Pubblicato il 01 Luglio 2025
Buona esecuzione del capolavoro di Mozart sotto la direzione del maestro Eun Sun Kim
Idomeneo a San Francisco servizio di Ramón Jacques

20250701_00_SanFrancisco_Idomeneo_MatthewPolenzani_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA) War Memorial Opera House - Sebbene Idomeneo, l’opera seria in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), abbia avuto la sua prima americana il 4 agosto 1947 al Berkshire Music Festival di Tanglewood, nel Massachusetts (ora sede estiva della Boston Symphony Orchestra), fu la San Francisco Opera a catapultare quest’opera nel repertorio dei principali palcoscenici del paese. L’opera fu rappresentata, ad esempio, nei teatri di Chicago, New York, Los Angeles e Houston.
La compagnia di San Francisco è legata a Idomeneo fin dalla sua prima messa in scena qui il 10 settembre 1977. La produzione, ancora in corso oggi, fu diretta dal regista e scenografo francese Jean Pierre Ponelle, con la direzione musicale del maestro inglese Sir John Pritchard.
Pritchard, primo direttore musicale dell’orchestra del teatro (prima del 1986 non esisteva questa posizione nel teatro), fu un fervente difensore non solo di Idomeneo, ma anche di altre opere del compositore austriaco. Il cast di quella prima nella City by the Bay comprendeva il tenore svizzero Éric Tappy nel ruolo del titolo (che, curiosamente, è scomparso l’11 giugno dello scorso anno, quasi in coincidenza con questa prima), il mezzosoprano Maria Ewing nel ruolo di Idamante, il soprano francese Christiane Edda Pierre in quello di Ilia e il soprano Carol Neblett che cantò il ruolo di Elettra.
Nella stagione 1989, Pritchard riprese Idomeneo, questa volta con la revisione di Mozart, in cui il ruolo di Idamante sarebbe stato cantato da un tenore (interpretato dal tenore tedesco Hans Peter Blochwitz). Come aneddoto e curiosa coincidenza in merito a quelle rappresentazioni, poche ore prima della recita del 17 ottobre, un violento terremoto si verificò nell’area della baia (noto come Loma Prieta, dal suo epicentro), causando danni a diverse strutture cittadine. La rappresentazione fu annullata e, giorni dopo, una versione semi-scenica fu eseguita al Masonic Auditorium.
Subito dopo l’ultima recita di Idomeneo, al War Memorial Opera House (che aveva subito alcuni danni al soffitto della sala), il Maestro Pritchard morì improvvisamente nella sua casa nel quartiere di Daly City a San Francisco; pertanto, nell’ultima produzione della stagione (Die Frau ohne Schatten), l’orchestra eseguì la “Marcia dei Sacerdoti” da Idomeneo in suo onore. Infine, è doveroso menzionare il cast della produzione del 1999 in questo teatro, ricordata ancora oggi (la compagnia ha utilizzato estratti registrati in quelle rappresentazioni per promuovere lo spettacolo): il tenore svedese Gösta Winbergh interpretava Idomeneo, Vesselina Kasarova Idamante, Barbara Bonneye Anna Netrebko si alternavano nel ruolo di Ilia e Carol Vaness quello di Elettra, sotto la direzione musicale di Donald Runnicles.
La trama dell’opera ha inizio durante una terribile tempesta, nella quale Idomeneo promette al dio Nettuno di sacrificare la prima persona che incontrerà se lui e il suo equipaggio sopravviveranno alle acque tempestose. Una volta giunto sulla riva, il suo sollievo si trasforma in orrore nel ritrovare il proprio figlio, Idamante, prima persona da lui incontrata.
Idomeneo è angosciato dalle avversità che deve affrontare, mentre Idamante corteggia la principessa Ilia, e al contempo è perseguitato dalla gelosa e volubile Elettra. La trama enfatizza quindi la tensione tra i personaggi e il loro ambiente, in particolare con le forze della natura, che diventano sempre più insostenibili man mano che Idomeneo si arrende alla sua promessa.

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La storia e la parte scenica di questa sublime opera mozartiana, ricca di intensità e vivide caratterizzazioni, sono state pensate all’interno di un nuovo concept scenico dalla regista australiana Lindy Hume, che ha ambientato la storia e la scena nella Tasmania odierna, Australia, dove risiede.
Le scenografie di Michael Yeargan, presentate per la prima volta all’Australian Opera di Melbourne nel 2023 e replicate a Sydney nel 2024, si caratterizzavano per una semplicità austera, incorniciando il palcoscenico, un’ampia sala con pareti bianche e suggestive porte in stile dorico sul fondo e sui lati. Le pareti, in realtà schermi, proiettavano immagini delle torbide acque marine, della fauna, della vegetazione e delle coste rocciose, dei litorali e delle spiagge dell’isola australiana. A queste si alternavano intense notti stellate a tinte blu e rosse, brillanti e soffocanti, che accentuavano la tensione drammatica della storia, rappresentando la furia della natura e creando al contempo scene di calma e quiete.
La realizzazione tecnica è stata curata da David Bergman e dalla direttrice della fotografia Catherine Pettman, fondatrice della casa di produzione australiana Sheoak Films. Le luci, essenziali in questo caso, sono state progettate da Verity Hampson. I costumi moderni di Anna Cordingley, perfetti per l’occasione, presentavano alcuni elementi ispirati ai Pelawa Pakana, i primi coloni e custodi di Lutruwita, in Tasmania (dove sono state realizzate le registrazioni viste qui). Si notava, ad esempio, il piumaggio sulle spalle del cappotto nero indossato da Idomeneo, che poi lo applicava su Idamante, in segno dimaestà e grandezza. Degni di nota anche i costumi scuri del coro i quali contenevano anche piume che alludevano a quegli abitanti, che nella scena finale regge rami di eucalipto.

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Il lavoro della Hume è stata interessante e, con commovente eloquenza, scavava a fondo nell’anima di ogni personaggio, esplorando le loro gioie e i loro dolori. La costante era la musica quasi celestiale della brillante partitura di Mozart. L’unico svantaggio scenico, che rovinava un po’ l’opera della Hume, era l’incessante uso delle proiezioni, che diventava una distrazione e un inconveniente per la visione e la concentrazione dello spettatore. Inoltre, la scena era inutilmente appesantita dall’inspiegabile aggiunta di sedie, che per una parte dell’esecuzione venivano risistemate dal coro ai lati del palco o al centro, come in un auditorium, su un palcoscenico che ruotava costantemente con un movimento circolare. Questi dettagli apparentemente superflui contrastavano con la storia, servivano a ben poco in relazione all’attento lavoro registico.
Il cast vocale, buono in generale, ha mostrato alti e bassi e interpretazioni discontinue. Il tenore Matthew Polenzani, che ha interpretato innumerevoli volte il ruolo di Idomeneo su palcoscenici importanti e per il quale possiede la voce e la profondità necessarie, ha dimostrato un’innegabile presenza e padronanza del ruolo. Tuttavia, nel corso dell’esecuzione, è emersa una certa perdita di elasticità e colore, soprattutto nel registro acuto. La sua importante aria “Fuor del mar”, nella sua versione più lunga e integrale, suonava strozzata e poco raffinata. Polenzani è un cantante notevole, apparentemente alle prese con un ruolo che potrebbe essere oggi al di là delle sue capacità.
Il mezzosoprano Daniela Mack, nonostante una indisposizione annunciata dal teatro, ha interpretato il ruolo di Idamante con intensità, elasticità e colori gradevoli con il suo strumento brunito, sebbene la sua proiezione vocale sia stata penalizzata.
Il tenore Alek Shrader ha incarnato un Arbace credibile, con l’aspetto di un filosofo piuttosto che di un confidente. Il suo timbro era chiaro ed elegante ma gli acuti non sono parsi sempre a fuoco, soprattutto nell’aria “Se il tuo duol”, solitamente omessa ma inclusa in questa versione.
Al suo debutto locale, il soprano cinese Ying Fang ha recitato e cantato in modo sorprendente il ruolo di Ilia. Commovente, passionale e accattivante sul palco, ha conferito al ruolo la qualità amorevole e delicata che gli è propria. Vocalmente, si è distinta per la dolcezza e la musicalità che ha apportato al suo canto, con la sua colorazione timbrica leggera ma raffinata, oltre alla sua dizione e alla sua espressione.
Il soprano sudafricana Elza van der Heever ha interpretato un’Elettra intensa, penetrante e perspicace, ma anche convincente. Ha infuso al suo canto la necessaria drammaticità, emozione e forza con la sua voce omogenea, luminosa e accattivante.
Il cast era completato da cantanti provenienti dall’accademia del teatro (conosciuta come Adler San Francisco Adler Fellowship) come il basso-baritono Jongwon Han, imponente nel ruolo dell’ Oracolo; i soprani Georgiana Adams e Mary Hoskins in quelli delle Donne cretesi; il tenore lirico Samuel White nei ruoli del Sommo Sacerdote, Nettuno e di Un Troiano; e il baritono Olivier Zerouali, Un altro Troiano.
Il Coro del teatro, diretto dal Maestro John Keene, è stato molto attivo e partecipe, dimostrandosi un ensemble coeso, professionale e competente nei suoi significativi interventi.
L’orchestra ha suonato bene sotto la direzione del suo  direttrice principale, Eun Sun Kim, ed è riuscita a trovare coesione con gli strumentisti, evidenziando la musicalità tipicamente mozartiana, con pause, sicurezza, libertà e leggerezza. Il continuo al clavicembalo è stato radioso. Nonostante l’eliminazione di quasi tutti i recitativi e la musica per balletto, la maratona è durata oltre tre ore e mezza, ma il pubblico ha accolto l’esecuzione e i suoi interpreti con entusiasmo.

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Dopo una pausa, la San Francisco Opera riprenderà le sue attività a settembre prossimo con una nuova stagione che prevede la ripresa, a 25 anni dalla sua prima mondiale su questo palcoscenico, dell’opera Dead Man Walking di Jake Heggie e Terrence McNally, del Parsifal di Wagner e la prima mondiale dell’opera The Monkey King del compositore cinese Huang Ruo.
(la recensione si riferisce alla recita di sabato 14 giugno 2025)

Crediti forografici: Cory Weaver / San Francisco Opera
Nella miniatura in alto: il tenore Matthew Polenzani (Idomeneo)
Sotto, in sequenza; ancora Polenzani con Ying Fang (Ilia) e Alek Shrader (Idamante); con Ying Fang; Elza van der Heever (Elettra); ancora Polenzani con Ying Fang e Alek Shrader
Al centro e sotto, in sequenza: panoramiche di Cory Weaver su luci e scene dell'allestimento





Pubblicato il 12 Giugno 2025
L'ultima opera di Claudio Monteverdi messa in scena con successo dal regista Pedro Salazar
L'Incoronazione di Poppea piace servizio di Ramón Jacques

20250612_00_Bogota_LIncoronazioneDiPoppea_PedroSalazarBOGOTÁ (Colombia), Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo - L’Incoronazione di Poppea (SV 308) è l’ultima composizione operistica di Claudio Monteverdi (1567–1643), autore italiano a cui si attribuisce il merito di aver contribuito alla nascita dell’opera lirica. La sua lunga carriera, che lo vide impegnato come direttore di coro (fu maestro di cappella nella Basilica di San Marco a Venezia), strumentista ad arco e, soprattutto, come compositore prolifico di musica profana e sacra (con i suoi libri di madrigali, le sue opere religiose di grande portata come il Vespro della Beata Vergine, oltre a tre opere liriche), lo rende una figura di spicco nella transizione dal Rinascimento al Barocco nella storia della musica. In particolare, si distingue per il suo contributo allo sviluppo della forma e della melodia attraverso l’uso della tecnica del basso continuo, caratteristica dell’esecuzione della musica barocca.
L’opera L’Orfeo (1607) è considerata la più antica del genere e viene ancora rappresentata nei teatri, sebbene non con la frequenza che meriterebbe. Fu durante il suo soggiorno veneziano che compose L’Incoronazione di Poppea, dramma musicale in un prologo e tre atti su libretto italiano del poeta veneziano del XVII secolo Giovanni Francesco Busenello (1598–1659); Busenello era noto sulla scena operistica veneziana perché, oltre a collaborare con Monteverdi, scrisse libretti anche per altri noti compositori, tra cui Francesco Cavalli (1602–1676).
L’Incoronazione di Poppea debuttò a Venezia nel 1643 al Teatro Santi Giovanni e Paolo.
In occasione del quindicesimo anniversario del Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo, inaugurato il 26 maggio 2010, e con un ampio programma di eventi musicali, di danza e teatrali in programma per  l’occasione, questo titolo monteverdiano è stato presentato per la prima volta in Colombia.
L’opera non viene messa in scena con la stessa frequenza di L’Orfeo e, almeno negli ultimi dieci anni, è stata rappresentata più spesso nei teatri italiani (in particolare, il ciclo operistico di Monteverdi messo in scena da Robert Wilson al Teatro alla Scala di Milano), ma soprattutto in vari teatri francesi. Non sorprende quindi che questa produzione sia stata una collaborazione tra Francia e Colombia, che ha coinvolto l’ensemble francese di strumenti antichi Le Poème Harmonique, diretto da Vincent Dumestre, e il gruppo teatrale colombiano La Compañía Estable, diretto dal suo fondatore Pedro Salazar, che, oltre a realizzare diverse produzioni teatrali, ora è impegnato anche nell’opera, soprattutto in questo teatro.

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Tra le tre opere sopravvissute della carriera operistica di Claudio Monteverdi, L’Incoronazione di Poppea è quella che ha suscitato maggiore sorpresa, poiché la trama (ispirata all’antichità) si discosta da temi puramente mitologici per incorporare personaggi umani.
L’opera affronta anche temi di forte attualità, come l’autorità e i suoi abusi, l’ego e il tradimento, visti attraverso la conquista del potere da parte dell’amante di Nerone, Poppea, che non esita a commettere crimini per raggiungere i propri obiettivi. La storia è efficace anche dal punto di vista teatrale e drammatico, così come nelle scene comiche intervallate nella partitura, senza dimenticare la sontuosa musica di Monteverdi.
Nella sua concezione scenica, Pedro Salazar ha cercato di esplorare l’esistenza, come la definisce lui, dei “Nerone”, che, dal suo punto di vista, non hanno mai cessato di esistere e sono sempre stati presenti, come lo sono oggi, soprattutto in America Latina. La proposta mirava a trasmettere un messaggio politico e una denuncia dei vizi, degli eccessi e della corruzione che caratterizzano questi personaggi.
In termini di recitazione, i personaggi erano umani e vicini alla realtà familiare al pubblico, e la produzione, pur essendo contemporanea, presentava alcuni riferimenti al passato.
La scenografia, di Julián Hoyos, si è avvalsa di pochi elementi scenici, costituiti da figure geometriche, cubi, statue e colonne che entravano e uscivano a ogni cambio di scena. Sul fondale, creando un effetto visivamente interessante, un sipario riproduceva la cupola interna del Pantheon di Agrippa a Roma, con l’oculus rivolto verso il cielo. Occasionalmente, il fondale si apriva per rivelare personaggi come Amore, oltre a sipari con disegni geometrici o manifesti di propaganda politica.
Le luci, curate da Humberto Hernández, sono state eccellenti.
I costumi, realizzati da Sandra Diaz, erano affascinanti e vistosi: abiti variopinti e tuniche di seta, una combinazione che mescolava elementi del passato con il presente; in particolare, l’abito e il minaccioso berretto militare del personaggio di Nerone lo facevano apparire come un dittatore.
Il cast vocale univa l'esperienza alla gioventù e sono stati scelti solo cantanti provenienti dai paesi del Cono Sud, aggiunti e selezionati dallo stesso Vincent Dumestre per l'occasione. Il mezzosoprano svedese-cileno Luciana Mancini si è distinto per la sua interpretazione di Nerone. Cantante di grande esperienza nel repertorio di musica antica, ha mostrato sicurezza, aderenza allo stile, tonalità brillanti e buon gusto in fioriture e ornamenti. Sul palco si è presentata come un imperatore superbo e altezzoso.

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Ottima anche la performance del mezzosoprano colombiano Andrea Niño, artista di grande esperienza che ha mostrato chiarezza e nitidezza nel canto, conferendo al personaggio di Poppea quel mix di stravaganza, vanità, pretenziosità e fragilità.
Il giovane controtenore uruguaiano Agustín Pennino, già noto per il suo lavoro in importanti produzioni di musica antica e con una carriera in crescita, ha dato vita all’esasperato e vendicativo Ottone con un timbro cupo e una voce morbida.

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Il mezzosoprano colombiano Yeraldin León si è distinto per la sua interpretazione, conferendo personalità ai ruoli di Ottavia e Virtù.
Notevole anche il talento vocale del soprano brasiliano Luanda Siqueira nei ruoli di Fortuna e Drusilla, così come quello del soprano locale Lina Marcela López, che si è distinta nel ruolo di Amore (ha interpretato anche Valleto). Da segnalare anche il basso venezuelano Álvaro Carrillo nel ruolo del solido Seneca. Il cast è stato completato da artisti che hanno svolto un lavoro degno di nota: il controtenore venezuelano Fernando Escalona nel ruolo di Arnalta e il tenore colombiano Luis Hernández Luque in quello di Nutrice (entrambi interpretando i rispettivi personaggi en travesti), oltre ad altri tre cantanti locali: Camilo Delgado nei ruoli di Lucano, Soldato I e Familiare I, il tenore Andrés Silva nei ruoli di Liberto e Soldato II, e il baritono Jacobo Ochoa che ha impersonato i personaggi di Mercurio, Littore, Consoli e Familiare II.
In buca, Vincent Dumestre ha guidato il piccolo gruppo di strumentisti de Le Poème Harmonique con sicurezza, competenza e vigore, estraend un suono compatto, commovente ma al tempo stesso abbagliante e luminoso, dando priorità al testo, alle dinamiche e ai silenzi drammatici. Sebbene la partitura sia estesa e le versioni più note siano quelle realizzate per Venezia e Napoli, quanto ascoltato qui si basava su un’edizione parigina del XVII secolo con il duetto Partiam, che contiene la melodia di Pur ti miro, uno dei passaggi più noti dell’opera. Sebbene non ascoltato in scena, è stato cantato come bis a fine serata, dopo gli applausi.
Inoltre, nella parte lirica la stagione di celebrazioni del teatro prevede la messa in scena di La Traviata e Nabucco di Giuseppe Verdi. Un altro evento importante della stagione in corso sarà la presenza di Les Arts Florissants, che, sotto la direzione di William Christie, offrirà una versione scenica della semi-opera di Henry Purcell (1691-1695) in un prologo e cinque atti, The Fairy Queen, z. 629 (1691).
(La recensione si riferisce alla recita di sabato 24 maggio 2025)

Crediti fotografici: Juan Diego Castillo / Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo
Nella miniatura in alto: il regista Pedro Salazar
Sotto, in sequenza: Lina Marcela López (Amore e Valleto); Andrea Niño (Poppea) e Luciana Mancini  (Nerone); Panoramica su scene e costumi
Al centro: L'incoronazione di Poppea da parte di Nerone
In fondo: ancora Lina Marcela López brava mezzosoprano di Bogotà





Pubblicato il 07 Giugno 2025
La quinta opera di Richard Wagner non andava in scena al Grand Opera dal 2001
Tannhäuser torna a Houston servizio di Ramón Jacques

20250507_00_Houston_Tannhauser_FrancescaZambelloHOUSTON (USA) - Grand Opera. Wortham Theatre Center. La Houston Grand Opera ha concluso con successo un’altra stagione con Tannhäuser, un’opera in tre atti con musica e libretto in tedesco di Richard Wagner (1813-1883). Come la maggior parte delle sue opere, Tannhäuser trae ispirazione da leggende medievali tedesche. La quinta opera di Wagner debuttò il 19 ottobre 1845 a Dresda, diretta dallo stesso compositore. Considerata una pietra miliare e un punto fermo del repertorio dei principali teatri d’opera odierni, Tannhäuser è stata rappresentata molto raramente in questo Paese dal periodo post-pandemico, ad eccezione delle produzioni della Los Angeles Opera nel 2021 e della Metropolitan Opera di New York nel 2023.
Le esigenze musicali, vocali e finanziarie di un’opera di tale portata sono notevoli, pertanto l’impegno del teatro di Houston nel realizzarne una nuova produzione è encomiabile. Questa sarà l’unica rappresentazione in programma per quest’anno. L’opera non veniva rappresentata in Houston città dal 2001, quando fu proposta in una memorabile produzione teatrale del leggendario regista Werner Herzog.
Come è noto, Tannhäuser trasgredisce le rigide norme sociali dei trovatori medievali e si avventura nel regno mistico di Venere, dea dell’amore eterno, che lo conduce a un’esplosione di sensualità. Invece di essere accolto con favore, Tannhäuser viene allontanato dalla sua comunità, profondamente religiosa, per essersi congiunto all’insaziabile Venere. Tuttavia, tornare in una società immobile e refrattaria al cambiamento si rivelerà arduo, sebbene alla fine Tannhäuser ottenga una miracolosa redenzione grazie al sacrificio della sua amata Elisabetta. Questa è la storia straordinariamente presentata al pubblico, grazie alla raffinata, elegante e variopinta produzione di Peter J. Davidson.
I costumi sorprendenti di Constance Homann, le eccellenti luci di Amith Chandrashaker e le proiezioni sul fondale di S. Katy Tucker hanno reso la foresta che i pellegrini attraversano in cammino verso Roma una delle immagini più suggestive e artistiche dell’intera rappresentazione.
Le scenografie, come sempre frutto di una coproduzione tra i teatri di Houston, la Washington National Opera, la Seattle Opera e la Canadian Opera Company di Toronto, sono senza dubbio tra le migliori che abbia mai visto della regista Francesca Zambello. La regista ha ambientato l’antica leggenda germanica all’inizio del XX secolo, all’interno di una setta isolata di una comunità profondamente religiosa. La gara di canto, ad esempio, si è svolta all’interno di un tempio religioso, mentre il Venusburg, che qui rappresenta il mondo esterno, era ambientato in un salotto edonistico o bordello, all’interno di un opulento appartamento newyorkese, abitato da Venere, la dea dell’amore, e dalle sue muse.
Si susseguivano feste con ballerini che hanno eseguito coreografie stravaganti ed esotiche, senza mai ricorrere a nudità, volgarità o scene fuori contesto. In questa produzione, Tannhäuser ha vissuto in un mondo seduttivo per oltre un anno, ma il senso di colpa per aver abbandonato Elisabetta, il suo primo amore virginale, è troppo pesante da sopportare, e viene immediatamente riportato nella sua comunità.
È lì che sorgono i problemi derivanti dalle sue scelte. L’approccio romanzesco, molto operistico, della Zambello non nuoce all’opera di Wagner; al contrario, narra una storia semplice con personaggi più umani, affrontando le implicazioni dell’appartenenza e del confronto con una rigida entità religiosa e con i suoi valori, una situazione che sembrerebbe non lontana da ciò che viviamo oggi.

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Alla fine, Tannhäuser rimane intrappolato in una luce celestiale davanti al corpo di Elisabetta, lasciando in sospeso il suo destino: vivrà per cantare di nuovo o tornerà nell’oscurità per ricongiungersi a Venere?
Dal punto di vista vocale, il cast vantava cantanti e artisti di talento, principalmente americani.: tra questi, il tenore drammatico-spinto Russell Thomas, dotato di buone qualità vocali. Sebbene non possa essere definito un heldentenor puro, la sua incursione in questo repertorio e la sua esperienza in ruoli wagneriani, come il Tannhäuser a Los Angeles nel 2021 o Parsifal sempre a Houston nel 2024, gli hanno permesso di perfezionare e comprendere lo stile, gestendo la voce per esprimere al meglio il personaggio di Tannhäuser e le sue esigenze. La sua proiezione è stata adeguata e, sebbene non possieda una voce potente e robusta, si è distinto per il calore del timbro, l’omogeneità e la solidità tecnica nell’emettere le note acute, conferendo significato ed espressività alla sua parte.
Nel ruolo di Elisabetta, il soprano Tamara Wilson, attrice diplomata all’accademia del teatro e attualmente rinomata interprete, ha primeggiato nel canto, dimostrando di possedere una voce con un’adeguata proiezione, ferma e vigorosa. Sul palco, è riuscita a tratteggiare una ragazza semplice con gioia e timidezza, con forza e convinzione, pronta a sostenere la redenzione di Tannhäuser.

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Il mezzosoprano Sasha Cooke ha incarnato perfettamente il ruolo di Venere, trasmettendo un’immagine sensuale e una vocalità ricca e corposa che le ha permesso di affrontare con naturalezza questo repertorio. La sua interpretazione, caratterizzata da una tonalità scura e magnetica, ha dimostrato come il canto wagneriano possa essere apprezzato anche attraverso uno stile misurato e raffinato, piuttosto che con un’esecuzione energica e potente.
Analogamente, il basso greco Alexandros Stavrakakis, nel ruolo di Landgraf Hermann, ha saputo coniugare potenza vocale e intensità espressiva, interpretando il personaggio con sfumature ed efficacia.
Ottime interpretazioni sono state offerte anche dal tenore Martin Luther Clark nel ruolo di Walther von Wogelweide, dal baritono Luke Sutliff nel ruolo di Wolfram von Eschenbach, dal basso-baritono Cory McGee in quello di Biterolf, dal tenore Shawn Roth in quello di Heinrich der Schreiber, dal basso cinese Ziniu Zhao nel ruolo di Reimar von Sweter e dal mezzosoprano Ani Kushyan nel ruolo del pastore.
Questi ultimi cinque cantanti, ex allievi attualmente legati all’accademia del teatro, sono destinati a interpretare ruoli di rilievo in importanti teatri. Come nel passato è successo a una sconosciuta mezzosoprano che veniva dal Kansas, chiamata Joyce di Donato, tra tanti altri.
Il coro si è distinto per la sua performance, in particolare nell’esecuzione del Coro dei pellegrini, dove ha cantato con determinazione, esaltazione ed entusiasmo, mantenendo la consueta professionalità sotto la direzione di Richard Bado.

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Nel suo debutto in questo teatro il direttore d’orchestra Erik Nielsen ha esordito con grande successo. Il maestro americano, che raramente dirige negli Stati Uniti, ha dimostrato la sua abilità come concertatore dalla buca d’orchestra, oltre alla competenza e all’autorevolezza derivanti dalla sua lunga carriera principalmente nella direzione di opere liriche su palcoscenici internazionale specialmente in Europa . Fin dall’iconica Ouverture, ha offerto un pregevole viaggio musicale, mettendo in risalto i suoi tre leitmotiv centrali, evidenziando inoltre una magistrale padronanza dei tempi, interpretando in modo brillante, evocativo e anche estatico. I musicisti dell’orchestra, motivati e coinvolti, hanno offerto una serata memorabile. La prossima stagione si aprirà nel mese di ottobre con un classico americano: Porgy and Bess di Gershwin, nella versione originale del compositore, che nel passato ha fatto vincere al teatro di Houston, Grammy e Tony Awards in passato con la direzione della stessa Francesca Zambello. I biglietti sono già disponibili e oggi sono quasi tutti venduti. 
(La recensione si riferisce alla recita di giovedì 8 maggio 2025)

Crediti fotografici: Michael Bishop / Houston Grand Opera 
Nella miniatura in alto: la regista Francesca Zambello
Sotto, in sequenza: Tamara Wilson (
Elisabetta) e Russel Thomas (Tannhäuser
); ancora Russel Thomas con Sasha Cooke (Venere)
Al centro e in fondo: belle panoramiche di Michael Bishop sull'allestimento





Pubblicato il 25 Maggio 2025
Meritato successo californiano per l'opera di George Friedrich Händel in forma di concerto
Giulio Cesare a Berkeley servizio di Ramón Jacques

20250525_00_Berkeley_GiulioCesareInEgitto_HarryBicketBERKELEY (California, USA), Zellerbach Hall - Nel corso della tournée annuale negli Stati Uniti dell’ensemble inglese The English Concert, è stata eseguita con grande successo l’opera seria in tre atti Giulio Cesare in Egitto, HWV 17 di George Friedrich Händel (1685-1759). La rappresentazione si inserisce nel prestigioso ciclo Cal Performances di danza, teatro e musica (orchestrale, da camera e recital), nonché musica antica, organizzato ed eseguito annualmente dal 1906 dall’Università della California, Berkeley, situata dall’altra parte della baia rispetto a San Francisco, California.
Questo ciclo di concerti ha ospitato importanti artisti internazionali. La versione da concerto della celebre opera di Händel è stata eseguita nella Zellerbach Hall del campus universitario davanti a un pubblico numeroso. Berkeley si è affermata come un baluardo delle esecuzioni di musica antica da parte di importanti gruppi specialistici, ed è evidente il forte interesse in loco.
La collaborazione tra l’orchestra inglese e questa associazione, iniziata nel 2021, include l’esecuzione di opere di Händel come AlcinaRodelinda e Solomon. Per la prossima stagione, è stato annunciato il ritorno dell’ensemble a maggio 2026 con Hercules, il dramma in tre atti composto tra luglio e agosto del 1744, su libretto inglese basato sul nono libro delle Metamorfosi di Ovidio e sulle Trachinie di Sofocle: lo spettacolo sarà sicuramente imperdibile e di grande soddisfazione, grazie alla annunciata presenza dell’eccezionale mezzosoprano svedese Ann Hallenberg.
L’esecuzione di Giulio Cesare si è rivelata un’esperienza estremamente appagante, caratterizzata da un elevato livello interpretativo in ogni suo aspetto, in particolare per quanto concerne la sezione vocale.
Quest’opera eroica di Händel, una delle sue composizioni più celebri, debuttò al King’s Theatre di Haymarket, a Londra, il 20 febbraio 1724. La trama avvincente, la sequenza di arie memorabili, le vivide caratterizzazioni e l’opulenta orchestrazione ne fanno un’opera davvero straordinaria. Ambientata nell’antico Egitto, la trama ruota attorno all’arrivo di Giulio Cesare dopo la vittoria su Pompeo e all’alleanza amorosa e politica che stringe con Cleopatra nella lotta contro il perfido fratello, Tolomeo.

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La narrazione intreccia eventi storici con racconti romanzati e idealizzati per esplorare temi di politica, amore, seduzione, tradimento, lealtà e intrighi. Nonostante l’assenza di sovratitoli e la limitata gestualità, pochi movimenti sono stati sufficenti a trasmettere le emozioni e le situazioni dei personaggi. Ciò è stato reso possibiledall’eccellente lavoro di improvvisazione recitativa dei cantanti, esperti in opere antiche generalmente presentate in versione concertistica.
Nel ruolo principale di Giulio Cesare, si è distinta la presenza e la partecipazione del controtenore francese Christophe Dumaux. Considerato uno dei migliori interpreti del personaggio, Dumaux ha già portato in scena il ruolo in diverse occasioni, come nell’allestimento di Calixto Bieito presentato ad Amsterdam e recensito dall’autore di queste righe all’inizio del 2023. Con la sua presenza, Dumaux padroneggia il ruolo, capace di esprimere sia i momenti energici che quelli più romantici, mostrando anche una certa dose di comicità. La sua interpretazione vocale è stata magistrale, grazie all’ampia varietà di risorse vocali, come la solidità e la precisione nell’intonazione e nelle fioriture, la facile elasticità, la notevole espressione nella messa di voce e la sensibilità nei pianissimi. Tra i momenti salienti, l’aria d’apertura “Alma del gran Pompeo”, lo scambio di canti d’uccelli con il violino solista in “Se in fiorito” e la grande aria “Al lampo dell’armi” del terzo Atto, solo per citarne alcuni.
Si è registrata un’ottima alchimia e sintonia con il soprano britannico Louis Alder, interprete di una seducente Cleopatra, notata nel duetto “Caro…Bella”. Il canto della Alder è stato chiaro, preciso e adatto alle esigenze del ruolo, come in “Tu la mia stella sei” del primo atto, o ha dimostrato la sua delicatezza vocale, pronunciando un vero lamento nella sua aria “Piangerò la sorte mia” del terzo atto. La Alder non si è limitata a cantare le sue arie, ma ha infuso al personaggio umanità e movimenti precisi.
Il contralto scozzese Beth Taylor ha recitato egregiamente, conferendo profondità e una voce seducente, ampia e ben bilanciata al ruolo di Cornelia.
Nei panni di Sesto, suo figliastro (ruolo en travesti), il mezzosoprano irlandese Paula Murrihy è stata molto efficace e fedele al personaggio e allo stile vocale, trasmettendo l’emozione, la giovinezza e la grinta necessari per quella caratterizzazione vocale e scenica. Il suo “Svegliatevi nel cor” è stata una vera interpretazione memorabile.
Tra gli altri controtenori, John Holiday si è distinto per una voce morbida, esplosiva, agile e scura, e temperamento, per conferire il carattere malvagio al suo ruolo. Meili Li è stata un’adeguata Nireno. Il baritono Morgan Pearse è stato un solido Achilla, con una tonalità baritonale molto musicale, cadenzata e sonora. Il cast è stato completato dall’appropriato Curio del giovane baritono Thomas Chenhall.
Da menzionare le parti corali cantate con gioia e armonia dagli stessi solisti. Il maestro Harry Bicket ha dato prova di grande abilità e competenza, dirigendo dal clavicembalo un ensemble di 27 strumentisti, di cui è direttore artistico dal 2007. È stato convincente per la dinamica, la leggerezza e gli affascinanti Adagi, oltre che per la sua considerazione e il suo supporto per le voci.
Infine, si sono distinte l’eccellente sezione archi, corni e fiati che, quando richiesto, si sono posizionati dietro al direttore e accanto ai cantanti. In sintesi, si è ascoltata un’esecuzione strumentale pomposa e sontuosa. Lo spettacolo è stato offerto senza interruzioni, rendendo la serata di quattro ore una maratona, ma comunque piacevole.
(La recensione si riferisce allo spettacolo di Domenica 27 aprile 2025)

Crediti fotografici: Ufficio stampa Cal Performances 
Nella miniatura in alto: il clavicembalista e direttore Harry Bicket 
Sotto: i saluti del cast al pubblico fra scoscianti applausi






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Turandot il ritorno
servizio di Simone Tomei FREE

20250727_TorreDelLago_00_Turandot_AnnaPirozzi_phMarilenaImbresciaTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Era il 14 luglio del 2017 quando, da inviato del mio giornale, varcavo per l'ultima volta le soglie del Gran Teatro all'aperto di Torre del Lago. Ricordo bene quello spettacolo e, ancor più, la recensione che ne seguì: scritta con il cuore in mano e senza filtri, non si limitava a valutare la resa artistica, ma sollevava - con lucidità e senso di responsabilità - forti perplessità su una gestione del Festival che, a mio avviso, tradiva il prestigio e la vocazione profonda di una tradizione pucciniana che merita ben altro. Quella presa di posizione, troppo diretta forse per certi palati, mi costò l'esclusione dalla lista dei recensori accreditati (ospite non gradito, era la motivazione) . Non fu una scelta contro la mia Testata, ma contro la mia persona: una forma di ostracismo discreto, eppure eloquente, che puniva chi aveva osato dire ad alta voce ciò che molti pensavano solo a mezza voce. Chi lo desidera può ancora trovare quel pezzo negli archivi: resta lì, come testimonianza di un giornalismo che non ha mai avuto paura di chiamare le cose con il loro nome.
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La Euyo prende residenza a Ferrara e Roma

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Jazz Pop Rock Etno
Ferrara Film Orchestra e la bacchetta di Ambra
servizio di Athos Tromboni FREE

20250803_00_GiardinoPerTutti_FerraraFilmOrchestra_CristinaColettiFERRARA - La prima serata della rassegna Giardino per tutti organizzata ai piedi del grattacielo dal Comune di Ferrara con la collaborazione del Teatro Comunale "Claudio Abbado", dentro il Parco Coletta, ha fatto l'en-plein. Era in pedana la Ferrara Film Orchestra capitanata dalla bacchetta di Ambra Bianchi
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Opera dal Centro-Nord
Buratto bel debutto in Tosca
servizio di Simone Tomei FREE

20250802_TorreDelLago_00_Tosca_EleonoraBuratto_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Nel terzo fine settimana del 71° Festival Puccini di Torre del Lago, la seconda recita di Tosca ha riproposto uno degli allestimenti più attesi di questa edizione. La produzione, firmata da Alfonso Signorini in veste di regista e costumista, si è presentata con una veste visiva marcatamente simbolica, ricca di richiami
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Opera dal Nord-Est
Nabucco Carmen La traviata
servizio di Angela Bosetto FREE

20250731_Vr_00_Nabucco_StefanoPodaVERONA – Anna Netrebko, Anita Rachvelishvili e Rosa Feola, ovvero Abigaille, Carmen e Violetta Valéry. Sono loro le tre grazie musicali che, dal 17 al 19 luglio 2025, hanno acceso l’Arena, rendendo ciascuna rappresentazione meritevole di grande interesse in virtù della propria peculiarità. Per il soprano russo si trattava del debutto italiano come figlia
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Jazz Pop Rock Etno
Verdi e il jazz un dialogo
servizio di Simone Tomei FREE

20250727_Fabbiano_00_ValtidoneFestival_AlessandroBertozziFABBIANO, Borgonovo Val Tidone (PC) - Nella serata di sabato 26 luglio 2025, un angolo a me ancora misconosciuto della Val Tidone, la suggestiva piazzetta di Fabbiano, frazione di Borgonovo Val Tidone, si è trasformato in un crocevia di sublime audacia musicale. Il Valtidone Festival, giunto alla sua 27ª edizione e promosso dalla
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Opera dal Centro-Nord
Ecco la Bohčme che ti aspetti
servizio di Athos Tromboni FREE

20250720_TorreDelLago_00_LaBoheme_PierGiorgioMorandi_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Un po' meno pubblico per La bohème rispetto alla Tosca della sera precedente, nel Gran Teatro all'aperto sul Lago di Massaciuccoli. Comunque una buona presenza (diciamo a spanne, oltre 2 mila spettatori?) per un ritorno, quello della regia "cinematografica" di Ettore Scola del 2014 ripresa da
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Opera dal Centro-Nord
Un magico Elisir
servizio di Simone Tomei FREE

20250716_Fi_00_LElisirDAmore_AntonioMandrrillo_phMicheleMonastaFIRENZE - L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti è un capolavoro senza tempo che, a quasi due secoli dalla sua prima rappresentazione, continua a incantare e commuovere. Definito "melodramma giocoso", fonde mirabilmente la profondità patetica con l'arguzia dell'opera buffa italiana, creando una "commedia agrodolce" capace di strappare
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Echi dal Territorio
79 anni di emozioni
redatto da Athos Tromboni FREE

20250715_Spoleto_00_Stagione2025_AntonioAgostini_phRomboniDalleLucheSPOLETO (PG) - Partirà il 7 agosto 2025 per concludersi il 24 settembre la nuova Stagione lirica del Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" giunta al lodevole traguardo della 79.ma edizione. Gli spettacoli, oltre che nella città spoletina, andranno in scena anche nei principali teatri dell'Umbria: «79 anni di emozioni, una stagione da vivere!» è lo slogan
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Jazz Pop Rock Etno
La notte degli Oscar
servizio di Athos Tromboni FREE

20250711_Vigarano_00_GruppoDei10_DadoMoroniVIGARANO MAINARDA (FE) - La "Notte degli Oscar" del Gruppo dei 10 idea uscita dalla testa di Alessandro Mistri (così come Pallade Atena uscì dalla testa di Zeus, ci racconta il poeta greco Esiodo) ha visto una nutrita partecipazione di pubblico allo Spirito di Vigarano Mainarda.
Non poteva essere altrimenti
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Jazz Pop Rock Etno
De Silva amore che vieni amore che vai
servizio di Athos Tromboni FREE

20250707_Comacchio_00_GruppoDei10_DiegoDeSilvaCOMACCHIO (FE) - Ha preso il via ieri sera con una nutrita partecipazione di pubblico il ciclo di sei concerti del "Gruppo dei 10" versione estiva: Tutte le direzioni in summer time 2025. Ospite per l'apertura era il Trio Malinconico formato da Diego De Silva (voce e chitarra acustica), Stefano Giuliano (sax alto) e Aldo Vigorito (contrabbasso). Prima della
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Eventi
Opera tra tradizione e novitā
redatto da Simone Tomei FREE

20250703_Ge_00_StagioneCarloFelice_MicheleGalliGENOVA - È un viaggio simbolico e culturale quello che il Teatro Carlo Felice di Genova propone per la stagione 2025-2026, presentata ufficialmente alla stampa lo scorso 2 luglio. Un viaggio che coinvolge artisti e pubblico come naviganti di una stessa rotta, guidati da una bussola che punta al repertorio lirico più amato, ma non rinuncia a
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Opera dal Nord-Est
L'Aida di cristallo č tornata
servizio di Simone Tomei FREE

20250701_Vr_00_Aida_DanielOren_phEnneviFotoVERONA - Quando l’Aida di Giuseppe Verdi risuona all’Arena di Verona non si tratta di una semplice replica, è un rito collettivo, un appuntamento simbolico che scandisce il calendario della lirica estiva. Questa nuova ripresa dell’allestimento firmato da Stefano Poda, definito “di cristallo” per le sue trasparenze e gli inediti giochi di luce, ha riaperto il sipario
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Opera dall Estero
Idomeneo a San Francisco
servizio di Ramón Jacques FREE

20250701_00_SanFrancisco_Idomeneo_MatthewPolenzani_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA) War Memorial Opera House - Sebbene Idomeneo, l’opera seria in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), abbia avuto la sua prima americana il 4 agosto 1947 al Berkshire Music Festival di Tanglewood, nel Massachusetts (ora sede estiva della Boston Symphony Orchestra), fu la San Francisco Opera a
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Opera dal Nord-Est
Blue Traviata in Arena
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20250630_Vr_00_LaTraviata_AngelBlue_phEnneviFotoVERONA – “È spenta!” Quando la tonante voce di Giorgi Manoshvili risuona nell’Arena, segnando il termine della prima Traviata stagionale, si viene quasi colti da un senso di sorpresa. Per quanto chiunque frequenti il teatro lirico conosca a menadito il libretto di Francesco Maria Piave, è inevitabile chiedersi da quanto tempo non si assisteva
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Opera dal Centro-Nord
Matrimonio in camera da letto
servizio di Athos Tromboni FREE

20250630_Fe_00_IlMatrimonioSegreto_GerardoFelisatti_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - L'allestimento di Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa su libretto di Giovanni Bertati ha chiuso la stagione d'opera del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un vero successo di pubblico: sia per la presenza di tanti spettatori in platea e nei palchi, sia per il calore con cui è stata salutata la recita a fine serata. La produzione era il
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Opera dal Nord-Est
Tosca sugli spalti di San Giusto
servizio di Rossana Poletti FREE

20250630_Ts_00_Tosca_EnricoCalesso_phFabioParenzanTRIESTE – Castello di San Giusto. Non è l’Arena di Verona e men che meno Castel Sant’Angelo, ma gli spalti di San Giusto, le pietre antiche che contornano il grande piazzale delle Milizie, suscitano nella Tosca di Giacomo Puccini, in scena a Trieste, il senso di incombenza del pericolo, della morte che la musica del grande compositore regala al pubblico,
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Opera dal Centro-Nord
Aida nella palestra
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250628_Fi_00_Aida_DamianoMichielettoFIRENZE –  Opera emblema del grande repertorio verdiano, Aida è spesso associata all’idea di spettacolarità, grandi masse corali, scene sontuose e sontuosi costumi esotici. Tuttavia, dietro la patina dell’epico e del monumentale, si cela un’anima intimista, quasi cameristica: Aida è, in fondo, una tragedia dell'amore e del potere, fatta di sguardi, silenzi,
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Echi dal Territorio
Torna la rassegna Tutte le Direzioni Estate
servizio di Athos Tromboni FREE

20250627_Fe_00_GruppoDei10_MassimoCavallerettiFERRARA - Torna l'estate e, come ogni anno, torna anche la programmazione "balneare" del Gruppo dei 10: Tutte le direzioni in summertime 2025, la canonica rassegna estiva conterà quest'anno sei appuntamenti, dal 6 luglio al 12 settembre che si svolgeranno per due concerti nella consolidata location del Bar Ragno di Comacchio in via Cavour 1
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Opera dal Nord-Est
Candide da Voltaire a Bernstein
servizio di Rossana Poletti (13 giugno 2025) FREE

20250614_Ts_00_Candide_KevinRhodes_phFabioParenzanTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Per quale motivo Leonard Bernstein scelse il romanzo filosofico “Candide” di Voltaire per scrivere un’opera che lo proiettasse nel mondo lirico? Il primo motivo è certamente la questione politica. Nel dopoguerra l’America è dominata dal Maccartismo (un po’ come oggi dal trumpismo, ma guarda
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Opera dall Estero
L'Incoronazione di Poppea piace
servizio di Ramón Jacques FREE

20250612_00_Bogota_LIncoronazioneDiPoppea_PedroSalazarBOGOTÁ (Colombia), Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo - L’Incoronazione di Poppea (SV 308) è l’ultima composizione operistica di Claudio Monteverdi (1567–1643), autore italiano a cui si attribuisce il merito di aver contribuito alla nascita dell’opera lirica. La sua lunga carriera, che lo vide impegnato come direttore di coro (fu maestro di cappella
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Opera dall Estero
Tannhäuser torna a Houston
servizio di Ramón Jacques FREE

20250507_00_Houston_Tannhauser_FrancescaZambelloHOUSTON (USA) - Grand Opera. Wortham Theatre Center. La Houston Grand Opera ha concluso con successo un’altra stagione con Tannhäuser, un’opera in tre atti con musica e libretto in tedesco di Richard Wagner (1813-1883). Come la maggior parte delle sue opere, Tannhäuser trae ispirazione da leggende medievali tedesche. La quinta opera
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Opera dal Centro-Nord
Der junge Lord ovvero l'antitesi
servizio di Simone Tomei FREE

20250602_Fi_00_DerJungeLord_miniaturaFIRENZE - In occasione dell'87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, abbiamo avuto l'opportunità di immergerci nell'intrigante universo di Der junge Lord, un'opera in due atti che porta la firma di Hans Werner Henze. Composta su libretto di Ingeborg Bachmann, liberamente ispirato alla novella di Wilhelm Hauff Der Affe als Mensch ("La scimmia come
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Eventi
Festival Puccini 2025 e... 2026
servizio di Athos Tromboni FREE

20250528_00_TorreDelLago_PresentazioneFestivalPuccini2025_AlfonsoSignoriniTORRE DEL LAGO (LU) - Nel rinnovato e suggestivo giardino della Villa Puccini sulle rive del Lago di Massaciuccoli, accolti da Patrizia Mavilla, direttrice della Fondazione "Simonetta Puccini", si è tenuta la presentazione del 71° Festival Puccini che inaugurerà la stagione il 18 luglio 2025 con Tosca, per concludersi il 6 settembre con Manon Lescaut.   
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Opera dal Nord-Ovest
Carmen delle parole e delle note
servizio di Simone Tomei FREE

20250526_Ge_00_Carmen_AnnalisaStroppaGENOVA – Con Carmen di Georges Bizet, l’Opera Carlo Felice di Genova ha proseguito la sua Stagione Lirica 2024-2025 mandando in scena l’ottavo titolo in cartellone. Opéra-comique in quattro atti, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy tratto dalla novella di Prosper Mérimée, Carmen è tra i titoli più celebri e popolari dell’intero repertorio
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Jazz Pop Rock Etno
The Wall & Pink Floyd greatest hits
servizio di Edoardo Farina FREE

20250525_Fe_00_TheWallPinkFloyd_RobertoMolinelliFERRARA - Nuovo spettacolo ideato e curato dal direttore d’orchestra e violista marchigiano Roberto Molinelli (Ancona, 1963), dopo I sogni son desideri – un secolo di emozioni Disney andato in scena il 14 dicembre scorso in un fiabesco concerto teatral-musicale natalizio che ha unito suoni, immagini e parole esaltando la magia di pellicole senza tempo
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Opera dall Estero
Giulio Cesare a Berkeley
servizio di Ramón Jacques FREE

20250525_00_Berkeley_GiulioCesareInEgitto_HarryBicketBERKELEY (California, USA), Zellerbach Hall - Nel corso della tournée annuale negli Stati Uniti dell’ensemble inglese The English Concert, è stata eseguita con grande successo l’opera seria in tre atti Giulio Cesare in Egitto, HWV 17 di George Friedrich Händel (1685-1759). La rappresentazione si inserisce nel prestigioso ciclo Cal Performances di danza,
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Vocale
La Veneziani e la Messa K.427
servizio di Athos Tromboni FREE

20250520_Fe_00_70.mo_CoraleVittoreVeneziani_PaoloPaganelliFERRARA - Il settantesimo anniversario dell'Accademia Corale "Vittore Veneziani" si è celebrato in queste settimane con diverse iniziative che hanno coinvolto la corale stessa e, naturalmente, la città. E in tutte le circostanze la città (artisti locali, istituzioni e pubblico) ha manifestato la propria simpatia verso "la Veneziani" come viene chiamata
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Opera dal Centro-Nord
Giselle around Le Villi
servizio di Simone Tomei FREE

20250519_Lu_00_GiselleAroundLeVilli_BeatriceVeneziLUCCA - Sabato 17 maggio 2025, il Teatro del Giglio ha chiuso la sua stagione lirica con la prima nazionale di Giselle around Le Villi, un evento che ha trasceso la semplice rappresentazione per divenire un'operazione artistica di profonda risonanza. Non un mero spettacolo, ma una narrazione avvincente che ha saputo intessere due capolavori apparentemente
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Opera dal Nord-Est
Enkbath grande Rigoletto
servizio di Rossana Poletti FREE

20250519_Ts_00_Rigoletto_AmartuvshinEnkbathTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. E’ stato un Rigoletto come non lo si vedeva da anni, quello andato in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Un cast eccezionale ha animato il palcoscenico del debutto. Daniel Oren ha diretto l’Orchestra del Verdi con straordinaria maestria, attento a tutte le sfumature della splendida musica del
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Classica
Zangiev/Gadijev accoppiata vincente
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250517_Fi_00_ConcertoTimurZangievFIRENZE - Due opere monumentali della musica russa, lontane nel linguaggio ma accomunate da una tensione emotiva profonda, si incontrano in un’unica serata: il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Sergej Prokof’ev e la Sesta sinfonia di Pëtr Il’ič Tchaikovsky, la celebre Patetica. Da un lato, un’esplosione di energia, una scrittura virtuosistica al
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Classica
Ferrara Musica nuova Stagione
redatto da Athos Tromboni FREE

20250510_00_FerraraMusicaStagione2025-2026_MarcoGulinelliFERRARA - Presentata la Stagione 2025/2026 di Ferrara Musica: sono quattordici gli appuntamenti con le migliori orchestre italiane e internazionali, guidate da grandi direttori, tra i quali spiccano il nome di Sir Antonio Pappano sul podio della Chamber Orchestra of Europe e quello di Michele Mariotti alla guida della Filarmonica della
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Nuove Musiche
Torna miXXer
FREE

20250508_Fe_00_TornaMixxer_StefanoCardiFERRARA - Il Festival miXXer, ideato e organizzato dal Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" di Ferrara, giunge alla XVIII edizione e avrà luogo il 15, 16 e 17 maggio 2025  presso Palazzo Naselli Crispi,  Ridotto del Teatro Comunale,  giardino di Palazzo Giulio  D’Este, Torrione Jazz Club, Pinacoteca Nazionale di Ferrara e  loggiato di Palazzo dei
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Eventi
Il nuovo cartellone del Regio
redatto da Simone Tomei FREE

20250505_To_00_Stagione2025-2026_RossoTORINO - Il Teatro Regio di Torino si prepara a inaugurare una stagione 2025/2026 ricca di appuntamenti imperdibili, all'insegna di un rinnovato slancio artistico e culturale. Dieci titoli operistici, che spaziano dalle vette del repertorio classico a gemme preziose del Novecento, quattro nuove produzioni che promettono di lasciare
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