiego_DanielaMack_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 13 giugno 2023. Come ultimo titolo della sua stagione del centenario, la San Francisco Opera ha offerto la prima locale di El Último sueño de Frida y Diego (L'ultimo sogno di Frida e Diego) un'opera in due atti della compositrice Gabriela Lena Frank, su libretto del drammaturgo cubano Nilo Cruz,
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Opera dall Estero
Successo per Die Frau ohne Schatten
servizio di Ramón Jacques FREE

20230628_00_SanFranciscoOpera-Usa_DieFrauOhneSchatten_DonaldRunniclesSAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House (10 giugno 2023). Die Frau ohne Schatten, opera in tre atti di Richard Strauss (1864-1949) su libretto di Hugo von Hofmannsthal, è indubbiamente un grande capolavoro del repertorio operistico, che viene però raramente rappresentata nei teatri non europei; ma la San Francisco Opera l'ha
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Classica
Quartetto e Quintetto a Casa Romei
servizio di Athos Tromboni FREE

20230627_Fe_00_FerraraMusicaACasaRomei_ClaudioPelleritoFERRARA - Se la lettera pubblicata da Arrigo Boito sul giornale «il Pungolo» il 21 maggio 1868 in polemica con l'allora Ministro dell'Istruzione Pubblica, fosse indirizzata oggi da un musicista qualunque al nostro Ministro dell' Istruzione, o a quello della Università e Ricerca, o a quello della Cultura, sembrerebbe scritta nel 2023 e non 155
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Approfondimenti
Solo un Canto
servizio di Barbara Gasperoni Lanconelli FREE

20230626_Approfondimenti_00_PellegrinoRussoBOLOGNA - La melodia vive e respira solo se scorre nel tempo e trova spazio per diventare memorabile. Il tema del canto per memorizzare è trasversale in più discipline. Mettere a memoria un testo teatrale complesso è un’attività di processo che richiede tempo e pazienza. Suonare senza partitura un brano musicale può essere difficilissimo
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Echi dal Territorio
Ravel secondo Bartoli
FREE

20230625_Ge_00_CinziaBartoliSuonaRavel~GENOVA - Organizzata dagli Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio N.Paganini si è tenuta a Palazzo Spinola il 23 giugno 2023 la presentazione del compact-disc di Cinzia Bartoli con l’incisione integrale delle musiche pianistiche di Maurice Ravel. La prestigiosa sala nobile del museo ha accolto non molti spettatori (il pomeriggio
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