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Successo nel Teatro Lirico di Cagliari per l'opera |
Butterfly sa d'antico ma č moderna |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 10 Aprile 2018 |
CAGLIARI - Ci sono delle sere in cui andare a Teatro è pura magia; una miriade di fattori si intersecano rendendo gli incontri con la musica indimenticabili; a volte ci facciamo sopraffare dall’emozione, dalla novità, dal piacere di farsi trastullare dai sapori di una terra che poco frequentemente calpestiamo; il fascino della bellezza però, non può essere casuale e dettato solo dalle emozioni, ma deve trovare il pieno riscontro nella realtà; ebbene il racconto che segue è frutto di una trasferta in terra sarda e precisamente a Cagliari per assistere al capolavoro “giapponese” di Giacomo Puccini, Madama Butterfly, nel Teatro Lirico del capoluogo isolano. Un capolavoro trattato con i guanti bianchi dall’ispirata regia di Aldo Tarabella che ha sapientemente raccolto tutti i suggerimenti della musica e del libretto per confezionare uno spettacolo di altissimo profilo, esaltando la tradizione e trovando al contempo dei bellissimi spunti per farci vivere in un’ottica più “moderna” un capolavoro denso di tradizioni nipponiche antiche che emergono sia dal racconto di John Luther che dal dramma di David Belasco; le scene utilizzate fanno parte di una produzione che già al teatro del Giglio di Lucca trovò il suo primo vagito nel 2004 e ripreso poi nel 2016 a cura di Christoph Wagenknecht; “tradizionale” anch’essa, ma arricchita di nuovi particolari che si sono felicemente sposati con le intuizioni registiche; facevano da contorno alla regia i costumi di Catherine Voeffray ripresi da Rosanna Monti ed al gioco luci un ottimo lavoro di Marco Minghetti. La contaminazione tra est ed ovest è presente in tutto il dipanarsi della vicenda: una commistione che prende come strumento principe proprio il costume; Pinkerton arriva alla casa di Cio Cio San con un baule contenente la sua “dote": abiti in stile americano; la casa nel secondo atto si trasforma nell’arredamento che si comporrà di oggetti e suppellettili in pieno stile americano; è ben delineato anche il carattere scaltro di Goro che oltre a svolgere la funzione di sensale di matrimoni finti - un comandante di marina non poteva andare nei postriboli, ma gli era riservato questo trattamento - si atteggia in maniera viscida e subdola con le “danseuses” che fanno da contorno alla scena arricchendola di gesti e di simboli; esse saranno infatti le future geishe e le attenzioni dello scaltro sensale non sono sicuramente quelle degne di un gentiluomo, anzi, fanno presagire la consuetudine del mercimonio che già si sta perpetrando con la protagonista; su tutto questo prevale però l’atteggiamento di Lei, Cio Cio San, che diventa sempre più schiava della sua illusione e della sua convinzione a senso unico; all’inizio del secondo atto questi aspetti del suo pensiero prendono vita proprio attraverso l’apertura del baule donato dal comandate americano che contiene abiti in perfetto stile americano; lei goffamente li indossa quasi a voler significare che mai si potranno “sposare” con la sua cultura: le scarpe con il tacco sono scomode e le impediscono di camminare in maniera agevole; ma il vero colpo di Teatro è quello che si perpetra alla fine, al mattino che segue la lunga notte dell’attesa; Cio Cio San entra al richiamo delle voci che ode dalla sua stanza credendo che sia arrivato l’amato ed il suo ingresso colpisce lo spettatore che la vede indossare il corredo americano che le era stato donato ed il piccolo “Dolore” è vestito anch’esso in perfetto stile da marinaretto americano; qui il dramma della commistione di cui parlavo all’inizio trova il suo massimo punto si sfoggio nel momento in cui le due donne - Kate Pinkerton sullo sfondo e la protagonista al centro del palco - sono una la copia dell’altra; ma mentre Lei, la giapponese, è la finta moglie, l’altra - l'americana - diventa la realtà contro cui l’illusione si scontra e la ormai diciottenne Cio Cio San vede nel proprio comportamento l’apoteosi della ridicolaggine e della delusione; apoteosi che viene evidenziata scenicamente con lo strapparsi violentemente da dosso gli abiti americani, spargendoli per tutto il palcoscenico con la rabbia della cruda realtà depurata dall’illusione; sembra tutto ormai detto e fatto, ma ho trovato molto significativo in fine d’opera il gesto del piccolo Dolore che non appena scorge sulla sinistra Sharpless e Pinkerton, corre scappando dalle braccia di Suzuki verso il Console ignorando completamente la figura del padre che non conosce: uomo che per lui non esiste e chissà mai se esisterà. Mi scuso se mi sono dilungato nella descrizione della regia, ma come sono spesso prolisso nel descrivere taluni orrori scenici, ho voluto esaltare il piacere di un lavoro proposto con sapiente antica modernità. E la farfallina ha volato proprio come fu predetto dalle limpide parole di Giovanni Pascoli dolci e profetiche dopo il fiasco della prima milanese del 1904:
«Caro nostro e grande Maestro, la farfallina volerà: ha l’ali sparse di polvere, con qualche goccia qua e là gocce di sangue, gocce di pianto. Vola, vola farfallina, a cui piangeva tanto il cuore; e hai fatto piangere il tuo cantore. Canta, canta, farfallina con la tua voce piccolina, col tuo stridere di sogno, fievole come il sonno soave come l’ombra, dolce come una tomba, all’ombra dei bambù a Nagasaki e a Cefù.»
  
La fantasia unita al rispetto per la musica e per il libretto di Aldo Tarabella hanno senz’altro contribuito al successo di questa Madama Butterfly, ma uno spettacolo non è solo regia, scene e costumi bensì è anche musica e voce ed anche questi fattori hanno avuto il loro non grande merito per la riuscita della magica serata cagliaritana in occasione della “prima” del 6 aprile 2018. La concertazione del M° Donato Renzetti ha trovato in ogni battuta dello spartito quel rispetto e quella cura delle note quasi fossero delle figlie da condurre all’altare, figlie amate da donare ai loro sposi: interpreti e pubblico; i primi hanno potuto godere di un ascolto idilliaco e i secondi ne hanno giovato per un’interpretazione che ha regalato una resa musicale pressoché immacolata; ascoltare musica fatta in questo modo mi ha fatto pensare ai fiori di ciliegio: bianchi, teneri e fragili, ma premonitori di un frutto succoso e dolce; le dinamiche hanno saputo dipingere una tavolozza di colori degna del grande “pittore” Puccini... ed i tempi elegiaci, ma comunque spigliatamente energici, si sono riversati come un fiume in piena nell’incalzare della vicenda dando fluidità e tenendo in tensione lo spettatore con un pathos sempre più avvolgente e con un servizio alla parola scenica di stupefacente sensibilità. La prima donna Amarilli Nizza (Cio Cio San) si è distinta con grande professionalità nel ruolo riuscendo grazie alla bravura e all’esperienza a restituire con assoluta fedeltà le intenzioni del regista, restituendo il personaggio in tutta la sua interezza originaria e qui arricchito dalle intuizioni sceniche suddette; non da meno è stata la vocalità nell’affrontare un ruolo impervio per la corda sopranile: ruolo che impegna l’interprete per i tre quarti della durata dello spettacolo e che spesso insiste nella zona medio grave e in quella di passaggio con un accompagnamento orchestrale non indifferente; di Amarilli Nizza non possiamo non notare una salda padronanza vocale del ruolo che mette in luce una equilibrata omogeneità nell’emissione, dove la messa a fuoco del suono ed il timbro si rivelano sempre presenti e vigili ed ogni nota è pesata dal sentimento e dall’emozione; sentimento ed emozione che si trasferiscono sullo spettatore cui arriva sempre una parola cullata dalla giusta intenzione e da quel fascino di un’emissione proiettata e solida.

Anche la Suzuki di Rossana Rinaldi non è stata da meno ed il fascino vocale mezzosopranile di cui è dotata si è ben messo in luce nei suoi interventi; si tratta spesso di frasi brevi, ma drammaturgicamente importanti e trova il suo culmine nel duetto dei fiori col soprano, dove le armonie spesso mettono a dura prova l’intonazione; prova egregiamente superata come quella dell’approccio scenico dove l’eleganza e la “piccolezza” del personaggio si sono fatte grandi per la grande capacità comunicativa che questa interprete ha saputo mettere in campo. Di grande fascino e gusto anche l’approccio scenico interpretativo di Massimiliano Pisapia nei panni del comandante della marina militare americana F.B.Pinkerton; scaltro e alquanto “burino” al punto giusto non è mai scaduto in atteggiamenti sbracati e volgari, tenendo sempre la bilancia sul giusto equilibrio; vocalmente la zona acuta è baciata dagli Dei in quanto la bellezza del timbro e l’eleganza del fraseggio hanno cesellato con cura le note dello spartito trovando nel duetto finale del primo atto il punto di massima luminosità; qualche nota grave un po’ più “scoperta” ha talvolta inficiato qualche frase, ma si mormorava nei corridoi che vento e freddo non fossero stati amici benefici della sua gola. Uno Sharpless elegante quello di Filippo Polinelli che se non può vantare una voce enorme, la tecnica e la sicura emissione suppliscono egregiamente riuscendo a far dominare il rigo musicale con bella eleganza di fraseggio e sopraffina capacità di servire la parola scenica. Ottimi tutti gli altri componenti del cast fra i quali ho scoperto delle voci di grande interesse. Vittoria Lai ha interpretato il ruolo di Kate Pinkerton con piacevole eleganza.

Senza dubbio un Goro di gran classe si è rivelato il tenore Enrico Zara; squillo argenteo e voce ricca di armonici si sono sposati con un’ars scenica elegante e sempre ben misurata, degna di un grande professionista. Voci da tenere sotto osservazione quelle di Nicola Ebau come Principe Yamadori, Renzo Ran (Zio Bonzo), Gianni Giuga (Commissario imperiale) e Francesco Leone (Ufficiale del Registro). Completavano la scena un ottimo corpo di ballo sotto l’egida coreografica di Luigia Frattaroli ed i Coro del Teatro Lirico di Cagliari preparato e diretto dal M° Donato Sito che ha saputo mettere in luce una precisa preparazione musicale con dinamiche di suono che hanno sicuramente contribuito in maniera notevole alla magia della serata. Il pubblico che ha riempito il Teatro Lirico di Cagliari non ha tardato a rispondere con entusiasmo a queste emozioni tributando il suo piacere verso tutto il palcoscenico che è stato letteralmente inondato da una risposta emozionale forte e sincera.
Recita del 7 aprile - secondo cast Tornare sul luogo del delitto è spesso la prerogativa dell’assassino… come tornare sul luogo della magia è stata la mia prerogativa in questo fine settimana sardo. Vi narrerò solamente degli avvicendamenti nel cast che hanno visto in campo quattro nuovi interpreti nei ruoli principali. Karina Flores nel ruolo eponimo non è riuscita in maniera totale e piena a restituire un personaggio a tutto tondo in linea con le idee del libretto e del regista; più titubante negli atteggiamenti e più incerta nel gestire gli spazi scenici si è talvolta trovata fuori la traiettoria delle linee registiche e delle luci, facendo un tantino sfumare le caratteristiche del personaggio; da un punto di vista vocale se il timbro è affascina e accattiva l’orecchio, qualche problema di emissione l’ho notato nella zona più grave del rigo dove l’appoggio e la consistenza del suono si facevano più labili, cui si accompagnava talvolta in acuto un vibrato troppo stretto unito a qualche problema di intonazione. Mikheil Sheshaberidze nei panni di F.B Pinkerton gode anch’esso di una bellezza timbrica non comune, ma spesso non riesce a sfruttarla appieno con una tecnica di emissione salda e compatta; il fraseggio a volte latita e la sua tendenza all’approccio “violento” dello spartito fa perdere quella soavità e quel legame con il rigo musicale che preferisce sempre un canto di nerbo anche quando non necessario ed una tendenza all’affondo sì da inficiare la proiezione e lo squillo argenteo che la sua voce possiede. Olesya Berman come Suzuky ha interagito con il ruolo in maniera garbata, ma timida e con qualche tratto di insicurezza; vocalmente non si è distinta per dizione brillante e chiara, ma spesso con un modo troppo introiettato e nella zona più grave spesso di petto e poco timbrato. Uno Sharpless elegante e sonoro quello di Giovanni Guagliardo che con fare elegiaco quasi paterno si è calato con pathos ed emozione nel ruolo del Console ed ha messo sul piatto una vocalità più incline alla grazia che non alla veemenza, riuscendo a fraseggiare con gusto e a servire la parola scenica con signorile morbidezza e sicura intonazione. Anche in questa serata l’emozione della musica è stata egregiamente restituita dall’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari con una guida sicura e salda per mano del M° Donato Renzetti cui il pubblico numeroso e festante ha reso omaggio assieme a tutti gli altri protagonisti.
Crediti fotografici: Priamo Tolu per il Teatro Lirico di Cagliari Nella miniatura in alto: il soprano Amarilli Nizza (Cio Cio San) Al centro in sequenza: Rossana Rinaldi (Suzuki); Amarilli Nizza con Massimiliano Pisapia (F.B. Pinkerton); poi Pisapia con Filippo Polinelli (Sharpless) Sotto: ancora Polinelli e la Nizza e il piccolo Dolore In fondo: una bella immagine del cast in scena, catturata da Priamo Tolu
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Abbiamo la Turandot dei prossimi 20 anni
intervento di Athos Tromboni FREE
SPOLETO – Il Teatro Lirico Sperimentale “A.Belli” ha messo in scena la Turandot di Giacomo Puccini come ultima opera della sua stagione lirica. Due le note salienti da mettere in rilievo: la prima, che l’allestimento ha scelto il finale di Luciano Berio rispetto a quello tradizionale di Franco Alfano; e la seconda, che nel ruolo della Principessa di Ghiaccio - la sera del 15 settembre al Teatro Nuovo - ha cantato la giovane Suada Gjergji e con essa il mondo del melodramma ha trovato la Turandot dei prossimi 15 – 20 anni, poi diremo perché. Ma partiamo dalla prima nota saliente: il finale di Berio. È talmente bello musicalmente che meriterebbe di essere “espunto” dall’opera per costituire un brano a sé, di Puccini-Berio se proprio lo si dovesse cointestare. Fior di musicologi hanno spiegato e scritto perché Berio abbia rispettato più di Alfano gli appunti lasciati da Puccini morto prima di concludere l’opera.
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Opera dal Centro-Nord
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La Turandot viene dall'oriente
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La nuova Stagione d’Opera e Balletto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" si è inaugurata con la messa in scena della Turandot di Giacomo Puccini, coproduzione tra la coreana Daegu Opera House e la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. Tutto esaurito, sia per la "prima" che nella replica della domenica
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Opera dall Estero
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La donna senz'ombra
servizio di Ramón Jacques FREE
LYON (Francia) - 25 ottobre 2023 Opera de Lyon. Nel 1911, otto anni prima della première dell’opera, Hugo von Hofmannsthal mostrò a Richard Strauss i primi schizzi di quello che sarebbe stato il libretto della sua nuova opera. Il lavoro creativo svolto tra il librettista e il compositore, iniziato alla fine del 1913 e conclusosi nell'agosto del 1916
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Opera dal Nord-Est
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Des Grieux non dā l'acqua a Manon
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Verdi. La Manon Lescaut di Giacomo Puccini, in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste, avrebbe potuto essere rappresentata come concerto sinfonico, togliendo cantanti, coro, comparse e tenendo solo la musica. A ragione si afferma da parte degli autorevoli critici musicali che questa è un’opera “sinfonica”
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Vocale
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Bella Betulia Liberata
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - Un nuovo appassionante concerto per la stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova - all’interno del ciclo “Mozart l’italiano” - ha visto l’esecuzione dell’oratorio sacro in due parti La Betulia liberata K.118 di Wolfgang Amadeus Mozart. La commissione di questo lavoro avvenne a Padova dove Mozart fece sosta dopo il successo di Mitridate
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Opera dal Centro-Nord
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Ottimo Don Carlo
servizio di Nicola Barsanti FREE
MODENA - Reduce dal grande successo riscontrato nell’esecuzione in forma di concerto (avvenuta in epoca pandemica), torna vincente sul palcoscenico del Teatro Comunale di Modena l’opera monumentale di Giuseppe Verdi: Don Carlo. Eseguita nella versione di Milano (che esclude il primo atto nella foresta di Fontainebleau), l’opera mantiene
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Personaggi
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Celebrando Corelli si lanciano i giovani
di Simone Tomei FREE
FORTE DEI MARMI (LU) – Premetto che questo scritto non è una recensione bensì il semplice resoconto di un pomeriggio musicale che si è tenuto a Forte dei Marmi nella splendida cornice del Giardino d’inverno di Villa Bertelli. L’Associazione Kreion Versilia di cui sono vice presidente ha organizzato domenica 29 ottobre 2023 - all’interno della sua
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Opera dal Centro-Nord
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Una Bohčme minimalista
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - La Bohème di Giacomo Puccini, comunque la si voglia interpretare, è una storia di morte già dal primo atto. La spensieratezza dei quattro spiantati giovani parigini ha il sapore amaro della povertà, delle ristrettezze e di una vita vissuta tra donnine allegre e un po’ d’amor in cui l’instabilità delle relazioni e degli affetti diventa un elemento
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Opera dal Nord-Ovest
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Meraviglioso Sogno di una notte
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - Il Teatro Carlo Felice ha inaugurato la stagione lirica 2023-2024 con il capolavoro di Benjamin Britten scritto nel 1960 con la collaborazione del librettista e suo compagno di vita Peter Pears tratto dall’omonima commedia shakesperiana: A Midsummer Night’s Dream. Non è sicuramente il primo compositore a tradurre in musica quel
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I Lombardi alla prima crociata
servizio di Angela Bosetto e Nicola Barsanti FREE
PARMA - Nell’ottica di uno spettatore contemporaneo, I Lombardi alla prima crociata è (insieme alla sua versione francese, Jérusalem) il titolo verdiano forse più problematico da mettere in scena, dal momento che è impossibile ignorare due dati chiave: la nostra concezione delle Crociate è radicalmente cambiata (per quanto il libretto di Temistocle
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La Creazione dello stupore
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GENOVA - La creazione del mondo attraverso la musica: ecco l’idea di Franz Joseph Haydn di mettere nero su bianco sullo spartito musicale il monumentale capolavoro Die Schöpfung (La Creazione). È così che ha preso il via la stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova con un concerto inaugurale dal quale sono uscito mentalmente e
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Opera dal Centro-Nord
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Una Fedora di gran lusso
servizio di Simone Tomei FREE
PIACENZA - Umberto Giordano rimase folgorato sia da Victorien Sardou - drammaturgo francese - sia da Sarah Bernhardt quando nel 1889 ebbe modo di assistere al Teatro Bellini di Napoli alla rappresentazione di "Fedora". Alla richiesta di Giordano al commediografo francese di poter musicare il suo capolavoro, la risposta sembra sia stata «Si
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Echi dal Territorio
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Archos Quartet suona D'Ambrosio
nota di Gianluca La Villa FREE
TORINO - Infine giunse a Torino, nella bella sala ricca di spettatori di Palazzo Barolo, domenica 8 ottobre 2023 alle 17, il debutto torinese sia del Quartetto Archos sia della bella pagina di Alfredo D'Ambrosio per il suo Quartetto in Do minore op.42: un debutto in Italia, può dirsi, per questo Quartetto op.42 dato che la sua ultima esecuzione
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Lombardi coinvolgenti con bella regia
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PARMA - Bianco e nero sono due facce della stessa medaglia e ne assumono significati antitetici: bene e male, buoni e cattivi, vincitori e vinti e così via... È in questo modo che il regista Pier Luigi Pizzi - curatore di regia, scene, costumi e video - ha inteso mettere in scena al Festival Verdi di Parma I Lombardi alla prima crociata, opera giovanile
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Commovente Nabucco a Fidenza
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FIDENZA (Pr) - Anche quest’anno il Festival Verdi esce dalle mura storiche del Teatro Regio di Parma e sposta alcune delle produzioni nei Comuni limitrofi della città nell’intento di coinvolgere altre realtà monumentali come il Teatro Magnani di Fidenza, un piccolo gioiello incastonato nella cittadina parmense che, nonostante l’esigua capienza, vanta
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Trovatore non al top
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PARMA - L’ennesima distorsione di uno dei massimi capolavori del Cigno di Busseto che in quest’occasione vede la prima rappresentazione di Il Trovatore nell’ambito del XXIII Festival Verdi di Parma potrebbe essere riassunta con due sentimenti: amarezza e delusione. Se l’amarezza è dovuta ad una rappresentazione
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Il Torrione del jazz riparte
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - La 25.ma edizione della stagione del Jazz Club Ferrara si aprirà nel Torrione San Giovanni di Corso Porta Mare 112 venerdì 6 ottobre 2023 e si protrarrà fino al 30 aprile 2024. Oggi è stato reso noto dal presidente Federico D’Anneo e dal direttore artistico Francesco Bettini alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli
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Ottime voci per il Verdi sacro
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - Terrore e dubbio: i caratteri salienti della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. La direzione di questo capolavoro sinfonico-corale è affidata al direttore ucraino Oksana Lyniv che nella prima parte, fino al terzetto Quid sum miser trasmette ad hoc l’intensità drammatica della partitura, mentre assume un carattere meno intenso e quasi
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Jazz Pop Rock Etno
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Ares Tavolazzi riceve il premio Tutte le Direzioni
redatto da Athos Tromboni FREE
VIGARANO MAINARDA (FE) - «Seduto in quel caffè io non pensavo a te e tutta la città…» è una parafrasi in questo caso; ma qui, questa, che è una delle più belle canzoni di Lucio Battisti e Mogol ci può stare, perché proprio il 29 settembre torna al Ristorante Spirito di Vigarano Mainarda la grande musica dal vivo: prende il via infatti la nuova stagione di
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Vocale
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Ottimo recital di Lise Davidsen
servizio di Ramón Jacques FREE
SANTA MONICA, California 17 settembre 2023 - Il giovane soprano norvegese Lise Davidsen ha debuttato a Los Angeles sul palco del Teatro Broadstage, situato nel sobborgo di Santa Monica, il cui ciclo intitolato 'Celebrity Opera Recital Series' si è consolidato negli anni come tappa imprescindibile, quasi obbligata, per la presentazione,
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La ricca stagione del Bonci
redatto da Edoardo Farina FREE
CESENA - Conferenza stampa del Teatro Comunale “Alessandro Bonci“ in data 7 settembre 2023: è stata definita la programmazione della stagione invernale 2023/2024 caratterizzata da un’ ampia scelta intesa come luogo di confronto, esplorazione e dialogo, ovvero filtro e racconto del nostro vivere, offrendo ancora una volta una visione
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Opera dal Nord-Est
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Tre donne tre stelle: Pirozzi, Grigorian, Stikhina
servizio di Simone Tomei FREE
VERONA - Ho frequentato il Festival "Arena 100" della città scaligera solo verso il concludersi della stagione estiva 2023. Sono arrivato a Verona agli inizi di settembre ed in questo scritto vi do conto delle mie tre serate areniane.
TOSCA – Venerdì 1 settembre 2023 Il consueto allestimento del regista Hugo de Ana
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Eventi
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Interno Verde Danza al via
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Venerdì 8 settembre 2023 è il giorno dell’inaugurazione con la festa delle scuole di danza: per la nuova edizione sono 12 le realtà del territorio che presenteranno le loro coreografie a Teatro. Sabato 9 e domenica 10 settembre si entra nel vivo di Interno Verde Danza, in scena in cinque veri e propri scrigni di bellezza, da Palazzo dei
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Opera dall Estero
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Svadba a Cittā del Messico
servizio di Ramón Jacques FREE
CITTÀ DEL MESSICO, 26 agosto 2023. Teatro de las Artes del Centro Nacional de Las Artes - Il palcoscenico del Teatro de las Artes ideale per mettere in scena opere contemporanee, da camera e musica antica, dove appena due mesi fa ha avuto luogo la prima locale della cantata drammatica Aci, Galatea e Polifemo di Händel (1685-1759),
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Opera dall Estero
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Summerfest 2023 ottimo cartellone
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN DIEGO, California (USA) - Dal 1986 si tiene ogni anno nella città di San Diego un importante festival estivo di musica da camera, prestigioso per la quantità e la qualità dei musicisti che vi si sono esibiti nel corso degli anni. Il cosiddetto "Summerfest", nella sua edizione 2023, della durata di un mese, ha offerto un'ampia e interessante
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