Pubblicato il 03 Giugno 2024
Ferrara Musica fa il pienone di pubblico per il concerto del pianista-direttore ungherese
La Chamber of Europe e sir Schiff servizio di Edoardo Farina

20240603_Fe_00_ChamberOrchestraOfEurope-AndrasSchiff_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - Preceduto dall’interessante lezione-conferenza tenutasi presso la sala del Ridotto del Teatro a cura del musicologo Giorgio Pestelli in presenza del Direttore artistico di Ferrara Musica Renzo Restagno che ne ha introdotto il programma e le caratteristiche storiografiche del concerto nel pomeriggio antecedente, il penultimo appuntamento della ricca stagione di Ferrara Musica 2023 – 2024 ha visto sabato 1° giugno 2024 sul palco del Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara il ritorno della Chamber Orchestra of Europe, per un attesissimo evento ove Sir András Schiff è stato impegnato nel doppio ruolo sia di solista che direttore. Tra i musicisti più annoverati al mondo, di nazionalità ungherese ma naturalizzato britannico, fa parte dell’Olimpo dei grandi pianisti in attività, incentrando le sue esecuzioni monografiche sui capolavori di Bach, Mozart, Beethoven e Schubert osannate regolarmente dalla critica, ma soprattutto da un pubblico sempre più vasto di appassionati. Il culmine di questa popolarità lo ha raggiunto dal 2006 con l'esecuzione dal vivo delle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven in una lunga serie di concerti in Europa e negli Stati Uniti. Nel 2022 è stato nominato uno dei “più importanti interpreti di Bach del nostro tempo” ricevendone la Medaglia Bach della Città di Lipsia, mentre nel 2023 è stato riconosciuto “artista essenziale che ha contribuito alla storia del festival” dal Festival di Salisburgo. Prima orchestra residente di Ferrara Musica, fondata su impulso di Abbado, la Chamber Orchestra of Europe è stata definita dalla BBC e dal Daily Telegraph come «... la migliore orchestra da camera del mondo», formata da musicisti provenienti da tutto il continente europeo. Si è imposta sulle scene internazionali come uno dei più importanti e versatili ensemble contemporanei avendo mantenuto uno stretto rapporto con Ferrara, ritornando regolarmente durante le varie tournée internazionali.

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In apertura di serata, il Primo Concerto di Johannes Brahms (1833-1897) del quale ne sono state eseguite le Variazioni su un tema di Haydn op. 56 che, scritte nel 1873, appaiono come un’eloquente testimonianza della crescente padronanza del compositore di Amburgo di una tecnica non appartenente agli stilemi comuni in quanto basate su una melodia sempre più abbellita; si pongono piuttosto come le cosiddette variazioni di “carattere” che astraggono alcuni piccoli aspetti creando una serie di meditazioni e sviluppi rapsodici in cui la melodia spesso non è facilmente rintracciabile. Otto di esse, anticipate e concluse dal Tema e il Finale entrambi in Andante rappresentano una principale caratteristica di questo lavoro, che lo rende non solo singolare nella sua produzione ma anche una rarità nella musica del suo tempo per il fatto di essere un gruppo di stesure destinate all’orchestra e non a un singolo strumento.
Brahms preparò quasi contemporaneamente la versione orchestrale e quella per due pianoforti delle Variazioni, assegnando il numero d’Opus 56a alla prima e 56b alla seconda stendendone prima la versione per due pianoforti per trascrivere immediatamente dopo le stesse per formazione sinfonica, ma il fatto che nel numero d’opus abbia dato la precedenza a quest’ultima lascia intuire che il lavoro avesse preso forma con una sonorità evidentemente molto più ampia.
Si è proseguito con la Sinfonia Concertante op. 84 di Franz Joseph Haydn (1732-1809), scritta nei soli tempi Allegro e Andante, diretta dal primo violino Lorenza Borrani nel ruolo di maestro concertatore, dotata di grande tecnica e attacchi perfetti alternando l’archetto medesimo alla compostezza della bacchetta nel giusto dinamismo e dalla gestualità ineccepibile, supportata dalla straordinaria interpretazione di Olivier Stankiewicz (oboe), Rie Koyama (fagotto) e Richard Lester (violoncello) in qualità di solisti.
Imprevedibile e capricciosa ma disposta in una perfetta architettura, la Sinfonia nacque per i concerti organizzati dal violinista e impresario Johann Peter Salomon a Londra riscuotendo un successo notevole fin dalla prima esecuzione, al punto da essere riprogrammata altre due volte nella stessa stagione. Il merito era senz’altro dell’abile scrittura di Haydn, ma anche della brillantezza degli esecutori, cui vengono affidati splendidi interventi solistici, in particolare allo stesso violino, come afferma ancora lo storico della musica Oreste Bossini: «... Haydn, a differenza di Mozart e Beethoven, fu un buon pianista ma non un virtuoso della tastiera. La sua arte, di conseguenza, ha trovato strade migliori per esprimersi che i lavori per un singolo strumento, soprattutto nella musica per orchestra e in quella da camera nelle sue varie combinazioni strumentali. La particolare sensibilità richiesta dal concerto solistico era in qualche modo estranea al suo carattere, che privilegiava una retorica più complessa rispetto al mero antagonismo tra il singolo strumento e l’orchestra. Malgrado ciò, Haydn padroneggiava bene anche la scrittura concertante, come dimostrano i numerosi passi solistici sparsi nelle Sinfonie scritte per il pubblico londinese.»
Termine della seconda parte con il Concerto n. 1 in Re minore per pianoforte e orchestra op.15 ancora di Brahms dalla solida struttura e grandiosità d'impianto; diviso in quattro tempi Maestoso Adagio Rondò, Allegro non troppo, è classificato tra i più rappresentativi dopo la produzione beethoveniana, pagina giovanile dalla gestazione lunga e faticosa: completato nel 1859 dopo quattro anni di ripensamenti, fu eseguito per la prima volta ad Hannover, con lo stesso Brahms in veste di solista e sul podio l’amico Joseph Joachim, che dopo la scomparsa di Schumann era diventato il primo consigliere del compositore.

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«Neppure la critica accolse bene il lavoro e le cose non migliorarono nemmeno dopo la seconda esecuzione a Lipsia pochi giorni dopo, il 27 gennaio. La monumentalità e il respiro sinfonico del Concerto, infatti, non si erano più sentiti in un concerto solistico dai tempi dell’Imperatore di Beethoven, ma allo stesso tempo il pianoforte evitava quasi del tutto, a dispetto delle notevolissime difficoltà tecniche, quegli effetti esteriori e di bravura che erano caratteristici di ogni forma concertante precedente, comprese quelle non certo volgari e superficiali di Mendelssohn e dello stesso Schumann. In altre parole, il Concerto sembrava fuori da qualunque convenzione del suo tempo, e per molti era semplicemente un lavoro bizzarro di un giovane compositore sopravvalutato. L’originalità, però, non era tanto il frutto di un disegno preciso, quanto il risultato della sua lunga e tortuosa storia compositiva, iniziata nei primi mesi del 1854» sostiene nuovamente Bossini.
Grande chiarezza ed espressività in tutte le forme preposte, supportate da un entusiasmo davvero coinvolgente, la “Chamber” ha dato decisamente il meglio di sé sotto la compostezza e maestosità di Schiff, dalla semplice manualità libera e senza essere in possesso della partitura, attraverso un modo di approcciarsi esplicito come se dovesse semplicemente fornire delle “conferme” ai musicisti assolutamente in grado di gestire l’intera orchestrazione in maniera del tutto autonoma. Mimica anche impassibile e distaccata, concedendo un’univoca interpretazione dell’esecuzione però intensa ed energica calibrando ogni dettaglio appropriato per dare spazio correttamente anche alle singole parti solistiche. Dal modo di porsi avvolgente dal carattere e senso paterno, oserei dire quasi “imperiale” e assai rassicurante come se i componenti, fossero costituiti tutti da una grande famiglia conoscendoli bene uno a uno, è riuscito a rendere partecipe il pubblico in un solare senso di serenità tralasciando il tono nervoso e quasi minaccioso trasmesso da alcuni direttori d’orchestra nel senso dell’eventuale timore dell’imperfezione.
Chiusura di sipario con gli affettuosi abbracci tra gli orchestrali, come da loro innata e insolita consuetudine, dopo l’unico bis non annunciato ove Schiff ha voluto omaggiarci da solista al pianoforte della Fantasia Cromatica e fuga in Do minore BWV 903 di Bach, riscuotendo calorosissimo apprezzamento da parte del pubblico numeroso accorso in sala.
(il servizio si riferisce al concerto di sabato 1 giugno 2024)

Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per Ferrara Musica - Teatro Comunale "Claudio Abbado"
Nella miniatura in alto: il pianista-direttore András Schiff
Sotto: alcuni momenti del concerto della Chamber Orchestra of Europe con Schiff sul podio e al pianoforte e Lorenza Borrani violino di spalla





Pubblicato il 24 Marzo 2024
Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale ha presentato al Bonci il nuovo spettacolo di Langolf
How About Now non c'č danza servizio di Edoardo Farina

20240324_Cesena_00_HowAboutNow_HannesLangolfCESENA - Prosegue il programma invernale al Teatro “Alessandro Bonci” di Cesena attraverso il cartellone che ERT Fondazione propone nel suo storico e prestigioso spazio ove l’8 marzo 2024 in prima assoluta e successivamente il 10 al Teatro Arena del Sole di Bologna, nell’ambito della rassegna Carne a cura di Michela Lucenti, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, è stato presentato How About Now, il nuovo spettacolo di Hannes Langolf prodotto da Moonwalking Bear Productions. Un lavoro a più mani che ha visto in scena lo stesso Langolf, autore della coreografia, regista e interprete, insieme al giovane performer Ed Mitchell, registra e drammaturgo Andrew Miur, sound design di Jethro Cooke, set e costumi disegnati da Loren Elstein, luci di Joe Hornsby.
Coreografo e danzatore tedesco (Ochserfurt, 1983) con base a Londra, oggi tra le figure giudicate più “interessanti” della scena performativa internazionale, Langolf ha collaborato con artisti quali William Forsythe, Angelin Preljocaj, Wayne McGregor, Akram Khan lavorando come formatore per istituzioni e organizzazioni in tutto il mondo.
Dall’11 al 23 marzo ha inoltre condotto nell’ambito della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro di ERT il percorso gratuito di Alta formazione Physical Theatre, di cui è stato interprete degli ultimi spettacoli di DV8, rivolto a 15 giovani attrici/attori, danzatrici/danzatori, coreografe/i e performer maggiori di diciotto anni e residenti o domiciliati sul territorio della Regione Emilia-Romagna.          

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Attraverso vari lavori dall’impronta socio-politica, oltrepassando i confini della danza e del teatro, la performance ha inteso inaugurare una nuova ricerca coreografica volendo essere un'ode alla vulnerabilità e all'insicurezza, una difesa della nostra possibilità di cambiare, cercando una forte connessione empatica con il pubblico, tramite un movimento viscerale che diviene forza trainante per raccontare  storie personali in un’indagine in linea con l’idea di una danza umana ed empirica, su come l’essere trova la forza per rimanere saldo sul terreno ma anche per risollevarsi coraggiosamente.
Due estranei, due uomini di età diverse si incontrano in uno spazio dapprima idealmente aperto, ma che viene poi rinchiuso in una probabile metropolitana londinese, si misurano, si esplorano, si interrogano a vicenda, si provocano, si analizzano attraverso luoghi comuni, scandagliano i propri sentimenti, desideri e paure, si scontrano, mentre in filigrana emergono nuclei di riflessione sui meccanismi di funzionamento della società contemporanea e su come la condizione individuale si staglia in questo panorama, a tratti desolante. Un’esplorazione frenetica e stimolante della consapevolezza di sé e delle sfumature che separano la verità dalla percezione: un modo intenso e molto personale di esternalizzare la realtà e le relazioni umane.
Il tutto si svolge nell’arco di un’ora, interamente dentro una teca di vetro trasparente sigillata all'interno e lateralmente dalle quinte nere, cambiando spesso l’illuminazione in vari colori volendone indicare lo scorrere di una giornata smarrita.
Gli artisti agiscono supportati da musiche ipnotiche e inespressive a tema su un tappeto di poche note ribattute, quasi un basso continuo, che pulsa nei corpi dei due, un movimento che fa da base alla struttura del discorso coreografico e testuale raffigurando un mondo in cui la fiducia è fragile e la più piccola scintilla può incendiare tutto, simbolo dei nostri timori e limitazioni, ma anche della nostra pseudo sicurezza avvolti da nebbie.
Gesto coreografico e parola si fondono in un unico linguaggio con cui si costruisce il dialogo a flusso continuo, idealmente senza né inizio né fine, senza trama né chiaro soggetto, ove il fluire delle parole va di pari passo al ritmo dei saltelli ininterrotti, nevrotici e irregolari dei protagonisti Hannes e il giovane Mitchell, forse improvvisandosi   ballerini sino allo sfinimento, mettendo a dura a prova il fisico più allenato contorcendosi poi tra di loro in abbracci, lotta e spintoni.
Un «… incontro tra due esseri umani, foriero di una conversazione di corpi e di voci che apre in scena più nodi tematici. E l'anima tesa che batte da cima a fondo in un debutto italiano tutt'altro che casuale: una scrittura tra danza, parola e musica che, insieme al trascolorare delle luci, tiene incollati per un tempo indefinito e perduto. E come se lo spettatore fosse catapultato in un curioso hic et nunc nel quale però le coordinate di tempo e di spazio non sono realisticamente collocabili. Dove siamo? Non si sa e nemmeno importa, il fatto è però che How about now lascia nella memoria strascichi di paesaggi, situazioni, atmosfere. La foresta e il mare, l'alba e la spiaggia, l'adolescenza e la maturità, il rapporto con il proprio corpo e con quello degli altri, la relazione tra generazioni, l'ossessione di filmare ogni cosa che si presenti a portata di device, il gender debate, la bellezza della contemplazione, la paura della solitudine ...»: tutto ciò secondo il critico, docente e studiosa di danza Francesca Pedroni, riportandone alcune considerazioni, che al termine della “prima” cesenate ne ha moderato l’incontro con gli stessi artisti Langolf, Mitchell e Muir, concludendo con «… un arguto racconto dell'assurdo in cui, sotto il filtro dell'ironia, vige una costante tensione privata e sociale. Un libero spunto da cui Langolf e i suoi collaboratori sviluppano un arco narrativo non canonico che apre continue fughe di riflessione. Perché, come dicono gli autori, "una piccola scintilla può distruggere tutto quello che abbiamo costruito". Chiude non a caso un finale aperto, avvolto dal fumo, ma rischiarato dal rosso morbido di un'alba. Nella mente resta la fiamma dell'accendino di Ed, le due figure in silhouette, e quell'ultima, semplice, domanda: are you good?»
Dalla coreografia vera e propria inesistente, anche se idealmente tratta dalla dark comedy dello scrittore svizzero Max Frisch Omobono e gli incendiari che Langolf lesse ai tempi della scuola ispirandosi oggi, ha inteso qui ricreare il mondo distorto descritto nella Play nella quale folli piromani si presentano nelle case fingendosi venditori porta a porta chiedendo ospitalità, per poi dare tutto alle fiamme con l’assurda inconsapevolezza dell’ingenuo proprietario.
Queste sarebbero le intenzioni riguardo uno spettacolo insolito erroneamente collocato nel compartimento “danza” bensì più idoneo a una rassegna del teatro di ricerca, in quanto della nobile forma d’arte in realtà c’è stato ben poco a favore o sfavore dei protagonisti dal frenetico linguaggio di strada piuttosto underground.

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Totalmente in inglese, raccontandosi in scena volutamente le cose più sciocche e banali sciorinandole in modo del tutto casuale o per lo meno rapido, vuoto e con la costante della parola “fuck” dalla volgarità sfrontata, hanno ricordato molto gli ipotetici discorsi fatti nei metrò delle grandi capitali mondiali, dove l’accalcarsi della gente porta assai spesso a esternare il peggio del singolo, abituato a subire gli scossoni della linea sotterranea, così come quelli della vita. Nonostante il dialogo ne abbia presentato la traduzione nella parte alta del palcoscenico, non facilmente visibile a tutti in un teatro ottocentesco progettato a ferro di cavallo, l’assillante “slang” ripetitivo ha creato non poche difficoltà nella comprensione dei monologhi deludendo in massima parte l’aspettativa del pubblico, sicuramente poco preparato a una simile teatralità non pervenendo mai qualcosa di particolarmente entusiasmante, quale una trama, una storia da seguire, forse un conflitto nella conferma di una ideologia, cercando una eventuale attenzione nell’attesa inutile di qualche emozione da “portarsi a casa”, per coloro che non hanno coraggiosamente disertato la platea prima del termine.
Fenomeno non del tutto nuovo, se ricordiamo infatti i brani della musica punk-rock britannica fine anni ’70 del Novecento, rappresentati in modo particolare dai vari Sex Pistols o The Clash, usavano anch’essi inserire diverse proteste nei testi attraverso espressioni spesso violente ai più del tutto inesplicabili ma efficaci, testimoni di un difficile degrado urbano ed emarginazione sociale. D’altronde neppure i Beatles in privato erano degli intellettuali, non riuscendo mai a parlare un buon inglese senza le enormi influenze dialettali di Liverpool da cui provenivano.
Molti applausi per un pezzo che merita di essere visto e rivisto? Un tipo di spettacolo appartenente al Physical Theatre può essere inserito in una programmazione di danza nello storico Teatro Bonci sito in una città ancora assai provinciale come Cesena, tra l’altro, forse dal migliore successo nella replica bolognese? Un nuovo teatro a seconda dei nuovi tempi? O più probabilmente la degenerazione della cultura attraverso la “nuova cultura” della trasgressione realista del tutto consentito ove senza nulla togliere alla professionalità e bravura degli attori protagonisti, in possesso comunque di curriculum rilevante e di probabili manifeste capacità teatrali, al di là dell’opinione soggettiva ne è in discussione l’idea, la sceneggiatura dal plot pressoché assente degli elementi essenziali, complice una regia acerba dal tema ovvio e scontato che non è riuscita a entusiasmare e concretizzare nel modo opportuno.
Nonostante le precedenti critiche giornalistiche lusinghiere come si trattasse di qualcosa di strepitosamente inaudito, questo How About Now (Che ne dici adesso?…ma riguardo cosa?) il cui titolo indicato in anteprima stagione era semplicemente New York, alla fine possiamo chiamarlo come vogliamo collocandolo tra “surrealismo”, “follia”, “evanescenza”, “stravaganza”, “nevrosi quotidiana psicopatica”, il cui soggetto è la “repressione” e “depressione” dell’uomo se ancora uomo in quanto tale nelle cosiddette crisi di “gender identity”, volendo esagerare, ove però poco cambia, l’importante è, a quanto pare, avere avuto degli ospiti stranieri entusiasti di calcare non solo i loro palcoscenici locali, qui presumibilmente dal successo spesso assicurato più che altro da parte della stampa altra a volte “concordata”, spiace sospettarlo, ma soprattutto da un humor comunicativo e introspettivo assolutamente inadatto allo stile italiano.
Normalmente il pubblico che intente approcciarsi a un intrattenimento inteso come la danza o la prosa non deve sostanzialmente sempre capire la difficoltà di un’eventuale drammaturgia coreutica e didascalica ma soprattutto immedesimarsi trattandosi di un’implicita ricerca d’evasione connessa con l’arte di cui ne usufruisce; invece il tutto pare sia stato molto disatteso e non proprio compiuto, lasciandoci nell’illusione o nel dubbio di non essere stati sufficientemente coinvolti, evidentemente per ingiustificata nostra “ignoranza”… da disaccorti inesperti del settore.

Crediti fotografici: Hugo Glendinnig
Nella miniatura in alto: Hannes Langolf
Sotto in sequenza: Ed Mitchell e Hannes Langolf durante la performance "How About Now "






Pubblicato il 10 Settembre 2023
Presentato il cartellone 2023/2024 del principale teatro di Cesena con belle novitā e molte conferme
La ricca stagione del Bonci redatto da Edoardo Farina

20230910_Cesena_00_TeatroBonci_ValterMalostiCESENA - Conferenza stampa del Teatro Comunale “Alessandro Bonci“ in data 7 settembre 2023: è stata definita la programmazione della stagione invernale 2023/2024 caratterizzata da un’ ampia scelta intesa come luogo di confronto, esplorazione e dialogo, ovvero filtro e racconto del nostro vivere, offrendo ancora una volta una visione il più possibile ampia della scena contemporanea italiana e internazionale. Dopo la pausa estiva, l’amena cittadina romagnola torna a rianimarsi e il teatro riprende il ciclo naturale con un nuovo anno di attività che ERT Fondazione propone nel suo storico e prestigioso spazio.
«Tra teatro e mondo corre un legame magnetico. La programmazione di una istituzione teatrale non può che essere il sismografo che rende percepibili le tensioni tra questi due poli» scrive Valter Malosti, direttore di ERT presentando le linee artistiche della Stagione 2023/2024. Il 12 settembre, per la direzione di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, ne ha ricevuto la Targa Volponi per il Teatro 2023, l’importante riconoscimento in memoria dello scrittore e intellettuale Paolo Volponi istituito dalla Casa dei Pensieri diretta da Davide Ferrari.
La serata dal titolo Come ci si innamora del teatro? si è tenuta presso la libreria del Parco Nord a Bologna nell’ambito della manifestazione Casadeipensieri2023 all’interno della Festa dell’Unità coordinata dall’artista e burattinaio Vittorio Zanella. Sono intervenuti l’Assessore alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna Mauro Felicori, la giornalista Paola Naldi, il professore dell’Università di Bologna Enrico Pitozzi, consegnandone la targa l’On. Andrea De Maria.
«Il palcoscenico – così come il giardino o la piazza – è pensato come il punto intermedio e manifesto di ciò che agisce tra l’infinitamente grande del cosmo e l’infinitamente piccolo della terra: la condivisione di una sensazione di puro stupore, che sappia prendersi finalmente cura delle cose del mondo.
Il verso di Bowie “Turn and face the Strange” ci richiamava al coraggio di voltarsi, di andare incontro all’ignoto e affrontare strade sconosciute, diverse, inaspettate. Ora è tempo di amplificare la nostra capacità di sguardo verso la complessità che ci circonda, in questa terra devastata dall’uomo in cui nel contempo assistiamo alla scomparsa dell’idea di umano o dell’umano in quanto tale. Vedere in profondità, dentro la realtà, è sempre stato il compito del teatro.
L’innovazione è un modo di pensare. Bisogna guardare al di là di ciò che già si conosce. O per dirla con Paul B. Preciado in Disphoria Mundi "… cambiare le domande per trovare risposte nuove. Immaginare è già agire. Rivendicare a sé l’immaginazione come forza di trasformazione politica significa già cominciare a cambiare".  È necessario trovare in noi una postura che ci dia dunque la forza di andare oltre, di immaginare per l’ennesima volta nella nostra storia “un nuovo cielo e una nuova terra”. Mettere fine al vecchio mondo. Tracciare e ritracciare un nuovo confine tra cielo e terra, spostarlo in là, e oltrepassandolo fare in modo che cielo e terra diventino comunicanti».
NuovoCieloNuovaTerra è la Stagione 23/24 di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale che si declina su 5 città (Modena, Castelfranco Emilia, Vignola, Bologna e Cesena) e 8 sale teatrali: un progetto che accoglie una vasta pluralità di linguaggi, stili, culture e generazioni, confermando il grande impegno di ERT nella produzione e coproduzione di spettacoli in sinergia con una fitta rete di artisti, teatri e istituzioni, per moltiplicare occasioni di ricerca intorno alla scena contemporanea. Dai grandi nomi del teatro italiano ai maestri del panorama internazionale, fino alle realtà emergenti in Italia e nel territorio.
«Veniamo da un percorso in cui, anche per il 2023, secondo anno del triennio 2022/2024, il Ministero della Cultura ha confermato la rilevanza di ERT per la qualità della produzione e programmazione artistica e il costante impegno nell’esercizio della sua funzione pubblica, certificandolo come primo Teatro Nazionale per punteggio» dichiara il presidente Giuliano Barbolini «come pure per Carne, la Rassegna di danza di ERT, che ha ricevuto il primo punteggio fra i 57 festival e rassegne. Siamo naturalmente orgogliosi di questi risultati, frutto anche delle sinergie con Soci, enti, istituzioni, realtà associative e culturali dei territori in cui operiamo e della Regione tutta, oltre che del rapporto intenso con la scuola e il vasto pubblico, confermato dall’ampia partecipazione alla Stagione 2022/2023, che ha registrato un netto incremento delle presenze rispetto al periodo pre-Covid. Come pure sono determinanti le virtuose collaborazioni con i Comuni Soci e proprietari dei nostri Teatri, che, in forza dei reciproci impegni, vedono l’apertura di una nuova sala dedicata nel comparto di rigenerazione urbana ex AMCM a Modena, la ripresa dell’attività completa del Teatro Dadà ammodernato, e il perfezionamento, nel rispetto delle scadenze, dei lavori per l’efficientamento energetico con i fondi PNRR sui Teatri Storchi, Arena del Sole e Bonci. E, in questa ottica, mi fa piacere dar conto che, per quanto concerne la Stagione del Teatro Fabbri a Vignola, rimasta finora fortemente in dubbio per la complessità dei fattori ben noti, ci sono positive evoluzioni, che, una volta del tutto acquisite, permetteranno a breve di poter annunciare la conferma della Stagione anche in quella realtà. Prende quindi avvio un’altra entusiasmante avventura con nuove sfide sia nel rapporto col nostro pubblico e le realtà che abitiamo, sia nell’orizzonte nazionale e internazionale».

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LA STAGIONE DI ERT A CESENA
Ben 35 titoli, di cui 4 produzioni, 6 coproduzioni, 25 ospitalità, in scena da ottobre 2023 a maggio 2024.
Il Teatro Bonci programma la prima assoluta della produzione ERT Fedra di Jean Racine con Elena Ghiaurov diretta da un protagonista della regia, Federico Tiezzi (dall’11 al 14 aprile); il debutto italiano, nell’ambito della rassegna di danza Carne, della coproduzione internazionale per il lavoro di Hannes Langolf, storico danzatore di DV8 Physical Theatre, che inaugura il suo nuovo progetto coreografico (8 marzo); e l’evento speciale Bello mondo realizzato da ERT e Teatro Valdoca, in apertura della rassegna "Ciò che ci rende umani" (25 ottobre), con tre fra le personalità più amate nella musica e nella poesia contemporanee, Uri Caine, Paolo Fresu e Mariangela Gualtieri.
Arrivano a Cesena anche altre fortunate produzioni ERT: Amore di Pippo Delbono, artista ai vertici del teatro europeo degli ultimi decenni, di ritorno dalla lunga tournée mondiale (2 e 3 dicembre); Aspettando Godot di Samuel Beckett diretto dal maestro greco Theodoros Terzopoulos con Paolo Musio, Stefano Randisi e Enzo Vetrano nel cast, dopo le nuove date in Italia e all’estero (dal 18 al 21 gennaio); Accabadora dal romanzo di Michela Murgia Premio Campiello 2010, con una intensa Anna Della Rosa diretta da Veronica Cruciani (4 e 5 novembre); Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller nell’allestimento di impatto cinematografico di Massimo Popolizio, che recupera le rappresentazioni sospese a febbraio, il 18 e 19 ottobre.
Ospiti della Stagione, volti della scena italiana amati dal grande pubblico come Luigi Lo Cascio, che nel centenario della nascita ha dedicato con Marco Tullio Giordana un raffinato monologo a Pier Paolo Pasolini, Pa’ (dal 14 al 17 marzo), due grandi prime attrici come Laura Marinoni e Elisabetta Pozzi nella Maria Stuarda di Friedrich Schiller con la regia visionaria di Davide Livermore (dal 16 al 19 novembre).
Nell’ambito della seconda edizione di Carne, la rassegna di danza di ERT con il focus sulla drammaturgia fisica, a cura di Michela Lucenti (artista associata del triennio), è attesa a Cesena il 27 marzo Over Dance, coproduzione internazionale ERT sul progetto di Aterballetto firmato dai maestri della danza francese Angelin Preljocaj e Rachid Ouramdane.
In programma anche un pezzo coreografico di Marcos Morau del collettivo spagnolo La Veronal, considerato a livello europeo uno degli artisti più creativi della sua generazione, interpretato dall’ensemble italiano Spellbound Contemporary Ballet in dittico con un’opera del direttore Mauro Astolfi (Marte_The real you, 13 dicembre); una produzione di Roberto Castello, fra i pionieri della danza contemporanea in Italia, In girum imus nocte et consumimur igni (24 gennaio); e due realtà giovani già riconosciute nel panorama internazionale della performing art, il danzatore e autore Marco D’Agostin con Best Regards (produzione ERT, 13 febbraio, fra le proposte della nuova rassegna L’altro sguardo), e Dewey Dell con l’ultima creazione, Le Sacre du Printemps (20 aprile)
Fra gli artisti stranieri ospitati, la prestigiosa compagnia berlinese simbolo del teatro di figura europeo, Familie Flöz con uno dei suoi spettacoli cult, Teatro Delusio (12 e 13 gennaio) e la regista Irina Brook che (dall’1 al 4 febbraio) presenta Seagull Dreams da Il gabbiano di Anton Čechov con Geoffrey Carey e Pamela Villoresi. Fra gli italiani anche Daniele Russo in Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello (Premio come Miglior Attore alle Maschere del Teatro Italiano 2021) diretto da Gabriele Russo (dal 22 al 25 febbraio).
Novità di questa Stagione è L’altro sguardo Nuovi linguaggi della scena, rassegna dedicata alle più innovative forme della creazione teatrale: in programma per la prima edizione tre realtà artistiche mai ospitate al Bonci, tre poetiche radicalmente contemporanee tra teatro documentario, performance e drammaturgia originale: Kepler-452 con Il Capitale - Un libro che ancora non abbiamo letto, sul licenziamento collettivo via mail nella fabbrica GKN di Campi Bisenzio, reduce dal recente successo al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles (7 e 8 febbraio); il gruppo Sotterraneo con lo spettacolo Premio UBU 2022 L’Angelo della Storia (10 e 11 febbraio) e il già citato Marco D’Agostin.
Fuori abbonamento il monologo di Luca Bizzarri NonHannoUnAmico (2 marzo) e il nuovo show di Massimo Lopez e Tullio Solenghi Dove eravamo rimasti (15 febbraio).
Al centro del cartellone musicale, che si avvale quest’anno della consulenza artistica del Maestro Carlo Boccadoro, personalità come il grande trombettista Rob Mazurek con la sua Exploding Star Orchestra (24 marzo, ospitalità in collaborazione con Area Sismica); i già citati Uri Caine e Paolo Fresu; l’orchestra sinfonica della Filarmonica “Arturo Toscanini” con il celebre Trio di Parma diretti da Diego Ceretta, che presentano un omaggio al centenario della morte di Giacomo Puccini e brani di Beethoven e Dvorak (27 gennaio); i Solisti della Scala (Simonide Braconi, Fabrizio Meloni e Andrea Rebaudengo) con Mozart, Schumann e la prima esecuzione assoluta di un brano scritto per questa occasione da Braconi, tra i migliori compositori dell'ultima generazione (23 aprile); il raffinato pianista e compositore milanese Antonio Zambrini che sonorizza dal vivo due capolavori del cinema di Buster Keaton (Musica in bianco e in nero, evento realizzato in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna il 23 novembre); L'Usignolo, con la rivisitazione per ensemble di fiati di una celebre opera di Verdi (Il Trovatore Ballabile, 6 gennaio).
Sono quattro i concerti proposti dal Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena, che spazia dalla tradizionale opera (Gianni Schicchi, regia di Stefano Vizioli, 7 ottobre), alla musica sinfonica (Concerto di Natale, 22 dicembre, e Voci per l’infinito II con il pianista di fama internazionale Roberto Prosseda, 16 maggio), fino alle sperimentazioni contemporanee con un omaggio a Bruno Maderna (Don Perlimplin 29 febbraio).
Confermata, dopo la larga partecipazione alla prima edizione, anche la programmazione che si rivolge ai più piccoli con la rassegna UN, DUE, TRE…TEATRO! Domeniche al Bonci per tutte le età. Quattro le pomeridiane previste: il 29 ottobre Sonia e Alfredo, spettacolo d’ombre di Teatro Gioco Vita, il 26 novembre il cabaret-concerto Cattivini di Kosmocomico Teatro, il 7 gennaio L’Omino della Pioggia del mimo, clown e giocoliere Michele Cafaggi e il 3 marzo Il giro del mondo in 80 giorni della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani.
Tutte le attività per gli studenti, compreso il catalogo delle prime proposte alle scuole da cui nascerà il cartellone di Teatro Ragazzi, saranno presentate giovedì 21 settembre al Teatro Bonci in occasione dell’incontro aperto ai docenti (ore 17.00). Nella stessa giornata alle ore 19.00 il direttore Valter Malosti incontrerà la cittadinanza per presentare l’intera Stagione 2023/2024.

TEATRO E DANZA
Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller apre il 18 e 19 ottobre la nuova Stagione, recuperando le rappresentazioni sospese nel mese di febbraio. Massimo Popolizio dirige e interpreta, con un cast di altri otto attori, questo “classico” della letteratura americana novecentesca scritto nel 1955 a partire da un brutale fatto di cronaca che turbò profondamente l’autore: un grande affresco sociale, ambientato nella comunità di immigrati siciliani a Brooklyn, ma anche il ritratto di un uomo onesto, compromesso da una incestuosa passione erotica. Nelle mani di Popolizio diventa un racconto teatrale con la potenza espressiva di un film, prodotto da ERT / Teatro Nazionale con Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale.
Il 25 ottobre è in programma Bello mondo – improvvisazione a tre voci, evento speciale realizzato da ERT e Teatro Valdoca: in scena il trio formato da Uri Caine (pianoforte), Paolo Fresu (tromba e effetti) e Mariangela Gualtieri (testo e voce recitante) che aveva inaugurato il Salone del libro di Torino nel 2022 (in diretta su Rai Radio3) con Selvatico Sacro. Un nuovo capitolo di vicinanza fra tre amati interpreti del nostro tempo, che approfondiscono il non facile dialogo fra verso e musica, con l’allestimento e le luci di Cesare Ronconi. Bello mondo inaugura "Ciò che ci rende umani", rassegna di incontri, reading e laboratori giunta alla sua sesta edizione.
Accabadora, una produzione ERT e Savà srl dal romanzo di Michela Murgia Premio Campiello 2010, arriva a Cesena il 4 e 5 novembre. La regista Veronica Cruciani affida all’intensa Anna Della Rosa lo straordinario monologo scritto da Carlotta Corradi come traduzione scenica del libro, per una grande prova d’attrice. La drammaturgia, quasi come un giallo intimo, segue la presa di coscienza della protagonista Maria: dapprima ignara, poi attraverso indizi e ricordi diviene lentamente consapevole del terribile ruolo svolto in una piccola comunità sarda dalla donna che le ha fatto da madre. Con stupore, indignazione, accusa, ma anche conflitto interiore, si ritrova al capezzale della “zia” morente che chiede la “buona fine”, da lei tante volte data ad altre persone. La radice della parola accabadora è lo spagnolo “acabar” che significa finire, uccidere.
Dal 16 al 19 novembre è in scena il capolavoro romantico di Friedrich Schiller, Maria Stuarda, con la regia visionaria di Davide Livermore, che dirige le dive Laura Marinoni e Elisabetta Pozzi vestite da Dolce & Gabbana. Il tragico scontro tra Maria Stuart, cattolica regina di Scozia, e la protestante Elisabetta I per la corona d’Inghilterra è per sua natura una potente partitura scenica. Nella versione di Livermore diventa una sfida per le attrici che sera dopo sera si scambiano i ruoli: a indicare chi delle due sarà la regina destinata a regnare e chi quella sconfitta è un gioco teatrale nel prologo. Politica, religione, rapporto fra donne e potere, intrighi, passioni si mescolano, in questo violento affresco storico scandito dalla scrittura musicale live della cantautrice e chitarrista Giua (compositore e sound designer Mario Conte), dall’impronta epica.
Artista di casa in ERT, che sostiene da sempre le sue creazioni, Pippo Delbono ha segnato la storia del teatro contemporaneo europeo e continua a rappresentare i suoi spettacoli in Italia e all’estero. Con Amore è atteso a Cesena il 2 e 3 dicembre. Di questa ricerca interiore su uno stato dell’anima è punto di partenza il Portogallo con la sua cultura: le note malinconiche del fado dialogano con le parole dei poeti, molti di lingua portoghese, materializzando l’assenza, la distanza, la nostalgia. Amore per il regista ligure è un altro tentativo di portare dentro al teatro la vita, con un viaggio fra riflessione autobiografica e suggestivi paesaggi (sonori e pittorici) sulle tracce del sentimento che ci definisce umani. Una produzione internazionale ERT / Teatro Nazionale e São Luiz Teatro Municipal – Lisbona, Pirilampo Artes Lda, Câmara Municipal de Setúbal, Rota Clandestina, República Portuguesa – Cultura / Direção-Geral das Artes, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, Teatro Coliseo, Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires e ItaliaXXI – Buenos Aires, Comédie de Genève, Théâtre de Liège, Les 2 Scènes - Scène Nationale de Besançon, KVS Bruxelles, Sibiu International Theatre Festival/Radu Stanca National Theater.
Nell’ambito di Carne il 13 dicembre apre la Stagione danza Marte_The real you: un dittico di pezzi coreografici firmati rispettivamente da Marcos Morau del collettivo spagnolo La Veronal, considerato uno degli artisti più creativi della sua generazione, e Mauro Astolfi, direttore e principale coreografo residente, per l’ensemble italiano Spellbound Contemporary Ballet. Marte celebra l'Europa del XXI secolo, con tutta l’energia della sua gioventù e del desiderio come forza motrice, che colonizza un pianeta vuoto e ostile. La visione di Astolfi prende invece vita attraverso tecniche classiche: in The real you costruisce una sorta di spazio ideale nel quale riconoscersi quali esseri unici, affrancandosi da convenzioni e ruoli prestabiliti. A incarnare i due diversi disegni, l’estrema precisione tecnica e la poetica espressività dei danzatori di Spellbound.
Otto magistrali interpreti argentini del tango animano il palcoscenico del Teatro Bonci il 30 dicembre: Tango Gala è un omaggio della Compagnia Naturalis Labor al popolare ballo, con coreografie e regia di Luciano Padovani e musica dal vivo del quartetto Tango Spleen, una delle formazioni al vertice del panorama musicale del genere. La compagnia italiana, che molto deve alle esperienze francesi e della statunitense Carolyn Carlson, da anni conduce una ricerca che incrocia i nuovi linguaggi della danza e il tango, come già sperimentato con successo dalla coreografa argentina Ana Maria Stekelman e dall'étoile Julio Bocca.
Dopo aver incantato il pubblico all’inizio di quest’anno, torna a Cesena il 12 e 13 gennaio 2024 Familie Flöz, la compagnia berlinese simbolo del teatro di figura europeo che ha conquistato la critica internazionale con spettacoli sorprendenti, pieni di comicità e poesia. Teatro Delusio è un racconto di teatro nel teatro: fra illusioni e disillusioni, un’umanità buffa e malinconica popola lo spazio magico fra palcoscenico e dietro le quinte. Tre attori danno vita a 29 personaggi, grazie alla stralunata espressività delle maschere e a fulminee trasformazioni, trascinandoci nel divertente e squinternato mondo di Flöz.
Aspettando Godot del maestro greco Theodoros Terzopoulos, prodotto da ERT e Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini in collaborazione con Attis Theatre Company, riprende la tournée in Italia e all’estero facendo tappa a Cesena dal 18 al 21 gennaio. Con un cast d’eccezione composto da Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano, oltre che dai giovanissimi Giulio Germano Cervi e Rocco Ancarola, Terzopoulos crea un vivo dialogo tra la contemporaneità e il dramma di Samuel Beckett, capolavoro del “teatro dell’assurdo”. Ambientato dentro un’imponente istallazione scenica, che si trasforma dettando il ritmo dell’azione, il celebre dialogo fra i protagonisti si incarna in una tensione fisica e recitativa antinaturalistica ma al tempo stesso tenera, commovente e diviene una lente per leggere il presente.
Il 24 gennaio arriva a Cesena nell’ambito di Carne In girum imus nocte et consumimur igni, produzione Aldes del 2015 firmata da Roberto Castello, danzatore e coreografo fra i pionieri della danza contemporanea in Italia, quattro volte Premio UBU. Il titolo (in italiano Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco) è un enigmatico palindromo latino dalle origini incerte, già scelto nel 1978 da Guy Debord come titolo per un documentario sul cinema. Castello lo utilizza per un raffinato spettacolo notturno, a cavallo fra videoarte, danza e teatro, in cui i performer immersi in uno scabro ambiente bianco e nero assecondano il ritmo incalzante della musica elettronica lasciandosi trascinare in una estenuante danza ipnotica. È un’umanità stanca, che continua a marciare inesorabilmente sul posto, quella ritratta da questa lucida, dolente coreografia: anime in pena, pellegrini o migranti sfiniti condannati a faticare e combattersi per una gara senza arrivo. La regista Irina Brook, nata dall’attrice Natasha Parry e dal maestro Peter Brook, esplora la propria biografia di figlia d’arte attraverso le parole di Anton Čechov: dall’1 al 4 febbraio presenta a Cesena Seagull Dreams – I sogni del Gabbiano, tratto dal dramma russo. I temi e le atmosfere de Il gabbiano affiorano dal vissuto personale della regista, in filigrana a un’emozionante riflessione sul teatro inteso come laboratorio dei sentimenti. La vicenda, trasposta in un contesto contemporaneo, attinge anche ai ricordi e alle esperienze degli interpreti: il volto iconico degli spettacoli della regista, Geoffrey Carey, un’attrice storica della scena italiana, Pamela Villoresi, e un gruppo giovani attrici e attori della Scuola del Teatro del Biondo di Palermo.
L’altro sguardo Nuovi linguaggi della scena è una rassegna pensata come continua ricognizione delle più innovative forme della creazione teatrale: la prima edizione presenta al pubblico del Teatro Bonci artiste e artisti mai ospitati, tre poetiche radicalmente contemporanee, tra teatro documentario, performance e drammaturgia originale. Gli spettacoli, con gli spettatori sul palcoscenico, sono esclusi dalle formule di abbonamento a posto fisso.
Di ritorno dal recente successo al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, Kepler-452 incontra per la prima volta il 7 e l’8 febbraio il pubblico a Cesena. Con formati che spaziano dal coinvolgimento in scena di non-professionisti sulla base delle proprie biografie a reportage che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, la compagnia bolognese è mossa da un’urgenza: aprire le porte dei teatri, uscire, osservare ciò che c’è fuori, nell’incrollabile convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma che aspetta solo di essere organizzata in scena. Prodotto da ERT / Teatro Nazionale, Il Capitale – Un libro che ancora non abbiamo letto è un’indagine che partendo da Karl Marx porta in scena tre operai della fabbrica GKN di Campi Bisenzio, dopo il clamoroso caso di licenziamento collettivo via mail dell’estate del 2021. I due autori, Enrico Baraldi e Nicola Borghesi, hanno intervistato centinaia di operai, hanno partecipato a picchetti, assemblee, manifestazioni, per raccontare cosa succede quando un gruppo di lavoratori decide di tentare di fare la storia e per qualche tempo le logiche del capitale vengono estromesse da un perimetro di spazio: quello di uno stabilimento industriale occupato.
Per la prima volta al Teatro Bonci è anche Sotterraneo, il gruppo con base a Firenze che crea opere caratterizzate da un approccio avant-pop in equilibrio fra immaginario collettivo e pensiero filosofico: presenta il 10 e 11 febbraio L’Angelo della Storia, Premio UBU “Miglior spettacolo dell'anno 2022”. Dalle teorie sulla storia e l’evoluzione umana dei filosofi Walter Benjamin e Yual Noah Harari, Sara Bonaventura, Claudio Cirri e Daniele Villa traggono linfa per una feroce drammaturgia che scardina la linearità del tempo: una vertiginosa carrellata di piccoli stralci biografici e aneddoti da secoli e geografie differenti, uniti da una tela di false credenze, miti e ideologie che possono illuminare le contraddizioni di intere epoche, le pieghe più oscure e nascoste del loro tempo. Una mappa di gesti paradossali che suscitano spaesamento, riso o commozione svelandoci i modelli di auto narrazione con cui interpretiamo il mondo, dall’origine della nostra specie.
Best Regards, atteso il 13 febbraio nell’ambito di Carne, è invece una prima occasione di visione sul palcoscenico cesenate del lavoro di Marco D’Agostin: Premio UBU 2018, l’artista veneto indaga attraverso la scrittura e la danza il ruolo e il funzionamento della memoria. Una lettera indirizzata con otto anni di ritardo a qualcuno che non risponderà mai: Best Regards è una performance ad alto tasso emotivo nella scia di Nigel Charnock, l'incredibile co-fondatore di DV8 Physical Theatre scomparso nel 2012, che con i suoi spettacoli, mix ipercinetici di canto, movimento, grido e improvvisazione, ha allargato i confini della danza contemporanea. «Il mio incontro con lui, avvenuto nel 2010 – racconta D’Agostin – ha segnato in modo netto il mio modo di pensare la danza. Nigel rappresentava ai miei occhi la possibilità che in scena tutto potesse accadere ed esplodere. In lui tutto era energia, desiderio, volontà». Una produzione ERT / Teatro Nazionale, VAN con KLAP Maison pour la danse à Marseille, Rencontres Chorégraphiques de Seine Saint-Denis, CCN2 de Grénoble.
Il 15 febbraio al Bonci fa tappa il nuovo show di Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Dove eravamo rimasti (fuori abbonamento): una cavalcata di sketch, contributi video e brani musicali del duo, con il suo inconfondibile marchio di fabbrica, accompagnata dalla Jazz Company diretta dal Maestro Gabriele Comeglio. Alcune anticipazioni: una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un’apparizione dell’inedito Renato Zero di Solenghi e un confronto Mattarella/Berlusconi.
Dal 22 al 25 febbraio è in scena Le cinque rose di Jennifer, il testo che nel 1980 impose Annibale Ruccello, oggi autore simbolo del nuovo teatro napoletano, all’attenzione di pubblico e critica. Gabriele Russo dirige Daniele Russo (Premio come Miglior Attore alle Maschere del Teatro Italiano) e Sergio Del Prete in un allestimento fra il thriller e il noir che coglie tutta la malinconia del dramma senza sacrificarne l’irresistibile umorismo. Jennifer è un “femminiello” romantico che abita in una Napoli degli anni ’70 popolare, chiassosa e violenta. Chiuso in casa per aspettare la telefonata di Franco, l’ingegnere di Genova di cui è innamorato, gli dedica continuamente Se perdo te di Patty Pravo alla radio che, intanto, trasmette aggiornamenti su una serie di omicidi di travestiti nel quartiere. L’interpretazione di Daniele Russo è appassionata, vibrante: attenta a non cadere nella trappola della caricatura, mostra il lato tenero e patetico del personaggio, facendo emergere una profonda solitudine.
NonHannoUnAmico di Luca Bizzarri è un altro fuori abbonamento, in programma il 2 marzo: un post popolare durante l’ultima campagna elettorale, del celebre comico del duo “Luca e Paolo”, che si è trasformato in un podcast di successo (edito da Chora Media) e poi in uno spettacolo teatrale, scritto con l’autore Ugo Ripamonti. Con la sagacia della sua satira Bizzarri tratta la comunicazione politica ma anche il fenomeno dei social e i costumi di un nuovo millennio confuso tra la nostalgia del Novecento e il desiderio di innovazione tecnologica e sociale.
ERT produce con Moonwalking Bear Productions il nuovo spettacolo (titolo in via di definizione) di Hannes Langolf, coreografo e danzatore tedesco con base a Londra tra le figure di spicco della scena contemporanea internazionale, che nei suoi lavori di impronta socio-politica oltrepassa i confini della danza e del teatro per creare una forte connessione con il pubblico: il debutto in Italia è previsto a Cesena l’8 marzo, nell’ambito di Carne. Protagonista degli ultimi spettacoli del celebre DV8 Physical Theatre, Langolf inaugura una nuova ricerca coreografica con questa performance che è un'ode pubblica alla vulnerabilità e all'insicurezza, una difesa della nostra possibilità di cambiare. Un’indagine in linea con l’idea di una danza umana ed empatica, su come l’uomo trova la forza per rimanere saldo sul terreno ma anche per risollevarsi coraggiosamente.
Nel centenario della nascita, Marco Tullio Giordana e Luigi Lo Cascio hanno dedicato a Pier Paolo Pasolini uno spettacolo biografia costruito su una tessitura di versi dell’intellettuale friulano che racconta il lato meno esposto della sua emblematica figura pubblica, gli aspetti più intimi e profondi. Che cosa resta attuale oggi del magistero di Pasolini? Giordana lo ricorda in vita «come un fratello maggiore infinitamente dotato, amatissimo e indisponente», prediletto «non tanto per l’assidua vigilanza sui temi del giorno, quanto per la passione e l’imprevedibilità nel trattarli». Nel raffinato monologo Pa’ (a Cesena dal 14 al 17 marzo) il regista dirige Lo Cascio, come in tante occasioni sul set, in una grande prova d’attore.
Arriva a Cesena il 27 marzo, nell’ambito di Carne, Over Dance, coproduzione internazionale di ERT e Ballet Preljocaj, Chaillot – Théâtre national de la Danse, Festival Aperto / Fondazione I Teatri, Centro Servizi Culturali Santa Chiara, sul progetto della Fondazione Nazionale della Danza/ Aterballetto pensato per esplorare una scrittura coreografica capace di abbracciare i limiti del corpo che invecchia (partner scientifico la Fondazione Ravasi Garzanti di Milano, che da anni si occupa di longevità e di qualità della vita delle persone anziane). Il dittico Un jour nouveau/ Birthday Party firmato da due maestri della danza francese, il direttore del Chaillot - Théâtre National de la Danse di Parigi Rachid Ouramdane e Angelin Preljocaj, considerato il più significativo esponente della nouvelle danse, conteso da istituzioni come l'Opera de Paris e la Scala, celebra una nuova estetica di corpi nella terza età, con otto interpreti tra i 67 e gli 80 anni.
Dopo aver affrontato negli anni le tragedie di Sofocle (Antigone) ed Euripide (Ifigenia in Aulide e Medea), con Fedra Federico Tiezzi torna al mito greco, dirigendo sul palco Elena Ghiaurov nel testo di Jean Racine, scritto nel 1677 a partire da Ippolito di Euripide e Fedra di Seneca: un dramma borghese, quasi un Ibsen ante-litteram che, pur imbevuto di cristianesimo giansenista e filosofia morale, è diventato nei secoli la più grande opera sulla passione erotica che il teatro abbia mai prodotto. In una dimensione claustrofobica, dove la ragione scompare sotto la violenza e la tensione del desiderio, i mostri che affiorano di continuo nelle parole dei protagonisti sono quelli dell’inconscio. E sotto la sublime, levigata musicalità del verso si rintracciano le figure e le azioni di una tribalità arcaica, dall’incesto all’uccisione del padre. Una produzione ERT con ATP Teatri di Pistoia – Centro di Produzione Teatrale, Compagnia Lombardi-Tiezzi, che debutta in prima assoluta a Cesena dall’11 al 14 aprile e sarà a Modena dal 18 al 21 aprile.
Dewey Dell, compagnia nata a Cesena nel 2006, oggi nel panorama della performing art internazionale, presenta nell’ambito di Carne il 20 aprile l’ultima creazione, Le Sacre du Printemps. Alla sua prima rappresentazione nel 1913, la pièce su musica del compositore russo Igor Stravinskij solleva uno dei maggiori scandali della storia del balletto, per l’argomento (un rito pagano) e le innovative scelte sul piano musicale e coreografico: il nuovo disegno di Teodora Castellucci riattiva la forza di questo capolavoro tra la potente seduzione della musica, mescolata ai suoni di Demetrio Castellucci, e la furiosa energia dei corpi (interpreti, oltre alla coreografa, Agata Castellucci, Alberto “Mix” Galluzzi, Dylan Guzowski e NastyDen). Nella scena di Vito Matera popolata da creazioni digitali e protesi antropomorfe si compie un processo di metamorfosi che rimanda all’idea di una rigenerazione necessaria anche per il pianeta terra, giocando sulla sottile soglia tra origine e morte nell’eterno ciclo della vita.

CONCERTI
Per il programma musicale la Direzione si avvale quest’anno della consulenza artistica del Maestro Carlo Boccadoro, che dichiara: «È per me un vero piacere collaborare con un Teatro illustre e pieno di Storia come il Bonci di Cesena. Musiche di diverso tipo formano un cartellone colorato che spero sia di interesse per pubblici diversi, per incuriosirli e farli così mescolare tra loro».
Tra i fondatori di Sentieri selvaggi, progetto culturale che comprende un festival al Teatro Elfo Puccini di Milano e un ensemble di cui è direttore artistico e musicale, Boccadoro è compositore, direttore d'orchestra, autore di libri musicali. Ha scritto per molti anni sulla rivista Diario della Settimana e su Il Giornale della Musica, ha collaborato con le riviste MicroMega, Il Mulino e Doppiozero, con le pagine culturali de Il Sole 24 Ore e con Radio Rai3. Dal 2017 è Direttore Artistico dei Concerti della Scuola Normale di Pisa. Ha composto musiche originali per i progetti di Valter Malosti I sommersi e i salvati (con Fabrizio Gifuni), Maddalene (da Giotto a Bacon), Se questo è un uomo.
Ospite d’onore è l’eclettico Rob Mazurek con l’Exploding Star Orchestra: artista visivo, filmmaker, compositore, improvvisatore, grande trombettista che da trent’anni si muove fra sperimentazione jazz, elettro-acustica e istallazione sonora, ha trascorso gran parte della sua vita creativa a Chicago, per trasferirsi poi in Brasile e negli ultimi anni a Marfa, nel cuore del deserto texano, dove dall’inizio degli anni 70 vive una celebre comunità di artisti. L’ensemble, da lui fondato nel 2005 con l’obiettivo di riunire i musicisti più in vista della scena di Chicago che da sempre influenza il resto del mondo, si ricollega alla tradizione di esperienze orchestrali del jazz d’avanguardia, rilanciandola in avanti per proporre una musica viva, palpitante, di segno fortemente contemporaneo ma permeata da linee melodiche d’impatto. Formazione unica nel panorama internazionale, è caratterizzata dal suo metamorfismo, a partire dall’organico che di tournée in tournée vede l’avvicendarsi di collaboratori stabili e guest star. Quella dell’Exploding è «una musica non eseguita ma, pur con parti scritte e passaggi arrangiati, creata sul palco». Il concerto, in programma il 24 marzo è un evento in collaborazione con Area Sismica.
Accolta con entusiasmo dal pubblico durante la scorsa Stagione, torna a Cesena la prestigiosa Filarmonica “Arturo Toscanini” (27 gennaio) con un omaggio al centenario della morte di Giacomo Puccini, l’elegia per quartetto d’archi Crisantemi (nella trascrizione per orchestra d’archi), e due capolavori dal grande repertorio sinfonico, il Triplo Concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra op. 56 di Ludwig Van Beethoven e la Sinfonia n. 9 op. 96 “Dal Nuovo Mondo” di Antonin Dvorak, che esegue con il celebre Trio di Parma (Alberto Miodini al pianoforte, Ivan Rabaglia violino e Enrico Bronzi violoncello). Sul podio un giovanissimo direttore con una carriera di successo, il ventiseienne Diego Ceretta, già assistente di Daniele Gatti e Fabio Luisi, diventato di recente il nuovo direttore stabile dell'Orchestra della Toscana.
Nell’ambito della classica, con pagine nuove e di raro ascolto, si iscrive anche il programma presentato dai Solisti della Scala il 23 aprile: nel Concerto di musica da camera capolavori di Wolfgang Amadeus Mozart e Robert Schumann incorniciano la prima esecuzione assoluta di un brano scritto per questa occasione da Simonide Braconi, considerato tra i migliori compositori dell'ultima generazione. Protagonisti tre celebri solisti della scena musicale italiana e internazionale: Braconi stesso, anche prima viola del Teatro alla Scala, Fabrizio Meloni, primo clarinetto dell’orchestra del Teatro e della Filarmonica della Scala e Andrea Rebaudengo, storico pianista dell’ensemble Sentieri Selvaggi.
Fra musica jazz e cinema si muove invece il concerto Musica in bianco e in nero (23 novembre), del raffinato pianista e compositore milanese di fama europea Antonio Zambrini: il suo pianoforte dialoga in tempo reale con due ironici capolavori del periodo muto americano, La palla n. 13 (Sherlock) e One Week di Buster Keaton. Durante la lunga collaborazione con la Cineteca Italiana di Milano il musicista ha sonorizzato dal vivo molti film muti, sviluppando una particolare attitudine a questa forma di improvvisazione: con un monitor sul pianoforte o direttamente rivolto allo schermo segue lo sviluppo narrativo della pellicola realizzando vere e proprie colonne sonore all’impronta. Un viaggio a ritroso, all’epoca in cui musicisti e intere orchestre accompagnavano le proiezioni nei teatri, realizzato in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna.
L'Usignolo, gruppo di musicisti fondato da Mirco Ghirardini e Francesco Gualerzi che ricostruisce l'esperienza dei Concerti a fiato (antenati delle nostre bande di oggi) in un repertorio che si rifà alla tradizione dei cosiddetti “ballabili” diffusi in particolare tra Reggio Emilia e Parma verso la fine dell'Ottocento, propone il 6 gennaio la rivisitazione di una celebre opera di Giuseppe Verdi con Il Trovatore Ballabile: i temi verdiani trascritti per questa curiosa formazione che utilizza anche strumenti molto rari (Mirco Ghirardini quartino e lettura, Andrea Medici quartino, Fabio Codeluppi tromba, direzione e arrangiamenti, Valentino Spaggiari bombardino, Cristina Zambelli genis, Dimer Maccaferri corno, Gianluigi Gialla Paganelli tuba), si alternano a una narrazione ironica e surreale della trama.
Frutto della sinergia con il Conservatorio di Cesena sono quattro proposte musicali che spaziano dall’opera alla musica sinfonica, fino alle sperimentazioni contemporanee.
In apertura di Stagione (a ingresso gratuito) l’istituto cesenate con l’Accademia di Belle Arti di Bologna (classe di Scenografia del teatro dell’opera e spettacolo musicale guidata dai docenti Marcello Morresi e Vittoria Papaleo) e il Conservatorio Lèttimi di Rimini allestisce Gianni Schicchi, l’unica opera comica di Giacomo Puccini (su libretto di Giovacchino Forzano), che con Tabarro e Suor Angelica compone il celebre Trittico andato in scena al Metropolitan di New York nel dicembre del 1918. Debuttano al Teatro Bonci il 7 ottobre i giovani cantanti del Laboratorio lirico del Conservatorio Bruno Maderna di Cesena, con l’Orchestra del Conservatorio diretta da Paolo Manetti, regia di Stefano Vizioli. Con il tradizionale Concerto di Natale dell’Orchestra Sinfonica diretta da Paolo Manetti (fuori abbonamento, 22 dicembre) il Conservatorio presenta invece un programma di autori romantici e tardo romantici, da Čajkovskij a Puccini e Strauss, adatto a un pubblico di tutte le età. Il 29 febbraio è in scena Don Perlimplin – Ossia il trionfo dell’amore e dell’immaginazione, l’opera radiofonica che Bruno Maderna, geniale compositore, direttore d’orchestra e fondatore dello Studio di Fonologia della Rai di Milano, ha tratto dall’omonima commedia di Federico Garcia Lorca in occasione del Premio Italia del 1962. Un omaggio al compositore a 50 anni dalla scomparsa realizzato dai Dipartimenti di Canto e di Musica elettronica del Conservatorio che porta il suo nome, con allievi cantanti, strumentisti, registi del suono e la direzione d’orchestra di Andrea Cappelleri.
Il Conservatorio chiude la programmazione musicale il 16 maggio: in Voci per l’infinito II (Beethoven – Mendelssohn: due capolavori dell’universo romantico) l’Orchestra Sinfonica diretta da Paolo Manetti, con Roberto Prosseda al pianoforte, interpreta due capolavori del repertorio ottocentesco, due opere che colgono la condizione dell’uomo di fronte all’infinito, sia nella dimensione più introspettiva e umana che in quella spirituale: il Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in mi bemolle maggiore ‘Imperatore’ op. 73 di Ludvig van Beethoven e la Sinfonia n. 5 in re minore op. 107 ‘Riforma’ di Felix Mendelssohn. Prosseda è uno specialista della musica pianistica di Mendelssohn e proprio alle incisioni Decca Mendelssohn Complete Piano Works deve la sua fama internazionale.

TOUT PUBLIC
La Stagione del Teatro Bonci si rivolge anche ai più piccoli con la seconda edizione della rassegna UN, DUE, TRE…TEATRO! Domeniche al Bonci per tutte le età che propone visioni adatte a un pubblico a partire dai 3 anni. Quattro pomeriggi dedicati a bambine e bambini, per divertirsi insieme e scoprire la magia del teatro.
Si inaugura il 29 ottobre con Sonia e Alfredo – Un posto dove stare di Teatro Gioco Vita, i maestri italiani del teatro d’ombre, dall’opera della scrittrice e illustratrice belga Catherine Pineur: lo spettacolo è tratto dai suoi libri Va-t’en, Alfred! e T’es là, Alfred? (editi da Pastel/ Ecoledeloisirs, il primo pubblicato in italiano da Babalibri), fondendo e sviluppando le vicende in un’unica storia. Sonia e Alfredo sono due personaggi teneri ed emblematici: lei vive tutta sola in una casa in fondo al bosco, lui è un buffo, strano uccello in cerca di un luogo dove stare. Dalla loro amicizia nascono inedite avventure, raccontate sullo schermo bianco del teatro d’ombre dai due interpreti/ animatori, Deniz Azhar Azari e Tiziano Ferrari. Regia e scene di Fabrizio Montecchi.
Il 26 novembre Kosmocomico Teatro presenta Cattivini, Cabaret–concerto per Bimbi Monelli: canzoni piene di humor e non-sense, scritte e interpretate da Valentino Dragano, anche regista, autore dello spettacolo, in scena con i dipinti di Silvia Vailati. Sono i monelli i protagonisti, i bambini più terribili ma anche i più simpatici, spinti dalla fondamentale e vitale pulsione a sovvertire le regole, a sbagliare per imparare, che tutti abbiamo sperimentato. Un’opera fatta di musica e tante geniali trovate, tipiche dell’infanzia, ma che a tratti richiamano anche le comiche nevrosi degli adulti.
Uno spettacolo comico e onirico è in programma domenica 7 gennaio: L’Omino della Pioggia – Una notte tra acqua e bolle di sapone del mimo, clown e giocoliere Michele Cafaggi prodotto Studio TA-DAA! con le musiche originali di Davide Baldi e la regia di Ted Luminarc. In scena prende vita un universo dove le parole sono sostituite da oggetti, giochi di magia e spettacolari effetti di acqua e sapone che riempiono il palcoscenico di bolle cristalline. Tutto ha inizio con una finestra aperta: la pioggia che entra costringe il protagonista ad aprire l’ombrello...
Chiude la rassegna il 3 marzo la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani con Il giro del mondo in 80 giorni, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Jules Verne con la regia e drammaturgia di Luigina Dagostino.
L’avventuroso romanzo diventa uno lavoro dinamico e mirabolante, ricco d’invenzioni sceniche e suggestioni musicali provenienti da vari continenti. Un trabattello, valigie, stoffe e poco altro sono gli elementi che compongono la scenografia: le varie tappe si snodano in un ritmo vorticoso grazie alla trasformazione del trabattello e ai giochi di luce che evocano le atmosfere del viaggio. In scena tre interpreti, Claudio Dughera, Daniel Lascar e Claudia Martore.
Continua per la Stagione 23/24 l’attività di accoglienza al pubblico del Caffè del Teatro, riaperto nell’ottobre del 2022 grazie a un progetto di formazione e integrazione sociale che ERT ha condiviso con ASP (Azienda pubblica di Servizi alla Persona) del distretto Cesena Valle Savio e Techne, l’agenzia formativa pubblica della Provincia di Forlì-Cesena (all’allestimento del locale ha collaborato Estados Cafè, azienda forlivese da tempo impegnata in ambito sociale).
info:   www.emiliaromagnateatro.com

Crediti fotografici: Laila Pozzo e Margherita Caprilli per ERT Emilia Romagna Teatro - Teatro Bonci di Cesena
Nella miniatuta in alto: Valter Malosti






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servizio di Athos Tromboni FREE

20241012_Ro_00_MadamaButterfly_FrancescaDotto_phNicolaBoschettiROVIGO - Il Teatro Sociale ha inaugurato la propria stagione d'opera con l'attesa nuova produzione di Madama Butterfly coprodotta con il Teatro Verdi di Padova e il Teatro "Mario Del Monaco" di Treviso. Tutto affidato alle risorse locali venete, che vanno dal regista Filippo Tonon al direttore d'orchestra Francesco Rosa, alla costumista Carla Galleri (sarda di nascita, ma veneziana di formazione), all'Orchestra di Padova e del Veneto, al Coro Lirico Veneto istruito dal veronese Matteo Valbusa.
Fin dall'aprirsi del sipario si capisce immediatamente che il regista ha la mano pratica (e convincente) per dare a Giacomo Puccini ciò che è di Puccini: fedeltà al testo dei librettisti Illica e Giacosa e rispetto di quanto il compositore lucchese aveva studiato e realizzato per la sua "opera esotica" scritta tra il 1901 e il 1904; fedeltà al punto da mettere in scena (da parte di Tonon) non l'harakiri di Cio-Cio-San
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VideoCopertina
La Euyo prende residenza a Ferrara e Roma

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Personaggi
E il Regio si prende Battistoni
redatto da Athos Tromboni FREE

20241129_To_00_NuovoDirettoreMusicale_AndreaBattistoni_phDanieleRattiTORINO - «Il Teatro Regio di Torino è lieto di annunciare la nomina di Andrea Battistoni a Direttore musicale, un momento fondamentale per il Teatro e il suo futuro. Battistoni, figura di spicco nel panorama musicale internazionale, entrerà in carica ufficialmente dal 1° gennaio 2025, con un mandato che abbraccerà le prossime due Stagioni.» È la
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Echi dal Territorio
Torna il Comitato per i Grandi Maestri
servizio di Athos Tromboni FREE

20241127_Fe_00_Stagione2025CircoloNegozianti_ChristianSacconFERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e diretto dal prof. Gianluca La Villa, dopo un periodo di pausa, riprenderà nel 2025 l'attività con una serie di appuntamenti musicali principalmente a Ferrara, nel salone nobile di Palazzo Roverella (Circolo dei Negozianti), ma anche a Lucca, nella Chiesa dei Servi. Si tratta di cinque concerti
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Vocale
Vissi d'arte. Vissi per Maria
servizio di Athos Tromboni FREE

20241120_Fe_00_VissiDArteVissiPerMaria_MariaCallasFERRARA - Non è facile evocare il mito di Maria Callas portando in scena uno spettacolo che la racconta, senza sporcare o comunque pasticciare impropriamente i contenuti di quella che fu la vita turbinosa e la virtù artistica della grande cantante. Ci hanno provato i componenti del trio Ensemble Musica Civica con Dino De Palma (violino), Luciano
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Eventi
La stagione sinfonica 2025 dei felsinei
redatto da Athos Tromboni FREE

20241119_Bo_00_StagioneSinfonica_MacciardiFulvioBOLOGNA - Ventuno concerti costituiscono l’ampia e variegata offerta sinfonica, che caratterizza la stagione 2025 del Teatro Comunale di Bologna, in programma dal 12 gennaio all’11 dicembre 2025 all’Auditorium Manzoni, alle 20.30 nei giorni feriali e alle 17.30 la domenica. Sono ben 20 gli appuntamenti in abbonamento, che spaziano dal
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Opera dal Nord-Est
La Traviata dello sballo
servizio di Rossana Poletti FREE

20241118_Ts_00_LaTraviata_EnricoCalessoTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. La Traviata, che ha aperto la stagione lirica del Verdi, denota subito un tratto lampante della regia di Arnaud Bernard: l’evidenziare in maniera sguaiata la licenziosità dei costumi. Di fatto parliamo di una mantenuta che, se anche moralmente riscattata nel finale da Alfredo, come pure dal padre di lui,
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Opera dal Nord-Ovest
Don Pasquale č un vaudeville
servizio di Athos Tromboni FREE

20241118_Bg_00_DonPasquale_RobertoDeCandia_phGianfrancoRotaBERGAMO - La sorpresa più lieta, arrivando a teatro per la "prima" del Don Pasquale del Festival Donizetti 2024, è stata che abbiam trovato disponibile un libretto (anzi, un libro) a stampa come succedeva nei migliori anni del secondo Novecento e come non succede quasi più in nessun teatro, specie se di provincia. Il libretto (anzi, il libro) contiene
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Opera dall Estero
Madama Butterfly ciak si gira
servizio di Ramón Jacques FREE

20241118_00_LosAngeles_MadamaButterfly_KarahSon_phCoryWeaverLOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Il mese di settembre segna l'inizio di quasi tutte le stagioni dei teatri d'opera americani, e la Los Angeles Opera, uno dei teatri più importanti del Paese, che propone un'interessante offerta di titoli, ha inaugurato il proprio ciclo con la già celebrata e apprezzata Madama Butterfly di Giacomo Puccini
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Vocale
Requiem salvato dalle voci
servizio di Simone Tomei FREE

20241027_Li_00_RequiemVerdi_EricLederhandler_phTeamBizziLIVORNO - Rappresenta un debutto assoluto per il Teatro Goldoni e più in generale per i teatri livornesi l’esecuzione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi e sentiti capolavori del Cigno di Busseto, che fino ad oggi aveva avuto un'unica esecuzione nella città labronica nel 1986 a Villa Mimbelli. È con questo concerto inaugurale
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Opera dal Centro-Nord
Il paradigma č un cavallo
servizio di Simone Tomei FREE

20241022_Pr_00_LaBattagliaDiLegnano_AlessioVernaMarinaRebeka_phRobertoRicciPARMA - Nel 1849 Giuseppe Verdi presenta a Roma La Battaglia di Legnano, un'opera in quattro atti con libretto di Salvatore Cammarano. Ambientata nel 1176, durante la celebre battaglia in cui la Lega Lombarda sconfisse l'imperatore Federico Barbarossa, l'opera va oltre la semplice rievocazione storica, riflettendo profondamente
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Echi dal Territorio
Miracolo al soglio di sor Giacomo
FREE

20241020_00_TorreDelLago_FabrizioMiracoloPresidenteFondazioneFestivalPuccinianoTORRE DEL LAGO (LU) - È l’avvocato Fabrizio Miracolo il nuovo presidente della Fondazione Festival Pucciniano nominato dal sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, alla guida della stessa Fondazione; il neo presidente si dice  «... profondamente onorato per la fiducia ricevuta dal primo cittadino. È un incarico – ha poi proseguito – che rappresenta
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Opera dal Centro-Nord
Appunti dal Festival Verdi
servizi di Angela Bosetto e Nicola Barsanti FREE

20241017_Pr_00_GalaVerdiano+Macbeth_GiuseppeVerdiPARMA - Era il 10 ottobre 1813 quando, alle Roncole di Busseto, Luigia Uttini diede alla luce Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, colui che, citando Gabriele D’Annunzio, avrebbe dato voce alla speranza e ai lutti, pianto e amato per tutti. Tradizione vuole dunque che, nell’ambito del Festival Verdi di Parma e Busseto, il decimo giorno del
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Opera dall Estero
Ballo in maschera di stelle
servizio di Ramón Jacques FREE

20241016_00_SanFrancisco_UnBalloInMaschera_MichaelFabiano_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA), War Memorial Opera House - Ci sono alcune opere liriche che hanno un legame o un significato speciale con alcuni teatri, e una di queste è Un Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi con la San Francisco Opera, titolo scelto dalla compagnia per avviare la nuova stagione, la 102 ̊ della propria storia. Quest'opera verdiana ebbe
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Opera dal Nord-Ovest
Giro di vite diversamente fatto
servizio di Simone Tomei FREE

20241014_Ge_00_IlGiroDiVite_KarenGardeazabal_phFedericoPittoGENOVA - Due teatri genovesi, il Nazionale ed il Carlo Felice, hanno avuto un’idea innovativa e affascinante per l’apertura della nuova stagione 2024-2025, proponendo un duplice spettacolo che unisce prosa e opera, presentato al Teatro Ivo Chiesa. È la prima volta in Italia che il pubblico può assistere a un dittico in cui viene messo in scena lo
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Eventi
Spiegato il cartellone col concertone
servizio di Athos Tromboni FREE

web_20241005_Fe_00_OperaEDanza2024-2025_MarcoGulinelliFERRARA - È stata presentata ieri la nuova stagione 2024/2025 di Opera e Danza del Teatro Comunale "Claudio Abbado": sono 14 i titoli in programma al via il 19 novembre prossimo con lo spettacolo performativo  Vissi d'arte. Vissi per Maria dedicato e incentrato sulla figura della divina Maria Callas. Otto spettacoli saranno realizzati dal Teatro
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Opera dal Centro-Nord
Schicchi nelle Stanze dell'Opera
servizio di Simone Tomei FREE

20240929_Ar_00_GianniSchicchi_MarioCassiAREZZO - Si è “consumata” nel Teatro Petrarca della città toscana una lodevole iniziativa locale che ha portato alla messinscena di un capolavoro pucciniano facente parte del celeberrimo Trittico: il Gianni Schicchi. L’iniziativa ha annoverato due aspetti interessanti e particolari.
In primis nel cast erano presenti molti talenti del progetto di
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Echi dal Territorio
Tutte le direzioni in Fall
servizio di Athos Tromboni FREE

20240927_Fe_00_IlGruppoDei10-TutteLeDirezioniInFall2024_MirabassiZanchiniVIGARANO MAINARDA (FE) - La programmazione autunno-vernina del Gruppo dei 10 riparte dallo Spirito di Vigarano Mainarda con l'ormai classico appuntamento di Tutte le direzioni in Fall. Gli otto eventi, che si svolgeranno da venerdì 11 ottobre a giovedì 26 dicembre 2024, sono stati presentati alla stampa e ai soci del Gruppo dei 10 oggi
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Eventi
Il Filarmonico 2025 inizia con Salieri
servizio di Athos Tromboni FREE

20240926_Vr_00_TeatroFilarmonico-Stagione2025_AntonioSalieriVERONA - Il giornalista e critico musicale Alberto Mattioli è stato il mattatore della presentazione della stagione lirica e sinfonica 2025 del Teatro Filarmonico, Arena di Verona. La conferenza stampa, aperta al pubblico, si è tenuta oggi nella Sala Maffeiana dello stesso teatro veronese e Mattioli ha raccontato storia e aneddoti legati ai titoli d'opera
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Jazz Pop Rock Etno
Ferrara in Jazz si comincia...
servizio di Athos Tromboni FREE

20240926_Fe_00_FerraraInJazz2024-2025_ImmanuelWilkinsFERRARA - La 26.esima edizione di Ferrara in Jazz è stata presentata oggi nella Sala dell'Arengo del Municipio dal presidente del Jazz Club, Federico D'Anneo, dal direttore artistico Francesco Bettini, dall'Assessore alla cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, e dalla direttrice del Conservatorio di Musica "Girolamo Frescobaldi", Annamaria
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Vocale
Donne nelle arie di Puccini
FREE

20240924_Fe_00_DonneNelleArieDiPuccini_NicolettaContiFERRARA - Il Teatro Comunale "Claudio Abbado" ha inaugurato il Festival di danza contemporanea con una prima esecuzione mondiale dello spettacolo Puccini's Opera - Voci di donne realizzato dalla coreografa e regista Monica Casadei con la sua Compagnia Artemis Danza di Parma.
Nell'ambito della giornata dedicata a
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Opera dal Centro-Nord
La solita bella Cenerentola
servizio di Simone Tomei FREE

20240923_Fi_00_LaCenerentola_TeresaIervolino_phMicheleMonastaFIRENZE - È tornata in scena al Teatro del Maggio Fiorentino La Cenerentola di Gioachino Rossini nell’ormai storico allestimento della regista Manu Lalli, scene di Roberta Lazzeri, costumi di Gianna Poli e luci di Vincenzo Apicella riprese da Valerio Tiberi. Ho parlato di questa mise-en-scene in due precedenti visioni del 2017 e 2018 alle quali vi rimando
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Opera dal Centro-Nord
Cavalleria e Schicchi buon cast mala regia
servizio di Simone Tomei FREE

20240922_Li_00_CavalleriaRusticana_DonataDAnnunzioLombardi_phEmanueleBaldanziLIVORNO - Il Festival Mascagni di Livorno 2024 si è chiuso con la rappresentazione delle opere Cavalleria rusticana e Gianni Schicchi, portando sul palco due compositori toscani di spicco: Pietro Mascagni e Giacomo Puccini. Per quale motivo si è scelto di accostare due opere così distanti tra loro? Lo spiega il direttore artistico del Festival, Marco Voleri
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Opera dal Nord-Est
Quattro serata in Arena
servizio di Simone Tomei FREE

20240903_Vr_00_Aida_AnnaPirozzi_phEnneviFotoVERONA - Ho partecipato al Festival areniano 2024 a Verona sul concludersi della stagione e qui vi racconto le mie quattro serate trascorse nell’anfiteatro scaligero: nella prima serata ho assistito all'intramontabile Aida di Giuseppe Verdi; la seconda serata mi ha coinvolto nella Tosca di Giacomo Puccini; poi Il barbiere di Siviglia di Gioachino
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