Pubblicato il 28 Luglio 2023
Applausi e ovazioni all'orchestra del Maggio e al direttore Daniele Gatti in una serata memorabile
Concerto per l'Italia a Siena servizio di Nicola Barsanti

20230728_Si_00_ConcertoMMFDanieleGattiLilyaZilbersteinSIENA - Nella meravigliosa cornice di Piazza del Campo, in seguito al progetto “Il Maggio Metropolitano” ospitati dall’Accademia Musicale Chigiana approda l’orchestra dell’omonimo Teatro Fiorentino, che sempre sotto la direzione del Maestro Daniele Gatti, dopo il successo riscontrato nel ciclo dedicato interamente alle sinfonie di Tchaikovsky svoltosi nella Sala Zubin Metha, torna a Siena per riproporre l’ultima e forse più celebre Sesta sinfonia del compositore russo, anche detta Patetica.
L’acustica e i vari rumori della piazza, nonostante l’amplificazione dell’organico orchestrale non hanno consentito di poter apprezzare i pianissimi e le sfumature di suono che contraddistinguono queste miracolose pagine sinfoniche, ciò vale specialmente per l’apertura della sinfonia eseguita dai fagotti in pianissimo e per il finale nel quale ai violoncelli e ai fagotti è affidato il difficile compito di suonare sempre più piano quelle semicrome intervallate da pause, che le fanno apparire come un singhiozzo, come un pianto disperato e silenzioso che sfocia in un’amara rassegnazione di morte che impediscono al compositore di vedere una via di salvezza, una via di fuga che lo condurranno al noto suicidio (nota la tesi, mai smentita, formulata dalla musicologa russa Alexandra Orlova secondo la quale il compositore non fu ucciso dal colera, quel 6 novembre 1893, ma morì suicida per non rimanere travolto dall'incombente scandalo della sua omosessualità), senza mai chiedere aiuto, ponendo fine alla sua vita con lo stesso agghiacciante silenzio con cui decide di terminare il suo estremo capolavoro.

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Morte avvenuta esattamente 21 giorni dopo la prima esecuzione assoluta diretta da Tchaikovsky in persona, passata in seguito alla storia come la sua sinfonia testamento, inestimabile eredità musicale lasciata ai posteri.
La carica drammatica e l’intensità sonora alternata ai sopracitati pianissimi sono stati rispettati e ben eseguiti dal Maestro Daniele Gatti, che ancora una volta dimostra di possedere un’ottima tecnica e capacità interpretative spiccate che aggiungono a queste pagine una lettura dal carattere più italiano che russo, ma che nonostante ciò si trovano ben amalgamate in un risultato piacevole e di successo che culmina con uno scrosciante applauso da parte del pubblico senese.
Di particolare spicco è risultata la sezione dei fiati e dei tromboni che unita alle note dei violoncelli e dei vìolini sono riusciti a costruire un cromatismo d’effetto, un crescendo sinfonico portato all’ennesima potenza che trova la sua esplosione cromatica e melodica in quel fortissimo del primo movimento, che sono certo abbia colpito i cuori e l’animo di chi, in una sorta di estasi contemplativa ha avuto la fortuna di essere immerso in quel mare di suoni.
Sotto la splendida Torre del Magia a completare il programma risuonano anche le dolci note del Concerto per pianoforte e  orchestra n. 23 K. 466 in La maggiore di Mozart, tonalità che contrasta notevolmente con quella in Si minore della Patetica ma necessaria per alleggerire l’intensità del programma.
I tre movimenti che compongono il capolavoro mozartiano vengono eseguiti dalla pianista e concertista Lilya Zilberstein che dimostra di possedere un’ottima tecnica e agilità suonando sempre con estrema chiarezza e precisione.
Di particolare effetto risulta l’interpretazione conferita nel secondo movimento, uno degli adagi più belli di Mozart che la Zilberstein ha saputo rendere al meglio, ottimo anche l’ultimo movimento caratterizzato da maggior brio e agilità.

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Il Concerto per l’Italia del 19 luglio 2023 non può che dirsi una serata fortunata di grande musica apprezzata non solo dal pubblico pagante ma anche dal gran numero di passanti e turistici che circondavano la piazza, ma anche da chi, non essendo a Siena ha deciso di seguirlo in tv, visto che l’intero concerto è stato mandato in diretta Rai e nuovamente visibile sulla piattaforma Rai Premium.
Applausi e ovazioni per tutti.

Crediti fotografici: Ufficio stampa del Maggio Musicale Fiorentino
Nella miniatura in alto: la pianista Lilya Zilberstein
Sotto, in sequenza, alcuni momenti del concerto diretto dal Maestro Daniele Gatti





Pubblicato il 21 Luglio 2023
Il grande Maestro sul podio dell'Orchestra Cherubini solista il violoncellista Tamás Varga
Ritorno a Ferrara di Riccardo Muti servizio di Edoardo Farina

20230721_Fe_00_ConcertoRiccardoMuti_miniaturaFERRARA - Un’anteprima simbolica e una straordinaria inaugurazione estiva per la stagione di Ferrara Musica 2023/2024 ove venerdì 21 luglio al Teatro Comunale “Claudio Abbado” è tornato a Ferrara a tre anni dalla sua prima e unica esibizione in città, il grande direttore Riccardo Muti sul podio dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” per un concerto che ha visto anche la partecipazione come solista del violoncellista ungherese Tamás Varga.  Tra i celebri maestri d’Italia e all’estero, nella sua carriera Muti dal 1968 al 1980 è stato direttore principale del Maggio Musicale Fiorentino e dal 1986 al 2005 del Teatro alla Scala di Milano; ha diretto molte tra le più prestigiose orchestre: dai “Berliner Philharmoniker” alla “New York Philharmonic”, dall’ “Orchestre National de France” alla “Philharmonia” di Londra. La sua vasta produzione discografica spazia dal repertorio sinfonico e operistico classico al Novecento. Nel 2015 ha fondato la “Riccardo Muti Italian Opera Academy”, un'accademia internazionale con sede a Ravenna dove giovani allievi possono perfezionare le proprie conoscenze e tecniche. Dal settembre 2010 al giugno di quest’anno è stato Direttore Musicale della “Chicago Symphony Orchestra” e al termine di questo mandato l’Orchestra lo ha nominato Direttore Musicale Emerito a Vita.                    
20230721_Fe_01_ConcertoRiccardoMuti_PrimoPianoCostituita nel 2004 da Muti con il nome di uno dei massimi compositori italiani di tutti i tempi, l’Orchestra Giovanile è affidata all’omonima Fondazione supportata dalle municipalità di Piacenza e Ravenna e da Ravenna Manifestazioni. Selezionati attraverso centinaia di audizioni da una commissione rilevante, presieduta dallo stesso maestro, ove l’età minima richiesta non deve essere inferiore ai diciotto e superare i trent’anni, mantenendosi inoltre saldi nel ricambio generazionale dalla durata massima di tre, i musicisti provengono da ogni regione italiana dall’attività molto intensa, alternando concerti e tournée in Europa e nel mondo, mantenendo sempre la residenza estiva al Ravenna Festival.  
Atteso appuntamento inevitabilmente dal tutto esaurito, sul palco gli oltre cento giovani prossimi a iniziare si accordano dandosi reciprocamente il LA del primo violino, per giungere da lì a poco improvvisamente a un silenzio irreale, anche da parte della platea che in ansia attende la presenza del direttore per il primo brano la Suite dalla colonna sonora del film Il padrino di Nino Rota (Giovanni Rota Rinaldi, Milano, 1911 – Roma, 1979). Il tempo è lunghissimo, un minuto interminabile, forse due o tre; Muti si attarda a uscire creando addirittura qualche preoccupazione. Eccolo, dal passo flemmatico e imperiale sale sul podio per dare luogo alla direzione con il suo inconfondibile gesto lento ma preciso e rassicurante. Esecuzione maestosa nella grandezza di una assai nota musica da film in cui si sono inseriti per l’occasione anche strumenti più insoliti e popolari dalle chitarre ai mandolini, dalla batteria alla fisarmonica, soprattutto per coloro che ricordano la celebre colonna sonora del 1972 che pur avendo avuto un grande successo non ottenne la candidatura all'Oscar in quanto non si trattava di pagine inedite (Rota aveva utilizzato temi da lui composti anni prima, come il principale Parla più piano, rielaborazione con ritmo più lento della musica per il film Fortunella di Eduardo De Filippo) portandolo all’attenzione del grande pubblico. Vincerà comunque l'ambito riconoscimento due anni più tardi per le musiche originali del film Il Padrino - Parte II, dividendolo con l'altro compositore del film Carmine Coppola, padre del regista Francis Ford Coppola e un guadagno allora di ben sette miliardi di vecchie Lire come ha affermato Adriano Cirillo, ultimo suo allievo del Conservatorio di Bari “Niccolò Piccinni” l’inverno scorso ospite presso la Sala del Ridotto dell’ “Abbado” in occasione di un concerto dedicato al compositore milanese per esecuzione di Marcello Corvino e Carlo Bergamasco, violino e pianoforte. “Muti si è gettato a capofitto nelle melodie voluttuose di tali pagine, ottenendo dall’orchestra suoni pastosi e fraseggi trascinanti di grande seduzione espressiva: qui come altrove, infatti, non s’intimidisce mai nel far risuonare in tutto il loro calore le melodie “strappacuore” di certo repertorio italiano, senza privarle del necessario pathos, ma restando pur sempre un passo indietro dall’eccesso, dalla caduta di gusto; e anche in questo caso le espansioni espressive sono state dosate con perizia estrema, per un piacere d’ascolto totale”, come sostiene anche il critico Marco Beghelli.

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Una scelta di repertorio non tanto di stampo profano, semmai “leggero” dedicato a un capolavoro per il grande schermo ove “I critici lo hanno spesso sottovalutato, sotto la sua cantabilità c'è qualcosa di inquietante, un assorto senso esistenziale, una tristezza mediterranea" – sostiene Muti difendendo la maestria compositiva di Rota, autore tra l’altro di quasi tutte le colonne sonore dei film di Fellini, ritenuto, soprattutto in vita, ingiustamente un autore "minore" e oggi secondo solo a Ennio Morricone, a causa unicamente della sua prematura scomparsa avvenuta a soli 68 anni.
Volendo accostarne un altro suo brano ne è stato interpretato il Concerto per violoncello n. 2 in Si minore op. 104 scritto nel 1973 e qui magistralmente eseguito dal violoncellista Tamás Varga dall’interpretazione davvero sentita e ispirata; nato a Budapest,  primo violoncello dei Wiener Philharmoniker per oltre venti anni esibendosi come solista con direttori come Christoph Eschenbach, Zubin Mehta, Andris Nelsons, Ádám Fischer, Seiji Ozawa, Giuseppe Sinopoli, Pinchas Steinberg e Michael Tilson Thomas, tiene oggi corsi di perfezionamento a livello mondiale, dall’Australia al Vietnam, dal Giappone agli Stati Uniti.

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Fuori programma a chiusura della prima parte, ancora Varga in una pagina sola scritta dal figlio adolescente Konrád, dopo averne spiegata l’intenzione esprimendosi in un inglese un po’ stentato: “Eseguirò un Adagio, ove in questo andamento il mio impegno sarà costituito nel farlo ad agio cioè nel rigore esecutivo che più gli si addice, secondo la giusta etimologia del termine, avendone suscitato a suo tempo una interessante riflessione attraverso un confronto proprio con il Maestro Muti”. La prosecuzione ha rivestito un carattere nettamente impegnativo ed esuberante avente la danza come tema comune, con la Suite n. 2 dal Cappello a tre punte di Manuel De Falla (1876 - 1946) balletto in un atto su libretto di Gregorio Martínez Sierra, tratto dall'omonimo romanzo di Pedro Antonio de Alarcón in due scene. Composto su commissione di Sergej Diaghilev, fu rappresentato per la prima volta al teatro Alhambra di Londra il 22 luglio 1919 con coreografia di Léonide Massine e scenografie di Pablo Picasso. Opera di lunga consuetudine per Muti che ha trascinato la Cherubini in un'esecuzione intensa ed energica, calibrando ogni dettaglio in modo  assolutamente appropriato per dare spazio anche alle singole parti solistiche; presenti le alternanze delle diverse sei percussioni in una partitura ricca di temi che riecheggiano la musica popolare andalusa ma con una orchestrazione raffinata e caratterizzata da una misura cameristica, o quasi.

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Esempi di questo patrimonio folklorico rivisitato nel balletto sono il fandango nella trama della prima esposizione e per le folate di Aragona della jota  nella Danza finale. La chiusura della prestigiosa performance è stata affidata al celeberrimo Boléro di Maurice Ravel (1875 - 1937) scritto nel 1928 come musica da balletto divenuto ormai e forse impropriamente un singolo brano da concerto. Sicuramente il bolero più famoso mai composto, nonché la sua opera più popolare, andò in scena all'Opéra National de Paris il 22 novembre dello stesso anno diretto da Walther Straram  con la coreografia di Bronislava Nijinska; Ravel non fu presente alla prima; un contratto impegnativo lo aveva costretto a partire per una tournée in Spagna di ben nove concerti; rientrò a Parigi in tempo per assistere all'ultima rappresentazione. Il balletto pur molto innovativo, ottenne una buona accoglienza, non prevedibile vista l'audacia richiesta nel corretto svolgimento di una musicalità anche insolita e innovativa per lo stile dell’epoca basata su un accompagnamento armonico, spesso proposto in maniera accordale. Moltissimi da allora furono i direttori che vollero cimentarsi con la partitura, non sempre con risultati degni di nota. L'autore diede indicazioni precise sulle modalità di esecuzione del suo lavoro: "Mi auguro vivamente che nei riguardi di quest'opera non ci siano malintesi. Essa rappresenta un esperimento di una direzione particolarissima e limitata... Dopo la prima esecuzione ho fatto preparare un avviso in cui si avvertiva che il brano da me composto durava diciassette minuti." La gestualità di Muti qui è rimasta quasi impassibile, distaccata, concedendo unicamente gli attacchi ai vari solisti in univoca interpretazione che come ben sappiamo ne ripetono la parte tematica decine di volte alternandola ai vari strumenti a fiato, non essendo sfuggite alcune imprecisioni e incertezze sulle tenute dei lunghi suoni soprattutto da parte degli ottoni bassi. Tema ipnotico ed enfatico dal crescendo dinamico ed emozionante giunge a un coinvolgimento totale per via di tutta la ricchissima orchestrazione presente in un grandioso concerto replicatosi la sera prima presso il Pala De André di Ravenna Festival a termine di una delle manifestazioni estive più importanti d’Italia. Dall’acustica imparagonabile rispetto all’”Abbado”, trattandosi sostanzialmente di un palazzetto dello sport anche se perfettamente adibito agli eventi musicali, non sono state riscontrate sostanziali differenze esecutive, fatta la diversa qualità sonora delle due sale preferendo ovviamente la struttura data di tipo architettonico tradizionale di Ferrara. E in entrambi i casi un plauso meritatissimo è andato a Tommaso Scopsi, che ha saputo tenere con ritmo incessante per tutto il tempo necessario una ostinata e precisa scansione sul tamburello, sostegno su cui si basa tutta la stesura, autentico e inequivocabile solista dalla bravura ineccepibile. Non concedendo alcun fuori programma, immancabile e atteso discorso finale di Muti dalla voce quasi sussurrata senza usare microfono e riuscendo a sentirlo appena; accennando a una punta di polemica e ironia facendo spesso anche sorridere con simpatia e umorismo, ha voluto esaltare una volta di più il valore dei suoi giovani orchestrali, ricordando che nel 2024 cadrà il ventennale dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”: un traguardo importantissimo, che non trova però adeguato riscontro in un paese troppo povero di orchestre e sempre più sordo alle opere  del passato accusando le istituzioni che siano o no di qualsiasi colore e posizione politica di non fare mai abbastanza per la cultura, ove tralasciando l’arte costituita dai beni immobili e statici, l’importante è concedere lo spazio artistico e lavorativo alle nuove generazioni, a quei e questi ragazzi che della musica ne stanno facendo una autentica ragione di vita, non devono restare delusi dalle loro difficili scelte...”Sono orgoglioso di essere italiano, anzi napoletano - ha concluso - spesso assistiamo a una sorta di divismo immotivato verso chi porta musica dall’estero mentre la cultura può e deve partire proprio da parte nostra tenendo conto delle grandi potenzialità in nostro possesso non seconde certamente a nessuno…”  «La commissione ti ha dato 10 e lode, non per come hai suonato oggi, ma per come potrai suonare domani»: vede lontano Nino Rota, quando a capo dell’allora liceo musicale di Bari apostrofa il giovane pianista Riccardo Muti.

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Dopo quel primo incontro, il legame tra loro non si spezzerà più, tramutandosi in un’amicizia profonda nutrita di stima e reciproca ammirazione. Per questo, Muti ancora una volta interpreta le sue opere: quelle dall’amplissimo catalogo di musica “assoluta”, come il Concerto affidato al talento di Tamas Varga, primo violoncello dei Wiener; e quelle per il cinema – la colonna sonora del film di Francis Ford Coppola è tra le più celebri. Partiture nate per “raccontare”, come pensate per la narrazione coreografica furono gli echi andalusi della suite di De Falla e l’ipnotica, misteriosa malia del capolavoro di Ravel. (da Ravenna Festival 2023)

Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per Ferrara Musica
Nella miniatura in alto e a destra: il direttore Riccardo Muti
Sotto: belle istantanne di Marco Caselli Nirmal sul teatro che ha fatto egistrare il tutto esaurito





Pubblicato il 27 Giugno 2023
Ottimo secondo concerto di Ferrara Musica nella palazzina rinascimentale di via Savonarola 30
Quartetto e Quintetto a Casa Romei servizio di Athos Tromboni

20230627_Fe_00_FerraraMusicaACasaRomei_ClaudioPelleritoFERRARA - Se la lettera pubblicata da Arrigo Boito sul giornale «il Pungolo» il 21 maggio 1868 in polemica con l'allora Ministro dell'Istruzione Pubblica, fosse indirizzata oggi da un musicista qualunque al nostro Ministro dell' Istruzione, o a quello della Università e Ricerca, o a quello della Cultura, sembrerebbe scritta nel 2023 e non 155 (centocinquantacinque!) anni fa. Il tema era quello dell'istruzione musicale destinata al popolo italiano e allo snobismo delle massime istituzioni verso la pratica della musica nell'Italia post-risorgimentale; la lettera era scritta con una forte, precisa e motivata critica alla trascuratezza dello Stato italiano rispetto alla musica, ai musicisti, al valore culturale di quella nostra tradizione universalmente riconosciuta e apprezzata. Un tema ancora oggi di strettissima attualità.
Forse per questo non ha sorpreso, anzi ha divertito parecchio, la lettura che di quella lettera ne ha fatto l'attore Claudio Pellerito nel chiostro di Casa Romei dove Ferrara Musica aveva programmato ieri sera il secondo concerto del ciclo che si svolge nella palazzina rinascimentale di Via Savonarola 30.
Erano in pedana, oltre l'attore che ha letto la lettera di Boito fra un brano musicale e l'altro, il Quartetto d'archi della Filarmonica Toscanini di Parma (Mihaela Costea e Viktoria Borissova violini, Carmen Condur viola e Pietro Nappi violoncello) e successivamente il Quintetto d'archi (ai precedenti si è aggiunto Antonio Mercurio contrabbasso).

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La serata musicale si è aperta con il Quartetto in Sol maggiore per due violini, viola e violoncello di Franco Faccio, che con quest'opera – di artigianato già ottimamente assimilato e solida ispirazione – si aggiudicò nel 1864 il secondo premio assegnato dal Concorso della Società del Quartetto di Milano, di cui sarebbe poi diventato uno dei primi direttori. Curioso il motto scelto per metterla in busta e preservarne l'anonimato: “ognuno è matto a modo suo”.
A seguire, dopo le letture di Pellerito, è stato eseguito il Gran Quintetto in Do minore del cremasco Giovanni Bottesini, che si caratterizza come opera di rarissimo ascolto, colossale, ricca di slanci romantici e di virtuosismo strumentale, soprattutto per il primo violino; il musicista di Crema vi fece confluire tutta la sua perizia compositiva, trovando molti momenti di autentica grazia compositiva e creando nei fatti quasi un 'Concerto per violino e archi'. Il Gran Quintetto fu composto a Napoli nella primavera del 1858, dedicato a Saverio Mercadante e venne eseguito per la prima volta a Venezia dallo stesso Bottesini assieme al grande violinista e compositore Antonio Bazzini, il tutto in presenza di Nicolò Paganini, il quale lo apprezzò pubblicamente.
Ottima - a Casa Romei - l'esecuzione del Quartetto in Sol maggiore di Faccio caratterizzato da un Allegro molto dove il dialogo fra il violino della Costea e il violoncello di Nappi dètta la supremazia dell'intero movimento; nel secondo movimento (Lento e mesto) il primo violino diventa spesso concertante ed il suo suono emerge per una melodia che sembra assumere nostalgicamente la maniera del miglior Mozart preromantico; molto brillante lo Scherzo dove il virtuosismo a turno di un arco dopo l'altro e dell'assieme stesso, impone un ritmo vivacissimo, con una cadenza finale che - traendo in inganno il numeroso pubblico - ha suscitato l'applauso a scena aperta: il combo degli strumentisti non si è scomposto (in chi scrive è nato il sospetto che quel loro "non scomporsi" per un applauso "intermedio" fra il terzo e il quarto movimento dell'opera sia consuetudine del pubblico di tutte le piazze italiane dove il pregevole lavoro di Faccio viene presentato...); infine il Finale allegro vivo dove il primo violino torna concertante, dètta di nuovo il tema agli altri archi e poi, quando questi lo riprendono sciorinando la melodia, il primo violino si pregia di contrappuntare arricchendo il suono di trilli e fiorettature. Veramente molto brava la Costea.
Più impegnativo all'ascolto (e forse anche nell'esecuzione) si è dimostrato il Gran Quintetto in Do minore di Bottesini, arricchito nel continuo dalla pregevole voce scura del contrabbasso di Mercurio e dalla bella spalla della Borissova nonché dalla precisione e pulizia di suono della viola della Condur.

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Soddisfatto il numeroso pubblico, anche se un po' provato dalla canicola della sera sotto il loggiato di Casa Romei, e latore di più chiamate alla ribalta dei protagonisti al termine del concerto. Ma non c'è stato bis.
(la recensione si riferisce al concerto di lunedì 26 giugno 2023).

Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm
Nella miniatura in alto: l'attore Claudio Pellerito
Al centro: panoramica
Sotto: il Quintetto d'archi della Filarmonica Toscanini






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Nuove Musiche Jazz Pop Rock Etno Classica Vocale


Parliamone
Abbiamo la Turandot dei prossimi 20 anni
intervento di Athos Tromboni FREE

20230916_Spoleto_00_Turandot_phRiccardoSpinellaSPOLETO – Il Teatro Lirico Sperimentale “A.Belli” ha messo in scena la Turandot di Giacomo Puccini come ultima opera della sua stagione lirica. Due le note salienti da mettere in rilievo: la prima, che l’allestimento ha scelto il finale di Luciano Berio rispetto a quello tradizionale di Franco Alfano; e la seconda, che nel ruolo della Principessa di Ghiaccio - la sera del 15 settembre al Teatro Nuovo - ha cantato la giovane Suada Gjergji e con essa il mondo del melodramma ha trovato la Turandot dei prossimi 15 – 20 anni, poi diremo perché.
Ma partiamo dalla prima nota saliente: il finale di Berio. È talmente bello musicalmente che meriterebbe di essere “espunto” dall’opera per costituire un brano a sé, di Puccini-Berio se proprio lo si dovesse cointestare. Fior di musicologi hanno spiegato e scritto perché Berio abbia rispettato più di Alfano gli appunti lasciati da Puccini morto prima di concludere l’opera.
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VideoCopertina
La Euyo prende residenza a Ferrara e Roma

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Eventi
Il Torrione del jazz riparte
servizio di Athos Tromboni FREE

20230925_Fe_00_JazzClubFerrara_MarcoGulinelliFERRARA -  La 25.ma edizione della stagione del Jazz Club Ferrara si aprirà nel Torrione San Giovanni di Corso Porta Mare 112 venerdì 6 ottobre 2023 e si protrarrà fino al 30 aprile 2024. Oggi è stato reso noto dal presidente Federico D’Anneo e dal direttore artistico Francesco Bettini alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli
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Jazz Pop Rock Etno
Ares Tavolazzi riceve il premio Tutte le Direzioni
redatto da Athos Tromboni FREE

20230923_Fe_00_TutteLeDirezioni_AresTavolazziVIGARANO MAINARDA (FE) - «Seduto in quel caffè io non pensavo a te e tutta la città…» è una parafrasi in questo caso; ma qui, questa, che è una delle più belle canzoni di Lucio Battisti e Mogol ci può stare, perché proprio il 29 settembre torna al Ristorante Spirito di Vigarano Mainarda la grande musica dal vivo: prende il via infatti la nuova stagione di
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Eventi
Interno Verde Danza al via
redatto da Athos Tromboni FREE

20230901_Fe_00_InternoVerdeDanza_LogoFERRARA - Venerdì 8 settembre 2023 è il giorno dell’inaugurazione con la festa delle scuole di danza: per la nuova edizione sono 12 le realtà del territorio che presenteranno le loro coreografie a Teatro. Sabato 9 e domenica 10 settembre si entra nel vivo di Interno Verde Danza, in scena in cinque veri e propri scrigni di bellezza, da Palazzo dei
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Opera dall Estero
Summerfest 2023 ottimo cartellone
servizio di Ramón Jacques FREE

20230901_SanDiego_00_Summerfest_ThomasAdesSAN DIEGO, California (USA) - Dal 1986 si tiene ogni anno nella città di San Diego un importante festival estivo di musica da camera, prestigioso per la quantità e la qualità dei musicisti che vi si sono esibiti nel corso degli anni. Il cosiddetto "Summerfest", nella sua edizione 2023, della durata di un mese, ha offerto un'ampia e interessante
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Opera dal Centro-Nord
Un Silvano da rivalutare
servizio di Simone Tomei FREE

20230824_Li_00_Silvano_MarcoMiglietta_phBaldanziLIVORNO - Talune realtà che incontriamo hanno tra i grandi pregi quello di metterci davanti alla nostra ignoranza stimolando allo studio e all’approfondimento. Per quello che mi riguarda lo scontro con il Festival Mascagni 2023 è stato un “colpo allo stomaco” in quanto mi ha messo di fronte ad un buco nero riguardo alle mie reali conoscenze
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Personaggi
I sogni sono il motore...
intervista di Simone Tomei FREE

TORRE DEL LAGO (LU) - Durante il suo impegno torrelaghese al Festival Puccini in Turandot (nel ruolo di Pong) e nell’imminenza del debutto al Festival Mascagni di 20230821_Personaggi_00_MarcoMigliettaLivorno come protagonista nella quasi sconosciuta opera Silvano del compositore livornese, ho incontrato il tenore leccese Marco Miglietta per farmi raccontare qualcosa della sua vita privata e
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Opera dal Centro-Sud
Lucia e Traviata belle e antitetiche
servizio di Simone Tomei FREE

20230814_Mc_00_LuciaDiLammermoor-LaTraviataMACERATA - Tornare allo Sferisterio per il Macerata Opera Festival  dopo alcuni anni di assenza è stato un vero piacere. Ho potuto assistere a due delle tre produzioni della stagione estiva 2023 del M.O.F. Entrambe estremamente accattivanti anche se realizzate dai rispettivi registi in due modi completamente antitetici nel concepire il dramma
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Opera dal Nord-Est
Quattro serate in Arena
servizio di Nicola Barsanti FREE

20230607_Vr_00_Aida_AnnaNetrebko_FotoEnneviVERONA - Diamo conto delle repliche nella prima settimana d'agosto di quattro serate all'Arena di Verona dove abbiamo assistito a rappresentazioni sia con artisti delle "prime" di giugno e luglio, sia con l'esibizione di nuovi interpreti subentrati nei ruoli principali.

AIDA (recita di mercoledì 2 agosto 2023)
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Concerto per l'Italia a Siena
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Echi dal Territorio
Brock suona il Grande Dittatore
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20230727_Lugo(Ra)_00_IlGrandeDittatore_CharlieChapliniLUGO (RA) - Il Pavaglione di Lugo di Romagna si č confermato anche quest?anno la cornice ideale per i film di Charlie Chaplin accompagnati dalla musica dal vivo: una pratica che ci riporta agli esordi del cinema ispirando nuove emozionanti letture della pellicola. Il grande dittatore, pellicola-capolavoro del 1940, parodia del Nazismo e del suo
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La Musica secondo Melozzi
servizio di Attilia Tartagni FREE

20230726_Russi(RA)_00_RaveClassico_EnricoMelozziRUSSI (RA) - Enrico Melozzi, direttore d’orchestra e produttore teramano, troppo eclettico per confinarsi nel perimetro della musica classica e con una formazione troppo classica per transitare definitivamente alla musica pop dove peraltro ha lasciato un’importate traccia in alcune star musicali del momento, ama  passare dalle pagine classiche
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Ritorno a Ferrara di Riccardo Muti
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Opera dal Centro-Nord
Turandot un po' dimessa
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20230717_TorreDelLago_00_Turandot_SandraJanusaiteTORRE DEL LAGO (LU) - Ripescaggio dell'allestimento 2021 per il secondo titolo del Festival Puccini 2023: Turandot. Nel Gran teatro all'aperto sul Lago di Massaciuccoli è stato riproposto infatti l'allestimento curato da Daniele Abbado, regista di fama internazionale, riconosciuto per la capacità di sviluppare progetti innovativi nel
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Opera dall Estero
Madama Butterfly e i ricordi di Dolore
servizio di Ramón Jacques FREE

20230717_00_SanFrancisco_MadamaButterfly_JohnKeeneSAN FRANCISCO (USA) -  War Memorial Opera House, 18 Giugno 2023. Madama Butterfly di Giacomo Puccini non è entrata nel repertorio della San Francisco Opera nel 1923, anno della fondazione della compagnia, ma nella stagione seguente quando ha debuttato il 26 settembre 1924, però è stata inclusa nella stagione
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Nuove Musiche
Fantasma dell'Opera č Karimloo
servizio di Rossana Poletti FREE

20230716_Ts_00_FantasmaDellOpera_LogoTRIESTE – Politeama Rossetti. Il fantasma dell'Opera è probabilmente lo spettacolo musicale più complesso che mai sia stato prodotto dal Teatro Stabile del FVG di Trieste. Certo è una coproduzione internazionale tra lo Stabile giuliano e Broadway Italia, che sfoggia grandi mezzi e soprattutto la ricomparsa in scena di colui che ha fatto la
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Dischi in Redazione
Barocco francese per La Chapelle
recensione di Ramón Jacques FREE

20230710_Dischi_00_LesFablesDeLaFontaine-LaChappelleHarmoniqueLes Fables de la Fontaine – La Chapelle Harmonique
Opere di Louis-Nicolas Clérambault, François Couperin, Etienne Moulinié, Louis de Caix d'Hervelois, Gabriel Bataille, Michel Lambert, Jean-Baptiste Lully (1632-1687), Antoine Boësset. Solisti: Marie-Claude Chappuis, mezzosoprano; Thierry Peteau, attore;
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Opera dall Estero
Aci Galatea e Polifemo
servizio di Ramón Jacques FREE

20230712_00_CittaDelMessico_AciGalateaPolifemo_HandelCITTÀ DEL MESSICO - Teatro delle Arti del Centro Nazionale delle Arti, Città del Messico. Georg Friedrich Händel ha visto eseguire per la prima volta in Mexico la sua cantata drammatica, Acis, Galatea e Polifemo HWV 272 o serenata a tre, su libretto di Niccola Giuvo; la cantata fu eseguita in prima assoluta il 19 luglio 1708 a Napoli, nell'ambito dei
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Personaggi
Di Matteo principe della lirica
intervista a cura di Simone Tomei FREE

20230707_00_Personaggi_AntonioDiMatteo.jpegTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Ho incontrato il basso Antonio Di Matteo - artista di grande talento e in piena carriera - una delle voci fra le più interessanti nel panorama lirico attuale. Di lui si è letto che è dotato di voce “di rara bellezza” e che incarna la figura di un artista completo. Definito il Principe della lirica, ha lavorato e lavora a fianco di
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Eventi
Manon Lescaut apre la lirica 2024
redatto da Athos Tromboni FREE

20230707_Bo_00_StagioneOpera_FulvioMacciardiBOLOGNA - È costruita su misura della “casa temporanea” del Teatro Comunale, il Comunale Nouveau di Piazza della Costituzione a Bologna, la Stagione d’Opera 2024. Molti degli allestimenti proposti sono infatti totalmente inediti e pensati tenendo conto delle caratteristiche del palcoscenico della nuova sede, già ampiamente
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Vocale
Quei Quattro fanno per otto
servizio di Svevo Antonutti FREE

20230703_00_Stoccarda_Quartetto_FriederikeKienle_phChristofHornSTOCCARDA (Germania) - Un richiamo storico assai esplicito e riconoscibile, così come un’invenzione brillante figlia della fantasia di chi da anni ormai anima l’affiatatissimo gruppo di lavoro attivo presso la Berger Kirche di Stoccarda, sono le felici impressioni che si è portato a casa chi era presente domenica 25 giugno 2023 a Quartetto, opera in
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Opera dall Estero
Adriana Mater e l'amore materno
servizio di Ramón Jacques FREE

20230702_00_SanFranciscoSymphony_AdrianaMater_PeterSellarsSAN FRANCISCO (USA) - Davies Symphony Hall, 10 giugno 2023. Adriana Mater, opera in due atti e sette scene su libretto in francese, è la seconda opera lirica della compositrice finlandese Kaija Saariaho, il cui libretto è stato scritto dal suo collaboratore, lo scrittore e giornalista franco-libanese Amin Maalouf . L'opera, che fu rappresentata
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Opera dal Nord-Est
Orfeo all'inferno nel night club
servizio di Rossana Poletti FREE

20230701_Ts_00_OrfeoAllInferno_DanielaMazzucatoTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’operetta nacque in Francia con il compositore Jacques Offenbach. Alcuni sostengono che già Mozart con il singspiel potesse essere considerato l’iniziatore del genere, ma sarà bene seguire l’idea diffusa che affida ad Offenbach tale onore. Siamo a metà dell’Ottocento e Parigi vive il Secondo Impero di
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Eventi
Al via Emilia Romagna Festival 2023
redatto da Athos Tromboni FREE

20230629_Imola_00_XXIIIERFestival_MassimoMercelli_phGBernabiniIMOLA - Emilia Romagna Festival 2023, dopo le due anteprime (21 giugno nel Giardino storico del Palazzo Vescovile di Imola, con il duo padre e figlio Fulvio e Gabriele Fiorio, il cui ricavato è andato a favore del Museo Carlo Zauli di Faenza gravemente danneggiato dall’alluvione del 17 maggio; e 26 giugno al Chiostro di Francesco di Cesena
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Opera dall Estero
L'ultimo sogno di Frida e Diego
servizio di Ramón Jacques FREE

20230629_00_SanFrancisco_FridaEDiego_DanielaMack_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 13 giugno 2023. Come ultimo titolo della sua stagione del centenario, la San Francisco Opera ha offerto la prima locale di El Último sueño de Frida y Diego (L'ultimo sogno di Frida e Diego) un'opera in due atti della compositrice Gabriela Lena Frank, su libretto del drammaturgo cubano Nilo Cruz,
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Opera dall Estero
Successo per Die Frau ohne Schatten
servizio di Ramón Jacques FREE

20230628_00_SanFranciscoOpera-Usa_DieFrauOhneSchatten_DonaldRunniclesSAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House (10 giugno 2023). Die Frau ohne Schatten, opera in tre atti di Richard Strauss (1864-1949) su libretto di Hugo von Hofmannsthal, è indubbiamente un grande capolavoro del repertorio operistico, che viene però raramente rappresentata nei teatri non europei; ma la San Francisco Opera l'ha
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Classica
Quartetto e Quintetto a Casa Romei
servizio di Athos Tromboni FREE

20230627_Fe_00_FerraraMusicaACasaRomei_ClaudioPelleritoFERRARA - Se la lettera pubblicata da Arrigo Boito sul giornale «il Pungolo» il 21 maggio 1868 in polemica con l'allora Ministro dell'Istruzione Pubblica, fosse indirizzata oggi da un musicista qualunque al nostro Ministro dell' Istruzione, o a quello della Università e Ricerca, o a quello della Cultura, sembrerebbe scritta nel 2023 e non 155
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Approfondimenti
Solo un Canto
servizio di Barbara Gasperoni Lanconelli FREE

20230626_Approfondimenti_00_PellegrinoRussoBOLOGNA - La melodia vive e respira solo se scorre nel tempo e trova spazio per diventare memorabile. Il tema del canto per memorizzare è trasversale in più discipline. Mettere a memoria un testo teatrale complesso è un’attività di processo che richiede tempo e pazienza. Suonare senza partitura un brano musicale può essere difficilissimo
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Echi dal Territorio
Ravel secondo Bartoli
FREE

20230625_Ge_00_CinziaBartoliSuonaRavel~GENOVA - Organizzata dagli Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio N.Paganini si è tenuta a Palazzo Spinola il 23 giugno 2023 la presentazione del compact-disc di Cinzia Bartoli con l’incisione integrale delle musiche pianistiche di Maurice Ravel. La prestigiosa sala nobile del museo ha accolto non molti spettatori (il pomeriggio
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