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Da martedė 25 a domenica 30 gennaio 2022 sei giornate in teatro per ricordare le vittime di genocidi |
Festival delle Memorie (al plurale) |
redatto da Athos Tromboni |
Pubblicato il 10 Gennaio 2022 |
FERRARA - Nasce un nuovo festival, di impegno civile oltre che spettacolare, promosso dal Teatro Comunale "Claudio Abbado": si tratta del neonato Festival delle Memorie presentato oggi alla stampa dall'assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, dal direttore generale del teatro, Moni Ovadia, dal direttore artistico Marcello Corvino, dal presidente di Ferraraa Arte, Vittorio Sgarbi, e dallo storico Franco Cardini. Il festival è un'iniziativa ideata da Moni Ovadia per ricordare le vittime incolpevoli di ogni tipo di genocidio e si articolerà in sei giornate, ognuna delle quali sarà dedicata alla memoria di un popolo con un incontro pomeridiano (ore 17.30) nel Ridotto del teatro e uno spettacolo serale (ore 20.30) nella sala teatrale. «Il Teatro Comunale Abbado - ha sottolineato l'assessore Gulinelli - si è proposto in questo momento difficilissimo come presidio culturale con una valenza non solo locale, ma anche nazionale e internazionale. Con questa iniziativa, che è la prima in Italia e che amplia lo scenario della Giornata della memoria ribadiamo la presenza dell'Amministrazione comunale nella volontà di non dimenticare alcun orrore; io spero sempre in un nuovo umanesimo, che arrivi nelle coscienze dei più giovani per accettare tutte le diversità. Ringrazio per questa prima edizione e per la programmazione di alto livello. Citando Moni Ovadia dico grazie e siamo tutti fratelli.» Ingresso a pagamento per gli spettacoli serali (esclusa la proiezione del film, venerdì 28 gennaio ore 20,30), e gratuito per tutti gli incontri pomeridiani. In base all'attuale normativa anticovid, l'accesso sarà consentito solo con Green Pass rafforzato e mascherina di tipo Ffp2. La memoria si fa plurale nella prima edizione del Festival delle Memorie, ha commentato Moni Ovadia, perché negli incontri, approfondimenti, spettacoli, concerti, promossi dal Teatro Comunale "Claudio Abbado" e dedicati al ricordo dell'immane tragedia della Shoah, si procede anche con uno sguardo nuovo e inedito che estende gli orizzonti della riflessione ad altre stragi di massa che hanno segnato la storia recente dell'umanità, da quella degli Armeni ai Tutsi in Ruanda, dai Curdi allo sterminio nazista di Sinti, Rom, omosessuali, accanto a quelli degli Ebrei. «È un progetto che restituisce dignità, giustizia e vicinanza a tutti coloro i quali sono stati vittime di genocidi, di soprusi e di efferatezze - ha proseguito Moni Ovadia - in quanto la Memoria deve diventare patrimonio collettivo dell'umanità tutta, e il Teatro e la cultura possono farsi portatori di pace e giustizia.» Affidandosi a testimoni e voci autorevoli del mondo della cultura (scrittori, teologi, storici, musicisti) - tra cui le scrittrici Antonia Arslan e Yolande Mukagasana, lo storico Franco Cardini, e Amedeo Spagnoletto direttore del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS di Ferrara -, il Festival intende offrire per la prima volta un contributo artistico e culturale alla costruzione di una "memoria universale", che a partire dal ricordo delle persecuzioni e dello sterminio di 6 milioni di ebrei, al centro del Giorno della Memoria celebrato il 27 gennaio, punti l'attenzione anche sui crimini perpetrati ad altre minoranze.
La messa a fuoco di interrogativi come "perché gli uomini hanno fatto questo ai propri simili?" e "com'è stato possibile permettere a una nazione di mettere in atto un progetto di sterminio?" diventa così spunto per un'indagine di più ampio respiro, nel segno di una rinnovata consapevolezza dei significati e dei valori che il concetto di "memoria" ha sviluppato nel tempo, e che rimane al di là di qualsiasi ideologia e tentativo di ergersi a tribunale. Vittorio Sgarbi ha concluso gli interventi di presentazione del festival, dicendosi felice di questa nuova iniziativa ferrarese; ed ha auspicato che nelle prossime edizioni il Festival delle Memorie possa dare voce anche al genicidio perpetrato contro gli algerini non allineati con il regime tendenzialmente islamista che ha governato l'Algeria negli ultimi anni del Novecento: prove testimoniali parlano di 500 mila sopressi e forse più. Una cultura della memoria - Dopo l'istituzione del 27 gennaio (in Italia dal 2000, nel resto del mondo dal 2005) quale data simbolica per ricordare i milioni di vittime della follia nazista che pianificava l'eliminazione della popolazione ebraica dall'Europa, si è accresciuta l'attenzione collettiva rivolta ai tragici avvenimenti della Shoah, nonostante una tendenza delle istituzioni a trascurare altri aspetti di questi crimini terribili, come lo sterminio di Rom e i Sinti in quanto popolo, la distruzione programmata della società polacca, il massacro di milioni di civili slavi, in particolare sovietici, lo sterminio di disabili fisici e psichici, di omosessuali, testimoni di Geova, di emarginati sociali, di antifascisti. Il progredire della cultura della memoria ha però generato negli anni un allargarsi del terreno di indagine, soprattutto quando altri popoli, che in passato avevano subito stermini delle proporzioni di un genocidio, si sono affacciati al Tribunale internazionale dell'Aja per chiedere giustizia e memoria riconosciuta. L'opinione pubblica ha scoperto che solo limitandosi al secolo breve l'umanità ha conosciuto, oltre alla Shoah, il genocidio della Namibia, del popolo cambogiano, le stragi di massa perpetrate dall'esercito imperiale giapponese in Manciuria e in altre aree asiatiche, i crimini staliniani, le stragi nella ex Iugoslavia, le persecuzioni degli Uiguri, dei Rohingya, degli Sahrawi. In una città particolarmente sensibile verso la comunità ebraica, il Festival delle Memorie nasce così per dare voce alla volontà di conservare la testimonianza di ogni discriminazione e violenza di stampo raziale, poggiando sull'idea che la memoria della Shoah, nella legittima e sentita celebrazione di un lutto immenso, possa costituire non soltanto un monito per il presente e un indelebile ricordo, ma anche configurare un'intera cultura di rifiuto della violenza e della sopraffazione, verso la pace, l'incontro e il dialogo fra le genti. Una necessità sempre più urgente in un mondo contemporaneo dove salvaguardare ogni diversità. «Quando si cancella un popolo se ne perde anche il patrimonio di conoscenze e di arte, un impoverimento per tutti - spiega il direttore artistico del teatro, Marcello Corvino - per questo nel Festival delle Memorie vogliamo ricordare non soltanto la parte storica relativa al come e perché di questi avvenimenti tragici, ma anche rappresentare queste diverse culture attraverso la loro grandezza artistica e capacità di produrre bellezza, con concerti, spettacoli e film.» A curare e introdurre gli incontri nel Ridotto del teatro sarà lo storico Franco Cardini. Si comincia il 25 gennaio 2022, dedicato alla memoria del genocidio degli Armeni: ne parleranno la scrittrice Antonia Arslan e il docente e storico Aldo Ferrari; concluderà la giornata il concerto del musicista Gevorg Dabaghyan, interprete internazionale, con il suo trio, della tradizione musicale armena. Il 26 gennaio sarà rivolto al popolo curdo, inteso non solo come etnia perseguitata ma anche come "identità negata", con un incontro a cui parteciperanno Luigi Lucchi, sindaco del comune parmigiano di Berceto, e Yilmaz Orkan, responsabile UIKI-ONLUS - Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia. Conclusione in musica con il concerto della cantante e musicista Aynur Doğan, icona culturale dei curdi in Turchia che rilegge la sua musica tradizionale attraverso stili più moderni. Il 27 gennaio, Giornata della Memoria, è centrato sulla memoria degli Ebrei, e con essi Rom e Sinti, questi ultimi vittime spesso dimenticate: la giornata ha inizio con un incontro con gli studenti delle scuole ferraresi, con i saluti del Prefetto di Ferrara, Rinaldo Argentieri, del sindaco della città, Alan Fabbri, del Rappresentante della Consulta Provinciale degli Studenti, a cui si aggiunge un intervento del prof. Andrea Baravelli dell'Università di Ferrara, e la cerimonia di consegna delle medaglie d'onore agli ex internati dei lager nazisti. Nel pomeriggio, ospiti del Ridotto del Teatro saranno Marina Montesano, docente di Storia medievale all'Università di Messina, e Dijana Pavlović, attrice e attivista per i diritti civili di origini serbe, in dialogo con il presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara Moni Ovadia. In tema con questa memoria, lo spettacolo di Ovadia, Senza confini. Ebrei e Zingari, in replica al mattino e alla sera; un recital di canti, musiche, storie rom, sinti ed ebraiche che mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio. Il 28 gennaio il discorso si rivolge al genocidio dei Tutsi, nell'incontro a cui partecipano Franco Cardini e Yolande Mukagasana, testimone dell'orrore a cui è sopravvissuta in Ruanda, da lei stessa raccontato nel libro La morte non mi ha voluta. In dialogo con loro, anche Patrizia Paoletti Tangheroni, presidente della Fondazione Teatro Verdi di Pisa. Il racconto del genocidio dei Tutsi verrà poi ripercorso in serata con la proiezione del film Accadde in aprile, il documentario di Raoul Peck che ricostruisce i fatti tragici accaduti in Ruanda nel 1994. L'approfondimento ritorna sul popolo ebraico il 29 gennaio: in un incontro curato da Fabio Levi, direttore del Centro Internazionale di Studi "Primo Levi", l'attore e regista Valter Malosti dialogherà con il compositore Carlo Boccadoro e il saggista Domenico Scarpa, con i quali ha collaborato alla realizzazione di Se questo è un uomo, la trasposizione teatrale dell'opera di Primo Levi che andrà in scena in serata, spettacolo che torna nei teatri d'Italia dopo i primi successi del 2019 rievocando il racconto e le riflessioni sulla condizione umana contenute in uno dei libri fondamentali del Novecento. Durante il pomeriggio, l'incontro con Moni Ovadia, il saggista Vittorio Robiati Bendaud e il pittore e scrittore Stefano Levi della Torre. Il programma della giornata conclusiva, 30 gennaio 2022, prosegue lungo la stessa traccia tematica: al mattino, il progetto coreografico di Jazz Studio Dance La memoria rende liberi, tratto dal libro di Liliana Segre e Enrico Mentana, anticipa la presentazione del libro di Piero Stefani La parola a loro. Dialoghi e testi teatrali su razzismo, deportazioni e Shoah; il teologo Stefani sarà accompagnato da Moni Ovadia, Amedeo Spagnoletto (Direttore del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS di Ferrara), con letture degli attori Magda Iazzetta e Fabio Mangolini, e la partecipazione dell'Accademia Corale Vittore Veneziani. In serata, la replica dello spettacolo di Valter Malosti, Se questo è un uomo. Info: www.teatrocomunaleferrara.it
Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica.Net Nella miniatura in alto: lo storico Franco Cardini Sotto, da sinistra: Marcello Corvino, Moni Ovadia, Marco Gulinelli a Vittorio Sgarbi
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Il Turco conquista Rovigo
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Vi presentiamo La Bohčme
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VERONA – Dopo tredici anni di assenza è ufficialmente partito il conto alla rovescia: la prossima estate La Bohème di Giacomo Puccini tornerà in Arena durante il 101° Festival lirico; il capolavoro di Puccini verrà rappresentato il 19 e il 27 luglio 2024 con la direzione di Daniel Oren. Trattandosi di una nuova produzione di Fondazione Arena
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RAVENNA - il Teatro Alighieri era gremito di pubblico, giornalisti, operatori video e radio per la presentazione della 35.ma edizione di Ravenna Festival 2024, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio e farà registrare oltre 100 alzate di sipario; gli artisti coinvolti sono più di mille, dai grandi nomi della musica classica e del canto lirico, fino ad alcuni "menestrelli"
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LUCCA – Al Teatro del Giglio approda con grande apprezzamento del pubblico la versione bresciana di Madama Butterfly di Giacomo Puccini (datata 28 maggio 1904) dopo che il clamoroso fiasco del Teatro alla Scala di qualche mese prima, indusse il compositore a rimettere le mani sulla partitura. La scelta dell’adattamento bresciano per il Teatro del
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
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FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
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Don Pasquale allestimento storico
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TORINO - Il titolo designato per l’inaugurazione del cartellone d’opera 2024 del Teatro Regio di Torino è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Qui riproposto nel fortunato allestimento della fine degli anni '90 del Novecento, firmato da uno dei maestri della drammaturgia musicale italiana: il regista, scrittore e giornalista Ugo Gregoretti, la cui regia
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
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Un Barbiere un po' cosė...
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LUCCA - Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini si veste di attualità, attraverso una lettura piuttosto singolare, ma non del tutto dissonante dalle intenzioni musicali e librettistiche, nell’allestimento andato in scena al Teatro del Giglio di Lucca con la firma registica di Luigi De Angelis che ha curato anche scene e luci. In un condominio stile Le Courboisier
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ROVIGO - Una Bohème senza lode e senza infamia. Così potrebbe definirsi l'allestimento dell'opera di Giacomo Puccini andata in scena al Teatro Sociale. Si tratta di una coproduzione del teatro di Rovigo con il Comune di Padova e il teatro "Mario Del Monaco" di Treviso. Una produzione tutta veneta, considerando la bacchetta affidata a Francesco Rosa
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Ecco la stagione 2024 del Filarmonico
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VERONA - Teatro Filarmonico: dal 21 gennaio al 31 dicembre 2024, sono in programma 5 opere e 10 concerti sinfonici, con grandi interpreti internazionali. Attesissimo il ritorno del balletto, in scena anche nella sera di San Silvestro. Sarà - inoltre - l’anno delle prime assolute e dei grandi omaggi: il 2024 porterà sul palcoscenico del Filarmonico
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