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Altro stimolante doppio appuntamento concertistico all'Arena di Verona per il festival 2020 |
Wagner in Arena - Verdi Gala |
servizio di Angela Bosetto |
Pubblicato il 12 Agosto 2020 |
VERONA – «Verdi e Wagner! Due nomi, due civiltà, la latina e la germanica; due distinte concezioni delle finalità che il teatro può e deve raggiungere nella estrinsecazione di un ideale d’Arte: l’umanità nella realtà della vita vissuta, in uno; l’umanità attraverso il simbolo e la leggenda, nell’altro.» Con queste parole il musicista e musicologo Giovanni Tebaldini presentava nel 1941 i due giganti rivali del romanticismo europeo. «Geni entrambi: indubbiamente!», eppure capaci di dividere i melomani in due tifoserie contrapposte, dove gli uni ironizzano sullo «zumpappà» di Giuseppe Verdi e gli altri non perdono occasione per affermare che Richard Wagner «regala bellissimi momenti, ma anche terribili quarti d’ora». A coniare tale sentenza fu in realtà Gioachino Rossini, al quale va attribuita pure la celebre frase «Non si può giudicare il Lohengrin dopo un primo ascolto ed io non intendo certamente ascoltarlo una seconda volta.» Paradossalmente, spostandosi all’interno della storia dell’Arena, è proprio Lohengrin l’unica opera wagneriana a essere stata rappresentata in quattro diverse edizioni del festival lirico (dal 1922 al 1963, mentre Parsifal, 1924, I maestri cantori di Norimberga, 1931, Tannhäuser, 1938, e La Valchiria, 1950, si sono fermate a una singola estate), manifestazione della quale il cigno di Busseto è invece l’autore per eccellenza. Riportare Wagner in Arena (affiancandone il gala a quello del suo eterno «rivale» Verdi) significa riconoscergli il posto che gli spetterebbe di diritto, anche se (parola del Peppino nazionale) «per quanto brillanti e abbaglianti siano gli squilli di tromba di Bayreuth, non potranno mai soffocare la voce di Rigoletto, Violetta o Otello.»
Wagner in Arena – 7 agosto 2020 Sulla carta gli elementi per una serata d’eccezione c’erano tutti: due interpreti doc di Richard Wagner come il direttore d’orchestra Gustav Kuhn e il soprano Ricarda Merbeth (diva di Bayreuth, accolta dai suoi estimatori con copiosi applausi) e un compendio di Greatest Hits wagneriane capace di soddisfare tanto il pubblico generalista quanto gli appassionati del grande compositore, i quali (a dispetto della loro arcinota pignoleria) possono “perdonare” un programma semplice a patto di ascoltare delle esecuzioni impeccabili. Invece, per quanto si tratti di un appuntamento senza dubbio significativo, nel tanto atteso gala wagneriano non tutto fila per il meglio, a cominciare dal pubblico, cordiale e generoso, ma decisamente più esiguo (e, potremmo azzardare, anche più timido) rispetto alle altre serate, come se Wagner in Arena fosse un evento a cui approcciarsi con la cautela che si riserva a qualcosa di imprevisto. L’altro aspetto da tenere in considerazione è la necessità di coniugare l’eroico titanismo wagneriano alle esigenze di un’orchestra dalla professionalità indiscutibile, ma non abituata a eseguire regolarmente questo tipo di repertorio e certo non facilitata sia dalla dislocazione obbligatoria, sia dal numero limitato di prove. E così, dopo un’encomiabile resa dell’Ouverture de L’olandese volante (Der fliegende Holländer), purtroppo emergono alcune pecche sonore in quelle de I maestri cantori di Norimberga (Die Meistersinger von Nürnberg) e del Tannhäuser. La prudente concertazione di Kuhn finisce per mettere il freno anche alla celeberrima Cavalcata delle Valchirie (Walkurenritt), in cui la furia dirompente della galoppata immortale cede il posto a un controllato dressage, sebbene l’Orchestra e le luci di Paolo Mazzon (già evocatrici dei flutti del mare norvegese) facciano di tutto per restituire un mondo perduto di dei, eroi e campi di battaglia, luoghi in cui le nove figlie di Odino cercano e raccolgono i corpi dei prodi da condurre nel Valhalla. Chi non conosce esitazioni o tentennamenti è Ricarda Merbeth, la quale, forte di una voce smaltata e poderosa coniugata a un sensibile fraseggio, si produce in due dei momenti più felici della serata: l’accorata ballata di Senta («Johohoe!... Traft Ihr das Schiff im Meere an» dal secondo atto dell’Olandese volante) e nello struggente Liebestod di Isotta («Mild und Leise» dal terzo atto di Tristan und Isolde), quest’ultimo bissato insieme alla Walkurenritt.
Insomma un rinnovato rapporto fra Wagner e l’Arena non solo è possibile, ma altamente auspicabile, al di là del fatto che vada ricucito con dedizione e pazienza. Tuttavia la prima pietra di un nuovo cammino è posta e tanto basta per esser grati alla Fondazione e all’Orchestra del coraggio e dell’impegno. Come recita il proverbio, la cosa più difficile è iniziare, il resto è una questione di perseveranza.
Verdi Gala – 8 agosto 2020 Trionfo doveva essere e trionfo è stato: due ore ininterrotte di concerto a ribadire lo status di incrollabile «feudo verdiano» dell’Arena (il pubblico è quello delle grandi occasioni e la bacchetta, non a caso, appartiene al veterano Daniel Oren, che calca il podio dell’anfiteatro veronese da 36 anni consecutivi) e l’ottima salute delle voci italiane votate al cigno di Busseto, complici la raffinata eleganza tenorile di Francesco Meli, la celestiale dolcezza sopranile di Eleonora Buratto e il saldo orgoglio baritonale di Luca Salsi, tutti ultra applauditi e salutati con autentiche ovazioni. Come già accaduto nella Verdi Opera Night del 2018, il Verdi Gala inizia ufficialmente con la Sinfonia orchestrale de La forza del destino (meglio nota fra i superstiziosi come «l’Innominabile») e, nonostante la cupa fama che circonda l’opera, tutto fila liscio: i comparti orchestrali dialogano magnificamente e le accorte dinamiche scelte dall’esperto Oren enfatizzano tutta la grandiosità di un’Ouverture che sprigiona ogni elemento musicale dell’intera partitura.
Il primo segmento vocale appartiene a Don Carlo (titolo di prammatica per le risapute capacità del collaudato duo Meli-Salsi), dal duetto «È lui! desso... L’Infante!» alla commovente morte del fedele amico Rodrigo («O Carlo, ascolta»), passando per l’aria di Elisabetta «Tu che le vanità», che rivela da subito la cristallina caratura interpretativa di Eleonora Buratto. Il tempo di un tributo a Simon Boccanegra («O inferno!... Cielo, pietoso, rendila» che conferma Meli un Gabriele Adorno doc) ed arriva il momento di portare in Arena una delle rare opere verdiane mai rappresentate all’interno dell’anfiteatro, ossia Luisa Miller, omaggiata con la preziosa Sinfonia e il toccante duetto fra padre e figlia «Luisa! Figlia mia! ... Andrem, raminghi e poveri» (eseguito da un partecipe Salsi e da una luminosa Buratto). A un duetto d’affetto si risponde con uno d’amore ed ecco quindi «Già nella notte densa», in cui le voci di Meli/Otello (non più condottiero, ma uomo innamorato) e Buratto/Desdemona si intrecciano con eleganza e ardore. Prima di concludere ufficialmente il concerto con il fiammeggiante e superbo terzetto del Trovatore «Tace la notte!... Deserto sulla terra… Di geloso amor sprezzato», ciascuno dei solisti sceglie un singolo brano con cui congedarsi al meglio dal pubblico. Salsi opta per l’invettiva di Rigoletto «Cortigiani, vil razza dannata» (alla quale è ormai avvezzo), mentre Meli e la Buratto attingono entrambi a Un ballo in maschera, lei con la drammatica aria di Amelia «Morrò, ma prima in grazia», lui con la scena e la romanza di Riccardo «Forse la soglia attinse... Ma se m’è forza perderti», specchio delle sue doti di fraseggiatore capace di scolpire con sentimento ogni parola. Ma una serata verdiana non può dirsi completa senza Coro, tanto più se, come quello areniano (preparato dal M° Vito Lombardi), con Verdi va a nozze. Dopo la comune preghiera «O Signore, dal tetto natìo» (da I Lombardi alla prima crociata), le voci maschili affrontano con virile nobiltà «Si ridesti il leon di Castiglia» (Ernani), mentre quelle femminili evocano le streghe di Macbeth («Che faceste? Dite su!»), prima di riunirsi in uno dei loro cavalli di battaglia: «Va’, pensiero» (da Nabucco), ottimamente eseguito e rigorosamente bissato (previo severo ammonimento di Oren) senza precoci applausi a coprirne le ultime, impalpabili note.
Crediti fotografici: Ennevi Foto per la Fondazione Arena di Verona Nella miniatura in alto: il direttore Gustav Kunn Sotto: il soprano wagneriano Ricarda Merbeth Nella miniatura al centro: il direttore Daniel Oren Al centro in sequenza: Francesco Meli; Eleonora Buratto; Luca Salsi; e i saluti finali dei protagonisti del Verdi Gala In fondo: una bella panoramica di Ennevi Foto dell’Arena di Verona dall’alto
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Il Turco conquista Rovigo
intervento di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - Una sorta di "esegesi" aveva preceduto l'andata in scena di Il turco in Italia, libretto di Felice Romani musica di Gioachino Rossini; e l'interprete critico della verità rivelata era stato il regista Roberto Catalano che aveva comunicato in una nota di regia che «... la necessità è stata quella di intercettare nel ruolo di Fiorilla il tratto universale di un'umanità vittima di stimoli costanti, per cercare di dare al suo personaggio non l'eccezione dell'essere umano "guasto" che va aggiustato, ma quella di una vittima perfetta sulla cui fragilità è possibile lucrare. Ecco perché in questa drammaturgia il personaggio del Poeta (Prosdocimo, ndr) a caccia della sua storia "sfruttando" le vite degli altri, vestirà i panni di un creativo senza scrupoli ...» Ci sarà riuscito il regista, nel Teatro Sociale di Rovigo, a dimostrare questa sua "esegesi"? O tutto è rimasto sulla carta, come sua e personale testimonianza d'intenti e basta? Oggi, nelle regie cosiddette moderne, il capovolgimento del paradigma è ormai una costante
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Opera dal Nord-Est
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Nel Campielo xe bel quel che piase
servizio di Athos Tromboni FREE
VERONA - Fu così che per la prima volta in assoluto Il Campiello di Ermanno Wolf-Ferrari andò in scena nel Teatro Filarmonico di Verona. E fu così che alla "prima" venne accolto da un pubblico numeroso con molti minuti di applausi a fine recita e con vere ovazioni per alcuni protagonisti di quella commedia musicale. Chissà se le cronache del futuro, parlando del
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Eventi
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Vi presentiamo La Bohčme
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA – Dopo tredici anni di assenza è ufficialmente partito il conto alla rovescia: la prossima estate La Bohème di Giacomo Puccini tornerà in Arena durante il 101° Festival lirico; il capolavoro di Puccini verrà rappresentato il 19 e il 27 luglio 2024 con la direzione di Daniel Oren. Trattandosi di una nuova produzione di Fondazione Arena
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Eventi
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Il 35° nel segno della solidarietā
servizio di Athos Tromboni FREE
RAVENNA - il Teatro Alighieri era gremito di pubblico, giornalisti, operatori video e radio per la presentazione della 35.ma edizione di Ravenna Festival 2024, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio e farà registrare oltre 100 alzate di sipario; gli artisti coinvolti sono più di mille, dai grandi nomi della musica classica e del canto lirico, fino ad alcuni "menestrelli"
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Opera dall Estero
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Grande Das Rheingold in piccolo spazio
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (USA) - La sala concerti Walt Disney Hall, sede dell’orchestra Los Angeles Philharmonic, è situata nel cuore della città e ha festeggiato nel 2023 i suoi vent'anni (è stata inaugurata il 23 ottobre 2003). E’ stata progettata e realizzata con la supervisione dal famoso architetto e designer canadese-americano Frank Gehry (1929)
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Opera dal Nord-Est
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Arianna tra il buffo e il commovente
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Ci è voluto Richard Strauss e la sua Arianna a Nasso per far comprendere quanto poco interessasse a certi ricchi la realizzazione di uno spettacolo, quanto poco comprendessero le dinamiche che stanno attorno e dentro la preparazione di un lavoro teatrale. «Pago e voglio quello che
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Personaggi
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Incontro con Lorenzo Cutųli
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Il 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini rappresenta un’occasione per commemorare e ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più grandi musicisti italiani. Le sue Opere, ancora oggi, continuano a essere rappresentate sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, celebrando lo straordinario valore artistico delle composizioni
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Opera dal Nord-Est
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Il Barbiere eccellente
servizio di Nicola Barsanti FREE
VENEZIA - Se pensiamo al fascino di un teatro risorto per più di una volta dalle proprie ceneri, e vi aggiungiamo la suggestione di esservi dentro nel vivo del carnevale della “Serenissima” non può venire in mente un gioiello della produzione rossiniana: Il barbiere di Siviglia. Ed è proprio a quest’opera che abbiamo assistito, la seconda in cartellone
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Opera dal Centro-Nord
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Manon Lescaut e il gesto della Lyniv
servizio di Nicola Barsanti FREE
BOLOGNA - Il Teatro Comunale Nouveau inaugura la propria stagione operistica 2024 con il primo vero e proprio gioiello della produzione pucciniana: Manon Lescaut. Ottima scelta per onorare il centenario della morte del compositore lucchese, avvenuta il 29 novembre del 1924 a Bruxelles. La Manon Lescaut rappresenta per la carriera
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Echi dal Territorio
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Bologna Festival numero 43
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - La 43.esima edizione di Bologna Festival 2024, da marzo a novembre, presenta alcuni dei più interessanti direttori dell’odierna scena musicale quali Teodor Currentzis, per la prima volta a Bologna con la sua orchestra musicAeterna, Vladimir Jurowski con la Bayerisches Staatsorchester e Paavo Järvi con la Die Deutsche
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
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Opera dal Centro-Nord
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La bohčme visual della Muti
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
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Opera dal Nord-Ovest
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Don Pasquale allestimento storico
servizio di Nicola Barsanti FREE
TORINO - Il titolo designato per l’inaugurazione del cartellone d’opera 2024 del Teatro Regio di Torino è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Qui riproposto nel fortunato allestimento della fine degli anni '90 del Novecento, firmato da uno dei maestri della drammaturgia musicale italiana: il regista, scrittore e giornalista Ugo Gregoretti, la cui regia
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
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Opera dal Nord-Est
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Bolena e Seymur destino congiunto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE – Teatro Verdi. Nell’ Anna Bolena di Gaetano Donizetti, in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, primeggia la qualità del cast. Un gruppo di cantanti straordinari, che contribuiscono in modo determinante al buon esito della rappresentazione. Se si eccettua qualche piccola quasi impercettibile incertezza nel primo atto la prova
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Opera dal Centro-Nord
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Un Trovatore cosė cosė
servizio di Nicola Barsanti FREE
LIVORNO - Torna a distanza di 50 anni di assenza al Teatro Goldoni e 27 anni dopo la sua ultima apparizione nella città di Livorno (ma fu al Teatro La Gran Guardia) Il trovatore, uno dei titoli più amati di Giuseppe Verdi. Un ritorno tanto atteso che non convince, pertanto inferiore alle aspettative. Gli anelli deboli di questa produzione riguardano
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Opera dal Centro-Nord
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Barbiere di Siviglia stratosferico
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - Il Teatro Regio di Parma inaugura il cartellone d’opera del 2024 con il fiore all’occhiello di Gioacchino Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Com’è noto ai più, nel 1782 Giovanni Paisiello scrisse un’opera dallo stesso titolo e con lo stesso soggetto, da qui la decisione del maestro di Pesaro di intitolare la sua nuova composizione (almeno in un primo
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Opera dal Centro-Nord
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Un Barbiere un po' cosė...
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini si veste di attualità, attraverso una lettura piuttosto singolare, ma non del tutto dissonante dalle intenzioni musicali e librettistiche, nell’allestimento andato in scena al Teatro del Giglio di Lucca con la firma registica di Luigi De Angelis che ha curato anche scene e luci. In un condominio stile Le Courboisier
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Opera dal Nord-Est
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La Bohčme dei ponteggi
servizio di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - Una Bohème senza lode e senza infamia. Così potrebbe definirsi l'allestimento dell'opera di Giacomo Puccini andata in scena al Teatro Sociale. Si tratta di una coproduzione del teatro di Rovigo con il Comune di Padova e il teatro "Mario Del Monaco" di Treviso. Una produzione tutta veneta, considerando la bacchetta affidata a Francesco Rosa
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Eventi
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Ecco la stagione 2024 del Filarmonico
redatto da Athos Tromboni FREE
VERONA - Teatro Filarmonico: dal 21 gennaio al 31 dicembre 2024, sono in programma 5 opere e 10 concerti sinfonici, con grandi interpreti internazionali. Attesissimo il ritorno del balletto, in scena anche nella sera di San Silvestro. Sarà - inoltre - l’anno delle prime assolute e dei grandi omaggi: il 2024 porterà sul palcoscenico del Filarmonico
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Opera dal Nord-Ovest
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... e il Coro fa 90!
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - Siamo a Passy e correva l’anno 1863: dopo aver finito di comporre il suo ultimo "péchés de veillesse" La Pétite Messe Solennelle, così il Gioachino Rossini infiorettava lo spartito musicale: «Bon Dieu - La voilà terminée cette pauvre petite Messe. Est-ce bien de la musique Sacrée que je viens de faire ou bien de la Sacrée Musique? J’etais né
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Opera dal Nord-Est
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Ballo in maschera suggestivo
servizio di Simone Tomei FREE
VERONA - Uno scorcio di stagione 2023 col botto quella del Teatro Filarmonico con la rappresentazione di Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi: la regista Marina Bianchi firma un allestimento classico del Teatro Regio di Parma con le ritrovate scene del 1913, dipinte da Carmignani. Fondali e principali di carta, dallo straordinario effetto tridimensionale,
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