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Successo nel Teatro Lirico di Cagliari per l'opera |
Butterfly sa d'antico ma č moderna |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 10 Aprile 2018 |
CAGLIARI - Ci sono delle sere in cui andare a Teatro è pura magia; una miriade di fattori si intersecano rendendo gli incontri con la musica indimenticabili; a volte ci facciamo sopraffare dall’emozione, dalla novità, dal piacere di farsi trastullare dai sapori di una terra che poco frequentemente calpestiamo; il fascino della bellezza però, non può essere casuale e dettato solo dalle emozioni, ma deve trovare il pieno riscontro nella realtà; ebbene il racconto che segue è frutto di una trasferta in terra sarda e precisamente a Cagliari per assistere al capolavoro “giapponese” di Giacomo Puccini, Madama Butterfly, nel Teatro Lirico del capoluogo isolano. Un capolavoro trattato con i guanti bianchi dall’ispirata regia di Aldo Tarabella che ha sapientemente raccolto tutti i suggerimenti della musica e del libretto per confezionare uno spettacolo di altissimo profilo, esaltando la tradizione e trovando al contempo dei bellissimi spunti per farci vivere in un’ottica più “moderna” un capolavoro denso di tradizioni nipponiche antiche che emergono sia dal racconto di John Luther che dal dramma di David Belasco; le scene utilizzate fanno parte di una produzione che già al teatro del Giglio di Lucca trovò il suo primo vagito nel 2004 e ripreso poi nel 2016 a cura di Christoph Wagenknecht; “tradizionale” anch’essa, ma arricchita di nuovi particolari che si sono felicemente sposati con le intuizioni registiche; facevano da contorno alla regia i costumi di Catherine Voeffray ripresi da Rosanna Monti ed al gioco luci un ottimo lavoro di Marco Minghetti. La contaminazione tra est ed ovest è presente in tutto il dipanarsi della vicenda: una commistione che prende come strumento principe proprio il costume; Pinkerton arriva alla casa di Cio Cio San con un baule contenente la sua “dote": abiti in stile americano; la casa nel secondo atto si trasforma nell’arredamento che si comporrà di oggetti e suppellettili in pieno stile americano; è ben delineato anche il carattere scaltro di Goro che oltre a svolgere la funzione di sensale di matrimoni finti - un comandante di marina non poteva andare nei postriboli, ma gli era riservato questo trattamento - si atteggia in maniera viscida e subdola con le “danseuses” che fanno da contorno alla scena arricchendola di gesti e di simboli; esse saranno infatti le future geishe e le attenzioni dello scaltro sensale non sono sicuramente quelle degne di un gentiluomo, anzi, fanno presagire la consuetudine del mercimonio che già si sta perpetrando con la protagonista; su tutto questo prevale però l’atteggiamento di Lei, Cio Cio San, che diventa sempre più schiava della sua illusione e della sua convinzione a senso unico; all’inizio del secondo atto questi aspetti del suo pensiero prendono vita proprio attraverso l’apertura del baule donato dal comandate americano che contiene abiti in perfetto stile americano; lei goffamente li indossa quasi a voler significare che mai si potranno “sposare” con la sua cultura: le scarpe con il tacco sono scomode e le impediscono di camminare in maniera agevole; ma il vero colpo di Teatro è quello che si perpetra alla fine, al mattino che segue la lunga notte dell’attesa; Cio Cio San entra al richiamo delle voci che ode dalla sua stanza credendo che sia arrivato l’amato ed il suo ingresso colpisce lo spettatore che la vede indossare il corredo americano che le era stato donato ed il piccolo “Dolore” è vestito anch’esso in perfetto stile da marinaretto americano; qui il dramma della commistione di cui parlavo all’inizio trova il suo massimo punto si sfoggio nel momento in cui le due donne - Kate Pinkerton sullo sfondo e la protagonista al centro del palco - sono una la copia dell’altra; ma mentre Lei, la giapponese, è la finta moglie, l’altra - l'americana - diventa la realtà contro cui l’illusione si scontra e la ormai diciottenne Cio Cio San vede nel proprio comportamento l’apoteosi della ridicolaggine e della delusione; apoteosi che viene evidenziata scenicamente con lo strapparsi violentemente da dosso gli abiti americani, spargendoli per tutto il palcoscenico con la rabbia della cruda realtà depurata dall’illusione; sembra tutto ormai detto e fatto, ma ho trovato molto significativo in fine d’opera il gesto del piccolo Dolore che non appena scorge sulla sinistra Sharpless e Pinkerton, corre scappando dalle braccia di Suzuki verso il Console ignorando completamente la figura del padre che non conosce: uomo che per lui non esiste e chissà mai se esisterà. Mi scuso se mi sono dilungato nella descrizione della regia, ma come sono spesso prolisso nel descrivere taluni orrori scenici, ho voluto esaltare il piacere di un lavoro proposto con sapiente antica modernità. E la farfallina ha volato proprio come fu predetto dalle limpide parole di Giovanni Pascoli dolci e profetiche dopo il fiasco della prima milanese del 1904:
«Caro nostro e grande Maestro, la farfallina volerà: ha l’ali sparse di polvere, con qualche goccia qua e là gocce di sangue, gocce di pianto. Vola, vola farfallina, a cui piangeva tanto il cuore; e hai fatto piangere il tuo cantore. Canta, canta, farfallina con la tua voce piccolina, col tuo stridere di sogno, fievole come il sonno soave come l’ombra, dolce come una tomba, all’ombra dei bambù a Nagasaki e a Cefù.»
  
La fantasia unita al rispetto per la musica e per il libretto di Aldo Tarabella hanno senz’altro contribuito al successo di questa Madama Butterfly, ma uno spettacolo non è solo regia, scene e costumi bensì è anche musica e voce ed anche questi fattori hanno avuto il loro non grande merito per la riuscita della magica serata cagliaritana in occasione della “prima” del 6 aprile 2018. La concertazione del M° Donato Renzetti ha trovato in ogni battuta dello spartito quel rispetto e quella cura delle note quasi fossero delle figlie da condurre all’altare, figlie amate da donare ai loro sposi: interpreti e pubblico; i primi hanno potuto godere di un ascolto idilliaco e i secondi ne hanno giovato per un’interpretazione che ha regalato una resa musicale pressoché immacolata; ascoltare musica fatta in questo modo mi ha fatto pensare ai fiori di ciliegio: bianchi, teneri e fragili, ma premonitori di un frutto succoso e dolce; le dinamiche hanno saputo dipingere una tavolozza di colori degna del grande “pittore” Puccini... ed i tempi elegiaci, ma comunque spigliatamente energici, si sono riversati come un fiume in piena nell’incalzare della vicenda dando fluidità e tenendo in tensione lo spettatore con un pathos sempre più avvolgente e con un servizio alla parola scenica di stupefacente sensibilità. La prima donna Amarilli Nizza (Cio Cio San) si è distinta con grande professionalità nel ruolo riuscendo grazie alla bravura e all’esperienza a restituire con assoluta fedeltà le intenzioni del regista, restituendo il personaggio in tutta la sua interezza originaria e qui arricchito dalle intuizioni sceniche suddette; non da meno è stata la vocalità nell’affrontare un ruolo impervio per la corda sopranile: ruolo che impegna l’interprete per i tre quarti della durata dello spettacolo e che spesso insiste nella zona medio grave e in quella di passaggio con un accompagnamento orchestrale non indifferente; di Amarilli Nizza non possiamo non notare una salda padronanza vocale del ruolo che mette in luce una equilibrata omogeneità nell’emissione, dove la messa a fuoco del suono ed il timbro si rivelano sempre presenti e vigili ed ogni nota è pesata dal sentimento e dall’emozione; sentimento ed emozione che si trasferiscono sullo spettatore cui arriva sempre una parola cullata dalla giusta intenzione e da quel fascino di un’emissione proiettata e solida.

Anche la Suzuki di Rossana Rinaldi non è stata da meno ed il fascino vocale mezzosopranile di cui è dotata si è ben messo in luce nei suoi interventi; si tratta spesso di frasi brevi, ma drammaturgicamente importanti e trova il suo culmine nel duetto dei fiori col soprano, dove le armonie spesso mettono a dura prova l’intonazione; prova egregiamente superata come quella dell’approccio scenico dove l’eleganza e la “piccolezza” del personaggio si sono fatte grandi per la grande capacità comunicativa che questa interprete ha saputo mettere in campo. Di grande fascino e gusto anche l’approccio scenico interpretativo di Massimiliano Pisapia nei panni del comandante della marina militare americana F.B.Pinkerton; scaltro e alquanto “burino” al punto giusto non è mai scaduto in atteggiamenti sbracati e volgari, tenendo sempre la bilancia sul giusto equilibrio; vocalmente la zona acuta è baciata dagli Dei in quanto la bellezza del timbro e l’eleganza del fraseggio hanno cesellato con cura le note dello spartito trovando nel duetto finale del primo atto il punto di massima luminosità; qualche nota grave un po’ più “scoperta” ha talvolta inficiato qualche frase, ma si mormorava nei corridoi che vento e freddo non fossero stati amici benefici della sua gola. Uno Sharpless elegante quello di Filippo Polinelli che se non può vantare una voce enorme, la tecnica e la sicura emissione suppliscono egregiamente riuscendo a far dominare il rigo musicale con bella eleganza di fraseggio e sopraffina capacità di servire la parola scenica. Ottimi tutti gli altri componenti del cast fra i quali ho scoperto delle voci di grande interesse. Vittoria Lai ha interpretato il ruolo di Kate Pinkerton con piacevole eleganza.

Senza dubbio un Goro di gran classe si è rivelato il tenore Enrico Zara; squillo argenteo e voce ricca di armonici si sono sposati con un’ars scenica elegante e sempre ben misurata, degna di un grande professionista. Voci da tenere sotto osservazione quelle di Nicola Ebau come Principe Yamadori, Renzo Ran (Zio Bonzo), Gianni Giuga (Commissario imperiale) e Francesco Leone (Ufficiale del Registro). Completavano la scena un ottimo corpo di ballo sotto l’egida coreografica di Luigia Frattaroli ed i Coro del Teatro Lirico di Cagliari preparato e diretto dal M° Donato Sito che ha saputo mettere in luce una precisa preparazione musicale con dinamiche di suono che hanno sicuramente contribuito in maniera notevole alla magia della serata. Il pubblico che ha riempito il Teatro Lirico di Cagliari non ha tardato a rispondere con entusiasmo a queste emozioni tributando il suo piacere verso tutto il palcoscenico che è stato letteralmente inondato da una risposta emozionale forte e sincera.
Recita del 7 aprile - secondo cast Tornare sul luogo del delitto è spesso la prerogativa dell’assassino… come tornare sul luogo della magia è stata la mia prerogativa in questo fine settimana sardo. Vi narrerò solamente degli avvicendamenti nel cast che hanno visto in campo quattro nuovi interpreti nei ruoli principali. Karina Flores nel ruolo eponimo non è riuscita in maniera totale e piena a restituire un personaggio a tutto tondo in linea con le idee del libretto e del regista; più titubante negli atteggiamenti e più incerta nel gestire gli spazi scenici si è talvolta trovata fuori la traiettoria delle linee registiche e delle luci, facendo un tantino sfumare le caratteristiche del personaggio; da un punto di vista vocale se il timbro è affascina e accattiva l’orecchio, qualche problema di emissione l’ho notato nella zona più grave del rigo dove l’appoggio e la consistenza del suono si facevano più labili, cui si accompagnava talvolta in acuto un vibrato troppo stretto unito a qualche problema di intonazione. Mikheil Sheshaberidze nei panni di F.B Pinkerton gode anch’esso di una bellezza timbrica non comune, ma spesso non riesce a sfruttarla appieno con una tecnica di emissione salda e compatta; il fraseggio a volte latita e la sua tendenza all’approccio “violento” dello spartito fa perdere quella soavità e quel legame con il rigo musicale che preferisce sempre un canto di nerbo anche quando non necessario ed una tendenza all’affondo sì da inficiare la proiezione e lo squillo argenteo che la sua voce possiede. Olesya Berman come Suzuky ha interagito con il ruolo in maniera garbata, ma timida e con qualche tratto di insicurezza; vocalmente non si è distinta per dizione brillante e chiara, ma spesso con un modo troppo introiettato e nella zona più grave spesso di petto e poco timbrato. Uno Sharpless elegante e sonoro quello di Giovanni Guagliardo che con fare elegiaco quasi paterno si è calato con pathos ed emozione nel ruolo del Console ed ha messo sul piatto una vocalità più incline alla grazia che non alla veemenza, riuscendo a fraseggiare con gusto e a servire la parola scenica con signorile morbidezza e sicura intonazione. Anche in questa serata l’emozione della musica è stata egregiamente restituita dall’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari con una guida sicura e salda per mano del M° Donato Renzetti cui il pubblico numeroso e festante ha reso omaggio assieme a tutti gli altri protagonisti.
Crediti fotografici: Priamo Tolu per il Teatro Lirico di Cagliari Nella miniatura in alto: il soprano Amarilli Nizza (Cio Cio San) Al centro in sequenza: Rossana Rinaldi (Suzuki); Amarilli Nizza con Massimiliano Pisapia (F.B. Pinkerton); poi Pisapia con Filippo Polinelli (Sharpless) Sotto: ancora Polinelli e la Nizza e il piccolo Dolore In fondo: una bella immagine del cast in scena, catturata da Priamo Tolu
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BOGOTÁ (Colombia), Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo - L’Incoronazione di Poppea (SV 308) è l’ultima composizione operistica di Claudio Monteverdi (1567–1643), autore italiano a cui si attribuisce il merito di aver contribuito alla nascita dell’opera lirica. La sua lunga carriera, che lo vide impegnato come direttore di coro (fu maestro di cappella
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Tannhäuser torna a Houston
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Festival Puccini 2025 e... 2026
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FERRARA - Il settantesimo anniversario dell'Accademia Corale "Vittore Veneziani" si è celebrato in queste settimane con diverse iniziative che hanno coinvolto la corale stessa e, naturalmente, la città. E in tutte le circostanze la città (artisti locali, istituzioni e pubblico) ha manifestato la propria simpatia verso "la Veneziani" come viene chiamata
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Classica
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Ferrara Musica nuova Stagione
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FERRARA - Presentata la Stagione 2025/2026 di Ferrara Musica: sono quattordici gli appuntamenti con le migliori orchestre italiane e internazionali, guidate da grandi direttori, tra i quali spiccano il nome di Sir Antonio Pappano sul podio della Chamber Orchestra of Europe e quello di Michele Mariotti alla guida della Filarmonica della
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Nuove Musiche
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Torna miXXer
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FERRARA - Il Festival miXXer, ideato e organizzato dal Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" di Ferrara, giunge alla XVIII edizione e avrà luogo il 15, 16 e 17 maggio 2025 presso Palazzo Naselli Crispi, Ridotto del Teatro Comunale, giardino di Palazzo Giulio D’Este, Torrione Jazz Club, Pinacoteca Nazionale di Ferrara e loggiato di Palazzo dei
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Il nuovo cartellone del Regio
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TORINO - Il Teatro Regio di Torino si prepara a inaugurare una stagione 2025/2026 ricca di appuntamenti imperdibili, all'insegna di un rinnovato slancio artistico e culturale. Dieci titoli operistici, che spaziano dalle vette del repertorio classico a gemme preziose del Novecento, quattro nuove produzioni che promettono di lasciare
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Un Falstaff maturo e autoritario
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LIVORNO - Con Falstaff, ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, si è conclusa la stagione lirica 2024-25 del Teatro Goldoni, regalando ai livornesi un ritorno atteso da più di un secolo. L’opera, infatti, era stata rappresentata nella città toscana soltanto una volta in oltre cento anni. La messinscena è frutto di una prestigiosa collaborazione
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FERRARA - La programmazione invernale 2024/primaverile 2025 di “Ferrara Musica al Ridotto” - Giovani interpreti e rare occasioni d’ascolto attraverso l’organizzazione artistica di Dario Favretti autore anche delle varie ed esaustive note di sala allegate a ogni concerto della domenica mattina presso la sala Stemma del Teatro Comunale “Claudio
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Echi dal Territorio
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Garcia e i cantanti del Frescobaldi
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Voluto dalla direttrice del Conservatorio "Girolamo Frescobaldi", Annamaria Maggese, e realizzato dai docenti Alessandro Patalini, Marina De Liso, Manolo Da Rold, Monica Benvenuti e Susanna Guerrini, si è svolto ieri nel Ridotto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" un concerto sotto il titolo “Manuel Garcia 1775-2025, due secoli e mezzo
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Ainadamar a Los Angeles
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LOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Ainadamar, opera prima in tre atti e tre scene composta dal compositore argentino Osvaldo Golijov (nato nel 1960), è uno dei titoli in programma nella stagione in corso della Los Angeles Opera che si concluderà a giugno con una produzione di Rigoletto e i recital del tenore Joshua Guerrero
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Parla Leone Magiera
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Quasi duecento giovani cantanti lirici provenienti da tutto il mondo stanno partecipando, in più giorni, alle audizioni presso il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara per le nuove produzioni liriche rossiniane di La Cenerentola e Il barbiere di Siviglia, in programma nelle prossime stagioni d'Opera del teatro ferrarese. Vogliono mettere
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Opera dall Estero
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Cosė fan tutte alti e bassi
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES CA, USA, Dorothy Chandler Pavilion - Le nuove e più dinamiche programmazioni dei teatri americani, che si concentrano sulla messa in scena di opere contemporanee, prevalentemente di compositori americani e di alcuni stranieri (il prossimo titolo in programma sarà Ainadamar del compositore argentino Osvaldo Golijov - 1960), nonché di
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Classica
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Saccon Génot ritorno a Ferrara
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Pubblico come sempre numeroso nel salone d'onore del Circolo Negozianti in Palazzo Roverella, ieri, vigilia di Pasqua, per il secondo concerto cameristico promosso dal Comitato per i Grandi Maestri fondato e diretto da Gianluca La Villa. Dopo i saluti del presidente del sodalizio, Paolo Orsatti, sono entrati i due cameristi già conosciuti e
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Opera dal Nord-Ovest
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Danae di rara opulenza
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - In un panorama operistico spesso dominato da titoli consolidati, emerge con prepotente originalità la produzione di Die Liebe der Danae, Op. 83 di Richard Strauss al Teatro Carlo Felice di Genova. Quest'opera, lungi dall'essere un mero reperto archeologico, si rivela un'esplorazione complessa e affascinante delle dicotomie umane, incastonata
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Opera dal Nord-Ovest
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Dama scolpita dalla luce
servizio di Simone Tomei FREE
TORINO - Il Teatro Regio ha riportato in scena La dama di picche di Pëtr Il'ič Chajkovskij, in una nuova coproduzione con la Deutsche Oper di Berlino. L'opera si è rivelata un'autentica descente aux enfers, un'immersione nelle zone più oscure e tormentate dell'animo umano. L'allestimento, ideato da Graham Vick e portato a termine con
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Nuove Musiche
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Conti Cavuoto Santini il trio
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ferrara Musica al Ridotto è una rassegna "parallela" e si affianca alla programmazione maggiore di quella Ferrara Musica fondata da Claudio Abbado nel 1989. La rassegna maggiore ha il pregio di proporre i grandi interpreti (solisti, direttori, orchestre) in un cartellone che mira alto; la rassegna "parallela" si assume invece il compito di valorizzare
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Personaggi
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Ferrara e Vivaldi connubio in musica
redatto da Edoardo Farina FREE
È il quarto anno consecutivo che il maestro Federico Maria Sardelli è presente nel cartellone musicale del Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Questa volta ha proposto al pubblico estense una Serenata a tre che è praticamente una pagina dimenticata del catalogo del "Prete Rosso". Sardelli è direttore d'orchestra, compositore,
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Vocale
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Serenata d'amore torna a cantare
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La prima esecuzione assoluta in tempi moderni di una pagina musicale molto bella di Antonio Vivaldi, la Serenata a tre RV 690, ha richiamato nel Teatro Comunale "Claudio Abbado" un buon numero di spettatori ed estimatori della musica del "prete rosso", tanto da registrare praticamente il tutto esaurito. Ancora una volta il majeuta è
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Classica
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Il ritorno dei Cardelli
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il ritorno dei Cardelli. Sembra quasi il titolo di una saga, e tale parrebbe se si considerasse la regolarità con cui da un paio di lustri i recital solististici di Matteo (pianoforte) o di Giacomo (violoncello), nonché i concerti in Duo, fanno registrare una loro presenza nelle rassegne cameristiche di Ferrara. Stavolta, per gli appuntamenti dei
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