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Con ŦChe originali!ŧ e ŦPigmalioneŧ il Festival di Bergamo celebra Mayr e Donizetti |
Un Dittico per maestro e allievo |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 13 Dicembre 2017 |
BERGAMO - Quest’anno il Donizetti Opera Festival ha voluto dedicare uno spicchio di celebrità al “Maestro del Maestro” bergamasco: è con Che originali! del musicista Giovanni Simon Mayr - insegnante del cigno di Bergamo - che si è aperta la serata del 1 dicembre 2017 cui ha fatto seguito la prima composizione scenica dell’allievo: Pigmalione che risale al 1816 in cui il diciannovenne Gaetano era compositore a Bologna sotto la guida di Padre Mattei. Due componimenti che sembrano non avere nulla in comune, ma che le abili invenzioni del regista Roberto Catalano aiutato dalle scene di Emanuele Sinisi hanno saputo ben amalgamare trovando quel filo conduttore che può legare i due melodrammi con un’elegante soluzione di continuità. Siamo sostanzialmente di fonte all’ego smisurato di due personaggi: per l’opera di Mayr, Don Febeo rappresenta un uomo estremamente egocentrico e narcisista che “schiavizza” le figlie nel seguire le sue manie/fobie musicali; l’una, Aristea, si rifugia nella sua passione per Metastasio e nell’amore ricambiato di Don Carolino che attraverso opportuni travestimenti cerca di accaparrarsi il beneplacito del padre che non lo accetta in quanto non sa niente di musica; l’altra, Rosina, vive in uno stato di perenne depressione più o meno veritiero che sconfina in ipocondria e sarà l’anello di congiunzione con il componimento successivo del dittico attraverso un’invenzione scenica di grande suggestione; le vicende di entrambe le sorelle e del singolare padre sono arricchite di colpi di scena e di trabocchetti che vengono messi a punto dai due servitori di casa, Biscroma e Celestina, intrecciando una sorta di commedia delle beffe ai danni del vecchio brontolone. L’ego tanto acceso e tanto smisurato di Don Febeo trova un legame in Pigmalione proprio attraverso una parete che divide gli ambienti della prima opera da quelli della seconda: sullo sfondo è collocato un grandissimo quadro che rimanda ai tagli delle tele di Lucio Fontana come a voler dimostrare che dietro quei tagli qualcosa si cela e che la figlia ipocondriaca cerca di scoprire senza, in un primo momento, riuscirci: Don Febeo invece non si pone nemmeno il problema e vive totalmente nel suo egoismo e nelle sue passioni usate solo per occupare il tempo e per celare quel senso di fallimento che è la propria vita. Proprio questa "invenzione" di Lucio Fontana tratta dalle sue opere più famose Concetto spaziale. Attesa rappresenta quell’anello di congiunzione in cui Pigmalione vede da questi tagli quella vita dalla quale è fuggito per stare in completa solitudine con la sua arte per cercare quell’ideale di bellezza incorruttibile che porta Pigmalione da un’altra parte ed è questo il modo per dividere definitivamente le due realtà che non si incontreranno mai se non nella misura in cui la grande tela con i tagli viene strappata e sotto appare un gigantesco specchio che impedisce ancora ai due mondi di avvicinarsi
Essi non si avvicineranno mai se non tramite degli opportuni colpi di luce che mettono in mostra un Pigmalione intento ad osservare la scena di un mondo che non gli appartiene e dal quale è fuggito per rifugiarsi nella sua idea alta e nobile di arte per ricercare quell’ideale di bellezza femminile che esiste in natura ben in contrasto con l’ideale di arte e di musica del cialtrone Don Febeo; sarà alla fine proprio il personaggio che prende spunto dalle Metamorfosi di Ovidio a far cadere nel buio la realtà strampalata del musicista mancato, con il suggestivo gesto di staccare la spina per chiudere definitivamente ed obliare il mondo di Don Febeo che nulla ha che fare con l’alto concetto di arte cui aspira e per cui vive il giovane Pigmalione. Completavano la squadra scenica gli originali costumi di Ilaria Ariemme e le buone idee per le luci di Alessandro Andreoli. Che originali! è stata capitanata dal grande artista che è Bruno de Simone nel ruolo del più volte sunnominato Don Febeo; ma…. “che ve lo dico a fà”; si potrebbe scrivere la più sperticata critica positiva, si potrebbe dire di tutto, ma qualsiasi parola non potrebbe mai riuscire a tradurre l’emozione che si prova a vedere all'opera un sì grande artista, che ha fatto del Teatro musicale la sua vita; proprio in relazione a questo debutto bergamasco ho avuto modo di incontrarlo e poter parlare con lui della sua vita artistica e non e di questa avventura e per questo vi rimando alla mia intervista che potere leggere qui . Tornando alla nostra serata posso solamente dirvi il meglio che questo artista possa aver dato all’economia dello spettacolo e ciò non sarebbe sufficiente: vi basti che l’emozione di vederlo, ascoltarlo e goderlo nel pieno contesto del palcoscenico è gioia per gli occhi, gaudio per l’orecchio e serenità per il cuore perché qui veramente siamo di fronte ad un uomo che riesce ad incarnare nei ruoli buffi e comici l’eredità che fu del suo grande maestro Sesto Bruscantini. Donna Aristea la figlia letterata amante di Metastasio è stata interpretata dal mezzosoprano Chiara Amarù: voce di buon timbro, scaltra scenicamente, con abili doti di fraseggio, si è scontrata talvolta con una vocalità non eccezionalmente proiettata che l’ha portata a tratti, soprattutto nella zona più grave del rigo, a suoni ingolati e privi di armonici e tendenzialmente di petto; meglio nella parte più spericolata della partitura dove ha saputo con arguzia emergere quanto a proiezione e a controllo delle agilità sempre ben eseguite. Il Don Carolino di Leonardo Cortellazzi è stato estroso, brillante, estroverso e “scafato” scenicamente riuscendo a far emergere quella personalità un po’ timida, ma al contempo sognatrice del giovane amato dalla figlia, ma negletto dal padre; la voce è omogenea, salda, squillante e trova il suo terreno di elezione in un canto sempre a servizio della parola con ottima dizione, sicura intonazione con sonoro squillo in acuto; il tutto ottimamente legato ad una resa scenica di tutto rispetto. Angela Nisi è stata una brava Donna Rosina riuscendo a trovare un’ottima collocazione del personaggio anche a livello vocale ed emergendo appieno nell’aria, forse, più difficile di tutto il componimento I mali miei son tanti, che la vede impegnata in spericolate agilità che richiedono un ottimo dosaggio del fiato; la giovinezza e l’inesperienza hanno portato a qualche piccolo affanno, ma la pasta della bravura già scorre nelle sue corde e sono certo avremo modo di ascoltarla con piacere in altri ruoli con sicuro successo. Il servo Biscroma, anello di congiunzione tra tutti i personaggi, è stato appannaggio di un bravissimo Omar Montanari che ha unito le eccellenti doti attoriali ad un canto sempre pertinente, mai sguaiato, bensì elegante e tornito da una perfetta dizione ed un’intonazione ineccepibile; Andria bene mia cara l’aria che elenca le caratteristiche della giovane che vorrebbe sposare è stata un cesello di finezze e nuances senza perder di vista l’occhio ad un canto fermo ed un’emissione sempre ben proiettata e a fuoco.
La serva Celestina, segretamente innamorata di Biscroma ha visto in Gioia Crepaldi una sincera interprete della quale non possiamo che elogiare l’impegno, in attesa che la sua voce maturi ancor di più per far sì che l’emissione e l’interpretazione possano godere maggior sicurezza e spontaneità. Ottimo il Carluccio di Pietro di Bianco che grazie ad una vocalità solida, tonda e ben omogenea si è distinto in un ruolo non pienamente centrale, ma di sicuro contorno nei meandri dell’intreccio dove ha messo in rilievo anche un’ottima verve scenica. La musica di Mayr, che comunque non è riuscita a regalarmi quelle emozioni che sovente mi rende il suo allievo Gaetano Donizetti, ha trovato qualche limite interpretativo nella direzione del M° Gianluca Capuano; ho potuto scorgere una tavolozza poco fornita di colori e di intenzioni musicali con una tendenza a tempi piuttosto concitati che spesso sono stati un po’ deleteri nel servizio alla parola scenica che in quest’opera si rivelano fondamentali; ho notato qualche difficoltà negli interpreti a seguire e a donare il pieno significato di quanto cantato nella ricerca, talvolta spasmodica, di un fiato o di un’intenzione per rendere al meglio l’idea librettistica del grande Gaetano Rossi. Venendo alla seconda parte della serata ecco che nel ruolo dell’artista Pimmalione - così è nomato nel libretto - il tenore siciliano Antonino Siragusa è stato grande interprete riuscendo a introiettare l’animo del personaggio e a farlo vivere nella parola cantata con grande trasporto ed emozione; un crescendo rossiniano definirei la sua interpretazione che è passata in maniera del tutto spontanea nel dipingere la musica con tutti quei colori necessari dettati dalla partitura e dal libretto; si leggono nel testo di Simone Antonio Sografi tanti stati emozionali: spaventato, tremante, disperato, mortificato, sorpreso… e ogni aggettivo ha saputo tradursi in parola ed ogni parola in suono sì da regalarci quaranta minuti di vera maestria scenica e vocale a conferma del grande istrionismo che caratterizza l’arte di questo mirabile interprete. Nei panni di Galatea il canto di una corretta Aya Wakizono cui ha unito una sicura prestanza scenica. Una sera quella delle idi di dicembre non molto affollata nel Teatro Sociale della Bergamo Alta, ma sicuramente di grande calore, espresso appannaggio di un dittico di cui porto in seno un ottimo ricordo.
Crediti fotografici: Foto Rota per il Donizetti Opera Festival di Bergamo Nella miniatura in alto: il bass-baritono Bruno de Simone ottimo protagonista nell'opera di Mayr Al centro: il cast di Che originali! al completo Sotto in sequenza: il soprano Aya Wakizono e il tenore Antonino Siragusa protagonisti di Pigmalione
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Orlando nelle trame di Alcina
intervento di Athos Tromboni FREE
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Una Tempesta molto gradevole
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Xtra per tre
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FERRARA - Si chiama "Xtra" - un nome avveniristico - ma sarà fatta di musica da grande repertorio cameristico. È la nuova rassegna di Ferrara Musica, ideata per dare una ribalta a formazioni e musicisti solisti di grande talento. Ad illustrare il programma sono intervenuti l'assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, il curatore
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Beatrice di Tenda da visibilio
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Nabucco fra Oren e Del Monaco
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TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’avventura del Nabucco in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste comincia con una conferenza stampa, nella quale Daniel Oren, maestro concertatore e direttore, ha espresso che questo terzo titolo di Giuseppe Verdi, suo primo grande successo, è molto importante per il popolo ebraico, «... per
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Nel Campielo xe bel quel che piase
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VERONA - Fu così che per la prima volta in assoluto Il Campiello di Ermanno Wolf-Ferrari andò in scena nel Teatro Filarmonico di Verona. E fu così che alla "prima" venne accolto da un pubblico numeroso con molti minuti di applausi a fine recita e con vere ovazioni per alcuni protagonisti di quella commedia musicale. Chissà se le cronache del futuro, parlando del
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Un Trovatore quasi disastro
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA – Il trovatore di Giuseppe Verdi chiude la stagione lirica 2023/2024 del Teatro del Giglio di Lucca. Si tratta di una coproduzione che vede come attori - oltre l’Istituzione lucchese - la Fondazione Teatri di Piacenza, la Fondazione Teatro Comunale di Modena, la Fondazione Teatro Goldoni di Livorno il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.
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Vi presentiamo La Bohčme
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Idomeneo da manuale
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Genova – L’ Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart è un capolavoro che incanta con la sua profonda drammaticità e la sua sublime bellezza musicale. La trama, ambientata nell'antica Grecia, ruota attorno al re Idomeneo, il quale, dopo essere stato salvato da un naufragio grazie all’aiuto divino, si trova costretto a sacrificare suo figlio
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Il 35° nel segno della solidarietā
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LOS ANGELES (USA) - La sala concerti Walt Disney Hall, sede dell’orchestra Los Angeles Philharmonic, è situata nel cuore della città e ha festeggiato nel 2023 i suoi vent'anni (è stata inaugurata il 23 ottobre 2003). E’ stata progettata e realizzata con la supervisione dal famoso architetto e designer canadese-americano Frank Gehry (1929)
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LUCCA – Al Teatro del Giglio approda con grande apprezzamento del pubblico la versione bresciana di Madama Butterfly di Giacomo Puccini (datata 28 maggio 1904) dopo che il clamoroso fiasco del Teatro alla Scala di qualche mese prima, indusse il compositore a rimettere le mani sulla partitura. La scelta dell’adattamento bresciano per il Teatro del
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servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Ci è voluto Richard Strauss e la sua Arianna a Nasso per far comprendere quanto poco interessasse a certi ricchi la realizzazione di uno spettacolo, quanto poco comprendessero le dinamiche che stanno attorno e dentro la preparazione di un lavoro teatrale. «Pago e voglio quello che
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Incontro con Lorenzo Cutųli
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FERRARA - Il 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini rappresenta un’occasione per commemorare e ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più grandi musicisti italiani. Le sue Opere, ancora oggi, continuano a essere rappresentate sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, celebrando lo straordinario valore artistico delle composizioni
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Il Barbiere eccellente
servizio di Nicola Barsanti FREE
VENEZIA - Se pensiamo al fascino di un teatro risorto per più di una volta dalle proprie ceneri, e vi aggiungiamo la suggestione di esservi dentro nel vivo del carnevale della “Serenissima” non può venire in mente un gioiello della produzione rossiniana: Il barbiere di Siviglia. Ed è proprio a quest’opera che abbiamo assistito, la seconda in cartellone
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servizio di Nicola Barsanti FREE
BOLOGNA - Il Teatro Comunale Nouveau inaugura la propria stagione operistica 2024 con il primo vero e proprio gioiello della produzione pucciniana: Manon Lescaut. Ottima scelta per onorare il centenario della morte del compositore lucchese, avvenuta il 29 novembre del 1924 a Bruxelles. La Manon Lescaut rappresenta per la carriera
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Echi dal Territorio
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Bologna Festival numero 43
redatto da Athos Tromboni FREE
BOLOGNA - La 43.esima edizione di Bologna Festival 2024, da marzo a novembre, presenta alcuni dei più interessanti direttori dell’odierna scena musicale quali Teodor Currentzis, per la prima volta a Bologna con la sua orchestra musicAeterna, Vladimir Jurowski con la Bayerisches Staatsorchester e Paavo Järvi con la Die Deutsche
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
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servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
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Don Pasquale allestimento storico
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TORINO - Il titolo designato per l’inaugurazione del cartellone d’opera 2024 del Teatro Regio di Torino è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Qui riproposto nel fortunato allestimento della fine degli anni '90 del Novecento, firmato da uno dei maestri della drammaturgia musicale italiana: il regista, scrittore e giornalista Ugo Gregoretti, la cui regia
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
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Bolena e Seymur destino congiunto
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TRIESTE – Teatro Verdi. Nell’ Anna Bolena di Gaetano Donizetti, in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, primeggia la qualità del cast. Un gruppo di cantanti straordinari, che contribuiscono in modo determinante al buon esito della rappresentazione. Se si eccettua qualche piccola quasi impercettibile incertezza nel primo atto la prova
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Haroutounian una Butterfly di riferimento
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Prosegue con successo la stagione del Teatro Carlo Felice grazie ad una bellissima produzione dell’opera “nipponica” di Giacomo Pucccini, Madama Butterfly. Il contesto scenico-registico firmato da Alvis Hermanis si sviluppa in uno spettacolo sostanzialmente classico e iconografico dove l’immagine stereotipata del Giappone
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Un Trovatore cosė cosė
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LIVORNO - Torna a distanza di 50 anni di assenza al Teatro Goldoni e 27 anni dopo la sua ultima apparizione nella città di Livorno (ma fu al Teatro La Gran Guardia) Il trovatore, uno dei titoli più amati di Giuseppe Verdi. Un ritorno tanto atteso che non convince, pertanto inferiore alle aspettative. Gli anelli deboli di questa produzione riguardano
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Barbiere di Siviglia stratosferico
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PARMA - Il Teatro Regio di Parma inaugura il cartellone d’opera del 2024 con il fiore all’occhiello di Gioacchino Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Com’è noto ai più, nel 1782 Giovanni Paisiello scrisse un’opera dallo stesso titolo e con lo stesso soggetto, da qui la decisione del maestro di Pesaro di intitolare la sua nuova composizione (almeno in un primo
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