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Successo nel Teatro Lirico di Cagliari per l'opera |
Butterfly sa d'antico ma č moderna |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 10 Aprile 2018 |
CAGLIARI - Ci sono delle sere in cui andare a Teatro è pura magia; una miriade di fattori si intersecano rendendo gli incontri con la musica indimenticabili; a volte ci facciamo sopraffare dall’emozione, dalla novità, dal piacere di farsi trastullare dai sapori di una terra che poco frequentemente calpestiamo; il fascino della bellezza però, non può essere casuale e dettato solo dalle emozioni, ma deve trovare il pieno riscontro nella realtà; ebbene il racconto che segue è frutto di una trasferta in terra sarda e precisamente a Cagliari per assistere al capolavoro “giapponese” di Giacomo Puccini, Madama Butterfly, nel Teatro Lirico del capoluogo isolano. Un capolavoro trattato con i guanti bianchi dall’ispirata regia di Aldo Tarabella che ha sapientemente raccolto tutti i suggerimenti della musica e del libretto per confezionare uno spettacolo di altissimo profilo, esaltando la tradizione e trovando al contempo dei bellissimi spunti per farci vivere in un’ottica più “moderna” un capolavoro denso di tradizioni nipponiche antiche che emergono sia dal racconto di John Luther che dal dramma di David Belasco; le scene utilizzate fanno parte di una produzione che già al teatro del Giglio di Lucca trovò il suo primo vagito nel 2004 e ripreso poi nel 2016 a cura di Christoph Wagenknecht; “tradizionale” anch’essa, ma arricchita di nuovi particolari che si sono felicemente sposati con le intuizioni registiche; facevano da contorno alla regia i costumi di Catherine Voeffray ripresi da Rosanna Monti ed al gioco luci un ottimo lavoro di Marco Minghetti. La contaminazione tra est ed ovest è presente in tutto il dipanarsi della vicenda: una commistione che prende come strumento principe proprio il costume; Pinkerton arriva alla casa di Cio Cio San con un baule contenente la sua “dote": abiti in stile americano; la casa nel secondo atto si trasforma nell’arredamento che si comporrà di oggetti e suppellettili in pieno stile americano; è ben delineato anche il carattere scaltro di Goro che oltre a svolgere la funzione di sensale di matrimoni finti - un comandante di marina non poteva andare nei postriboli, ma gli era riservato questo trattamento - si atteggia in maniera viscida e subdola con le “danseuses” che fanno da contorno alla scena arricchendola di gesti e di simboli; esse saranno infatti le future geishe e le attenzioni dello scaltro sensale non sono sicuramente quelle degne di un gentiluomo, anzi, fanno presagire la consuetudine del mercimonio che già si sta perpetrando con la protagonista; su tutto questo prevale però l’atteggiamento di Lei, Cio Cio San, che diventa sempre più schiava della sua illusione e della sua convinzione a senso unico; all’inizio del secondo atto questi aspetti del suo pensiero prendono vita proprio attraverso l’apertura del baule donato dal comandate americano che contiene abiti in perfetto stile americano; lei goffamente li indossa quasi a voler significare che mai si potranno “sposare” con la sua cultura: le scarpe con il tacco sono scomode e le impediscono di camminare in maniera agevole; ma il vero colpo di Teatro è quello che si perpetra alla fine, al mattino che segue la lunga notte dell’attesa; Cio Cio San entra al richiamo delle voci che ode dalla sua stanza credendo che sia arrivato l’amato ed il suo ingresso colpisce lo spettatore che la vede indossare il corredo americano che le era stato donato ed il piccolo “Dolore” è vestito anch’esso in perfetto stile da marinaretto americano; qui il dramma della commistione di cui parlavo all’inizio trova il suo massimo punto si sfoggio nel momento in cui le due donne - Kate Pinkerton sullo sfondo e la protagonista al centro del palco - sono una la copia dell’altra; ma mentre Lei, la giapponese, è la finta moglie, l’altra - l'americana - diventa la realtà contro cui l’illusione si scontra e la ormai diciottenne Cio Cio San vede nel proprio comportamento l’apoteosi della ridicolaggine e della delusione; apoteosi che viene evidenziata scenicamente con lo strapparsi violentemente da dosso gli abiti americani, spargendoli per tutto il palcoscenico con la rabbia della cruda realtà depurata dall’illusione; sembra tutto ormai detto e fatto, ma ho trovato molto significativo in fine d’opera il gesto del piccolo Dolore che non appena scorge sulla sinistra Sharpless e Pinkerton, corre scappando dalle braccia di Suzuki verso il Console ignorando completamente la figura del padre che non conosce: uomo che per lui non esiste e chissà mai se esisterà. Mi scuso se mi sono dilungato nella descrizione della regia, ma come sono spesso prolisso nel descrivere taluni orrori scenici, ho voluto esaltare il piacere di un lavoro proposto con sapiente antica modernità. E la farfallina ha volato proprio come fu predetto dalle limpide parole di Giovanni Pascoli dolci e profetiche dopo il fiasco della prima milanese del 1904:
«Caro nostro e grande Maestro, la farfallina volerà: ha l’ali sparse di polvere, con qualche goccia qua e là gocce di sangue, gocce di pianto. Vola, vola farfallina, a cui piangeva tanto il cuore; e hai fatto piangere il tuo cantore. Canta, canta, farfallina con la tua voce piccolina, col tuo stridere di sogno, fievole come il sonno soave come l’ombra, dolce come una tomba, all’ombra dei bambù a Nagasaki e a Cefù.»
  
La fantasia unita al rispetto per la musica e per il libretto di Aldo Tarabella hanno senz’altro contribuito al successo di questa Madama Butterfly, ma uno spettacolo non è solo regia, scene e costumi bensì è anche musica e voce ed anche questi fattori hanno avuto il loro non grande merito per la riuscita della magica serata cagliaritana in occasione della “prima” del 6 aprile 2018. La concertazione del M° Donato Renzetti ha trovato in ogni battuta dello spartito quel rispetto e quella cura delle note quasi fossero delle figlie da condurre all’altare, figlie amate da donare ai loro sposi: interpreti e pubblico; i primi hanno potuto godere di un ascolto idilliaco e i secondi ne hanno giovato per un’interpretazione che ha regalato una resa musicale pressoché immacolata; ascoltare musica fatta in questo modo mi ha fatto pensare ai fiori di ciliegio: bianchi, teneri e fragili, ma premonitori di un frutto succoso e dolce; le dinamiche hanno saputo dipingere una tavolozza di colori degna del grande “pittore” Puccini... ed i tempi elegiaci, ma comunque spigliatamente energici, si sono riversati come un fiume in piena nell’incalzare della vicenda dando fluidità e tenendo in tensione lo spettatore con un pathos sempre più avvolgente e con un servizio alla parola scenica di stupefacente sensibilità. La prima donna Amarilli Nizza (Cio Cio San) si è distinta con grande professionalità nel ruolo riuscendo grazie alla bravura e all’esperienza a restituire con assoluta fedeltà le intenzioni del regista, restituendo il personaggio in tutta la sua interezza originaria e qui arricchito dalle intuizioni sceniche suddette; non da meno è stata la vocalità nell’affrontare un ruolo impervio per la corda sopranile: ruolo che impegna l’interprete per i tre quarti della durata dello spettacolo e che spesso insiste nella zona medio grave e in quella di passaggio con un accompagnamento orchestrale non indifferente; di Amarilli Nizza non possiamo non notare una salda padronanza vocale del ruolo che mette in luce una equilibrata omogeneità nell’emissione, dove la messa a fuoco del suono ed il timbro si rivelano sempre presenti e vigili ed ogni nota è pesata dal sentimento e dall’emozione; sentimento ed emozione che si trasferiscono sullo spettatore cui arriva sempre una parola cullata dalla giusta intenzione e da quel fascino di un’emissione proiettata e solida.

Anche la Suzuki di Rossana Rinaldi non è stata da meno ed il fascino vocale mezzosopranile di cui è dotata si è ben messo in luce nei suoi interventi; si tratta spesso di frasi brevi, ma drammaturgicamente importanti e trova il suo culmine nel duetto dei fiori col soprano, dove le armonie spesso mettono a dura prova l’intonazione; prova egregiamente superata come quella dell’approccio scenico dove l’eleganza e la “piccolezza” del personaggio si sono fatte grandi per la grande capacità comunicativa che questa interprete ha saputo mettere in campo. Di grande fascino e gusto anche l’approccio scenico interpretativo di Massimiliano Pisapia nei panni del comandante della marina militare americana F.B.Pinkerton; scaltro e alquanto “burino” al punto giusto non è mai scaduto in atteggiamenti sbracati e volgari, tenendo sempre la bilancia sul giusto equilibrio; vocalmente la zona acuta è baciata dagli Dei in quanto la bellezza del timbro e l’eleganza del fraseggio hanno cesellato con cura le note dello spartito trovando nel duetto finale del primo atto il punto di massima luminosità; qualche nota grave un po’ più “scoperta” ha talvolta inficiato qualche frase, ma si mormorava nei corridoi che vento e freddo non fossero stati amici benefici della sua gola. Uno Sharpless elegante quello di Filippo Polinelli che se non può vantare una voce enorme, la tecnica e la sicura emissione suppliscono egregiamente riuscendo a far dominare il rigo musicale con bella eleganza di fraseggio e sopraffina capacità di servire la parola scenica. Ottimi tutti gli altri componenti del cast fra i quali ho scoperto delle voci di grande interesse. Vittoria Lai ha interpretato il ruolo di Kate Pinkerton con piacevole eleganza.

Senza dubbio un Goro di gran classe si è rivelato il tenore Enrico Zara; squillo argenteo e voce ricca di armonici si sono sposati con un’ars scenica elegante e sempre ben misurata, degna di un grande professionista. Voci da tenere sotto osservazione quelle di Nicola Ebau come Principe Yamadori, Renzo Ran (Zio Bonzo), Gianni Giuga (Commissario imperiale) e Francesco Leone (Ufficiale del Registro). Completavano la scena un ottimo corpo di ballo sotto l’egida coreografica di Luigia Frattaroli ed i Coro del Teatro Lirico di Cagliari preparato e diretto dal M° Donato Sito che ha saputo mettere in luce una precisa preparazione musicale con dinamiche di suono che hanno sicuramente contribuito in maniera notevole alla magia della serata. Il pubblico che ha riempito il Teatro Lirico di Cagliari non ha tardato a rispondere con entusiasmo a queste emozioni tributando il suo piacere verso tutto il palcoscenico che è stato letteralmente inondato da una risposta emozionale forte e sincera.
Recita del 7 aprile - secondo cast Tornare sul luogo del delitto è spesso la prerogativa dell’assassino… come tornare sul luogo della magia è stata la mia prerogativa in questo fine settimana sardo. Vi narrerò solamente degli avvicendamenti nel cast che hanno visto in campo quattro nuovi interpreti nei ruoli principali. Karina Flores nel ruolo eponimo non è riuscita in maniera totale e piena a restituire un personaggio a tutto tondo in linea con le idee del libretto e del regista; più titubante negli atteggiamenti e più incerta nel gestire gli spazi scenici si è talvolta trovata fuori la traiettoria delle linee registiche e delle luci, facendo un tantino sfumare le caratteristiche del personaggio; da un punto di vista vocale se il timbro è affascina e accattiva l’orecchio, qualche problema di emissione l’ho notato nella zona più grave del rigo dove l’appoggio e la consistenza del suono si facevano più labili, cui si accompagnava talvolta in acuto un vibrato troppo stretto unito a qualche problema di intonazione. Mikheil Sheshaberidze nei panni di F.B Pinkerton gode anch’esso di una bellezza timbrica non comune, ma spesso non riesce a sfruttarla appieno con una tecnica di emissione salda e compatta; il fraseggio a volte latita e la sua tendenza all’approccio “violento” dello spartito fa perdere quella soavità e quel legame con il rigo musicale che preferisce sempre un canto di nerbo anche quando non necessario ed una tendenza all’affondo sì da inficiare la proiezione e lo squillo argenteo che la sua voce possiede. Olesya Berman come Suzuky ha interagito con il ruolo in maniera garbata, ma timida e con qualche tratto di insicurezza; vocalmente non si è distinta per dizione brillante e chiara, ma spesso con un modo troppo introiettato e nella zona più grave spesso di petto e poco timbrato. Uno Sharpless elegante e sonoro quello di Giovanni Guagliardo che con fare elegiaco quasi paterno si è calato con pathos ed emozione nel ruolo del Console ed ha messo sul piatto una vocalità più incline alla grazia che non alla veemenza, riuscendo a fraseggiare con gusto e a servire la parola scenica con signorile morbidezza e sicura intonazione. Anche in questa serata l’emozione della musica è stata egregiamente restituita dall’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari con una guida sicura e salda per mano del M° Donato Renzetti cui il pubblico numeroso e festante ha reso omaggio assieme a tutti gli altri protagonisti.
Crediti fotografici: Priamo Tolu per il Teatro Lirico di Cagliari Nella miniatura in alto: il soprano Amarilli Nizza (Cio Cio San) Al centro in sequenza: Rossana Rinaldi (Suzuki); Amarilli Nizza con Massimiliano Pisapia (F.B. Pinkerton); poi Pisapia con Filippo Polinelli (Sharpless) Sotto: ancora Polinelli e la Nizza e il piccolo Dolore In fondo: una bella immagine del cast in scena, catturata da Priamo Tolu
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Abbiamo la Turandot dei prossimi 20 anni
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SPOLETO – Il Teatro Lirico Sperimentale “A.Belli” ha messo in scena la Turandot di Giacomo Puccini come ultima opera della sua stagione lirica. Due le note salienti da mettere in rilievo: la prima, che l’allestimento ha scelto il finale di Luciano Berio rispetto a quello tradizionale di Franco Alfano; e la seconda, che nel ruolo della Principessa di Ghiaccio - la sera del 15 settembre al Teatro Nuovo - ha cantato la giovane Suada Gjergji e con essa il mondo del melodramma ha trovato la Turandot dei prossimi 15 – 20 anni, poi diremo perché. Ma partiamo dalla prima nota saliente: il finale di Berio. È talmente bello musicalmente che meriterebbe di essere “espunto” dall’opera per costituire un brano a sé, di Puccini-Berio se proprio lo si dovesse cointestare. Fior di musicologi hanno spiegato e scritto perché Berio abbia rispettato più di Alfano gli appunti lasciati da Puccini morto prima di concludere l’opera.
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Il Torrione del jazz riparte
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Ares Tavolazzi riceve il premio Tutte le Direzioni
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FERRARA - Venerdì 8 settembre 2023 è il giorno dell’inaugurazione con la festa delle scuole di danza: per la nuova edizione sono 12 le realtà del territorio che presenteranno le loro coreografie a Teatro. Sabato 9 e domenica 10 settembre si entra nel vivo di Interno Verde Danza, in scena in cinque veri e propri scrigni di bellezza, da Palazzo dei
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Summerfest 2023 ottimo cartellone
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SAN DIEGO, California (USA) - Dal 1986 si tiene ogni anno nella città di San Diego un importante festival estivo di musica da camera, prestigioso per la quantità e la qualità dei musicisti che vi si sono esibiti nel corso degli anni. Il cosiddetto "Summerfest", nella sua edizione 2023, della durata di un mese, ha offerto un'ampia e interessante
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Un Silvano da rivalutare
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LIVORNO - Talune realtà che incontriamo hanno tra i grandi pregi quello di metterci davanti alla nostra ignoranza stimolando allo studio e all’approfondimento. Per quello che mi riguarda lo scontro con il Festival Mascagni 2023 è stato un “colpo allo stomaco” in quanto mi ha messo di fronte ad un buco nero riguardo alle mie reali conoscenze
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I sogni sono il motore...
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TORRE DEL LAGO (LU) - Durante il suo impegno torrelaghese al Festival Puccini in Turandot (nel ruolo di Pong) e nell’imminenza del debutto al Festival Mascagni di Livorno come protagonista nella quasi sconosciuta opera Silvano del compositore livornese, ho incontrato il tenore leccese Marco Miglietta per farmi raccontare qualcosa della sua vita privata e
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MACERATA - Tornare allo Sferisterio per il Macerata Opera Festival dopo alcuni anni di assenza è stato un vero piacere. Ho potuto assistere a due delle tre produzioni della stagione estiva 2023 del M.O.F. Entrambe estremamente accattivanti anche se realizzate dai rispettivi registi in due modi completamente antitetici nel concepire il dramma
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VERONA - Diamo conto delle repliche nella prima settimana d'agosto di quattro serate all'Arena di Verona dove abbiamo assistito a rappresentazioni sia con artisti delle "prime" di giugno e luglio, sia con l'esibizione di nuovi interpreti subentrati nei ruoli principali.
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Concerto per l'Italia a Siena
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SIENA - Nella meravigliosa cornice di Piazza del Campo, in seguito al progetto “Il Maggio Metropolitano” ospitati dall’Accademia Musicale Chigiana approda l’orchestra dell’omonimo Teatro Fiorentino, che sempre sotto la direzione del Maestro Daniele Gatti, dopo il successo riscontrato nel ciclo dedicato interamente alle sinfonie di Tchaikovsky svoltosi
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Ritorno a Ferrara di Riccardo Muti
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FERRARA - Un’anteprima simbolica e una straordinaria inaugurazione estiva per la stagione di Ferrara Musica 2023/2024 ove venerdì 21 luglio al Teatro Comunale “Claudio Abbado” è tornato a Ferrara a tre anni dalla sua prima e unica esibizione in città, il grande direttore Riccardo Muti sul podio dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” per un
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TORRE DEL LAGO (LU) - Ripescaggio dell'allestimento 2021 per il secondo titolo del Festival Puccini 2023: Turandot. Nel Gran teatro all'aperto sul Lago di Massaciuccoli è stato riproposto infatti l'allestimento curato da Daniele Abbado, regista di fama internazionale, riconosciuto per la capacità di sviluppare progetti innovativi nel
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Madama Butterfly e i ricordi di Dolore
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 18 Giugno 2023. Madama Butterfly di Giacomo Puccini non è entrata nel repertorio della San Francisco Opera nel 1923, anno della fondazione della compagnia, ma nella stagione seguente quando ha debuttato il 26 settembre 1924, però è stata inclusa nella stagione
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Fantasma dell'Opera č Karimloo
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TRIESTE – Politeama Rossetti. Il fantasma dell'Opera è probabilmente lo spettacolo musicale più complesso che mai sia stato prodotto dal Teatro Stabile del FVG di Trieste. Certo è una coproduzione internazionale tra lo Stabile giuliano e Broadway Italia, che sfoggia grandi mezzi e soprattutto la ricomparsa in scena di colui che ha fatto la
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Dischi in Redazione
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Barocco francese per La Chapelle
recensione di Ramón Jacques FREE
Les Fables de la Fontaine – La Chapelle Harmonique Opere di Louis-Nicolas Clérambault, François Couperin, Etienne Moulinié, Louis de Caix d'Hervelois, Gabriel Bataille, Michel Lambert, Jean-Baptiste Lully (1632-1687), Antoine Boësset. Solisti: Marie-Claude Chappuis, mezzosoprano; Thierry Peteau, attore;
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Opera dall Estero
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Aci Galatea e Polifemo
servizio di Ramón Jacques FREE
CITTÀ DEL MESSICO - Teatro delle Arti del Centro Nazionale delle Arti, Città del Messico. Georg Friedrich Händel ha visto eseguire per la prima volta in Mexico la sua cantata drammatica, Acis, Galatea e Polifemo HWV 272 o serenata a tre, su libretto di Niccola Giuvo; la cantata fu eseguita in prima assoluta il 19 luglio 1708 a Napoli, nell'ambito dei
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Personaggi
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Di Matteo principe della lirica
intervista a cura di Simone Tomei FREE
TORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Ho incontrato il basso Antonio Di Matteo - artista di grande talento e in piena carriera - una delle voci fra le più interessanti nel panorama lirico attuale. Di lui si è letto che è dotato di voce “di rara bellezza” e che incarna la figura di un artista completo. Definito il Principe della lirica, ha lavorato e lavora a fianco di
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Eventi
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Manon Lescaut apre la lirica 2024
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - È costruita su misura della “casa temporanea” del Teatro Comunale, il Comunale Nouveau di Piazza della Costituzione a Bologna, la Stagione d’Opera 2024. Molti degli allestimenti proposti sono infatti totalmente inediti e pensati tenendo conto delle caratteristiche del palcoscenico della nuova sede, già ampiamente
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Vocale
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Quei Quattro fanno per otto
servizio di Svevo Antonutti FREE
STOCCARDA (Germania) - Un richiamo storico assai esplicito e riconoscibile, così come un’invenzione brillante figlia della fantasia di chi da anni ormai anima l’affiatatissimo gruppo di lavoro attivo presso la Berger Kirche di Stoccarda, sono le felici impressioni che si è portato a casa chi era presente domenica 25 giugno 2023 a Quartetto, opera in
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Opera dall Estero
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Adriana Mater e l'amore materno
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - Davies Symphony Hall, 10 giugno 2023. Adriana Mater, opera in due atti e sette scene su libretto in francese, è la seconda opera lirica della compositrice finlandese Kaija Saariaho, il cui libretto è stato scritto dal suo collaboratore, lo scrittore e giornalista franco-libanese Amin Maalouf . L'opera, che fu rappresentata
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Opera dal Nord-Est
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Orfeo all'inferno nel night club
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’operetta nacque in Francia con il compositore Jacques Offenbach. Alcuni sostengono che già Mozart con il singspiel potesse essere considerato l’iniziatore del genere, ma sarà bene seguire l’idea diffusa che affida ad Offenbach tale onore. Siamo a metà dell’Ottocento e Parigi vive il Secondo Impero di
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Eventi
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Al via Emilia Romagna Festival 2023
redatto da Athos Tromboni FREE
IMOLA - Emilia Romagna Festival 2023, dopo le due anteprime (21 giugno nel Giardino storico del Palazzo Vescovile di Imola, con il duo padre e figlio Fulvio e Gabriele Fiorio, il cui ricavato è andato a favore del Museo Carlo Zauli di Faenza gravemente danneggiato dall’alluvione del 17 maggio; e 26 giugno al Chiostro di Francesco di Cesena
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Opera dall Estero
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L'ultimo sogno di Frida e Diego
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 13 giugno 2023. Come ultimo titolo della sua stagione del centenario, la San Francisco Opera ha offerto la prima locale di El Último sueño de Frida y Diego (L'ultimo sogno di Frida e Diego) un'opera in due atti della compositrice Gabriela Lena Frank, su libretto del drammaturgo cubano Nilo Cruz,
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Opera dall Estero
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Successo per Die Frau ohne Schatten
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House (10 giugno 2023). Die Frau ohne Schatten, opera in tre atti di Richard Strauss (1864-1949) su libretto di Hugo von Hofmannsthal, è indubbiamente un grande capolavoro del repertorio operistico, che viene però raramente rappresentata nei teatri non europei; ma la San Francisco Opera l'ha
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Classica
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Quartetto e Quintetto a Casa Romei
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Se la lettera pubblicata da Arrigo Boito sul giornale «il Pungolo» il 21 maggio 1868 in polemica con l'allora Ministro dell'Istruzione Pubblica, fosse indirizzata oggi da un musicista qualunque al nostro Ministro dell' Istruzione, o a quello della Università e Ricerca, o a quello della Cultura, sembrerebbe scritta nel 2023 e non 155
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Approfondimenti
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Solo un Canto
servizio di Barbara Gasperoni Lanconelli FREE
BOLOGNA - La melodia vive e respira solo se scorre nel tempo e trova spazio per diventare memorabile. Il tema del canto per memorizzare è trasversale in più discipline. Mettere a memoria un testo teatrale complesso è un’attività di processo che richiede tempo e pazienza. Suonare senza partitura un brano musicale può essere difficilissimo
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Echi dal Territorio
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Ravel secondo Bartoli
FREE
GENOVA - Organizzata dagli Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio N.Paganini si è tenuta a Palazzo Spinola il 23 giugno 2023 la presentazione del compact-disc di Cinzia Bartoli con l’incisione integrale delle musiche pianistiche di Maurice Ravel. La prestigiosa sala nobile del museo ha accolto non molti spettatori (il pomeriggio
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