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Il capolavoro di Verdi continua a mietere successi nell'edizione di oltre un secolo fa |
Aida 1913 perché è storica |
servizio di Athos Tromboni |
Pubblicato il 29 Luglio 2017 |
VERONA - Non c'è che dire: "Aida 1913" continua a essere uno spettacolo di grande suggestione. C'è qualcuno che si affanna a sostenere che si respira aria passatista nel catino dell'anfiteatro veronese quando va in scena "questa" Aida, mentre invece l'innovazione di quell'altra Aida, quella avveniristica della Fura dels Baus, in una sorta di confronto fra vecchio e nuovo, apre prospettive inesplorate al capolavoro di Giuseppe Verdi. Sono due verità che non si elidono, anzi si compensano in questo raffronto ravvicinato nella stessa stagione musicale. Suggestiva la "storica" e suggestiva la "avveniristica". Due spettacoli belli e completi. Se anziché usare il nome proprio "Aida" usiamo il nome comune "spettacolo", possiamo dire che l'uno eguaglia l'altro per merito e bellezza. Ma Aida rimane quella concepita nel 1913, perché è là - nell'edizione 1913 - che si respira a pieni polmoni il Verdi più autentico (e anche il Ghislanzoni, librettista, più accurato). La "1913" è l'Aida di Verdi, quella della Fura dels Baus è l'Aida della Fura che utilizza le musiche di Verdi. La differenza non è di poco conto, per chi cerca Verdi nell'opera di Verdi, e non lo spettacolo che sappia meravigliare grazie alle invenzioni a volte stupende e innovative dei "maître-à-penser" della modernizzazione estetica, piuttosto che alla musica e alla drammaturgia verdiane. E veniamo a parlare della sera del 28 luglio 2017 con la messa in scena di "Aida 1913": il titolo, che dal suo esordio sul palcoscenico areniano conta ormai oltre 670 recite nell'anfiteatro veronese, è l’opera simbolo dell’Arena di Verona: l'allestimento fa riferimento alla tradizione ed è stata applaudita da milioni di spettatori in ben venti stagioni. Realizzato da Gianfranco de Bosio nel 1982 grazie allo studio dei bozzetti per le scene originali di Ettore Fagiuoli, l’allestimento trasforma l’anfiteatro nell’Egitto dell’immaginario collettivo, con obelischi, palme, templi e sfingi, in mezzo ai quali si dipana la vicenda senza tempo tra la bella schiava etiope che dà il nome all’opera e il valoroso guerriero egizio Radamès. Un successo che da 104 anni crea sul palcoscenico più grande del mondo una magia immortale ricca di esoticità, grazie all’alchimia tra la musica di Giuseppe Verdi e il libretto di Antonio Ghislanzoni che ancora oggi riesce a coinvolgere lo spettatore con i grandi temi dell’umanità: amore, fedeltà alla patria, onore, morte e redenzione. A completamento della messa in scena, vi sono le coreografie di Susanna Egri create ex novo nel 1982, dal momento che di quelle non restava alcuna nota storica datata 1913: grazie ad uno studio assiduo e a ricerche accurate, ne è derivato un lavoro coreografico minuzioso che suggerisce il gusto ottocentesco del contesto compositivo dell’opera e, nel contempo, pone l’accento sull’innovazione che il balletto ha vissuto agli inizi del Novecento, sfruttando sapientemente le notevoli dimensioni del palcoscenico areniano. La regia di De Bosio è intelligentemente statica per coro e masse in generale, ma anche per i solisti che si affacciano al proscenio e cantano disinteressandosi del personaggio a cui sia rivolto il monito perentorio o la profferta d'amore. Così era nel 1913, così è giusto che rimanga nel 2017. La vera sorpresa della ri-messa in scena viene dal podio: Andrea Battistoni. Un direttore molto spesso contestato dalla critica accreditata, ma osannato dal pubblico. Ebbene Battistoni in questa circostanza ha abbandonato il suo toscaninismo esasperato, tutto enfasi e ritmi scanditi col metronomo, per ricercare invece una tavolozza musicale più incline alla valorizzazione dei rapporti interni e all'armonizzazione fra le sezioni (soprattutto gli archi); ha colloquiato musicalmente con i cantanti, esortandoli a seguirlo o mettendosi al servizio della loro specificità timbrica e tecnica; ha chiesto alla brava Orchestra della Fondazione Arena di ammorbidire le sonorità in molti punti della partitura, inseguendo le atmosfere dell'intimo sentire dei personaggi anziché le note rinvigorite con cui imbeccare questa o quell'aria. Ci è piaciuto molto, stavolta Battistoni, e noi siamo fra quei critici che non sono mai stati teneri con la sua bacchetta. Questo direttore entra in scena senza farsi accompagnare dal commesso di sala come consuetudine, fa un saltello e una corsa in surplace per giungere al podio: qui si volta verso il pubblico a braccia alzate e riceve non l'applauso, ma l'ovazione. Non c'è dubbio che la sua esuberanza giovanile sia contagiosa per chi, soprattutto dalle gradinate, tiene la candelina Vicenzi accesa per testimoniare una presenza di sé nella moltitudine della massa, che - certo - partecipa alla festa, che - sì - è felice d'esserci. Battistoni capisce lo spirito gioioso dell'inizio di serata, prima dello spettacolo, e manifesta col saltello e la cosa in surplace l'eccitazione e la disponibilità a condividere il momento del grande abbraccio, quando la ragione critica non è ancora sollecitata dalla musica e l'animo dello spettatore è gonfio di attesa e speranza. Meno apprezzamenti di quelli che ci hanno suscitato il direttore e il regista, li dobbiamo esprimere facendo l'elenco del cast e delle prestazioni.
Nel ruolo eponimo di Aida abbiamo ascoltato una brava Monica Zanettin: giudichiamo la sua prestazione come la più bella e gradevole della serata: la cantante ha pregevole musicalità, vocalità piena di armonici, una tecnica che fa della messa di voce timbrata e omogenea sia nei rinforzi che negli smorzamenti un vero cesello di belcanto; riesce a mantenere la sua zona acuta efficacemente sotto controllo, sia a piena voce che nel canto a fior di labbra; solo una volta l'abbiamo udita perdere il controllo, in un acuto risultato un po' stridulo durante un passaggio dal canto di petto al canto in maschera. Ma siamo sicuri che si sia trattato di un "momento" che può capitare; perché in altre circostanze vocalmente impegnative come questa, la Zanettin ha eseguito bene, senza difficoltà né forzature. Brava, brava, brava. Non ci è piaciuta la Amneris di Olesya Petrova, potente e prepotente di voce, ma dal timbro secco e dal canto troppo spesso non impostato e gutturale sulle note gravi; ottima come attrice che ha metabolizzato il personaggio, ma meno efficace come mezzosoprano.
Il Radamès di Gaston Rivero ha scontato l'emozione del debutto in Arena di fronte a quasi 13 mila spettatori: incerto e impacciato nell'aria di sortita Se quel guerrier io fossi... Celeste Aida è stato rinfrancato secondo il nostro giudizio da Battistoni, che non lo ha mai abbandonato, tanto che nel terzo e soprattutto quarto atto, dal Rivero è uscito un tenore che può aspirare a fare dei personaggi verdiani la spina dorsale del proprio successo internazionale. Per un giudizio più approfondito lo attendiamo in altre prove che, ci auguriamo, gli verranno richieste in Italia. Ottimo il Ramfis di Rafal Siwek, un basso profondo che ha raggiunto maturità artistica, padronanza di canto in tutta la gamma del registro e fraseggio eccellente. Altrettanto ottimo l' Amonasro di Ambrogio Maestri che quando si tratta di prendere i panni di questo Re etiope nell'Aida, ma anche di Falstaff o di altri bassi cantanti del catalogo verdiano, non sbaglia un colpo. Ottimo (usiamo questo termine per la terza volta in questa recensione, ma ne vale veramente la pena...) il Messaggero di Paolo Antognetti, comprimario di lusso che non delude mai. Meno entusiasmo dobbiamo esprimere per il Re di Ugo Guagliardo, la cui prestazione vocale ci è sembrata un tantino sotto lo standard medio degli altri colleghi di palcoscenico. Apprezzabile la prova di Marina Ogii nelle vesti della Sacerdotessa.
Bravo il coro preparato da Vito Lombardi e buona la prestazione del corpo di ballo coordinato da Gaetano Petrosino nel cui ensemble vanno citati soprattutto i primi ballerini Petra Conti, Alessia Gelmetti, Davit Galstyan e Alberto Ballester. Repliche il 3, 6, 8, 13, 16, 20, 24 e 27 agosto alle ore 20,45.
Crediti fotografici: Foto Ennevi per la Fondazione Arena di Verona Nella miniatura in alto: il regista Gianfranco De Bosio Sotto: il direttore Andrea Battistoni Al centro in sequenza: Olesya Petrova (Amneris); Monica Zanettin (Aida); Gaston Rivero (Radamès); Ugo Guagliardo (il Re); Ambrogio Maestri (Amonasro); e Rafal Siwek (Ramfis) In fondo: una foto d'assieme e una panoramica su "Aida 1913" di Foto Ennevi
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Orlando nelle trame di Alcina
intervento di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ottima messa in scena nel Teatro "Claudio Abbado" dell' Orlando Furioso di Antonio Vivaldi nella edizione critica curata da Federico Maria Sardelli e Alessandro Borin. Il maestro Sardelli era anche sul podio della brava Orchestra Barocca Accademia dello Spirito Santo di Ferrara. Quindi tre atti, così come Vivaldi ideò per la premiere al Teatro Sant'Angelo di Venezia nell'autunno del 1727. Ottima messa in scena, oltre che per la comprovata efficacia di Sardelli nell'esecuzione del repertorio barocco, soprattutto per la visionaria regia di Marco Bellussi, coadiuvato da Fabio Massimo Iaquone (ideazione e regia video), Matteo Paoletti Franzato (scene), Elisa Cobello (costumi) e Marco Cazzola (luci). La visionaria regia ci trasporta nel poema ariostesco (o quantomeno in ciò che del poema dell'Ariosto utilizzò a suo tempo il librettista Grazio Braccioli) dove tutto è fantascientifico
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Echi dal Territorio
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Una Tempesta molto gradevole
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Difficile assistere oggi a qualche masque messo in scena nei nostri teatri, nonostante la freschezza musicale e la bellezza di questi veri capisaldi della più radicata cultura musicale britannica; il masque era in auge prima dello "spodestamento" operato anche in Gran Bretagna dall'opera settecentesca italiana o in stile italiano. Ebbene
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Echi dal Territorio
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Xtra per tre
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Si chiama "Xtra" - un nome avveniristico - ma sarà fatta di musica da grande repertorio cameristico. È la nuova rassegna di Ferrara Musica, ideata per dare una ribalta a formazioni e musicisti solisti di grande talento. Ad illustrare il programma sono intervenuti l'assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, il curatore
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Opera dal Centro-Nord
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Quel Don Pasquale sempre fresco
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - Quello che è stato ritorna dicevano sempre i nostri vecchi. Ed è proprio così: in un momento non facile per il Teatro del Maggio, l’idea di rispolverare una vecchia produzione di Don Pasquale di Gaetano Donizetti si è rivelata una scelta molto azzeccata che ha riportato indietro nel tempo i più veterani melomani. La riproposizione dello spettacolo
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Opera dal Nord-Ovest
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Beatrice di Tenda da visibilio
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Procede con scelte azzeccate e particolarmente ricercate la stagione operistica del Teatro Carlo Felice di Genova con un altro capolavoro belliniano, Beatrice di Tenda. Sono già due stagioni che le opere del catanese compaiono nel cartellone del teatro genovese: nel 2021 Bianca e Fernando – secondo l’edizione riservata proprio al teatro ligure
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Opera dal Nord-Est
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Nabucco fra Oren e Del Monaco
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’avventura del Nabucco in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste comincia con una conferenza stampa, nella quale Daniel Oren, maestro concertatore e direttore, ha espresso che questo terzo titolo di Giuseppe Verdi, suo primo grande successo, è molto importante per il popolo ebraico, «... per
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Opera dal Nord-Est
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Nel Campielo xe bel quel che piase
servizio di Athos Tromboni FREE
VERONA - Fu così che per la prima volta in assoluto Il Campiello di Ermanno Wolf-Ferrari andò in scena nel Teatro Filarmonico di Verona. E fu così che alla "prima" venne accolto da un pubblico numeroso con molti minuti di applausi a fine recita e con vere ovazioni per alcuni protagonisti di quella commedia musicale. Chissà se le cronache del futuro, parlando del
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Opera dal Centro-Nord
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Un Trovatore quasi disastro
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA – Il trovatore di Giuseppe Verdi chiude la stagione lirica 2023/2024 del Teatro del Giglio di Lucca. Si tratta di una coproduzione che vede come attori - oltre l’Istituzione lucchese - la Fondazione Teatri di Piacenza, la Fondazione Teatro Comunale di Modena, la Fondazione Teatro Goldoni di Livorno il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.
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Eventi
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Vi presentiamo La Bohème
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA – Dopo tredici anni di assenza è ufficialmente partito il conto alla rovescia: la prossima estate La Bohème di Giacomo Puccini tornerà in Arena durante il 101° Festival lirico; il capolavoro di Puccini verrà rappresentato il 19 e il 27 luglio 2024 con la direzione di Daniel Oren. Trattandosi di una nuova produzione di Fondazione Arena
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Opera dal Nord-Ovest
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Idomeneo da manuale
servizio di Simone Tomei FREE
Genova – L’ Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart è un capolavoro che incanta con la sua profonda drammaticità e la sua sublime bellezza musicale. La trama, ambientata nell'antica Grecia, ruota attorno al re Idomeneo, il quale, dopo essere stato salvato da un naufragio grazie all’aiuto divino, si trova costretto a sacrificare suo figlio
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Eventi
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Il 35° nel segno della solidarietà
servizio di Athos Tromboni FREE
RAVENNA - il Teatro Alighieri era gremito di pubblico, giornalisti, operatori video e radio per la presentazione della 35.ma edizione di Ravenna Festival 2024, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio e farà registrare oltre 100 alzate di sipario; gli artisti coinvolti sono più di mille, dai grandi nomi della musica classica e del canto lirico, fino ad alcuni "menestrelli"
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Opera dall Estero
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Grande Das Rheingold in piccolo spazio
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LOS ANGELES (USA) - La sala concerti Walt Disney Hall, sede dell’orchestra Los Angeles Philharmonic, è situata nel cuore della città e ha festeggiato nel 2023 i suoi vent'anni (è stata inaugurata il 23 ottobre 2003). E’ stata progettata e realizzata con la supervisione dal famoso architetto e designer canadese-americano Frank Gehry (1929)
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Opera dal Centro-Nord
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Ecco la Butterfly del fiasco
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA – Al Teatro del Giglio approda con grande apprezzamento del pubblico la versione bresciana di Madama Butterfly di Giacomo Puccini (datata 28 maggio 1904) dopo che il clamoroso fiasco del Teatro alla Scala di qualche mese prima, indusse il compositore a rimettere le mani sulla partitura. La scelta dell’adattamento bresciano per il Teatro del
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Opera dal Nord-Est
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Arianna tra il buffo e il commovente
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Ci è voluto Richard Strauss e la sua Arianna a Nasso per far comprendere quanto poco interessasse a certi ricchi la realizzazione di uno spettacolo, quanto poco comprendessero le dinamiche che stanno attorno e dentro la preparazione di un lavoro teatrale. «Pago e voglio quello che
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Personaggi
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Incontro con Lorenzo Cutùli
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Il 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini rappresenta un’occasione per commemorare e ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più grandi musicisti italiani. Le sue Opere, ancora oggi, continuano a essere rappresentate sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, celebrando lo straordinario valore artistico delle composizioni
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Opera dal Nord-Est
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Il Barbiere eccellente
servizio di Nicola Barsanti FREE
VENEZIA - Se pensiamo al fascino di un teatro risorto per più di una volta dalle proprie ceneri, e vi aggiungiamo la suggestione di esservi dentro nel vivo del carnevale della “Serenissima” non può venire in mente un gioiello della produzione rossiniana: Il barbiere di Siviglia. Ed è proprio a quest’opera che abbiamo assistito, la seconda in cartellone
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Opera dal Centro-Nord
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Manon Lescaut e il gesto della Lyniv
servizio di Nicola Barsanti FREE
BOLOGNA - Il Teatro Comunale Nouveau inaugura la propria stagione operistica 2024 con il primo vero e proprio gioiello della produzione pucciniana: Manon Lescaut. Ottima scelta per onorare il centenario della morte del compositore lucchese, avvenuta il 29 novembre del 1924 a Bruxelles. La Manon Lescaut rappresenta per la carriera
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Echi dal Territorio
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Bologna Festival numero 43
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - La 43.esima edizione di Bologna Festival 2024, da marzo a novembre, presenta alcuni dei più interessanti direttori dell’odierna scena musicale quali Teodor Currentzis, per la prima volta a Bologna con la sua orchestra musicAeterna, Vladimir Jurowski con la Bayerisches Staatsorchester e Paavo Järvi con la Die Deutsche
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
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Opera dal Centro-Nord
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La bohème visual della Muti
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
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Opera dal Nord-Ovest
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Don Pasquale allestimento storico
servizio di Nicola Barsanti FREE
TORINO - Il titolo designato per l’inaugurazione del cartellone d’opera 2024 del Teatro Regio di Torino è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Qui riproposto nel fortunato allestimento della fine degli anni '90 del Novecento, firmato da uno dei maestri della drammaturgia musicale italiana: il regista, scrittore e giornalista Ugo Gregoretti, la cui regia
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
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Opera dal Nord-Est
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Bolena e Seymur destino congiunto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE – Teatro Verdi. Nell’ Anna Bolena di Gaetano Donizetti, in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, primeggia la qualità del cast. Un gruppo di cantanti straordinari, che contribuiscono in modo determinante al buon esito della rappresentazione. Se si eccettua qualche piccola quasi impercettibile incertezza nel primo atto la prova
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Opera dal Nord-Ovest
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Haroutounian una Butterfly di riferimento
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Prosegue con successo la stagione del Teatro Carlo Felice grazie ad una bellissima produzione dell’opera “nipponica” di Giacomo Pucccini, Madama Butterfly. Il contesto scenico-registico firmato da Alvis Hermanis si sviluppa in uno spettacolo sostanzialmente classico e iconografico dove l’immagine stereotipata del Giappone
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Opera dal Centro-Nord
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Un Trovatore così così
servizio di Nicola Barsanti FREE
LIVORNO - Torna a distanza di 50 anni di assenza al Teatro Goldoni e 27 anni dopo la sua ultima apparizione nella città di Livorno (ma fu al Teatro La Gran Guardia) Il trovatore, uno dei titoli più amati di Giuseppe Verdi. Un ritorno tanto atteso che non convince, pertanto inferiore alle aspettative. Gli anelli deboli di questa produzione riguardano
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Opera dal Centro-Nord
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Barbiere di Siviglia stratosferico
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - Il Teatro Regio di Parma inaugura il cartellone d’opera del 2024 con il fiore all’occhiello di Gioacchino Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Com’è noto ai più, nel 1782 Giovanni Paisiello scrisse un’opera dallo stesso titolo e con lo stesso soggetto, da qui la decisione del maestro di Pesaro di intitolare la sua nuova composizione (almeno in un primo
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