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Tosti rivive per Ensemble strumentale grazie al sapiente lavoro del M° Francesco Lanzillotta

Un mattutino Crepuscolo romantico

Simone Tomei

Pubblicato il 27 Aprile 2017

170427_Pr_00_ConcertoTosti_FrancescoLanzillotta_phLucaPezzaniPARMA - Francesco: Ad aprile farò un concerto assieme all'Ensemble della Fondazione Toscanini di Parma con musiche di Francesco Paolo Tosti su liriche di Gabriele d'Annunzio e forse qualche Lieder di Mahler.
Simone: Ma dai!... io sono un culture, un amante ed un divulgatore di Tosti.
Francesco: Dici davvero?
Simone: Beh, sì e mi piacerebbe poter interagire in questa occasione magari facendo una presentazione un po' particolare dei brani del concerto con qualche lettura ad hoc che ricordi i rapporti tra i due artisti.
Francesco: Sarebbe una bella idea... ne parlo con i responsabili, ma credo che vi sarà ampio consenso.
Simone: Speriamo...
Davanti ad un "Pirlo" - aperitivo originario della terra bresciana - proprio in Piazza Duomo nella città lombarda si è svolto questo dialogo tra me ed il M° Francesco Lanzillotta in una tiepida mattina di dicembre dello scorso anno prima di assistere alla rappresentazione di La Traviata della quale il M° Lanzillotta sarebbe stato il concertatore.
Una chiacchierata amena che ci ha visti partecipi della condivisione di pensieri e di emozioni, una proposta lanciata in maniera del tutto spontanea e disinteressata, che ha visto la propria concretizzazione nel concerto che si è tenuto lo scorso 23 aprile 2017 nella sala del Ridotto del Teatro Regio di Parma.
Come sono solito fare voglio precisare che, essendo parte in causa di questo racconto, non pubblico l'articolo in qualità di recensore - nonostante non possa essere celato un pensiero critico sulla performance degli artisti - bensì quale semplice narratore di un evento che, come mi sarei aspettato, ha trovato grande consenso di pubblico in maniera incondizionata; chi legge queste note nel mio diario mi potrebbe accusare di essere di parte, ma pazienza; questa volta dichiaro esplicitamente di esserlo e rimando i miei lettori, con fierezza, per una maggiore obiettività, alla lettura di altri commenti e recensioni che si possono trovare pubblicati da altre testate.
Un incontro, quello di Parma, foriero di grandi emozioni per me che mi sono confrontatao con un'ensemble di grandi musicisti come quella della Fondazione Toscanini di Parma, con un Direttore attento e servitore della musica, con un'interprete del calibro di Anna Maria Chiuri che con la sua voce ha reso omaggio, onore e gloria alle romanze e per finire con i due Compositori geni che ci hanno portato parole e musica con così grande maestria da rimanere incantati ed al contempo scossi dal susseguirsi di note ed emozioni.
«Romanticismi al Crepuscolo» era il titolo del Concerto Aperitivo di cui vi sto narrando che oltre alle citate romanze di Tosti ha visto in campo anche un Lied di Gustav Malher rivisitato anche questo, dal punto di vista orchestrale, dalla mano esperta del concertatore.
Proprio in relazione a questo brano dal titolo Rheinlegendchen - che fa parte di una più ampia serie di composizioni, il Des Knaben Wunderthorn - è importante a mio avviso ricordare questa frase dello stesso compositore che in una letterea del 2 marzo del 1905, così si esprime: "...Wunderhorn Lieder sono nettamente distinti nello spirito dai poemi o da qualsiasi caratterizzazione letteraria, traendo linfa direttamente dalle sorgenti dell'arte, la natura e la vita”.
Dopo questa parentesi malheriana è necessario andare con ordine perchè qualcosa a questo punto non torna; quando si parla di Francesco Paolo Tosti, si parla delle sue romanze e ci troviamo davanti ad un ensembre strumentale.

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Ma egli non aveva scritto le sue romanze per voce e pianoforte? Ebbene sì, però...
Il M° Lanzillotta ha effetturato un lavoro molto accurato su queste pagine di musica effettuando una vera e propria orchestrazione dei brani; questa orchestrazione ha lasciato intatto l'impianto armonico e della linea melodica, andando sostanzialmente a ricreare – componendo ex novo – un'armonizzazione che comprendesse l'utlizzo di undici strumenti tra archi, legni, ottoni ed arpa.
Come ha sottolineato lo stesso Lanzillotta in una sua intervista: ".. Ho lavorato sulla musica di Tosti non semplicemente orchestrandola; la linea vocale e la struttura armonica sono rimaste inalterate mentre il tessuto pianistico è stato rielaborato con l'immissione di nuovo materiale musicale per orchestra da camera... un nuovo progetto affascinante ed ambizioso che vale la pena di ascoltare".
E la pena ne è valsa perchè proprio con questa grande fusione compositiva, orchestrale e vocale il pubblico numeroso ha vissuto un'ora di emozioni dove la parola dapprima a servizio della musica, nelle prime romanze che vedono la collabrazione tra due grandi artisti come Tosti e D'Annunzio, vede poi una sua evoluzione in un rapporto compleatmente antitetico dove la musica diventa serva di una parola sempre più consapevole, come le liriche delle Canzoni di Amaranta.
Interprete di eccezione di è dimostrata il mezzosoprano Anna Maria Chiuri, anche lei amante e fedele "amica" di Tosti e D'Annunzio, che con grande carisma, con grande intento vocale e con ottima professionalità ha regalato una suadente interpetazione di questo non facile lirismo; passionale e appassionata, ha accarezzato queste dolci melodie con un atteggiamento molto rispettoso, mai anonimo, infondendo grande istrionistmo nel rendere le emozioni amorose del Vate d'Italia; l'ottima cavata nella zona più grave del rigo musicale ha fatto da perfetto contraltare alla capacità di salita in acuto con un suono levigato e quasi elegiaco per infondere perentorietà alle stasi amorose.
Sono state eseguire le seguenti melodie in ordine cronologico di composizione nella collaborazione tra i due: Visione, Malinconia, Per morire, A' Vucchella, Lasciami,  Lascia ch'io respiri e L'alba separa dalla luce l'ombra.
L'apporto strumentale è stato sublime trovando nel morbido gesto del M°Lanzillotta un sicuro appoggio per delinerare le intenzioni e le emozioni che oltre alla linea melodica sono state create con una sapiente orchestrazione; fusione di suoni pastosi come quello del fagotto con gli struggenti aneliti dell'oboe, si sono spesso sposati con le melodie di rimembranza del corno, del flauto e del clarinetto per amalgamarsi mirabilmente con un tappeto rilassante di archi; anche l'arpa ha avuto un grande momento di gloria nell'introdurre la prima Canzone di Amaranta, cui ha dato grande fascino ed emozione.
In questo meraviglioso contesto ho deciso di intervallare l'esecuzione dei brani con alcuni passi di lettere o di scritti dannunziani che andavano in un modo o in un altro a riecheggiare il loro rapporto che non fu soltanto collaborativo, ma anche pregno di una solida e fraterna amicizia.

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Riporto qui per mio e vostro piacere un estratto da una Favilla del 1929 che si intitola L'arietta di Posillipo ed il pianto del Vittoriale in cui il Vate riecheggia il ricordo della romanza 'A vucchella: "Sono solo nella mia stanza della Prigione. Sono disteso, in una specie di dormiveglia. Fra le immagini del maggio 1915 m'apparre quella di F.Paolo Tosti. In que' giorni dovevo rivederlo per l'ultima volta. Ea presso di me quando mi liberavo della folla e del tumulto. La sera sedeva alla mia mensa.
La sua canizie, i suoi occhi sporgenti, la sua bocca da satiro addolcita dal canto, la sua bontà la sua tenerezza per me... rimango qualche tempo seduto. Cerco di leggere. Mi distolgo. Ripenso. Vado verso la biblioteca. Odo il pianoforte nella stanza della musica. Entro. Smirka è là, davanti al pianoforte di Franz Listz. Si accorge di me. Mi avvicino. Sùbito mi dice "Sai? E' arrivata 'A Vucchella. La vuoi sentire?"
Carlo Clausetti me l'ha mandata, dopo la sua visita recente... Nel sedere sul divano, come non vedo a destra ove l'occhio è cieco, urto l'archinto posato contro i cuscini. Le corde gemono. Odo scricchiolare la cassa. Mi adiro. Palpo il liuto fragile e infermo. Per fortuna, poco danno, quasi nulla.
Il cuore è così gonfio che, alle prime note dell'arietta, un pianto improvviso – dopo anni e anni di ciglia asciutte – sgorga  da' miei occhi e m'inonda il volto. E sùbito dopo, senza che io possa dominare e reprimere la commozione, singhiozzi miscuotono, sembrano infrangermi.
Dopo tanto! Un pianto quasi puerile – puerile e senile insieme – un sussulto insòlito che rompe il mio petto e squassa le mie ossa.
Ricordare. Il Passato che soverchia la volontà di non voltarsi indietro. Un flutto smisurato di cose che si ravvivano ed ànsano...
Prego Smirka di lasciarmi solo. Riesco a domare il singulto.
Asciugo le lacrime. Resto immobile. Guardo nell'ombra per scorgere un segno: il sengo di una presenza – invano. I bagliori dell'occhio oscurato non compongono nessun lineamento certo.
Rievoco i ricordi, tutti. Mi alzo con pena. Mi accosto al pianoforte. Tocco sul leggìo le pagine dell'Arietta. Guardo l'effige di F. Paolo su la copertina: la data: 1891 – Posillipo."
Le emozioni traspaiono dalla musica e si amplificano anche con questi afflati che proprio il Vate scrive nel suo ultimo soggiorno a Gardone Riviera in quel luogo magico che è il Vittoriale degli Italiani.
Così il concerto di Parma ha offerto una mattinata di grandi emozioni per il pubblico, ma anche per me che mi sono visto partecipe di questo momento e di ciò ringrazio il M° Lanzillotta, l'Ensemble musicale, Anna Maria Chiuri e la Direzione della Fondazione Toscanini di Parma, per la feconda occasione di scambio, confronto e condivisione.

Crediti fotografici: Luca Pezzani per la Fondazione Toscanini di Parma
Nella miniatura in alto: il maestro Francesco Lanzillotta
Al centro: Anna Maria Chiuri con Francesco Lanzillotta; Simone Tomei sempre con Lanzillotta
Sotto: i saluti finali






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