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Al Teatro del Giglio caloroso successo dell'opera di Verdi guidata da Cristina Mazzavillani Muti |
Ottima regia per l'Otello |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 19 Gennaio 2019 |
LUCCA - Otello conduce la mente ad una delle vette più assolute del melodramma verdiano e forse in assoluto del Teatro d’opera in cui “verbo” e musica si fondono come ferro e carbonio per creare l’acciaio più puro. È proprio dal “verbo” che voglio iniziare esaltando Arrigo Boito quale sopraffino librettista e promotore di una riforma dei libretti d’opera che già annunciava dal 1864 in un articolo sul settimanale Figaro facendola precedere già un anno prima da queste parole: «... da quando il melodramma è esistito in Italia fino ad oggi, vera ora melodrammatica non abbiamo avuto giammai, ma invece sempre il diminutivo, la formula.» Ecco che nel Figaro si parla quindi di obliterazione completa della formula, creazione dalla forma, attuazione del più vasto sviluppo tonale e ritmico possibile sino alla suprema incarnazione del dramma. Il Mefistofele ne è un chiaro esempio, ma il dramma shakespeariano supera ogni possibile limite nell’ottica del suo discorso innovativo e rivoluzionario; qui siamo di fronte ad una tragedia concepita per il teatro lirico in cui le formule di prassi sono spezzate d’incanto; periscono rondò e cabalette e virtuosismi esibizionistici colpevoli di essere a discapito dell’azione. Ecco che il melodramma diventa essenziale, teso, tale da portare sulla scena la vera intima essenza della tragedia. Su questo impianto librettistico la mano verdiana ricama uno spartito spronato anche dallo stesso Boito che, nonostante si mormorasse che egli stesso avrebbe voluto musicare la vicenda del Moro di Venezia così scriveva al “Bepin”: «… Lei solo può musicare Otello, tutto il Teatro che Ella ci ha dato afferma questa verità; se io ho potuto intuire la potente musicabilità della tragedia shakespeariana, che prima non sentivo, e se l’ho potuta dimostrare coi fatti nel mio libretto gli è perché mi son messo nel punto di vista dell’arte Verdiana, gli è perché ho sentito scrivendo quei versi ciò ch’Ella avrebbe sentito illustrandoli con quell’altro linguaggio mille volte più intimo e più possente, il suono.» È nota la titubanza iniziale di Verdi che è ricordata anche dal biografo Carlo Gatti con queste parole «… la partitura autografa dell'Otello, custodita negli archivi della Casa Ricordi, è la più tormentata di raschiature, di correzioni: cosa insolita, nelle altre partiture del Maestro, che recano pochissime tracce di pentimenti.» Le ragioni dell'esitazione iniziale erano diverse: i tredici anni passati dall'ultima opera non avevano certo indebolito il suo potere, ma gli avevano dato l'impressione di essere stato superato da compositori più giovani. Temeva di non essere più "dentro il movimento”. Eccome se era “dentro il movimento”… ed ogni nota, ogni frase musicale di questa partitura riescono a mettere in luce questa grande appartenenza ad un mondo che stava evolvendo e che egli stesso voleva ancora cavalcare con quel piglio che già mostrò anni prima contro i detrattori del suo Macbeth che lo avevano accusato di poca dimestichezza con Shakespeare. Era il 1865 dopo la produzione parigina e così egli sbottò: «Hanno un gran torto. Può darsi che io non abbia reso bene il Macbeth, ma che io non conosca e non senta Shakespeare no, per Dio, no. E’ un poeta di mia predilezione, che ho avuto fra le mani dalla mia prima gioventù e che leggo e rileggo continuamente”. Concludendo riporto una frase che ritengo verità ineccepibile: “L'opera è più di un semplice capolavoro: è una delle massime espressioni dello spirito dell'uomo. L'ispirazione viene da Shakespeare, la forma da Boito. Quando vi venne aggiunta la musica di Verdi, ne risultò effettivamente "la suprema incarnazione del dramma.»
Ritengo sia stato un capolavoro la rappresentazione cui ho preso parte la sera del 18 gennaio 2019 al Teatro del Giglio di Lucca: Cristina Mazzavillani Muti per la regia e l’ideazione scenica, Vincent Longuemare light designer e Alessandro Lai per i costumi. È difficile tradurre in parole la visione di questo spettacolo perché oltre l’arte, l’amore per il Teatro, la sensibilità di saper leggere ogni singola riga del libretto e dello spartito, c’è anche una certa dose di pazzia e di innata genialità; corroborato è il termine giusto che darei al mio stato d’animo allorché mi congedai questa sera dal teatro in cui la disarmante semplicità di un’idea ha saputo abbracciare la complessità della dualità della natura e dell’uomo; Boito ne era quasi ossessionato e vedeva in questo dualismo “un oscillare tra inferno e paradiso” traducendo concetti metafisici, convenzione poetica e giocando tra parole ritmi e rime. Pochi sono gli elementi scenici, ma un grande gioco di luci riesce a disegnare i luoghi dell’azione con ammaliante fragore; tutto è dettato dalla luce o dall’ombra ed ogni personaggio vive dentro la propria dimensione fatta di fragorosa luce o di funerea ombra: la nudità della scena mette in risalto i simboli del potere veneziano che in maniera quasi magica adornano il seggio del potere dal quale il perfido Jago trarrà la sua frase più crudele chi può vietar che questa fronte prema col mio tallone. Qui si celebra l’uomo che può essere tutto ed il contrario di tutto: proprio come Otello che entra quasi al buio circondato da una luce notturna ed alla fine morrà in piena luce sul corpo esanime di Desdemona scoprendo l’orrore della propria colpa. Contrasti colti appieno dalla regista che ha disegnato i tre personaggi principali in quella dimensione obliterante della formula di Boito ponendo ai poli estremi Jago e Desdemona, che quasi mai si guardano in faccia o interagiscono in maniera stretta e affidando al protagonista stesso il ruolo di trait d’union tra i due: egli oscilla nell’ossessione della dualità tra bene e male rimanendone schiacciato: tutto questo è stato ampiamente “detto” e messo sulle tavole del palcosenico dall’arte di Cristina Mazzavillani Muti. Il direttore Nicola Paszkoeski ha saputo tessere la tela verdiana con sapiente raffinatezza ed ha guidato l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini in porto sicuro; la sua lettura è stata intima, scaltra, infuriata e calorosa sfruttando pittoricamente ogni suggerimento delle note per dipingere un quadro di fresca e vivace bellezza; il primo atto coglie nel fragore della tempesta il contrasto necessario per poi celebrare la vittoria con uno scoppiettante Fuoco di gioia e vira poi verso il secondo nel quale la meschinità di Jago trova nei colori orchestrali una mirabile didascalia; il quarto poi, in particolare si dirige verso una dimensione quasi paradisiaca dove il cupo episodio contrappuntistico iniziale lascia spazio alla grande pagina di Desdemona che fluttua in una suggestiva atmosfera di sospensione temporale culminante nell’inesorabile catastrofe: il corno inglese nella Canzone del Salice e l’intimo suono degli archi nell’Ave Maria sono stati solo un esempio di una lettura attenta e sentita di queste pagine orchestrali.
Il cast è stato alterno: nel ruolo eponimo il tenore Mikheil Sheshaberidze evidenza qualche problema nella proiezione del suono che spesso va indietro ed obbliga ad un’emissione sovente basata sulla forza; in scena si dimostra perentorio a garanzia di portare a termine con tenacia la serata; nonostante, ai tempi di Verdi l’affidamento del personaggio fu legato alla figura del tenore Francesco Tamagno, dotato di straordinaria potenza sonora, il ruolo del Moro non è solo forza e nerbo, bensì deve far emergere anche quella vis più romantica e passionale dettata dall’amore prima e dal tarlo della gelosia poi, che in questa occasione ha sovente latitato. La Desdemona di Elisa Balbo si caratterizza per un’eleganza vocale ragguardevole; nei primi tre atti forse un po’ anonima anche per il ruolo stesso che assume nell’opera, ma gioca sicuramente le sue carte migliori nella pagina nel quarto in cui la Canzone del salice viene eseguita con mille sfumature, colori ed emozioni e l’Ave Maria diventa davvero preghiera in cui dolore, paura e sentimento emergono a gran forza. Di sopraffina eleganza e bravura è stato il baritono Luca Micheletti nel ruolo di Jago; la sua origine di attore di teatro è stata sicuramente un ottimo viatico per poter affrontare un ruolo così impegnativo e complesso; ogni movenza, ogni piega del viso aveva qualcosa da dire e diventava l’elemento didascalico della parola cantata; sordido, scurrile, malvagio e fetido… ecco come è emerso il personaggio nella sua interezza aiutato da un’emissione morbida, ma al tempo stesso perentoria e sicura con ottima presa in acuto e ampia mole nei centri. Egregio anche il Cassio di Giuseppe Tommaso nonostante qualche problema sugli acuti che non trovano spesso il loro naturale sfogo; la voce è bella e il fraseggio ben curato. Nelle parti di fianco emerge l’Emilia di Antonella Carpenito che bene si amalgama con il resto del cast nei concertati e sviluppa il suo intervento finale con buona sicurezza. Note poco positive per il resto dei comprimari che si sono rivelati un anello piuttosto debole del cast inficiando talvolta la resa complessiva dei quadri musicali di assieme; in sostanza voci che appaiono poco educate al canto con notevoli difficoltà di proiezione e di musicalità. Roderigo è stato appannaggio di Giacomo Leone, Ludovico Ion Stancu, Montano Paolo Gatti e Un Araldo Andrea Pistoresi. Il Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini” preparato e diretto dal M° Martino Faggiani coadiuvato dal M° Massimo Fiocchi Malaspina ha messo in campo una pasta ed un’amalgama vocali di gran pregio dimostrando personalità interpretativa e duttilità alle varie esigenze della partitura; se Fuoco di gioia è stato un assaggio, ancor migliore è stata la scena concertante in cui si perpetra l’inganno a Cassio facendolo ubriacare; qui si sono sprigionate davvero pittoriche coloriture di suono; degno di elogio anche il Coro voci bianche del Teatro del Giglio e Cappella Santa Cecilia capitanato dal M° Sara Matteucci.
Concludo con la menzione della compagnia DanzActori Trilogia d’autunno che si sono ben inseriti nel contesto disegnando coreografie pertinenti e delicate. Una sala gremita in ogni ordine e grado ha salutato festante e compiaciuta questa coproduzione che ha visto unite le forze del Teatro lucchese con quelle del Ravenna Festival e del Teatro Alighieri sempre di Ravenna.
Crediti fotografici: Andrea Simi per il Teatro del Giglio di Lucca Nella miniatura in alto: il tenore Mikheil Sheshaberidze (Otello) Sotto in sequenza: Mikheil Sheshaberidze e Elisa Balbo (Desdemona) Al centro: istantanea di Andrea Simi su allestimento e costumi In fondo: scena dell'uccisione di Desdemona
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Orlando nelle trame di Alcina
intervento di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Ottima messa in scena nel Teatro "Claudio Abbado" dell' Orlando Furioso di Antonio Vivaldi nella edizione critica curata da Federico Maria Sardelli e Alessandro Borin. Il maestro Sardelli era anche sul podio della brava Orchestra Barocca Accademia dello Spirito Santo di Ferrara. Quindi tre atti, così come Vivaldi ideò per la premiere al Teatro Sant'Angelo di Venezia nell'autunno del 1727. Ottima messa in scena, oltre che per la comprovata efficacia di Sardelli nell'esecuzione del repertorio barocco, soprattutto per la visionaria regia di Marco Bellussi, coadiuvato da Fabio Massimo Iaquone (ideazione e regia video), Matteo Paoletti Franzato (scene), Elisa Cobello (costumi) e Marco Cazzola (luci). La visionaria regia ci trasporta nel poema ariostesco (o quantomeno in ciò che del poema dell'Ariosto utilizzò a suo tempo il librettista Grazio Braccioli) dove tutto è fantascientifico
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Una Tempesta molto gradevole
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FERRARA - Difficile assistere oggi a qualche masque messo in scena nei nostri teatri, nonostante la freschezza musicale e la bellezza di questi veri capisaldi della più radicata cultura musicale britannica; il masque era in auge prima dello "spodestamento" operato anche in Gran Bretagna dall'opera settecentesca italiana o in stile italiano. Ebbene
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Xtra per tre
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FERRARA - Si chiama "Xtra" - un nome avveniristico - ma sarà fatta di musica da grande repertorio cameristico. È la nuova rassegna di Ferrara Musica, ideata per dare una ribalta a formazioni e musicisti solisti di grande talento. Ad illustrare il programma sono intervenuti l'assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, il curatore
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Quel Don Pasquale sempre fresco
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FIRENZE - Quello che è stato ritorna dicevano sempre i nostri vecchi. Ed è proprio così: in un momento non facile per il Teatro del Maggio, l’idea di rispolverare una vecchia produzione di Don Pasquale di Gaetano Donizetti si è rivelata una scelta molto azzeccata che ha riportato indietro nel tempo i più veterani melomani. La riproposizione dello spettacolo
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Opera dal Nord-Ovest
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Beatrice di Tenda da visibilio
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GENOVA – Procede con scelte azzeccate e particolarmente ricercate la stagione operistica del Teatro Carlo Felice di Genova con un altro capolavoro belliniano, Beatrice di Tenda. Sono già due stagioni che le opere del catanese compaiono nel cartellone del teatro genovese: nel 2021 Bianca e Fernando – secondo l’edizione riservata proprio al teatro ligure
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Nabucco fra Oren e Del Monaco
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TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’avventura del Nabucco in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste comincia con una conferenza stampa, nella quale Daniel Oren, maestro concertatore e direttore, ha espresso che questo terzo titolo di Giuseppe Verdi, suo primo grande successo, è molto importante per il popolo ebraico, «... per
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Opera dal Nord-Est
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Nel Campielo xe bel quel che piase
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VERONA - Fu così che per la prima volta in assoluto Il Campiello di Ermanno Wolf-Ferrari andò in scena nel Teatro Filarmonico di Verona. E fu così che alla "prima" venne accolto da un pubblico numeroso con molti minuti di applausi a fine recita e con vere ovazioni per alcuni protagonisti di quella commedia musicale. Chissà se le cronache del futuro, parlando del
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Un Trovatore quasi disastro
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA – Il trovatore di Giuseppe Verdi chiude la stagione lirica 2023/2024 del Teatro del Giglio di Lucca. Si tratta di una coproduzione che vede come attori - oltre l’Istituzione lucchese - la Fondazione Teatri di Piacenza, la Fondazione Teatro Comunale di Modena, la Fondazione Teatro Goldoni di Livorno il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.
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Vi presentiamo La Bohčme
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VERONA – Dopo tredici anni di assenza è ufficialmente partito il conto alla rovescia: la prossima estate La Bohème di Giacomo Puccini tornerà in Arena durante il 101° Festival lirico; il capolavoro di Puccini verrà rappresentato il 19 e il 27 luglio 2024 con la direzione di Daniel Oren. Trattandosi di una nuova produzione di Fondazione Arena
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Idomeneo da manuale
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Genova – L’ Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart è un capolavoro che incanta con la sua profonda drammaticità e la sua sublime bellezza musicale. La trama, ambientata nell'antica Grecia, ruota attorno al re Idomeneo, il quale, dopo essere stato salvato da un naufragio grazie all’aiuto divino, si trova costretto a sacrificare suo figlio
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Eventi
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Il 35° nel segno della solidarietā
servizio di Athos Tromboni FREE
RAVENNA - il Teatro Alighieri era gremito di pubblico, giornalisti, operatori video e radio per la presentazione della 35.ma edizione di Ravenna Festival 2024, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio e farà registrare oltre 100 alzate di sipario; gli artisti coinvolti sono più di mille, dai grandi nomi della musica classica e del canto lirico, fino ad alcuni "menestrelli"
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LOS ANGELES (USA) - La sala concerti Walt Disney Hall, sede dell’orchestra Los Angeles Philharmonic, è situata nel cuore della città e ha festeggiato nel 2023 i suoi vent'anni (è stata inaugurata il 23 ottobre 2003). E’ stata progettata e realizzata con la supervisione dal famoso architetto e designer canadese-americano Frank Gehry (1929)
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Ecco la Butterfly del fiasco
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA – Al Teatro del Giglio approda con grande apprezzamento del pubblico la versione bresciana di Madama Butterfly di Giacomo Puccini (datata 28 maggio 1904) dopo che il clamoroso fiasco del Teatro alla Scala di qualche mese prima, indusse il compositore a rimettere le mani sulla partitura. La scelta dell’adattamento bresciano per il Teatro del
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servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Ci è voluto Richard Strauss e la sua Arianna a Nasso per far comprendere quanto poco interessasse a certi ricchi la realizzazione di uno spettacolo, quanto poco comprendessero le dinamiche che stanno attorno e dentro la preparazione di un lavoro teatrale. «Pago e voglio quello che
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Incontro con Lorenzo Cutųli
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FERRARA - Il 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini rappresenta un’occasione per commemorare e ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più grandi musicisti italiani. Le sue Opere, ancora oggi, continuano a essere rappresentate sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, celebrando lo straordinario valore artistico delle composizioni
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Opera dal Nord-Est
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servizio di Nicola Barsanti FREE
VENEZIA - Se pensiamo al fascino di un teatro risorto per più di una volta dalle proprie ceneri, e vi aggiungiamo la suggestione di esservi dentro nel vivo del carnevale della “Serenissima” non può venire in mente un gioiello della produzione rossiniana: Il barbiere di Siviglia. Ed è proprio a quest’opera che abbiamo assistito, la seconda in cartellone
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servizio di Nicola Barsanti FREE
BOLOGNA - Il Teatro Comunale Nouveau inaugura la propria stagione operistica 2024 con il primo vero e proprio gioiello della produzione pucciniana: Manon Lescaut. Ottima scelta per onorare il centenario della morte del compositore lucchese, avvenuta il 29 novembre del 1924 a Bruxelles. La Manon Lescaut rappresenta per la carriera
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Bologna Festival numero 43
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - La 43.esima edizione di Bologna Festival 2024, da marzo a novembre, presenta alcuni dei più interessanti direttori dell’odierna scena musicale quali Teodor Currentzis, per la prima volta a Bologna con la sua orchestra musicAeterna, Vladimir Jurowski con la Bayerisches Staatsorchester e Paavo Järvi con la Die Deutsche
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
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Opera dal Centro-Nord
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La bohčme visual della Muti
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
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Don Pasquale allestimento storico
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TORINO - Il titolo designato per l’inaugurazione del cartellone d’opera 2024 del Teatro Regio di Torino è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Qui riproposto nel fortunato allestimento della fine degli anni '90 del Novecento, firmato da uno dei maestri della drammaturgia musicale italiana: il regista, scrittore e giornalista Ugo Gregoretti, la cui regia
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
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Opera dal Nord-Est
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Bolena e Seymur destino congiunto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE – Teatro Verdi. Nell’ Anna Bolena di Gaetano Donizetti, in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, primeggia la qualità del cast. Un gruppo di cantanti straordinari, che contribuiscono in modo determinante al buon esito della rappresentazione. Se si eccettua qualche piccola quasi impercettibile incertezza nel primo atto la prova
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Haroutounian una Butterfly di riferimento
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Prosegue con successo la stagione del Teatro Carlo Felice grazie ad una bellissima produzione dell’opera “nipponica” di Giacomo Pucccini, Madama Butterfly. Il contesto scenico-registico firmato da Alvis Hermanis si sviluppa in uno spettacolo sostanzialmente classico e iconografico dove l’immagine stereotipata del Giappone
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Opera dal Centro-Nord
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Un Trovatore cosė cosė
servizio di Nicola Barsanti FREE
LIVORNO - Torna a distanza di 50 anni di assenza al Teatro Goldoni e 27 anni dopo la sua ultima apparizione nella città di Livorno (ma fu al Teatro La Gran Guardia) Il trovatore, uno dei titoli più amati di Giuseppe Verdi. Un ritorno tanto atteso che non convince, pertanto inferiore alle aspettative. Gli anelli deboli di questa produzione riguardano
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Opera dal Centro-Nord
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Barbiere di Siviglia stratosferico
servizio di Nicola Barsanti FREE
PARMA - Il Teatro Regio di Parma inaugura il cartellone d’opera del 2024 con il fiore all’occhiello di Gioacchino Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Com’è noto ai più, nel 1782 Giovanni Paisiello scrisse un’opera dallo stesso titolo e con lo stesso soggetto, da qui la decisione del maestro di Pesaro di intitolare la sua nuova composizione (almeno in un primo
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