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Ritorna nell'anfiteatro veronese il suggestivo allestimento curato dal regista Hugo de Ana |
La Tosca al debutto stagionale |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 11 Agosto 2019 |
VERONA - Ecco che, con l'avvento della Tosca di Giacomo Puccini sul palcoscenico areniano la sera del 10 agosto, tutto il "palinsesto" operistico del Festival estivo 2019 ha avuto il proprio completamento (manca ancora all'appello la serata concertistica con i Carmina Burana di Carl Orff in programma la sera successiva di cui daremo conto in un altro servizio). E' la grande Tosca allestita da Hugo De Ana (che ne ha curato regia, scene, costumi e luci); il merito di questa produzione sta nel fatto che pochissimi elementi scenici composti da grandi tele, sedie, un tavolo, un sovrappalco con porte basculanti dove collocare le comparse durante il Te Deum, una scultura enorme della testa e delle mani della statua di San Michele che orna Castel Sant’Angelo, rendono perfettamente onore ai luoghi del dramma. Una Roma intima e mistica, ma al tempo stesso truculenta e diciamo quasi visionaria (senza alcun dubbio tendente alla perfezione); una Roma a tratti astratta, ma sicuramente descrittiva; una Roma per certi versi mimimalista, ma al contempo ricca di particolari che non tradiscono, anzi valorizzano, il libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica e le numerose didascalie di cui è fittamente pregna la partitura. Non a caso la critica ha definito la Tosca curata da Hugo de Ana “un’opera da ascoltare con gli occhi”; la rappresentazione di Tosca, un’opera fatta di personaggi, secondo le parole del regista, punta su di una teatralità di stampo quasi cinematografico. Il clou della regia verte infatti sulla psicologia dei personaggi, cogliendo le loro intenzioni più drammatiche: «Come in un thriller, una sorta di noir, con un cocktail di politica, religione ma soprattutto di passione; passioni che, dall’inizio alla fine, agitano tutti i personaggi, in tutte le direzioni, non solo nel senso dell’amore e della gelosia.» Una punta di spettacolarità estrema la troviamo proprio alla scoperta della fuga del rivoluzionario Angelotti che viene annunciata da un colpo di cannone proprio come previsto nel libretto: un boato e una fiammata improvvisi, sulla gradinata in alto alla destra del palcoscenico hanno fatto sobbalzare tutto il pubblico; preannunciatori degli ulteriori colpi di cannone che scandiranno poi il tempo del Te Deum (altro momento di grande fasto ed immensità di visione) che diventano una mera cornice ad uno spettacolo tanto corroborante quanto sopraffino tale da essere per lungo tempo memoria viva nella testa di ciascun spettatore presente nell'anfiteatro scaligero.
Ricollegandomi alla frase del regista un'opera fatta di personaggi, quello che ho potuto notare in questa serata agostana è stata proprio una tendenziale mancanza di personalità e di profondo scavo in taluni interpreti dell'opera. Saioa Hernández (al debutto nell'anfiteatro veronese) è... o meglio sarebbe potuta essere una grande Tosca, il cui pensiero precipuo, almeno per questa rappresentazione, mi è sembrato essere stato quello di capire dove fosse, cosa dovesse fare e (soprattutto nel secondo atto) gestire le sue movenze con un abito tanto meraviglioso quanto impegnativo. Tutto questo "faccendare" scenico si è tradotto in una resa vocale, seppur precisa e corretta dal punto di vista prettamente musicale, piuttosto avara di colori, di passione e di sentimenti. Non ho percepito l'amorosa sensualità venata di gelosia del primo atto, né la tempra tenace, coraggiosa e temeraria del secondo; meglio il finale dove non vi è quasi alcun tipo di impegno scenico e per un'artista del suo calibro la gestione di questo momento è sicuramente più semplice ed immediata. Di chi è la colpa? Forse dell'organizzazione poco accorta dei tempi di prova (che pare siano stati piuttosto esigui e spesso funestati dagli eventi atmosferici); bene, ma attenzione! Ciò non può essere una scusa perchè il pubblico paga e la critica interviene per vedere uno spettacolo "completo e ben montato". A chi gestisce il Festival quindi il modo di trovare i tempi necessari per arrivare ai migliori risultati; cosa che in questa serata è mancata principalmente proprio nell'impegno della protagonista che si è "macchiata" di un'impressionante anonimità interpretativa (scenica e vocale). Ciò non deprime e non scalfisce il mio rispetto e la mia ammirazione per la sua voce e per tutto quello che fino al giorno prima ha intepretato in Teatro (di cui ho scritto anche su queste pagine)... ma questa sera mi sarei aspettato molto di più. Mario Cavaradossi è stato impersonato dal tenore Fabio Sartori che, non scevro da qualche attimo con il fiato più corto, ha saputo rendere piuttosto egregiamente il personaggio dell'amante pittore; anche di lui ho ascoltato serate migliori e soprattutto in questa occasione la sua prova è stata un tantino in discesa. La partenza buona ha trovato massima luminosità nell'aria di sortita Recondita armonia e nel duetto del primo atto per poi prendere sempre più la china discendente sino ad arrivare a percerpire una fatica nell'emissione proprio nell'addio alla vita: E lucevan le stelle (bissato a furor di popolo) ha risentito di una stanchezza vocale piuttosto marcata, con qualche cedimento nell'appoggio e nell'intonazione che sono stati, in alcuni punti, piuttosto precari. Lo Scarpia scaltro e viscido di Ambrogio Maestri è stato il personaggio che da un punto di vista scenico, si è maggiormente imposto nella visione d'assieme; forte dell'esperienza del palcoscenico e del ruolo, l'artista ha saputo gestire ottimamente gli spazi areniani con grande sicurezza; vocalmente si impone per un canto piuttosto curato negli accenti e nel fraseggio, ma trova un limite talvolta in acuto con un suono talvolta sfibrato e privo di smalto; smalto che invece abbonda e illumina con maggior fascino la zona centrale del suo rigo musicale. Krzysztof Bączyk nei panni del fuggiasco Angelotti, si è rivelato un cantante in costante ascesa all'interno di questo Festival; in questa serata ha sfoggiato una baldanza scenica non comune ed una voce molto ben a fuoco e chiara nella dizione. Biagio Pizzuti non delude affatto nei panni del Sagrestano; dismesse le facezie smodate con cui spesso viene affrontato il ruolo, l'esecuzione scenica è andata in parallelo con una vocalità tornita che ha reso un ottimo servizio alla parola scenica.
Di lusso anche lo Spoletta del tenore Roberto Covatta il cui argenteo squillo vocale ammanta il rigo musicale di cinica perfidia e subdola sudditanza. Sciarrone è Nicolò Ceriani, un interprete di pregio per il ruolo. A completamento del cast, Un Carceriere per la voce sicura e tornita di Stefano Rinaldi Miliani ed Un Pastorello interpretato dalla voce bianca, ma comunque ben sonora e proitettata, di Enrico Ommassini. Si casca in piedi come sempre con il Coro della Fondazione arena di Verona preparato e diretto dal M° Vito Lombardi: anche in questa serata non ha mancato di ammaliarci con i due seppur brevi, ma intensi, interventi del Te Deum e della Cantata fuori scena. La direzione del M° Daniel Oren ha privilegiato un approccio piuttosto serrato nei tempi a discapito di qualche nouances dinamica che avrebbe senza dubbio coronato una serata quasi perfetta dal punto di vista prettamente musicale; forse anche in questo caso le esigue prove sono state un elemento fondamentale per non arrivare ad un risultato ottimale, ma si percepisce (al di là degli ormai troppo ricorrenti singulti - talvolta paragonabili a grugniti - durante l'esecuzione da parte dello stesso Oren) una minuziosa familiarità con una partitura sì complessa. Una "prima" leggermente sotto tono dal punto di vista della partecipazione di pubblico che, seppur numeroso, non ha fatto registrare la completezza della platea; pubblico che non ha mancato di manifestare grande apprezzamento per tutti, durante l'esecuzione e per i saluti finali.
Crediti fotografici: Foto Ennevi per la Fondazione Arena di Verona Nella miniatura in alto: il soprano Saioa Hernández (Tosca) Sotto: Krzysztof Bączyk (Angelotti) e Fabio Sartori (Cavaradossi) nel primo atto Al centro: ancora la Hernández con Ambrogio Maestri (Scarpia) nel secondo atto In fondo: bella panoramica di Foto Ennevi sull’allestimento
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Orlando nelle trame di Alcina
intervento di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ottima messa in scena nel Teatro "Claudio Abbado" dell' Orlando Furioso di Antonio Vivaldi nella edizione critica curata da Federico Maria Sardelli e Alessandro Borin. Il maestro Sardelli era anche sul podio della brava Orchestra Barocca Accademia dello Spirito Santo di Ferrara. Quindi tre atti, così come Vivaldi ideò per la premiere al Teatro Sant'Angelo di Venezia nell'autunno del 1727. Ottima messa in scena, oltre che per la comprovata efficacia di Sardelli nell'esecuzione del repertorio barocco, soprattutto per la visionaria regia di Marco Bellussi, coadiuvato da Fabio Massimo Iaquone (ideazione e regia video), Matteo Paoletti Franzato (scene), Elisa Cobello (costumi) e Marco Cazzola (luci). La visionaria regia ci trasporta nel poema ariostesco (o quantomeno in ciò che del poema dell'Ariosto utilizzò a suo tempo il librettista Grazio Braccioli) dove tutto è fantascientifico
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Echi dal Territorio
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Una Tempesta molto gradevole
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Difficile assistere oggi a qualche masque messo in scena nei nostri teatri, nonostante la freschezza musicale e la bellezza di questi veri capisaldi della più radicata cultura musicale britannica; il masque era in auge prima dello "spodestamento" operato anche in Gran Bretagna dall'opera settecentesca italiana o in stile italiano. Ebbene
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Echi dal Territorio
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Xtra per tre
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Si chiama "Xtra" - un nome avveniristico - ma sarà fatta di musica da grande repertorio cameristico. È la nuova rassegna di Ferrara Musica, ideata per dare una ribalta a formazioni e musicisti solisti di grande talento. Ad illustrare il programma sono intervenuti l'assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, il curatore
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Opera dal Centro-Nord
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Quel Don Pasquale sempre fresco
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - Quello che è stato ritorna dicevano sempre i nostri vecchi. Ed è proprio così: in un momento non facile per il Teatro del Maggio, l’idea di rispolverare una vecchia produzione di Don Pasquale di Gaetano Donizetti si è rivelata una scelta molto azzeccata che ha riportato indietro nel tempo i più veterani melomani. La riproposizione dello spettacolo
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Opera dal Nord-Ovest
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Beatrice di Tenda da visibilio
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Procede con scelte azzeccate e particolarmente ricercate la stagione operistica del Teatro Carlo Felice di Genova con un altro capolavoro belliniano, Beatrice di Tenda. Sono già due stagioni che le opere del catanese compaiono nel cartellone del teatro genovese: nel 2021 Bianca e Fernando – secondo l’edizione riservata proprio al teatro ligure
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Nabucco fra Oren e Del Monaco
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’avventura del Nabucco in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste comincia con una conferenza stampa, nella quale Daniel Oren, maestro concertatore e direttore, ha espresso che questo terzo titolo di Giuseppe Verdi, suo primo grande successo, è molto importante per il popolo ebraico, «... per
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Opera dal Nord-Est
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Nel Campielo xe bel quel che piase
servizio di Athos Tromboni FREE
VERONA - Fu così che per la prima volta in assoluto Il Campiello di Ermanno Wolf-Ferrari andò in scena nel Teatro Filarmonico di Verona. E fu così che alla "prima" venne accolto da un pubblico numeroso con molti minuti di applausi a fine recita e con vere ovazioni per alcuni protagonisti di quella commedia musicale. Chissà se le cronache del futuro, parlando del
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Un Trovatore quasi disastro
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA – Il trovatore di Giuseppe Verdi chiude la stagione lirica 2023/2024 del Teatro del Giglio di Lucca. Si tratta di una coproduzione che vede come attori - oltre l’Istituzione lucchese - la Fondazione Teatri di Piacenza, la Fondazione Teatro Comunale di Modena, la Fondazione Teatro Goldoni di Livorno il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.
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Vi presentiamo La Bohčme
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VERONA – Dopo tredici anni di assenza è ufficialmente partito il conto alla rovescia: la prossima estate La Bohème di Giacomo Puccini tornerà in Arena durante il 101° Festival lirico; il capolavoro di Puccini verrà rappresentato il 19 e il 27 luglio 2024 con la direzione di Daniel Oren. Trattandosi di una nuova produzione di Fondazione Arena
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Opera dal Nord-Ovest
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Idomeneo da manuale
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Genova – L’ Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart è un capolavoro che incanta con la sua profonda drammaticità e la sua sublime bellezza musicale. La trama, ambientata nell'antica Grecia, ruota attorno al re Idomeneo, il quale, dopo essere stato salvato da un naufragio grazie all’aiuto divino, si trova costretto a sacrificare suo figlio
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Eventi
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Il 35° nel segno della solidarietā
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RAVENNA - il Teatro Alighieri era gremito di pubblico, giornalisti, operatori video e radio per la presentazione della 35.ma edizione di Ravenna Festival 2024, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio e farà registrare oltre 100 alzate di sipario; gli artisti coinvolti sono più di mille, dai grandi nomi della musica classica e del canto lirico, fino ad alcuni "menestrelli"
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Opera dall Estero
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LOS ANGELES (USA) - La sala concerti Walt Disney Hall, sede dell’orchestra Los Angeles Philharmonic, è situata nel cuore della città e ha festeggiato nel 2023 i suoi vent'anni (è stata inaugurata il 23 ottobre 2003). E’ stata progettata e realizzata con la supervisione dal famoso architetto e designer canadese-americano Frank Gehry (1929)
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TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Ci è voluto Richard Strauss e la sua Arianna a Nasso per far comprendere quanto poco interessasse a certi ricchi la realizzazione di uno spettacolo, quanto poco comprendessero le dinamiche che stanno attorno e dentro la preparazione di un lavoro teatrale. «Pago e voglio quello che
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Incontro con Lorenzo Cutųli
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Il Barbiere eccellente
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VENEZIA - Se pensiamo al fascino di un teatro risorto per più di una volta dalle proprie ceneri, e vi aggiungiamo la suggestione di esservi dentro nel vivo del carnevale della “Serenissima” non può venire in mente un gioiello della produzione rossiniana: Il barbiere di Siviglia. Ed è proprio a quest’opera che abbiamo assistito, la seconda in cartellone
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Opera dal Centro-Nord
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Manon Lescaut e il gesto della Lyniv
servizio di Nicola Barsanti FREE
BOLOGNA - Il Teatro Comunale Nouveau inaugura la propria stagione operistica 2024 con il primo vero e proprio gioiello della produzione pucciniana: Manon Lescaut. Ottima scelta per onorare il centenario della morte del compositore lucchese, avvenuta il 29 novembre del 1924 a Bruxelles. La Manon Lescaut rappresenta per la carriera
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Echi dal Territorio
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Bologna Festival numero 43
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - La 43.esima edizione di Bologna Festival 2024, da marzo a novembre, presenta alcuni dei più interessanti direttori dell’odierna scena musicale quali Teodor Currentzis, per la prima volta a Bologna con la sua orchestra musicAeterna, Vladimir Jurowski con la Bayerisches Staatsorchester e Paavo Järvi con la Die Deutsche
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
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Opera dal Centro-Nord
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La bohčme visual della Muti
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
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Opera dal Nord-Ovest
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Don Pasquale allestimento storico
servizio di Nicola Barsanti FREE
TORINO - Il titolo designato per l’inaugurazione del cartellone d’opera 2024 del Teatro Regio di Torino è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Qui riproposto nel fortunato allestimento della fine degli anni '90 del Novecento, firmato da uno dei maestri della drammaturgia musicale italiana: il regista, scrittore e giornalista Ugo Gregoretti, la cui regia
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
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Opera dal Nord-Est
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Bolena e Seymur destino congiunto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE – Teatro Verdi. Nell’ Anna Bolena di Gaetano Donizetti, in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, primeggia la qualità del cast. Un gruppo di cantanti straordinari, che contribuiscono in modo determinante al buon esito della rappresentazione. Se si eccettua qualche piccola quasi impercettibile incertezza nel primo atto la prova
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Haroutounian una Butterfly di riferimento
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Prosegue con successo la stagione del Teatro Carlo Felice grazie ad una bellissima produzione dell’opera “nipponica” di Giacomo Pucccini, Madama Butterfly. Il contesto scenico-registico firmato da Alvis Hermanis si sviluppa in uno spettacolo sostanzialmente classico e iconografico dove l’immagine stereotipata del Giappone
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Opera dal Centro-Nord
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Un Trovatore cosė cosė
servizio di Nicola Barsanti FREE
LIVORNO - Torna a distanza di 50 anni di assenza al Teatro Goldoni e 27 anni dopo la sua ultima apparizione nella città di Livorno (ma fu al Teatro La Gran Guardia) Il trovatore, uno dei titoli più amati di Giuseppe Verdi. Un ritorno tanto atteso che non convince, pertanto inferiore alle aspettative. Gli anelli deboli di questa produzione riguardano
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Barbiere di Siviglia stratosferico
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - Il Teatro Regio di Parma inaugura il cartellone d’opera del 2024 con il fiore all’occhiello di Gioacchino Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Com’è noto ai più, nel 1782 Giovanni Paisiello scrisse un’opera dallo stesso titolo e con lo stesso soggetto, da qui la decisione del maestro di Pesaro di intitolare la sua nuova composizione (almeno in un primo
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